venerdì 30 giugno 2023

PERSIANA EVERYDAY: TIRIAMO LE SOMME?




In questi lunghi anni di Starbooks - che diventano ancora piú lunghi con l'approssimarsi della pausa estiva- una cosa abbiamo dovuto imparare, nostro malgrado: che i libri di cucina, al pari di tutto quello che viene messo sul mercato, sono prodotti commerciali. 

Nessuna novitá, sia chiaro: lo dovette imparare anche Artusi, a sue spese, dopo i reiterati rifiuti degli editori a pubblicare un manoscritto secondo loro privo di un target di riferimento. E anche se, da allora, qualche eccezione c'é stata, la regola resta sempre la stessa: per quanto sincera possa essere l'ispirazione di un ricettario, ci sará sempre la mano dell'editore pronta a intervenire con tutte le modifiche necessarie per assicurarsi l'unica cosa che gli importa, vale a dire i profitti. 

Duole iniziare cosí l'ultimo Tiriamo le Somme prima delle vacanze, ma questo é stato purtroppo il leit motiv di molti dei libri esaminati in questi ultimi tempi: tutti prodotti pregevolissimi, sia chiaro, anche dal punto di vista della confezione, ma tutti desolatamente indirizzati verso una direzione giá decisa e tristemente prevedibile. Finita l'epoca della salute nel piatto, smorzatisi gli echi della sostenibilitá in cucina, il ruolo di Musa ispiratrice tocca oggi alla "semplicitá", declinata in tutte le sue forme, dalla brevità dei tempi alla facilità delle tecniche. 

A scanso di equivoci: chi scrive, ormai, ha delegato al forno la maggior parte degli sforzi per preparare i pasti e le rare volte che affronta una ricetta "seria", passa i giorni successivi a chiedersi "perché", di fronte al disordine, alla pila di ingredienti che stazioneranno per mesi sugli scaffali, alle tiepide reazioni di convitati comunque sazi, di appetito e di curiosità. 

Quindi, ben venga il connubio facile&veloce a salvare i pasti di casa mia e della stragrande maggioranza delle persone che conosco, anche di quelle in cui arde ancora il fuoco della passione. 

Tuttavia, quanti libri di ricette facili&veloci dobbiamo ancora comprare? 

Alzo gli occhi sui miei scaffali e faccio un inventario. Soltanto i libri che si intitolano "Simple" o "Simply" sono una decina: Ottolenghi, Nigella, la stessa Ghayour, Jamie Oliver, Julia Thurshen, tutto lo stuolo delle Statunitensi di penultima generazione e via dicendo. Poi abbiamo la sezione con la "One- pan - one tin", tutto in pentola o tutto in teglia.  Poi quella dei 10 minuti o dei 5 ingredienti e, infine, l'apoteosi dell' Easy, declinato davvero a tutte le latitudini, di questo e degli infiniti mondi ancora da esplorare ma dove, giá si sa, impera la cucina facile. 

E questo solo in una libreria privata, sicuramente ben fornita, ma ben lontana dall'ospitare tutti i titoli che si trovano in commercio e che sono tante variazioni sullo stesso tema. 

E la domanda allora è: siamo sicuri che si possa dire ancora qualcosa di nuovo, sull'argomento?

Credo che la risposta si sia colta, in tutte le note critiche alle ricette che abbiamo preparato in questo mese: nulla da dire sulla precisione delle spiegazioni, sull'esito dei risultati, sulla fedeltà alle premesse che promettevano quello che in effetti si è trovato: una cucina in stile Ghayour, resa semplice nelle tempistiche e nelle tecniche. A mancare sono state le scintille di entusiasmo, quelle che si accendono di fronte a una ispirazione originale che poi confluisce in ricette capaci di portare una folata di aria fresca nelle nostre cucine e, con quella, gli "effetti wow" che a ben guardare sono ció che preserva la cucina semplice dalla noia.

