sabato 27 febbraio 2021

PIE CREMOSA CON POLLO, PROSCIUTTO E PORRI PER STARBOOK REDONE


 Pubblichiamo l'ultima ricetta arrivata per lo Starbooks Redone via email, nonostante il vincitore sia stato già annunciato. Ma tutte meritano visibilità! Grazie G.!


Il libro The HB Perfect Pies mi piace molto, ha un sacco si ricette golose, e ad ogni pagina ci sono delle foto che mi fanno venire l'acquolina in bocca!
Ho deciso di fare questa Pie ieri, perché avevo bisogno di una coccola, di qualcosa di caldo, cremoso e avvolgente, un comfort food insomma, visto il periodo difficile che stiamo tutti vivendo...

 
 Pie cremosa con pollo, prosciutto e porri
 

 
Ingredienti per il ripieno 
3 petti di pollo disossati senza pelle cotti con dado da brodo
250 ml liquido di cottura (del pollo)
75 gr di burro
2 porri teneri puliti e affettati
due spicchi d'aglio schiacciati
50 gr di farina 00
200 ml di latte
2/3 cucchiai di vino (opzionale)
150 ml di panna
150 g di prosciutto cotto tagliato spesso in cubetti da 2 cm
Sale 
Pepe macinato

Ingredienti per la pasta:

350 gr di farina bianca più extra per spolverare
200 gr di burro freddo tagliato a cubetti
Un uovo grande sbattuto con un cucchiaio di acqua 
Un uovo sbattuto per spennellare

Stampo da Pie da 23 cm
suggerimento (dell'autore): cuocere il petto di pollo con 450 g di acqua bollente e un dado da brodo di pollo. Tenere da parte 250 ml del liquido di cottura

Procedimento
Sciogliere 25 gr di burro in una padella larga antiaderente con fuoco basso. Affettare i porri e cuocerli a fuoco dolce per 2 minuti, mescolando finché sono morbidi. Aggiungere l'aglio schicciato e cuocere per un altro minuto poi mettere tutto dentro una ciotola. 
Rimettere la padella sul fuoco e aggiungere il burro rimanente. Versare la farina, non appena il burro si è sciolto e cuocere per 30 secondi mescolando costantemente. Aggiungere il latte un po' alla volta mescolando continuamente tra le varie aggiunte. Aggiungere gradatamente il liquido di cottura del pollo e il vino (se si usa), poi mescolare finché la salsa non e raggiunge una consistenza vellutata. Portare ad una leggera ebollizione e cuocere per tre minuti sempre mescolando.
Condire a piacimento poi togliere dal fuoco e aggiungere la panna. Versarla in una ciotola coprendo con pellicola a contatto in modo da prevenire la formazione della pellicina superficiale.
Riscaldare il forno a 200 gradi statico (180 ventilato/gas 6 ) e mettere una teglia da forno dentro il forno a scaldare.
Per fare la pasta mettere la farina e il burro in un mixer e con la funzione Pulse avviare finché la farina ha formato delle grosse briciole. Con il mixer sempre acceso aggiungere l'uovo sbattuto leggermente e l'acqua e continuare con il mixer finché la pasta si agglomera in una palla.
Pesare la pasta e togliete 280 gr per la copertura della pie, e per il momento mettete da parte.
Stendete la pasta che servirà per la base della pie su una superficie leggermente infarinata finché non è sottile quanto una moneta da un penny e 4 cm più larga del tuo piatto da Pie. Solleva la dolcemente e posizionatela sul piatto da Pie, premendo leggermente sulla base e sui bordi, assicurandosi che non ci siano bolle d'aria. Lasciate tutta la pasta che fuoriesce dal bordo. Tagliate il petto di pollo e in pezzi da 3 cm e aggiungetelo alla salsa raffreddata assieme al prosciutto e al porro. Versate poi il ripieno all'interno del piatto da Pie e spennellate il bordo della pasta con l'uovo sbattuto. Stendete il resto della pasta e usatela per coprire la Pie.
Premete i bordi assieme per sigillarli e rifilate con un coltello la parte in eccesso e arricciateli. Fate un piccolo buco in centro con un coltello e spennellate la superficie con l'uovo sbattuto. Cuocete nella teglia centrale del forno per 35 minuti o finché è dorata all'esterno e il ripieno è bollente.

Note mie

 
1. Il quantitativo di petti di pollo da usare mi sembrava troppo, soprattutto considerato che io i petti di pollo li trovo in confezione da 500 grammi. Quindi un chilo e mezzo di petti di pollo mi sembravano decisamente troppi, considerato che lo stampo che ho usato (non avendone uno da pie) è da 20 cm di diametro. Quindi ho cotto un petto di pollo da 500 gr, ed ho trovato il ripieno giusto come quantitativo.
2. Per cuocere il pollo ho fatto prima un leggero brodo di verdure con una cipolla mezza carota è un gambo di sedano, poi ho cotto il pollo e ho conservato, come da suggerimento dell'autore il liquido di cottura per usarlo poi per il ripieno.
3. Dopo due minuti i miei porri non erano ancora morbidi, quindi ho prolungato un po' la cottura, inoltre dopo aver insaporito con l'aglio schiacciato, l'ho tolto dal ripieno, c'è a chi non piace molto a casa.
4. Suggerisco di non far addensare troppo la besciamella Per il ripieno, perché è molto buono un ripieno cremoso e che si scioglie in bocca.
5. La pasta forse era la parte che temevo di più, perché pensavo non si sarebbe cotta uniformemente e non avrebbe retto la quantità e la cremosità del ripieno. Mi sbagliavo, la pasta regge perfettamente la cremosità del ripieno e cuoce uniformemente. Posso anche dire che se conservata in frigorifero non perde la sua croccantezza e la sua fragranza, resta buona come appena sfornata e non si "ammoscia". La pasta è leggermente di più del quantitativo necessario, però consiglio di farla tutta senza ridurre le dosi e di usare eventualmente il surplus per le decorazioni come ho fatto

Quindi la ricetta è PROMOSSA!


E vi consiglio davvero di provarla perché è veramente buona! Cremosa, avvolgente e saporita...fantastica!

venerdì 26 febbraio 2021

CARPATHIA: TIRIAMO LE SOMME?







Ai tempi in cui ancora mi piegavo e frequentavo regolarmente lezioni di yoga, a Singapore, ero diventata amica di una compagna di corso dalla vita a dir poco avventurosa. Più ci frequentavamo, al di là delle contorsioni sui tappetini, più mi beavo delle storie che raccontava, tutte avvalorate da prove inconfutabili, quasi che lei fosse la prima a rendersi conto di doverle fornire, da tanto strabilianti erano le esperienze che aveva vissuto. 

E così, quando mi disse di essere stata allieva di Marcella Hazan, fu subito pronta a mostrarmi le dispense del corso tenuto dalla più famosa divulgatrice della cucina italiana negli Stati Uniti del secolo scorso. Senza di lei, gran parte della conoscenza della nostra tradizione sarebbe ancora al di qua della pur rispettabilissima cucina italo-americana (che, sia chiaro, ha una sua storia ed una sua commovente dignità ma è tutt'altra cosa, rispetto all'originale) o, peggio ancora, legata ad odiosi stereotipi: non a caso, la prima operazione messa in atto da Marcella fu quella di eliminare l'aglio, in modo drastico nei piatti che lo prevedevano, in modo totale da quelli in cui non si sarebbe dovuto mettere. Insegnò a fare la spesa, a comprare cibi freschi, a partire da zero, a gestire frigoriferi e dispense con un occhio al mangiar sano e uno all'anti spreco, secondo l'intramontabile lezione italica del "non si butta via niente". Pretese, con precisione scientifica (era laureata in biologia) che ad ogni preparazione corrispondesse un determinato attrezzo: leggendaria fu la sua reazione quando vide Mario Batali preparare un risotto in una padella- e altrettanto leggendaria fu l'amicizia che ne seguì, con Batali che, da allora, non perse occasione per indicare lei (e non, per dire Julia Child) come la vera guida da seguire. Anche Lidia Bastianich, considerata da molti come la sua erede, insiste ogni volta sulla grandezza della Hazan e se ancora aveste dubbi in merito, vi basta fare una ricerca sulle testate giornalistiche  più importanti del Paese  (su tutte, il NYTimes, dove la signora tenne per anni una seguitissima rubrica) per fugarli del tutto. 

