Uno dei principi a cui siamo sempre rimasti fedeli, qui allo Starbooks, è quello che ci impone di scegliere ricette alla portata di ciascuno di noi. Ci è sempre sembrato il fondamento del patto che abbiamo stretto con i nostri lettori all'inizio della nostra avventura e che rinnoviamo ogni mese, da quasi 12 anni: se vogliamo essere onesti, nelle nostre valutazioni, dobbiamo conoscere bene quello di cui stiamo parlando. Impossibile, infatti, essere credibili nel giudicare ricette che prevedono abilità che non abbiamo o gusti che non conosciamo ed è per questo che, anche quando peschiamo dall'elenco libri che non sono nelle corde di tutti, ci concediamo una piena libertà nella scelta delle ricette. Non va poi dimenticato che, come ripetiamo di continuo, il giudizio che viene dato alla fine è il frutto non di una prova singola, ma di una visione globale che tiene conto di tutto il processo di composizione del libro, dal titolo alla prefazione, dal progetto grafico all'indice degli argomenti - e questo sin dalla presentazione che anticipa le linee guida a cui ci atterremo, libro per libro.
Anche questa volta, non si è fatta eccezione: la scelta di un libro di cucina senza glutine è stata inquadrata in un determinato contesto, quello di una scelta alimentare e non di una imposizione legata a motivi di salute e noi ci siamo comportate di conseguenza, scegliendo quei piatti che, nelle nostre cucine abitualmente con il glutine, avrebbero potuto competere o quanto meno non sfigurare con le ricette originali.
Alla fine, abbiamo coperto tutta la gamma delle alternative, ad eccezione del pane, compresa la sfida più difficile - quella dei lievitati con impasti ad alta percentuale di grasso - approfittando di uno dei punti di forza delle ricette, vale a dire una lista di ingredienti comuni, di facile reperibilità e di basso costo.
Da qui, la scelta di concentrarci su preparazioni più semplici, quanto meno all'apparenza: assodato che, purtroppo, in certe ricette il glutine è indispensabile e sarebbe inutile cercare sostituzioni all'altezza, è altrettanto vero che troppo spesso abbiamo assaggiato prodotti sglutinati che, pur prevedendo modifiche meno importanti, risultavano spugnosi o stopposi o duri.
Per bilanciare, abbiamo spostato alla tacca più alta l'asticella della riuscita finale: non cercavamo il contentino, ma la soddisfazione piena. E, a conti fatti, l'abbiamo avuta.
A parte un fallimento, le ricette ci hanno pienamente convinto: forse hanno peccato di originalità (ma non dimentichiamoci che il libro non è nuovissimo), ma sicuramente hanno offerto una alternativa possibile e convincente, sia perché facile, sia perché ottima e gustosa. Nessuno di noi ha dovuto "adattarsi" a nuovi gusti o armarsi di pazienza per finire quello che aveva nel piatto, anzi: semmai si è dovuto ricordare che si stava cucinando senza glutine, da tanto i sapori e le consistenze finali facevano dimenticare l'handicap di partenza.
Il punto più alto è stato ovviamente toccato con le torte e il lievitato, a cui rinviamo per una disanima più specifica: qui basti dire che, dopo questo libro, Samantha si è concentrata sempre di più sul baking, sviluppando quello che abbiamo apprezzato, in embrione, in Gluten-free for Good: una cucina leggera, facile, inclusiva, dialogante. Contemporanea, in una parola. E nell'accezione che più ci piace.
Ci vediamo a Febbraio, per il prossimo Starbook!