In tutta onestà, la Ghayour aveva raggiunto questo risultato nel libro precedente, il Simply che ho giá citato e che mi permetto di richiamare solo per ribadire che stiamo comunque parlando di una autrice che occupa a buon diritto i piani piú alti della categoria: ogni suo libro, anche il meno riuscito, è sempre una garazia di successo e Persiana Everyday non fa eccezione. Se non avete altri libri sull'argomento, se vi interessa la cucina fusion in salsa contemporanea, se non avete timore di provare sapori nuovi, questo libro è quello che fa per voi. 

Altrimenti, lasciate perdere. 

Ci vediamo a Settembre e buone vacanze a tutti!

giovedì 29 giugno 2023

STARBOOKS REDONE DI GIUGNO 2023: IL VINCITORE!

 

Vecchie conoscenze questo mese, un ritorno e una new entry: il Redone di questo mese è stato veramente variegato, anche nella scelta delle ricette.
Ringraziamo tutte le partecipanti ma solo uno può essere il vincitore per cui proclamiamo il

PAKHLAVA ARMENO
di Maria Chiara Cadore


Chiediamo al vincitore di contattarci via mail così da metterci d'accordo per l'invio dell'e-book scelto.
A tutti gli altri, passate una buona estate e ci si rilegge a Settembre!


mercoledì 28 giugno 2023

SESAME & SPICE ROASTED SALMON

 

 


Nell'introduzione alla ricetta, l'autrice spiega come questo piatto sia diventato un must nei menù settimanali di casa sua. In effetti, come tante altre ricette contenute in questo libro, anche questa è una di quelle preparazioni che si possono tranquillamente annoverare tra le zero-sbatti, ovvero quelle in cui ci si mette quasi più tempo a leggere la lista degli ingredienti che a prepararle.
A onor del vero, qui anche la lista degli ingredienti è corta, e se avete una dispensa abbastanza fornita, avrete già tutto a disposizione, eccetto il salmone che chiaramente andrà comprato fresco.
L'autrice spiega anche come questo mix di spezie usato per condire i filetti di salmone sia nato "per caso", perché aveva finito il solito che utilizzava, ovvero lo shichimi togarashi giapponese (che è appunto un mix leggermente piccante, con aggiunta di sesamo), e lei lo ha in qualche modo ricreato. 
Ma ora vi ho detto anche troppo, arrivate alla fine per scoprire come è andata :D


Ingredienti per 2-4 persone:
4 filetti di salmone di circa 125 g l'uno
sale Maldon in fiocchi

Per il mix di spezie:
1 cucchiaino di aglio in granuli
1 cucchiaino di paprica
1 cucchiaino di pepe di Cayenna
1 cucchiaino di sommacco
2 cucchiaini di semi di sesamo
una generosa macinata di pepe nero
spicchi di limoni, per servire

Preriscaldate il forno a 220 gradi (200 gradi ventilato) e rivestite una teglia con carta forno.
Unite tutte le spezie in una ciotolina. Ricoprite i filetti di salmone con le spezie, poi condite con il sale.
Mettete il salmone nella teglia e cuocete per 10-12 minuti (a seconda di quanto è caldo il vostro forno).
Servite subito con il limone.

Considerazioni:
 
- Come dicevo nell'introduzione, il piatto si prepara in pochi minuti, cottura compresa. Fra l'altro, volendo potete seguire il consiglio dell'autrice, preparare il mix di spezie prima e tenerlo in un barattolo pronto all'uso.

- 10 minuti per cuocere un filetto da 125 g sono più che sufficienti. Anzi, se vi piace più umido potete anche cuocerlo un paio di minuti in meno.