Immaginatevi quindi la mia reazione quando, di fronte a quello che si era annunciato come un semplice caffè fra amiche, mi trovai fra le mani decine di dispense a firma della Hazan, qualcuna persino con annotazioni di suo pugno. Ma immaginatevi anche il disappunto quando lessi, subito, all'inizio, la ricetta della "Bolognese" (mai nome fu più odiato da un Italiano all'estero) o di un sugo di pomodoro soffritto nel burro. 

"This is NOT Italian cooking!" stavo per esclamare, scandalizzata, quando la mia amica, intuendo l'obiezione, aggiunse: "il pregio più grande di Marcella era la sua capacità di mediare. Lei sapeva perfettamente dove insistere e dove chiudere un occhio, dove pretendere un ingrediente e dove concedere un surrogato. La sua vita fra  due mondi glielo aveva insegnato, la sua cultura le aveva permesso di comprenderlo, la sua sensibilità di trasmetterlo. Se oggi gli Americani possono apprezzare l'extravergine nella salsa di pomodoro è solo perché prima c'è stata questa salsa- quella in cui tu, da Italiana, vedi il burro- e inorridisci.  Ma io, da Americana, vedo il pomodoro fresco, la lunga cottura, un attrezzo da cucina che non sia il microonde dove scaldare gli instant tomato spaghetti del supermercato. Fu una rivoluzione, credimi, realizzata poco alla volta, un passo alla volta. Ma è per questo che ancora dura". 

Mutatis mutandis, il succo di questa storia potrebbe essere applicato a quella meraviglia di libro che è Carpathia: un libro che oltrepassa la pur pregevole operazione di una raccolta di ricette di un territorio, per ammantarsi di intelligenza, di sensibilità, di umiltà. Irina Georgescu non solo ci apre le porte della sua casa, offrendoci i piatti della tradizione della sua famiglia e di quelle dei suoi vicini, ma ci invita anche a prepararli, offrendoci ingredienti alternativi, laddove si può, con lo stesso entusiasmo con cui una mamma assiste ai primi passi traballanti del proprio bambino o una maestra giudica le prime lettere storte dei propri alunni. Questa è la vera, incommensurabile ricchezza di Carpathia: una visione che include il dialogo, l'apertura, la mano tesa, l'ampio respiro, lo stesso che rende magico questo titolo, trasformando una barriera in una opportunità o, meglio ancora, in una grande lezione che tutti i talebani de "la Carbonara come la fa la mamma" dovrebbero imparare. 

Perché non c'è dialogo se non si vuole trovare un punto d'incontro.

E non è scandalizzandosi perché "il-formaggio-non-è-quello-lì" e "il-nome-non-è-quello-lì" che si potranno fare passi avanti su questa strada. 

Perchè se, fra dieci anni, tutto il mondo potrà avere a disposizione, nei supermercati sotto casa, tutti gli ingredienti necessari per poter cucinare un piatto rumeno secondo la vera tradizione, non è a chi ha mosso queste obiezioni, che dovremmo dire grazie. Ma alla sensibilità e all'intelligenza di Irina e di questo splendido libro. 

Da tenere sui vostri scaffali, dal lato più vicino a quello del cuore. 

giovedì 25 febbraio 2021

STARBOOKS REDONE DI FEBBRAIO 2021: IL VINCITORE!

 


Di nuovo prevalenza di piatti salati, contro tutte le previsioni, e ci fa piacere che vi siate cimentati in preparazioni anche piuttosto elaborate.
Al solito la scelta è dura ma il vincitore può essere uno solo per cui questo mese applaudiamo...


Kofta di pesce con yogurt, sumac e peperoncino  

di La Apple Pie di Mary Pie


Chiediamo al vincitore di inviare una mail a: lostarbook@gmail.com con l'indirizzo a cui inviare il gadget dello Starbooks. 
A tutti gli altri: vi aspettiamo al Redone di Marzo!

mercoledì 24 febbraio 2021

MICI "LITTLES" (Polpette rumene alla panna acida)


La seconda ricetta che ho scelto di provare dal libro del mese, è un tipico street food della Romania, che viene gustato anche durante l'attesa alla fermata del bus! 
L'autrice scrive che, quando arriva la stagione calda, è impossibile resistere al profumo di queste polpette, proveniente dai grandi barbecue che si trovano lungo le strade rumene... Io andrei a visitare la Romania anche solo per questa prospettiva :)))


Mici "Littles"

Ingredienti per 15-20 pezzi

300 g di carne di manzo macinata
500 g di carne di maiale macinata
200 g di grasso di maiale preso dalla schiena o lardo, a cubetti e brevemente tritato in un robot da cucina
3 fette di pane bianco, ammollate nel latte
1 testa d'aglio, spicchi pelati e ridotti in pasta
1 cucchiaino di pepe nero 
2 cucchiaini di paprika dolce
1 cucchiaino di timo secco
1 cucchiaino di sale
2 cucchiai di panna acida
75 ml di brodo di manzo concentrato e freddo, preparato con mezzo dado da brodo sciolto in 75 ml d'acqua calda
2 cucchiai di olio vegetale o di olio semi di girasole, per friggere

Chiedete al vostro macellaio di macinare le carni insieme al grasso di maiale (o al lardo), così non dovrete farlo voi a casa. Il grasso di maiale è la chiave per ottenere la succosità e la consistenza tipica dei mici. Si possono preparare anche senza, ma le polpette risulteranno più asciutte.
In una ciotola, unire tutti gli ingredienti eccetto l'olio. Lavorare il mix con le mani, fino ad ottenere un composto simile a quello del pane, e che sia ridotto in pasta. Mettere in frigorifero per almeno un'ora.
Con le mani inumidite, formare delle piccole salsicce cicciotte, del peso di 60-70 g l'una, che misurino circa 10 cm di lunghezza e 3 cm di diametro. Trasferirle su una vassoio unto. Ripetere l'operazione con tutto il mix rimanente. Coprire le polpette e metterle in frigorifero, lasciandocele almeno un'ora, meglio ancora tutta la notte.
Scaldare l'olio in una ampia padella per fritti, su fuoco medio-alto. Cuocere i mici su tutti il lati, girandoli 6 volte in totale, finché non saranno ben dorati all'esterno ,ma morbidi e succosi all'interno.
In alternativa, potete cuocere i mici al barbecue, spennellandoli prima con poco olio. SErvire con apne e senape, se vi piace.

Note personali

La ricetta è semplice e veloce da preparare, se si escludono i vari passaggi in frigorifero.

- l'autrice non lo specifica, ma il pane va ammollato in poco latte e strizzato prima di unirlo alla carne, altrimenti vi trovereste con un composto troppo umido, difficile da gestire

- ho utilizzato solo due spicchi d'aglio perché, una testa intera, avrebbe messo a dura prova il mio stomaco...

