Promossa, promossa, promossa, rimandata, rimandata, e poi per il resto vai col rosario di peana: questo Delia's Cakes ha riscontrato i favori di tutti e
acceso entusiasmi come non succedeva da un po': tanto che abbiamo
dovuto trattenere due ricette del Redone che già riproponevano le
meravigliose torte tratte da questo libro.
Epperò...
Sentite: posso andare controcorrente? E lo posso dire, che questo libro - bellissimo nella grafica, accattivante nella proposta delle ricette, estremamente chiaro nelle spiegazioni- è solo l'ombra di quella che fu la grande Delia Smith dei decenni passati?
Senza nulla togliere a Delia's Cake, sia chiaro. Ma se avete mai letto uno dei classici di questa autrice, probabilmente avrete già capito dove voglio andare a parare.
Come scrivevo nel post introduttivo, la Smith è una che si è fatta da sola. E' partita dal basso, forte di una grande passione per la cucina, seconda solo ad una straordinaria semplicità nella comunicazione. Le ricette che lei spiegava ai suoi lettori erano i classici della cucina inglese, quelle ricette di famiglia venate magari da una patina di "buone cose di pessimo gusto", non imparate al Cordon Belu, ma apprese nella cucina della mamma e della nonna e presentate su piatti e tovaglie che erano fuori moda già allora, in libri dove le foto scarseggiavano e gli sponsor erano ben di là da venire. Ma ognuna di queste era uno scrigno pieno di tesori: bastava leggerle, per capire che si sarebbero creati dei piccoli capolavori e, soprattutto, che chiunque ci avesse provato ce l'avrebbe fatta. Perchè, a differenza delle altre grandi scrittrici di quei tempi, come la Grigson e la David, la Smith poteva contare su quell'aria materna, tranquillizzante, accudente, grazie alla quale otteneva da subito la piena fiducia dei suoi lettori. "Perchè lo dice Delia" è stato per anni il verbo di una generazione di massaie inglesi, tenaci difensori di una tradizione che rischiava di essere travolta dalle mode dello scatolame prima e dei fast food poi: e se mai la cucina inglese è sopravvissuta a tutte queste bordate, è anche alla Smith (e alla Berry, che con la Smith ha parecchio in comune) che se ne deve il merito.
Se non mi credete, provate a sfogliare uno dei suoi classici, dall'How to Cook ai manuali sulle stagioni, dai Delia's cookery Courses alla monografia sul Natale: c'è da restare a bocca aperta, per la varietà delle proposte e per la chiarezza delle spiegazioni. E questo, a dispetto i tutto: delle foto, della grafica, delle pose artistiche del cibo e dello sponsor delle teglie, che assicura gli sconti al 75% come prezzo di partenza ;-)
E' per questo che, personalmente, son rimasta un po' delusa da quest'ultima fatica: l'ho comprata per prima, nello Starbooks, perchè non mi perdo un libro, di questa signora. Ma, proprio perchè non mi perdo un libro, l'ho trovata leggermente sottotono, rispetto agli standard a cui mi aveva abituata. Smagliantissima e glamour, nell'apparenza. Stanca, nella sostanza.
Ovvio che, se invece di chiamarsi Delia Smith, l'autrice avesse
avuto un altro nome, probabilmente questo libro sarebbe stato esaminato
con un occhio meno critico e con risultati più benevoli. E' il destino
dei bravi, quello di generare aspettative sempre più alte e la nostra signora non ne è immune, purtroppo e per fortuna. Aggiungiamoci anche che non era facilissimo imbattersi in una come la sottoscritta che le ricette della Smith le ha "bevute nel latte": il mio primo Talismano l'ho acquistato qualche anni fa, nell'ultima edizione, ma il mio How to Cook è datato 1971 ed è quello a cui mia madre ispirava gran parte dei piatti che ci propinava in quegli anni: intendo dire che la conosco benissimo e la apprezzo infinitamente di più. Ed è proprio da questa lunga, grata ed affettuosa consuetudine che nascono le mie critiche.
Sia chiaro: parliamo di un gran bel libro, che assicura ampie garanzie di affidabilità e di piena riuscita, molto ben scritto, molto ben spiegato. Se lo avete comprato, magari cogliendo l'opportunità dello sconto di cui sopra, avete fatto un affare, a maggior ragione se siete alla prima esperienza con i dolci inglesi Ma se siete ancora indecisi, dirottate le vostre scelte su uno dei titoli che ho citato prima (su Delia's Christmas, per esempio, a parer mio il più bel libro che sia mai stato pubblicato sulla cucina delle feste in questi ultimi vent'anni).
A proposito di Natale: con Dicembre, Starbooks e Redone vanno in vacanza. Nei prossimi giorni comunicheremo gli esiti dei vincitori del Redone di Novembre, che ci faranno compagnia da Gennaio, quando torneremo con un nuovo libro e con qualche sorpresa. Fino ad allora, non resta che aspettarci, magari ingannando l'attesa spulciando fra i nostri scaffali, nel caso abbiate bisogno di qualche suggerimento per la letterina a Babbo Natale.
Ci risentiamo, per il Redone e per gli auguri!