- Io sono una grande fan del salmone quindi forse sarò di parte, ma l'ho trovato davvero buonissimo! Speziato al punto giusto, semplice e buono sia caldo che freddo, sia con il limone che senza. Insomma, mi sa tanto che diventerà anche per me un piatto ricorrente nei menu settimanali :D

Chiaramente la ricetta è 

PROMOSSA
 
Alessandra Corona-La cucina di zia Ale

martedì 27 giugno 2023

ORANGE & DARK CHOCOLATE RUBBLE CAKE


Chi ha cominciato un po’ a conoscermi in quest’ambito culinario avrà sicuramente intuito che spesso e volentieri scelgo i miei dolci (o le mie ricette) per il loro titolo. In questa ricetta mi ha colpito la parola “rubble” (macerie). Rubble Cake. Una torta di macerie? Una torta degli scavi di Pompei? Che diavoleria sarebbe? E siccome mi sto preparando a un Congresso che ha come tema “Immagini e Rovina”, mi sono detto che scegliere e provare questo dessert poteva sembrare un segno del destino gastronomico! (In realtà… le cerco tutte per fare una bella torta …)

Ecco qui dunque questa ricetta di Sabrina Ghayour.

Vediamo com’è andata…


Ingredienti per uno stampo quadrato da 20 cm
(per 12 quadrati piccoli o  9 più grandi)


150 g di cioccolato fondente (70% di cacao)
4 uova
200 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di estratto di arancia
scorza finemente grattugiata di 2 arance piccole non trattate
225 g di farina 00
225 g di burro non salato, fuso
1 cucchiaino di lievito per dolci in polvere
75 ml di latte
zucchero a velo, per spolverare (facoltativo)

Metodo


Preriscaldare il forno a 180°C (160°C ventilato). Tagliare un grande quadrato di carta da forno, appallottolarlo, quindi appianarlo e utilizzarlo per rivestire la tortiera quadrata di 20 cm.

Rompere il cioccolato a pezzi, aggiungerlo a un piccolo robot da cucina e frullarlo finché una parte non viene tritata finemente mentre un'altra viene lasciata in pezzi più grandi. Se lo si fa a mano, tritare il cioccolato in modo non uniforme, allo stesso modo, un po’ come si vuole.

Mettere le uova, lo zucchero semolato, l'estratto di arancia e la scorza e il succo d'arancia in una grande terrina e sbattere insieme fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere la farina, il burro fuso, il lievito e il latte e mescolare ancora fino a che non diventi ben omogeneo. Aggiungere a questo punto i pezzi di cioccolato e mescolare ancora una volta fino a quando uniformemente combinato.

Versare l'impasto nella teglia foderata, quindi cuocere per 45 minuti, o fino a quando uno spiedino o un coltello inserito al centro non ne uscirà  pulito.

Sfornare e lasciare raffreddare completamente nello stampo prima di tagliare in 12 o 9 quadrati e servire con una spolverata facoltativa di zucchero a velo o anche di crema pasticcera.


Note


Sabrina Ghayour scrive che fa ormai questa ricetta quasi ad occhi chiusi. Gli ingredienti vanno benissimo per trasformare la magia in muffin, in un plumcake, in una torta cotta in uno stampo rotondo, ma dice di preferire una teglia quadrata per l’effetto che dá tagliarla in quadrotti. Così abbiamo fatto anche noi seguendo alla lettera la ricetta.

Non vedo, sinceramente, tanta differenza. Avrei preferito personalmente presentarla come plumcake perché è un dolce che va benissimo con un caffè o un té, per la colazione o per la merenda.


Dico subito che c’è un errore di editing nel libro: si parla di aggiungere, oltre alla scorza grattugiata delle due arance piccole, anche l’“orange juice” nel testo, mentre tra gli ingredienti risulta solo le “zeste”… io ho messo anche un cucchiaio del succo spremuto di un’arancia piccola e va bene. Anche perché non sono riuscito a trovare l’estratto di arancia (che mi sembra un’idea anche un po’ eccessivamente artificiale…).


Capisco che si tratta di una torta molto casalinga, proprio come dice il titolo del libro, da “everyday”, ma sinceramente rompere il cioccolato a pezzi, per poi frullarlo in un piccolo robot mi sembra un crimine… perché il cioccolato si surriscalda subito e diventa rapidamente una poltiglia. Pena per l’effetto “rubble” che si vuol dare alla ricetta.


Il gusto è comunque assolutamente delizioso. Ottimo per quando si ha voglia di un dolce veloce, facile e con ingredienti che si hanno in dispensa. Oggi mi sento in vena di generosità e

PROMUOVO la ricetta.