- ho utilizzato brodo di manzo fatto in casa e ristretto, visto che ne preparo sempre in abbondanza e lo congelo

- la panna acida dona quel tocco in più all'insieme, che armonizza i diversi sapori, e che  verrà percepito dal palato, ma che rimarrà "segreto" ai commensali. A meno che non decidiate di svelarglielo ;) 

- l'impasto necessita assolutamente dei riposi in frigorifero, come indicato nella ricetta, altrimenti sarà difficile da lavorare

- ho formato le polpette la sera, e le ho cotte per il pranzo del giorno successivo. Almeno all'inizio, vi consiglio di girarle con delicatezza durante la cottura perché sono delicate.

Queste polpette sono deliziose, saporite, croccanti fuori e morbide e succose all'interno, proprio come scritto dall'autrice nell'introduzione alla ricetta. Non fatevi spaventare dalla quantità di grasso di maiale necessaria per la preparazione: è quella che dona, oltre al gusto, la morbidezza e la succosità che  caratterizza questa ricetta. 

La senape ci sta a meraviglia!

La ricetta è decisamente:        

PROMOSSA!!!

martedì 23 febbraio 2021

BRASOVENCE (crepes impanate con ripieno di funghi)

 


 

 

 

Durante il mio viaggio a Bucarest, i miei amici romeni mi dicevano che, oltre alla capitale, avrei dovuto visitare anche Braşov, perché là si mangia benissimo - insistevano - e per vedere la  “Biserica Neagră”, la Chiesa Nera, uno dei monumenti storici più importanti della Romania . Inizialmente la chiesa era cattolica ed era conosciuta sotto il nome di Biserica Sfânta Maria (una specie di Notre Dame). L'edificio fu costruito alla fine del Trecento in imponente stile gotico. Le invasioni di tartari e turchi e un incendio nel XVII secolo, poi, hanno quasi distrutto la chiesa, dandogli questo soprannome a causa delle pareti annerite e danneggiate dal fuoco. Se a Parigi lo stile gotico voleva impressionare le persone e convertirle al cattolicesimo, la Riforma delle comunità sassoni in Transilvania non si lasciò intenerire dalle apparenze maestose e la trasformò in una chiesa luterana. La straordinaria collezione di tappeti dall’Anatolia, che si trova nella Chiesa Negra, vale uno studio approfondito della Storia dell’arte romena.
Dopo queste pillole di cultura… con la speranza di tornare in Romania, per visitare Braşov, vi dico solo che quando ho trovato questa ricetta nel libro di Irina Georgescu, mi sono voluto cimentare nelle “Braşovence” in ricordo degli amici romeni. E poi andiamo alla Chiesa Negra per confessare quante “Braşovence” abbiamo ingoiato…. 

 


Ingredienti per 4-6 persone

Per le crêpes:
200 g di farina 00
2 uova
550 ml di latte
1 cucchiaino di sale
Olio vegetale o di girasole, per friggere

Per il ripieno:
30 ml di olio vegetale o di girasole
2 cipolle tritate finemente
250 g di funghi, tritati finemente
1 cucchiaino di sale
2 cucchiaini di pepe nero macinato

Per la panatura:
2 uova sbattute
100 g di farina 00
100 g di pangrattato

Per servire:
Panna acida o yogurt naturale (facoltativo)
 
 

Per preparare le crêpes, unire gli ingredienti, tranne l'olio, in una ciotola e mettere in frigorifero per 30 minuti. Scaldate un filo d'olio in una padella antiaderente. Aggiungere una quantità sufficiente di pastella per ricoprire in modo sottile e uniforme la base della padella, inclinando la padella per spostare il composto. Lasciar cuocere per circa 30 secondi finché la parte inferiore non diventa dorata, quindi metti una spatola sotto la crêpe per sollevarla e capovolgerla. Cuocere per altri 30 secondi, quindi trasferire su un piatto. Ripetere con la pastella rimanente.
Per fare il ripieno, scaldare l'olio in una padella larga a fuoco medio e far ammorbidire le cipolle. Aggiungere i funghi e il condimento e cuocere per 30 minuti finché il composto non si assembla in una pasta disomogea. Mettere da parte in una ciotola a raffreddare, quindi frullare brevemente in un robot da cucina fino a ottenere una pastella amalgamata.
Distribuire 2 cucchiaini di ripieno di funghi su una crêpe, quindi portare i lati quasi a unirsi al centro. Arrotolare la crêpe e posizionarla con il lato della chiusura rivolto verso il basso su un vassoio. Ripetere questa operazione con le restanti crêpe e il ripieno.
Per fare la panatura, mettere le uova, la farina e il pangrattato per il rivestimento in piatti bassi separati. Coprire la base di una padella larga con un sottile strato di olio e mettere a fuoco medio. Tenendo le crêpe per entrambe le estremità, immergetele velocemente nell'uovo, poi nella farina e poi unire il pangrattato e metterle nella padella con il lato della chiusura rivolto verso il basso. Girarle alcune volte durante la cottura fino a quando non saranno ben dorate. Scolare l'olio in eccesso con carta da cucina.
Servire caldo con cucchiaiate di panna acida o yogurt.
 
 

NOTE
 
Parto col dire che la ricetta è buonissima. Immaginatevi delle crêpes ripiene di funghi saporiti e succulenti… non ci può essere nulla di più delizioso, per me, tra i piatti salati. 
Tuttavia, bisognerà armarsi di tanta buona volontà. I passaggi sono tre (fare le crêpes, il ripiano e la panatura) e non sono le crêpes che si fanno in quattro e quattr’otto. Sono stato quasi una mattina intera in cucina. Mangiarle dopo è stata certamente una gioia. 
 
L'unico problema è la scarsa manualità di chi vi scrive. Le crêpes scappano via come anguille, e ho sudato per metterle insieme. Ciò non toglie nulla alla loro bontà. La panna acida o lo yogurt intero (che è quello che io ho usato, fatto in casa da me) è il perfetto e necessario complemento che smorza l’effetto del fritto che potrebbe appesantire il palato. Le ho preparate per un pranzo con tre amici e ne abbiamo mangiato come antipasto tre o quattro a testa, e ne sono rimaste per la cena. Saziano molto. C’è stato solo uno spazio minimo per il primo piatto. 
La ricetta per me è 
PIÚ CHE PROMOSSA 
(io, però, mi promuovo appena con la sufficienza stentata per la mia mancanza di buona manualità….) 

Biagio D'Angelo- Glogg the Blog
 

lunedì 22 febbraio 2021

PARJOALE (polpette di carne e pane)

 



La cosa che più sto amando di Carpathia è la genuinità delle ricette. Quando si sfoglia questo libro, infatti, sembra di entrare in una vera cucina rumena. Una cucina di casa, con piatti preparati da mani sapienti e ricette messe a punto negli anni. E quando si tratta di ricette che sanno di casa, non posso non pensare alle polpette, che non per altro sono uno dei miei comfort food di sempre.
Il nome di queste polpette viene da pârjoli, parola rumena che significa "bruciare velocemente" e a detta dell'autrice sarebbe emblematico, visto che, per essere perfette, le polpette devono essere ben dorate, quasi bruciate e belle croccanti all'esterno.
E come darle torto?

Ingredienti

Per le polpette:
500 g di carne di maiale macinata
2 cipolle tritate finemente
4 spicchi di aglio schiacciati e ridotti in poltiglia
1 fetta di pane bianco ammollato per 30 secondi nel latte e poi strizzato
1 uovo
1 cucchiaino di pepe nero
2 cucchiaini di sale
2 mazzetti di aneto tritato finemente
Per la cottura:
150 g di farina 00
Olio di girasoli o altro olio vegetale (io ho usato un extravergine)

Preparate le polpette mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola capiente e mescolando bene finché non è tutto ben amalgamato. Mettete in frigo per un'ora. Inumiditevi le mani, quindi formate delle polpette del peso di 50 grammi, dandogli una forma leggermente ovale.
Mettete la farina in un piatto fondo. Infarinate leggermente le polpette. Ricoprite con l'olio il fondo di una padella capiente. Fatelo scaldare, quindi aggiungete le polpette. Friggetele a fuoco medio per 10-15 minuti, girandole di frequente finché non saranno ben dorate.

Considerazioni:
 
- La ricetta è ovviamente semplicissima, molto simile a una delle nostre classiche ricette di polpette. 
 
- Il problema per quanto mi riguarda è stata la quantità di cipolla e aglio. Soprattutto di cipolla. Io amo la cipolla, ma 2 cipolle per mezzo chilo di carne sono una quantità esagerata, almeno per i palati nostrani. Non che non ci stia bene, ma  la cipolla rischia di diventare predominante e di coprire quasi il gusto della carne. Io ho usato una cipolla e già era abbastanza.
 
- A proposito di cipolle, non capisco come mai nell'edizione inglese si sia scelto di descrivere le polpette come "polpette di carne e pane". Per me sarebbe stato sicuramente più calzante "polpette di carne e cipolle".
Una ricetta semplice, casereccia, senza troppi fronzoli, che chiaramente è

PROMOSSA
(ma consiglio di ridurre drasticamente la quantità di cipolle, per adattarle ai nostri palati)
 
Alessandra Corona- La Cucina di zia Ale

venerdì 19 febbraio 2021

BORş DE PERIşOARE (Polpette con bors e foglie di sedano)

Il Borş (da pronunciare borsch) è roba grossa per il popolo Romeno. 
Assolutamente da non confondere con il Borsch russo o ucraino o comunque delle comunità dell'Est Europeo che viene fatto con la barbabietola. 
Trattasi di un liquido ottenuto dalla fermentazione della crusca di frumento da sola o con farina di mais, da usare per arricchire brodo di carne o vegetale, aggiungendo una nota agrodolce molto caratteristica. 
Il bors rumeno non è eccessivamente acido grazie alla giusta dose di dolcezza, che gli consente di amalgamarsi molto bene con brodi e zuppe, un po' come succede con il miso nelle zuppe del sol levante.   
Oltretutto, come molti alimenti fermentati, le proprietà benefiche per l'organismo sono molteplici e l'autrice consiglia anche di berne un bicchiere la mattina a digiuno per avere una pelle luminosa ed un incarnato bellissimo.     
Questo ingrediente che è così importante nella cucina Rumena, mi ha molto affascinata tanto che per la prima volta mi sono cimentata nel processo di fermentazione, in questo caso di una facilità davvero imbarazzante. 
Una volta pronto il mio bors, ho cucinato una delle ricette del cuore dell'autrice. 
Mi ha commosso il fatto che questa "minestra" con polpette di carne e riso rappresenti per lei, il confort food per eccellenza, quella carezza dopo una giornata dura, il modo silenzioso di sua madre per dirle "andrà tutto bene".  

L'immagine seguente è il Bors dopo una settimana di fermentazione, prima del filtraggio. 
Ho dimezzato le quantità non avendo lo spazio necessario per la conservazione in frigo. 
Ingredienti per 2 litri di Bors
200 g di crusca di frumento
100 g di farina di mais (polenta)
2litri 700ml di acqua tiepida
1 fetta di pane tostato quasi bruciato
2/3 foglie di alloro 
1 mazzetto di prezzemolo 
un ciuffo di foglie di sedano (facoltativo)

Attrezzatura: un barattolo da 3 litri sterilizzato con coperchio ermetico 

1 giorno: Miscelare 50 g della crusca con 50 g di polenta e 200 ml di acqua tiepida nel barattolo. Chiudere ermeticamente e lasciare il barattolo in un luogo tiepido (superiore ai 18°C) per 12 ore. 
2 giorno: Aggiungere gli ingredienti rimanenti, chiudere ermeticamente e sistemare il barattolo su una ciotola in modo da raccogliere eventuale liquido che possa fuoriuscire durante la fermentazione. Lasciare in un luogo tiepido per una settimana. Aprire il barattolo ogni giorno e mescolare bene con un cucchiaio di legno.
Dopo una settimana, assaggiare il Bors prima di mescolare. Avrà probabilmente un odore di fermentazione, ma il sapore dovrà essere agro-dolce una volta pronto. Versatelo attraverso un setaccio in bottiglie con tappo ermetico o barattoli e conservatelo in frigo. Adesso è pronto da utilizzare. 
La crusca fermentata che si poserà sul fondo del barattolo, potrà essere usata per preparare una seconda mandata di bors o fare una maschera facciale - fantastica per una pelle meravigliosamente elastica. 

Bors de perisoare
Ingredienti per 4 - 6 persone 
Per il brodo:

1 kg di ossa di manzo
1 cipolla pelata e grattugiata
1 pastinaca pelata e grattugiata
1/4 di sedano rapa, pelato e grattugiato 
4 foglie di alloro
4 bacche di ginepro 
6/7 grani di pepe nero 
1 mazzetto di prezzemolo tritato
100 ml di passata di pomodoro 
200 ml di Bors o liquido di crauti 
2 cucchiaini di sale 

Per le polpette 
40 g di riso arborio 
250 g di carne di maiale macinata
1 piccola cipolla finemente tritata
1 uovo 
1 fettina di pane bianco ammollata in latte e strizzata
un ciuffetto di prezzemolo finemente tritato
2 cucchiaini di paprika dolce 
pepe nero grattugiato fresco

Per servire
Abbondanti foglie di sedano o prezzemolo
Panna acida 

Per fare il brodo, mettete le ossa, le verdure, le foglie di alloro, il ginepro ed i pepe nero, il prezzemolo, in una profonda casseruola e coprite con acqua. Portate a bollore su fiamma vivace quindi riducete la temperatura, coprite e lasciate sobbollire per 1h 1/2, schiumando via via la superficie con una schiumarola (se non avete tempo di preparare un brodo da zero, usate un brodo di qualità acquistato dal vostro macellaio). 

Nel frattempo fate le polpette. Cuocete il riso in acqua bollente per 8 minuti. Scolate e mettetelo in una larga ciotola con i rimanenti ingredienti. Impastate bene e lasciate riposare in frigo per 30 minuti. 
Con le mani umide create delle polpette di 30-40 g ciascuna. Sistematele su un vassoio e rimettetele al fresco fino a che non sarete pronti a cuocerle. 
Rimuovete le ossa dal brodo e aggiungete la passata di pomodoro ed il bors. Fate sobbollire per altri 5 minuti. 
Mettete le polpette nel brodo, abbassate la fiamma al minimo e cuocete per 20 minuti. 
Servite immediatamente con una generosa manciata di foglie di sedano o prezzemolo ed una ciotola di panna acida a fianco. 