Biagio D'Angelo-Glogg the Blog


 

lunedì 26 giugno 2023

LEMON, CORIANDER SEED & CHILLI CHICKEN


Io e il coriandolo esattamente come due magneti con la stessa polarizzazione: non riusciamo ad avvicinarci. 
Gli ho dato svariate opportunità comprando anche una piantina che è cresciuta rigogliosa nella mia fioriera, ma che ad un certo punto ho lasciato al suo destino perché il suo odore mi destabilizzava. 
Al contrario, mi piacciono molto i semi, che spesso riduco in polvere ed utilizzo nei dolci secchi perché l'aroma mi ricorda gli agrumi con una nota più rustica e leggermente materica. 
Questa ricetta è dedicata a noi, detrattori del verde coriandolo. 
E per fortuna qualcuno ci pensa con simpatia creando piatti deliziosi e semplici come il pollo di oggi. 

Ingredienti per 4/6 persone 
650 g di petto di pollo senza pelle né ossa (c.ca 4 petti di media grandezza)
1 limone non trattato 
3 cucchiai di miele chiaro e fluido + extra per rifinire 
1 cucchiaio di semi di coriandolo 
Olio vegetale
1/2 cucchiaino di peperoncino in fiocchi più extra per guarnire 
4 begli spicchi d'aglio polposi, finemente affettati 
10 g di burro 
Fiocchi di sale marino Maldon e pepe nero macinato fresco 

Tagliate ogni petto sulla lunghezza, giù lungo la metà, quindi affettateli finemente in striscioline. Tenete da parte 
Utilizzando un pelapate, ricavate delle strisce di zeste di limone quindi riducetele in bastoncini sottili e tenete da parte. 
Spremete il succo di limone eliminando ogni seme. Miscelate il succo di limone con il miele te tenete da parte .
Scaldate bene una padella su fiamma viva, aggiungete i semi di coriandolo e tostateli per 1 minuto, scuotendo la padella in maniera intermittente per non farli bruciare. 
Trasferite i semi tostati in un mortaio e schiacciateli leggermente con un pestello giusto il tempo per romperli tutti, quindi tenete da parte. 
Versate un po' di olio vegetale nella padella su fiamma vivace, aggiungete il pollo e fate saltare per 1 minuto. Aggiungete i semi di coriandolo, il peperoncino in fiocchi, l'aglio e le zeste di limone e continuate a saltare il tutto per un paio di minuti. 
Versate la miscela di succo di limone e miele e siate generosi con sale e pepe. 
Mescolate bene per fare in modo che il pollo sia uniformemente insaporito, quindi aggiungete il burro e cuocete per qualche altro minuto fino a che la glassa si addenserà ed il pollo sarà completamente cotto. 
Servite immediatamente irrorando con altro miele e un pizzico di peperoncino. 

NOTE PERSONALI
  • La ricetta è descritta al millimetro. L'operazione più lunga è preparare gli ingredienti, se così vogliamo dire. Perché tostare il coriandolo e affettare il pollo richiederà al massimo 10 minuti. 
  • Per una perfetta riuscita bisogna utilizzare lo strumento adatto ed in questo caso, parlando l'autrice di "stir fry", io ho fatto tutto in un wok di ferro. Non credo che una padella antiaderente riesca a farci ottenere un pollo bello glassato e con la giusta rosolatura croccante. Inoltre il wok è sufficientemente ampio per accogliere tutto il pollo.
  • Il miele ha un ruolo fondamentale perchè è l'ingrediente che "glassa" l'insieme e il poco di burro utilizzato fa in modo che la carne sia avvolta da una glassatura lucida, morbida e non appiccicosa. Io ho utilizzato un millefiori molto fluido. 
  • Al posto di un generico olio vegetale, ho utilizzato dell'extravergine. 
  • Il limone è protagonista quindi dovete trovare un bel limone non trattato, come quelli di Sorrento estremamente profumati. Il coriandolo rafforza la spinta agrumata del piatto. 
  • Questione aglio: non sono una amante dei piatti troppo agliati. Io ho dimezzato la quantità, non me ne voglia l'autrice e già il suo aroma sovrastava l'intera preparazione. Ma capisco anche che ci si trova di fronte ad un armonia che vira verso il dolciastro e morbido ed una spinta un po' maschia va data, per non rischiare di ottenere una preparazione senza personalità. 
  • Il peperoncino è la chiusa di una ricetta che resta comunque fresca e vivace adatta anche a questa stagione, perfetta servita con riso bianco (che smorza la piccantezza decisa) e sostituisce degnamente il pane. 
  • Facile, veloce, super buono. L'ho già fatto due volte con grande piacere. 
PROMOSSA A PIENI VOTI. 

 

domenica 25 giugno 2023

MAMA'S HALVA PER STARBOOKS REDONE DI GIUGNO 2023


 

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la ricetta di Sonia, lettrice e affezionata partecipante al Redone di vecchia data. Il suo blog in questo momento non è attivo.

 

Il dominio del mio blog è attualmente in stand by fino a quando non deciderò il destino di questo
spazio che curo da dieci anni ormai. E, non volendo saltare l’appuntamento con il Redone, ho
pensato di inviare tutto via email alla Redazione dello Starbooks.
Approfitto per ringraziare tutto lo staff e tutti coloro che da anni seguono questo progetto
davvero prezioso e insostituibile. 


MAMA'S HALVA
per 16 porzioni
da NISTISIMA di Georgina Hayden
(ricetta tradotta da Stefania Orlando)

Ingredienti
600 ml di latte di mandorla
360 g di zucchero semolato
2 cucchiai di acqua di fiori d'arancio
5 chiodi di garofano*
2 bastoncini di cannella
un'arancia
200 ml di olio di semi di girasole (o altro olio neutro) più dell'altro per lo stampo
140 g di mandorle spellate
400 g di semolino (per la mia versione ho usato un cous cous di mais Nutri Free)
cannella in polvere per la finitura

• Versare il latte di mandorla in una pentola media insieme a 600 ml di acqua, lo zucchero,
l'acqua di fiori di arancio, i chiodi di garofano ed i bastoncini di cannella. Grattugiare
finemente la buccia dell'arancia ed aggiungere anch'essa.
• Portare a bollore su fuoco medio quindi abbassare la fiamma e far bollire piano per circa
un quarto d'ora, finché leggermente sciropposo. Rimuovere chiodi di garofano e cannella
e lasciare da parte.
• Spennellare uno stampo (da bundt) non troppo piccolo con poco olio. Tritare
grossolanamente le mandorle.
• Scaldare tutto l'olio in una padella ben capiente su fuoco medio/basso. Scaldarlo per
circa un minuto quindi aggiungere il semolino e tostarlo, mescolando sempre, per circa 5
minuti o finché sarà dorato. Far attenzione perché se scurisce troppo prenderà un gusto
amaro.
• Unire le mandorle tritate quindi poco alla volta aggiungere lo sciroppo preparato,
mescolando sempre, finché sarà tutto assorbito ed il composto prenderà consistenza di
un purè denso.
Versare subito nello stampo preparato livellando bene.
• Far raffreddare prima a temperatura ambiente poi in frigo per una notte. Al momento di
servire invertire lo stampo su un piatto da portata e spolverizzare con cannella a piacere.

Note
- realizzare la versione senza glutine di una torta di “semolino” è davvero una grande soddisfazione.
Rispetto alla versione originale, quindi, ho variato solo il semolino e ho rapportato tutte le quantità a 200g di cous cous di mais, quindi le ho dimezzate tutte rispetto a quelle riportate qui sopra.

In effetti, come mi aspettavo, mi è avanzato un po' di sciroppo, per il diverso assorbimento tra grano e
mais dei liquidi, ma probabilmente anche perché l’ho fatto bollire per una durata di tempo minore, perciò  evidentemente non si è “ristretto” abbastanza, ma il risultato ottenuto, anche in assenza dei chiodi di garofano (purtroppo mi sono accorta all’ultimo momento di non averne e non ho voluto sostituirli conl’anice stellato, che invece avevo in grande quantità), è stato sorprendente.