NOTE PERSONALI 
  • Per la prima volta dopo tanto tempo ho preparato una ricetta senza avere alcuna idea di cosa aspettarmi in termini di sapore. Non sono certamente in grado di dire se quello che ho mangiato sia lontanamente vicino al reale gusto del piatto rumeno, così mi esprimerò esclusivamente su l'apprezzamento personale. In partenza, la ricetta è spiegata con grande cura e chiarezza, il che ha facilitato non poco l'operazione. La preparazione del bors è estremamente semplice. Per la curiosità ho annusato ogni giorno il barattolo come un cane da punta, sia prima che dopo la mescolatura. Al 3 giorno all'apertura si notavano già le bollicine della fermentazione salire dalla miscela di farina, ed un odore acidulo-gassoso ma molto gradevole, con i classici sentori dell'alloro e del sedano in lontananza. Dopo una settimana i lieviti erano molto più intensi ma non pungenti come il liquido di fermentazione di un crauto. Devo dire che l'aroma è molto delicato e non troppo intenso. Ho filtrato il tutto attraverso un setaccio coperto di mussola per avere un liquido più limpido possibile. Il colore finale è quello che vedete nella prima foto: un verde pallido con riflessi giallini, lievemente torbido. Credo di essermi avvicinata al Bors tradizionale ma lo chiederò all'autrice che ad oggi è stata così gentile con noi Starbookers. Al gusto è molto piacevole: acidità bassa, un agrodolce delicato e verde con una lontana nota di lievito e tostatura (immagino che arrivi dal pane abbrustolito). 
  • La preparazione del brodo di carne è tradizionale quindi familiare anche se la presenza di ingredienti come le bacche di ginepro ed il pepe spingono l'aromatizzazione. Bisogna essere misurati nell'utilizzo della passata (magari fatta in casa è meglio perché meno acida), altrimenti può sovrastare la delicata presenza del bors. Quindi non andate ad occhio. 
  • Le polpette con il riso sono una scoperta. Pochi ingredienti ma insieme sono deliziosi. Ho adorato la presenza della paprika dolce. La cottura delle polpette nel brodo di carne mi ricorda alcuni piatti del meridione italiano, in particolare di mia suocera, e devo confessare che io le adoro. 
  • Per finire un post già eterno, la panna acida ha un suo perché. Io ne ho messo un cucchiaino sciogliendola nel brodo e mi sono ritrovata ad aggiungerla per questa nota di freschezza acidula che si sposa fantasticamente con le polpette ed il brodo. 
  • Adesso che ho la mia piccola scorta di Bors in frigo, e prima che arrivi la stagione delle insalate, questa minestra fantastica riempirà ancora certamente la mia ciotola. Provatela assolutamente. 

PROMOSSA A PIENI VOTI 



giovedì 18 febbraio 2021

MAMALIGA CU BRANZA SI SMANTANA (polenta al formaggio con panna acida e uovo fritto)

 


Il piatto in questione, molto facile ed economico da preparare, rappresenta una tipica colazione romena.
Osserva l'autrice che in pratica è come avere il sole nel piatto, a prescindere dal tempo atmosferico!
Seppure in casa arabafelice non si abbia problema alcuno a mangiare i salati a colazione questa volta abbiamo deciso che forse, date le nostre abitudini, stava meglio sulla tavola della cena.
E non poteva andar meglio di così: si prepara in pochissimo tempo e veramente esce fuori un piatto unico delizioso.
Serve che vi dica quanto sia buono il tuorlo che si va ad unire alla polenta?
Il formaggio usato non è l'originale, dato che è introvabile al di fuori del Paese natale dell'autrice del libro: le sostituzioni da lei indicate sono quanto di più vicino per replicare il sapore originale.

 

MAMALIGA CU BRANZA SI SMANTANA
per 4 porzioni

300 ml di latte
150 ml di acqua
150 g di polenta
50 g di burro
175 g di formaggio tipo Gorgonzola sbriciolato o Cheddar grattugiato
4 cucchiai di panna acida
4 uova fritte
sale e pepe macinato al momento

Versare acqua e latte in un pentolino e portare a bollore a fuoco basso.
Aggiungere quindi la polenta ed alzare la fiamma. Cuocere mescolando sempre per circa 10 minuti, aggiungendo man mano dell'altra acqua bollente se dovesse servire, finchè la polentà avrà la consistenza di un porridge e cadrà lentamente dal mestolo.
Aggiungere quindi burro e formaggio mescolando bene, infine aggiustare di sale e pepe e dividere tra quattro ciotole.
Completare ogni piatto con un cucchiaio di panna acida ed un uovo fritto. Aggiungere dell'altro formaggio, a piacere, e servire subito.

 

NOTE

- come accennato il piatto è semplice e si prepara in pochissimo tempo. Ricco e saporito fa veramente da piatto unico. Le dosi indicate sono esatte al grammo per ricavare quattro porzioni non gigantesche ma d'altronde riempie parecchio sin dalle prime cucchiaiate.

- la panna acida avevo paura stonasse con l'uovo e la polenta, ovviamente sbagliavo! E' un tocco delizioso che consiglio caldamente di non omettere.

- avrei messo il sale nel liquido di cottura invece che alla fine, anche se grazie al formaggio ed al burro la polenta non ha necessitato di molte aggiunte.

- pronto in meno di un quarto d'ora è sicuramente un piatto che rifarò, visto che anche l'augusto consorte ha apprezzato non poco. Adatto forse a climi più freschi del nostro, ma alla gola non si comanda :)

PROMOSSA

mercoledì 17 febbraio 2021

SARATELE (salatini sfogliati ai semi di carvi)


 



Nell'introduzione alla ricetta, l'autrice spiega che i sărăţele sono dei classici "salatini" che vengono serviti come aperitivo, tipicamente con uno shot di ţuică (il brandy rumeno alle prugne) o gustati come snack veloce.
Ovviamente io non avevo il brandy rumeno, ma vi assicuro che questi salatini come aperitivo sono una bomba, anche con uno spritz o un prosecco nostrani!
 
 

Ingredienti per 8-10 persone

Per l'impasto:
150 g di burro a dadini
300 g di farina 00 più altra per lo spolvero
50 g di yogurt naturale (io ho usato uno yogurt greco)
100 g di cheddar grattugiato fine
1 uovo
1 cucchiaino e 1/4 di sale

Per completare:
1 uovo sbattuto con un goccio di latte
3 cucchiaini di semi di carvi
Sale 

Preparate l'impasto. Incorporate il burro alla farina lavorando con la punta delle dita, fino a ottenere delle briciole. Aggiungete lo yogurt, il formaggio, l'uovo e il sale e impastate per 2-3 minuti finché l'impasto non si compatta. Copritelo con pellicola e fatelo riposare in frigo per 30 minuti.
Riprendete l'impasto e dividetelo in due parti. Infarinate leggermente il piano di lavoro e stendete la pasta fino a ottenere un rettangolo di 30cmx25. Tagliate il rettangolo a metà per il lato lungo, quindi ricavate da una metà delle strisce della larghezza di 3 cm; dall'altro rettangolo formate delle palline di impasto da 15 grammi, quindi allungatele fino a ottenere dei cordoncini lunghi 30–35cm. Prendete un cordoncino e sovrapponete le estremità andando a formare un cappio.
Preriscaldate il forno a 180°C. Disponete i salatini su due teglie rivestite di carta forno. Spennellateli leggermente con l'uovo sbattuto con il latte e cospargete abbondantemente con i semi di carvi e il sale.
Cuocete per 25 minuti o finché non sono ben dorati. Preparate uno shot di brandy alle prugne o aprite una bottiglia di birra e gustatene a volontà :) 

Considerazioni:
 
- L'impasto è semplicissimo da preparare, senza assolutamente nessuno sforzo ed è fantastico perché sfoglia che è una meraviglia! A questo proposito, ho notato che quelli a forma di stick hanno sfogliato molto meglio di quelli a "tarallo". O forse li ho fatti io troppo sottili, non saprei. Comunque il gusto è ottimo lo stesso.
 
- In effetti ho trovato strano dover prima ricavare due rettangoli e poi da uno fare delle palline. E' quasi un peccato rovinare quel bel rettangolo perfetto :D 
 
- Se avete difficoltà a reperire il cheddar, sono sicura che andrà bene qualunque formaggio, basta che sia abbastanza saporito. O meglio, più è saporito più buoni verranno i salatini :D 
 
- Ovviamente i semi di carvi non possono mancare e si sposano perfettamente con il formaggio, quindi non ometteteli.
 