Lo stampo che ho utilizzato non è propriamente per bundt, ma comunque per preparazioni budinose mi è sembrato appropriato, unico problema, mentre sformavo la torta, un pezzettino è rimasto attaccato
all’interno, ho dovuto rimuoverlo con l’aiuto di una spatola; ecco spiegato il motivo della foto (a metà),
però sul vassoio c’era tutto!! Ad ogni modo la ricetta è

PROMOSSA

Sonia Conte-Gioca, Sorridi, Mangia



sabato 24 giugno 2023

PAKHLAVA ARMENO PER STARBOOKS REDONE DI GIUGNO 2023

 


 Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la ricetta di una affezionata lettrice senza blog, Maria Chiara.

 

 

Carissimo e glorioso blog “Starbooks”,

partecipo con gioia allo “Starbooks redone di giugno 2023” con la ricetta citata in oggetto, un piatto che, appena letta la ricetta, aspettavo con impazienza di preparare.

La ricetta, accuratamente seguita è questa:

 

ARMENIAN PAKHLAVA WITH POMEGRANATE SYRUP per 16 pezzi
per lo sciroppo
300ml di acqua
200g di zucchero semolato superfino
60 ml di melassa di melagrana

per il ripieno
300 g di noci
un pizzico di sale
2 cucchiaini di cannella in polvere
2 cucchiaini di chiodi di garofano in polvere

per assemblare il dolce
2 pacchi da 12 fogli ciascuno di pasta fillo
120 g di burro fuso
16 chiodi di garofano interi (facoltativo)

Per prima cosa preparare lo sciroppo mettendo tutti gli ingredienti in un pentolino. Portare a bollore, abbassare la fiamma e lasciar sobbollire piano per 15 minuti. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare completamente.
Preparare quindi il ripieno: a mano o con un robot da cucina tritare le noci con il sale fino ad ottenere una consistenza grossolana (non una polvere). Mescolare quindi con la cannella ed i chiodi di garofano.
Preriscaldare il forno a 170 gradi.
Ungere una teglia 20 x 32 cm e adagiare i primi 12 fogli di pasta fillo uno alla volta, ungendo ognuno abbondantemente con il burro fuso. Se necessario rifilare i bordi della pasta in modo che si adattino perfettamente alla teglia. Versare quindi il ripieno distribuendolo uniformemente, quindi coprire con altri 12 fogli di pasta fillo procedendo come per la base, ovvero ungendo ciascuno col burro prima di sovrapporne un altro.
Spennellare generosamente con burro anche l'ultimo strato quindi con un coltello affilato tagliare il dolce a metà nel senso della lunghezza, arrivando fino alla base.
Quindi tagliare nel senso della larghezza in quattro parti, quindi tagliare ancora ogni rettangolo ottenuto in diagonale, alternando la direzione del taglio.
Cuocere nel forno preriscaldato per 30 minuti, quindi togliere dal forno e usando un cucchiaio versarvi lo sciroppo ormai freddo facendo in modo che sia ben distribuito.
Volendo, decorare ogni pezzo con un chiodo di garofano.
Far raffreddare completamente nella teglia prima di servire.
(dal libro di Irina Georgescu: Tava, su Starbooks, fatto da Arabafelice)

 

Finalmente ho preparato il mio primo Bakhlava, finora mangiato più volte da un’amica che lo fa classico, con sciroppo di solo acqua e zucchero.

L’occasione è stata la cena con le amiche delle elementari, addirittura !

La marcia in più di questa ricetta è la quantità di spezie e la melassa di melagrana, ingrediente fondamentale della cucina libanese-palestinese-tuca-armena e così via, che ero molto curiosa di usare.

La ricetta è spiegata molto bene e la ho eseguita con attenzione, con le stesse dosi, misure e quantità.

Trovo che sia di facile esecuzione, ci vuole solo pazienza con la pasta fillo, che comunque sapevo già “maneggiare”.