- La ricetta è davvero semplicissima da preparare ed è un'idea perfetta per l'aperitivo. I salatini si conservano in un barattolo a chiusura ermetica, anche se ovviamente con il passare dei giorni si ammorbidiscono un po' (ma sono buoni lo stesso). Consiglio di consumarli in giornata o il giorno dopo averli preparati.

Chiaramente la ricetta non può che essere 

PROMOSSA

 

martedì 16 febbraio 2021

PLACINTA CU CARNE (torta ripiena di carne macinata e funghi)

 


 

 

La plăcintă è probabilmente la quintessenza della tradizione culinaria romena, e la si può trovare facilmente anche in paesi limitrofi come la Moldavia e il sud dell’Ucraina. È una pietanza che ha origini antichissime, già con i Greci e i Romani. Infatti plăcintă viene dal latino placenta e identificava una focaccia o un dolce ripieno (con riferimento imagetico alla placenta degli animali). Quando sono stato a Bucarest qualche anno fa, uno dei viaggi più sorprendenti che mi sia capitato di fare, ne ho mangiato di tanti tipi, alle mele, con le ciliegie, con la ricotta, insomma, tutti dolci. Stavolta mi sono voluto cimentare con la versione salata che Irina Georgescu ci propone nel suo libro.


Ingredienti per 8-10 persone

Per la pasta:
250 g di panna acida, a temperatura ambiente
200 g di burro, ammorbidito
250 g di farina 00, più dell’altra per spolverare

Per il ripieno:
Olio vegetale o di girasole, per friggere
2 cipolle, affettate
1 kg circa di carne di manzo macinata
350 g di funghi, tagliati grossolanamente
200 ml di passata di pomodoro
2 cucchiaini di paprika dolce
2 uova grandi, sbattute
1 mazzetto di prezzemolo tritato finemente
Sale e pepe nero appena macinato

Per la copertura:
1 uovo sbattuto con 1 cucchiaio di yogurt naturale

Per fare la pasta, mescolare la panna acida con il burro fino a che il tutto non sia perfettamente amalgamato. Incorporare la farina e impastare fino a quando ben incorporata. Coprire e mettere in frigo mentre si prepara il ripieno.
Per fare il ripieno, coprire il fondo di una padella con uno strato sottile di olio e cuocere le cipolle a fuoco medio per circa 5-8 minuti. Aggiungere la carne macinata e cuocere fino a doratura, quindi aggiungere i funghi, la passata e la paprika. Cuocere a fuoco lento fino a quando il composto non si sarà ridotto e addensato. Mettere da parte a raffreddare, quindi, una volta freddo, aggiungere le uova sbattute, il prezzemolo, salare, pepare e mescolare bene per unire.
Ungere una teglia antiaderente da 28 × 23 cm spolverandola con un po' di farina. Infarinare leggermente il piano di lavoro e dividere in due l'impasto. Stendere entrambe le metà fino a ottenere all'incirca la stessa forma della teglia: non bisogna essere precisi. Posizionare l'impasto sulla teglia e stenderlo con le dita fino a ricoprire la base e le pareti della teglia.
Preriscaldare il forno a 200 ° C. Versare il ripieno sull'impasto, distribuendolo uniformemente. Posizionare la seconda sfoglia sopra il ripieno, assicurandosi che copra il ripieno stendendolo delicatamente con le dita. Spennellare generosamente la parte superiore dell'impasto con il composto di uova e yogurt.
Infornare per 40 minuti poi lasciar raffreddare nella teglia su una gratella prima di disporla su un tagliere. Tagliare i bordi, quindi tagliare a strisce lunghe e larghe. Ogni fetta può essere tagliata in tre pezzi rettangolari, se si preferisce.

NOTE 

La ricetta è spiegata alla perfezione. Irina Georgescu scrive che la sfoglia può essere fatta semplicemente con farina e acqua, oppure con aggiunta di lievito, o magari arricchita con burro e panna acida, com’è in questo caso. La pasta è friabile e morbida al tempo stesso e ricorda al palato di un siciliano la schiacciata alla catanese. Non ho tagliato i bordi (non ne ho visto la necessità) e ho preferito que le lunghe strisce si trasformassero poi nei piatti in saporiti parallelepipedi. 

Per fare più in fretta non ho impastato a mano e ho usato la planetaria, che in pochi minuti ha svolto il suo dovere. 

L’ho lasciata in frigo per un’ora e mezza circa, un po’ di più del previsto: è un’operazione che faccio spesso, quando si tratta di impasti che vanno refrigerati, perché vivendo in un paese tropicale e caldo, ho sempre timore che l’impasto possa perdere rapidamente la giusta consistenza, già sotto il matterello. 

Il composto di carne macinata e funghi ricorda un ragù molto corposo e saporito. In Romania, o per lo meno, nella sua famiglia, dice la Georgescu, lo si mangia come un aperitivo. Per me è stato il piatto principale in una cena, accompagnato con dell’insalata fresca. 

Ho gradito moltissimo la presenza dei funghi che ingentiliscono la carne macinata. Per me la ricetta è  
PIÙ CHE PROMOSSA 
e da rifare al più presto. 
 

Biagio D'Angelo - Glogg the Blog

 

lunedì 15 febbraio 2021

FASOLE BATUTA (dip di fagioli e cipolla caramellata)

 


 

 Sfogliando Carpathia devo dire che le ricette che mi hanno incuriosita o mi hanno fatto venire fame sono state tantissime (per non dire tutte). Ma come sempre, quando vedo dip, cremine e simili, non resisto! La cosa che mi ha stuzzicato qui ovviamente non è stato tanto il dip di fagioli, quanto le cipolle caramellate. Mi chiedevo proprio se si sarebbero sposate bene e che cosa avrebbero dato in più a una - tutto sommato - semplice crema di fagioli.

Attenzione però. Se non amate aglio e cipolla, passate oltre XD
 
 
FASOLE BATUTA
Ingredienti per 4-6 persone (ma facciamo anche 8)

Per il dip di fagioli bianchi:
3 spicchi di aglio
2 lattine da 400g di fagioli bianchi scolati
4 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaino di sale

1 cucchiaio di yogurt naturale denso (io ho usato yogurt greco)

Per le cipolle caramellate:
Olio vegetale o di semi di girasole (io ho usato un extravergine)
2 cipolle affettate finemente (io ho usato cipolle rosse)
1 cucchiaino di paprica dolce
1 cucchiaino di zucchero semolato
100 ml di passata di pomodoro
 
 

Preparate il dip. Mettete l'aglio sbucciato in un frullatore e azionatelo brevemente. Aggiungete quindi i fagioli e frullate. Unite gradualmente anche l'olio e frullate finché non sarà ben incorporato. Aggiungete infine il sale e lo yogurt, mescolate bene e mettete da parte. 
Per le cipolle caramellate ricoprite il fondo di una padella con un sottile strato di olio e mettetela su fiamma alta. Quando l'olio sarà caldo aggiungete le cipolle e mescolate finché non saranno ben ricoperte di olio. Aggiungete un goccio di acqua (io ne ho aggiunto un bicchierino) per evitare che le cipolla brucino. Abbassate la fiamma e cuocete per una decina di minuti, mescolando di tanto in tanto, finché le cipolle non saranno morbide e dorate.
Aggiungete quindi la paprika, lo zucchero e la passata. Cuocete il tutto fino a ottenere un bel color arancio scuro, mescolando spesso. Rimuovete le cipolle dal fuoco e fate raffreddare.
Servite il dip in una ciotola completando con le cipolle caramellate.


Considerazioni:
 
- La ricetta in sé è piuttosto semplice, ma molto gustosa. L'ideale se volete servire qualcosa di diverso dal classico hummus.
 
- Il punto forte del piatto sono le cipolle caramellate, che già da sole sono ottime, ma con la crema di fagioli sono un'accoppiata vincente. Senza le cipolle, onestamente la crema saprebbe di poco. Con le cipolle diventa stratosferica.
 
- Io ho usato cipolle rosse, perché più dolci.
 
- Il dip è buonissimo mangiato da solo a cucchiaiate, con crostini, pane... noi lo abbiamo anche messo in una quesadilla e faceva la sua figura. Insomma, super versatile! Fra l'altro, potete anche farlo e conservarlo ben coperto in frigo per un paio di giorni. Anzi, secondo me il giorno dopo è anche più buono.
 
- Come dicevo prima, chiaramente se non amate aglio e cipolla, non è assolutamente la ricetta che fa per voi, visto che sono molto presenti.

La ricetta è naturalmente

PROMOSSA A PIENI VOTI
 

sabato 13 febbraio 2021

ORANGE AND ALMOND CAKE PER STARBOOKS REDONE


 

 

 Riceviamo e volentieri pubblichiamo la partecipazione al Redone di una lettrice senza blog, Marina.

 


Complice la presenza in casa di una cassetta di arance bio, ho cercato una ricetta di una torta dove si potessero usare le arance intere. 
Risalendo di qualche libro nel prezioso archivio di Starbooks, mi sono imbattuta in questa ricetta dai pochi ingredienti e me ne sono innamorata subito. Ecco a voi il risultato:
 ORANGE AND ALMOND CAKE (da Salt is Essential, Shaun Hill)
 
Ingredienti per uno stampo diametro 20 cm :

2 arance
6 uova
250 gr di zucchero zefiro finissimo
1 cucchiaio da 15ml di lievito per torte
250 gr di farina di mandorle

Per lo sciroppo

50 gr di zucchero semolato
2 cucchiai da 15 ml di Grand Marnier
Far bollire le arance in acqua per 3 ore circa, finchè non saranno molto morbide. Togliere dall'acqua e lasciare raffreddare, dividere a metà ed eliminare succo e semi.
Frullare nel robot con le lame e successivamente cercare di eliminare il liquido in eccesso. Dovrete ottenere circa 300 gr tra polpa e scorza ridotta in purea.

Preriscaldare il forno a 150°. Foderare con carta forno una teglia da 20 cm di diametro e i bordi alti almeno 6 cm.

Sbattere uova, zucchero, lievito e farina di mandorle (per un minuto se fatto con lo sbattitore elettrico, se sbattute a mano almeno un paio di minuti). Aggiungere le arance e sbattere per lo stesso tempo.

Mettere il composto ottenuto nella teglia preparata e cuocere in forno caldo, ripiano centrale, per 1 ora circa. Nel mentre preparare lo sciroppo: in un pentolino portare a bollore 50 ml di acqua con i 50 gr di zucchero semolato, far sciogliere lo zucchero, togliere dal calore e fare raffreddare.

Sfornare la torta e lasciarla raffreddare. Con uno spiedino di legno fare tanti buchini sulla torta e bagnare con lo sciroppo addizionato di Grand Marnier.


Note:

- Per mancanza di tempo ho fatto bollire le arance solo per 2 ore ed erano già belle morbide

- Per fare aderire meglio la carta forno alla teglia ho imburrato solo sul bordo 


- Non avevo in casa il Grand Marnier, ma una bottiglia di Cointreau, sempre liquore all'arancia ė
Per la semplicità di ingredienti e procedimento,  il risultato è ottimo, pertanto per quanto mi riguarda la ricetta è 
 
PROMOSSA A PIENI VOTI


 

venerdì 12 febbraio 2021

SCOVERGI (pane pita al formaggio e yogurt o popcorn Romeni)

 


Dunque, il pane è buono.
Il formaggio pure.
Se li mettiamo insieme, il paradiso.
Se li mettiamo insieme in un impasto che non richiede chissà quali lavorazioni, meglio.
Ma il top assoluto lo raggiungiamo se nemmeno va accesso il forno: un pane in padella, fritto.
Insomma di fritti questo è il periodo, per la maggior parte dolci.
Buttiamoci per una volta anche su quelli salati: racconta l'autrice che questi scovergi erano lo snack preferito quando da piccola la famiglia si riuniva davanti alla televisione.
Pop corn non se ne trovavano ed invece erano gli scovergi ad essere condivisi, da qui il nome buffo di "Romanian pop corn"!
Ora non me ne vogliano gli amanti dei pop corn tra cui si annovera anche la sottoscritta ma qui siamo su un altro pianeta e il confronto non regge: troppo buoni questi pani!
Al solito, rischio ustione in agguato perchè il profumo appena cotti è irresistibile: ma credetemi, ne vale tutta la pena :)

 

 SCOVERGI
per 8 pezzi

500 g di farina
250 g di yogurt naturale
7 g di lievito di birra disidratato
1 uovo
un cucchiaino e 1/4 di sale
un cucchiaio di acqua
200 g di formaggio Cheddar, grattugiato
6-8 cucchiai di olio, per la cottura


Mischiare in una ciotola farina, yogurt, lievito, uovo, sale e acqua. Lavorare brevemente finchè il tutto sta insieme, coprire la ciotola e mettere in frigo due ore.
L'impasto risulterà un po' appiccicoso ma diventerà più gestibile con il riposo.
Spolverizzare di farina il piano di lavoro quindi riprendere l'impasto, lavorarlo bene con le mani quindi tirarlo fino ad ottenere un cerchio spesso 2 mm. Spolverizzarlo con farina se troppo appiccicoso quindi spargere il formaggio grattugiato sulla superficie.
Arrotolare quindi fino ad ottenere un cilindro lungo circa 40-45 cm.
Con un coltello ricavare 8 fette tutte uguali.
Prendere una fetta e posizionarla col lato tagliato verso l'alto (in modo che si vedano i diversi strati di impasto e formaggio) e stenderla fino ad ottenere un cerchio da circa 18 cm.
Scaldare un cucchiaio di olio in una padella quindi cuocervi il cerchio per circa 3 minuti per lato o comunque finchè ben dorato.
Continuare con le altre fette ed impilare i flatbread pronti su un piatto coprendoli con un panno in modo che si mantengano morbidi.


NOTE

- procedimento di una facilità disarmante, specie nella preparazione dell'impasto che non richiede alcun accorgimento o lavorazione particolare. Scordatevi giri, pieghe e quant'altro: qui si mescola tutto e si mette in frigo! Il riposo farà la magia di far stare tutto insieme.

- l'impasto è si, un po' appiccicoso, ma non l'ho trovato difficile da gestire con un poco di farina extra sul piano di lavoro come suggerito. Le fette si tagliano poi perfettamente e l'effetto anche visivo è molto gradevole.

- solito annoso problema delle quantità di lievito: ricordiamoci che questa ricette viene dalla tradizione casalinga rumena e risale a tempi in cui il riscaldamento era certamente un lusso. Comunque sia l'impasto non cresce quasi per nulla durante il riposo in frigo, ma allungate i tempi se mai ne usaste meno.

- cottura rapidissima, direi che è un fritto per cui non c'è poi molto da sacrificarsi: l'olio da usare è poco, non si schizza e non si sporca :)

- sono irresistibili. Volevo inizialmente dimezzare le dosi ma ho desistito quando ho letto della presenza di un solo uovo e non mi andava di fare alchimie per dividerlo perfettamente. Mannaggia a me, piuttosto avrei dovuto raddoppiarle tanto sono buoni!
Con queste premesse quasi superfluo decretare la ricetta 

PROMOSSA CON LODE

giovedì 11 febbraio 2021

PILAF CU PUI SI CIUPERCI (Orzo pilaf al forno con pollo e funghi)

L'autrice presenta questo piatto come "senza fronzoli", facile da preparare ed una gioia da mangiare. Aromi di casa che incontrano il gusto di grandi e piccini. 
In alcune aree del paese viene chiamato Pilaf Serbo riconoscendo alla Serbia la qualità dei suoi ortaggi ma anche grazie alla presenza del peperone dolce, tipico prodotto locale.
Per quanto mi riguarda, la scelta di piatti a base di pollo rientra in quei gesti che faccio ormai in maniera meccanica, o come dicono i nostri amici inglesi, di default. 
In ogni caso la sua preparazione non è così scontata come potremmo pensare. 

Ingredienti per 4 persone 

3 cucchiai di olio vegetale o di girasole
1.5 kg di pollo intero, tagliato in pezzi (petto, cosce, ali, dorso), non disossato e con pelle. 
2 cipolle
300 g di orzo perlato (integrale sarebbe un'ottima idea)
1/4 di sedano rapa ridotto a dadini
2/3 gambi di sedano, tagliato a dadini
1 carota a dadini
1 peperone rosso, a dadini
400 g di pomodori pelati tritati
200 g di champignon ridotti in quarti 
600 ml di brodo di pollo 
2 cucchiaini di sale 
1 cucchiaino di pepe 
25 g di burro a pezzetti 
1 manciata di prezzemolo tritato grossolanamente 

Scaldate l'olio in una larga e profonda casseruola, preferibilmente con un coperchio, a fiamma media e rosolate il pollo su tutti i lati. Rimuovete il pollo e trasferitelo su una piatto. 
Aggiungete le cipolle e cuocete per 10 minuti quindi aggiungete l'orzo perlato e mescolate per amalgamare bene i chicchi con l'olio, cuocendo per qualche altro minuto. 
Preriscaldate il forno a 160°. Invece di tagliare a dadini tutte le verdure separatamente, potete anche tritarle brevemente in un mixer.
Trasferitele nella casseruola, aggiungete i pomodori, i funghi, il brodo e condite mescolando con delicatezza. Rimettete il pollo nella casseruola quindi coprite con un foglio di alluminio e chiudete con il coperchio. 
Cuocete per 40 minuti poi togliete con cautela il coperchio, rimuovete l'alluminio e continuate a cuocere per altri 10 minuti. Togliete dal forno ed appoggiate su una superficie resistente al calore e cospargete con il burro. 
Rifinite con il prezzemolo e servite ben caldo, accompagnandolo con insalata di pomodori o lattuga 

NOTE PERSONALI 
  • Pollo e peperone: vi dice niente? Il titolo del piatto inserisce i funghi come elemento caratterizzante, ma la realtà vera è che il sapore qui lo esalta quell'unico peperone rosso che alla lontana mi mette nell'orecchio la voce della fenomenale Sora Lella mentre prepara il pollo alla romana o co' peperoni - è speciale signora mia - e se non fosse per quel sedano rapa che regala un tocco esotico, con questo piatto potremmo tranquillamente essere a casa. Dicevo dei funghi: gli champignon purtroppo spariscono nel sapore generale di fronte a due primedonne come il pomodoro ed il peperone. Ma tant'è, il gusto è davvero spettacolare. 
  • Sulla cottura: in questa ricetta c'è una trappola ed è quella dello strumento di cottura. Serve una pirofila con coperchio di grandi dimensioni, almeno 30 di diametro, se non qualcosina in più. Tutti gli ingredienti devono stare su uno strato non più alto di 5 cm per riuscire a cuocere nei tempi indicati e consentire all'orzo di avere una perfetta cottura pilaf. Cosa che io non sono riuscita ad ottenere perché ho usato una pirofila piccola con il suo coperchio e a fine cottura, l'orzo era ancora crudo. Ho trasferito tutto in una pirofila grande, quella che si vede in foto, coprendola con un coperchio improvvisato e continuando per 20 minuti oltre al tempo indicato. Ma ovviamente è colpa mia anche se nella spiegazione non è indicato (era intuibile dalla foto). Quindi se volete provare siete avvisati. 
  • La quantità è abbondante. A me è avanzato un bel po' che ho scaldato il giorno dopo e se posso dire, era forse più buono che appena fatto. 
  • Facile, ricco, piatto unico. Da fare assolutamente perché buonissimo. 

PROMOSSA! 


mercoledì 10 febbraio 2021

CIORBĂ DE SALATĂ (Zuppa di Lattuga)


Da bambina e ragazza, non amavo molto le zuppe e simili, anzi, le evitavo proprio... Meno male che poi ho cambiato idea! Adesso trovano spesso spazio sulla mia tavola, sia in versione calda che fredda. Questa ricetta si può gustare in entrambe le versioni.
L'autrice del libro spiega che, questo piatto, si può trovare in diverse zone della Romania, anche con erbe diverse: ortica, acetosella, aglio selvatico... Inoltre, l'aggiunta dell'omelette dona corpo al piatto: sono d'accordo!

Ciorbă de salată - Zuppa di Lattuga

Ingredienti per  4-6 persone
20 ml di olio vegetale (per me olio extravergine d'oliva)
1 cipolla, sbucciata e grattugiata 
1 carota, pelata e grattugiata
1,5 litri di brodo vegetale
2 uova, leggermente sbattute
200 g di yogurt greco
2 cespi di lattuga romana, tagliata in listarelle grossolane
4 cucchiai di aceto di vino bianco
3 cipollotti, tagliati in listarelle grossolane
1 mazzo di aneto, 
olio d'oliva (extravergine, per me), per decorare
sale e pepe nero appena macinati

Scaldare l'olio in un casseruola profonda e cuocere carota e cipolla, su fuoco medio, finché non saranno caramellate. Versare il brodo e far sobbollire per 10 minuti.
Nel frattempo, preparare una omelette. Riscaldare un cucchiaio d'olio in una padella e cuocere le due uova sbattute, un minuto per lato. Insaporire e lasciar raffreddare in modo che siano maneggiabili, poi  tagliare a strisce lunghe.
Mettere lo yogurt in un ciotola. Unire al brodo la lattuga a strisce e l'aceto, e portare al bollore. Togliere subito dal fuoco. Versare con attenzione e poco per volta una parte del brodo, nella ciotola con lo yogurt, finché il mix non sarà caldo. Rimettere nella casseruola e mescolare delicatamente ma bene. Regolare di sale e pepe ed unire i cipollotti, l'aneto e l'omelette. Versare qualche goccia d'olio d'oliva di buona qualità, se lo gradite.
Servire caldo o freddo. Non rende bene se riscaldata.


Note personali

- ricetta originale e molto particolare, ma semplice e veloce da preparare
- io ho dimezzato le dosi, ma avremmo comunque potuto servire 4 persone. Regolatevi di conseguenza
 - non ho amato molto l'aggiunta dell'aceto di vino bianco, o meglio, ne avrei messo di meno. Ma credo che questo sia solo una questione di gusto e di abitudine a questo tipo di preparazioni
- l'aggiunta dell'omelette è quel tocco in più, di cui, diversamente, si sentirebbe la mancanza. Non omettetela!
- mio marito avrebbe gradito l'aggiunta di speck o simili... credo che la prossima volta potrei provare a farlo, con dello speck croccante come finitura

La ricetta è: 

PROMOSSA