Forse, temendo di ottenere una polvere, ho tritato le noci con pezzetti un po’ troppo grandi: infatti, servendo i triangoli, la parte superiore dei 12 fogli di pasta fillo si sono separati dal ripieno. Poco male.

Considero quindi la ricetta PROMOSSA su tutti i fronti

 

Con la spedizione della mia esperienza (corredata dalla miglior foto possibile, abbiate pazienza…) voglio ringraziare la promotrice di questo blog, a mio parere fondamentale per una cultura di cucina, e ringraziare anche tutte le persone che sperimentano le ricette pubblicandole con i loro commenti. Trovo sia un’opera di grande generosità.


venerdì 23 giugno 2023

CRUSHED NEW POTATOES WITH TAHINI BUTTER & SPRING ONIONS


La ricetta di oggi, è l'accompagnamento ideale dello Yogurt & Spice Fried Chiken Strips e di molti altri piatti!
Gli ingredienti sono pochi ma buoni e la preparazione è semplice e veloce, ma d'effetto. 
La Ghayour spiega che, il burro alla tahini, è uno dei suoi esperimenti recenti in cui è stata più indulgente. 
Scegliete delle buone patate novelle, delle stesse dimensioni, così la cottura sarà uniforme.
Ho cucinato questo piatto già tre volte nelle ultime settimane e tutti quelli che l'hanno assaggiato mi hanno chiesto la ricetta :)))
Il profumo di burro e tahini che si fondono insieme è inebriante!


Crushed New Potatoes with Tahini Butter & Spring Onions

Ingredienti per 4-6 persone 

750 g di patate novelle 
125 g di burro salato 
6 cucchiai abbondanti di tahini
1 mazzo di cipollotti, affettati finemente, dalla radice alla punta 
peperoncino pul biber in fiocchi (detto anche peperoncino di Aleppo)
sale marino di Maldon e pepe nero macinato fresco 

Cuocere le patate in una casseruola con acqua bollente, per 20-25 minuti (in base alle dimensioni), finché non saranno ben cotte e tenere. 
Scolare le patate poi rimetterle nella casseruola. Aggiungere il burro, la tahini e una generosa dose di sale e pepe. Utilizzando uno schiacciapatate*, schiacciare leggermente le patate poi mescolare con un cucchiaio di legno, assicurandosi che burro e tahini siano ben amalgamati alle patate.
Cospargere con il cipollotto, una spolverata di pul biber e servire.

*Lo schiacciapatate che si utilizza in questa ricetta non è quello che utilizziamo normalmente in Italia per fare il purè di patate, ma è un attrezzo utilizzato soprattutto nel mondo anglosassone, che non riduce in purea, come potete vedere in fotografia.
Se non lo avete, potete usare un forchetta.


Note personali

Ricetta veloce, semplice ma gustosissima.
Piatto profumato, ricco e sorprendente. 
Ci sono solo alcuni piccoli accorgimenti da tenere presente per ottenere un buon risultato: la qualità degli ingredienti e la cottura delle patate, che devono essere morbide. 
Mescolate delicatamente le patate per far assorbire bene il condimento.
Se non amate il cipollotto, mettetene di meno ma non eliminatelo, perché il risultato finale non sarebbe altrettanto buono.
Il peperoncino di Aleppo o Pul Biber è molto aromatico e poco piccante. Dosatelo secondo il vostro gusto, così come il pepe nero.

Questa piatto, nella sua semplicità è stupendo!

La ricetta è:

                PROMOSSA A PIENI VOTI!

giovedì 22 giugno 2023

COURGETTE, APPLE, PEANUT AND FETA SALAD, WITH BASIL AND PUL BIBER

 

Estate, tempo di insalate. 
10 minuti. 
Sono il tempo che ho impiegato a preparare questa. E vedere mia figlia spazzolare il piatto senza verbo ferire. 
Sono le ricette che piacciono a me. 
Quelle che oggi chiamano "zero sbatti", ma che in questo caso di sostanza ne hanno perché si basano su quella "intelligenza sensoriale" che trasforma un piatto innocuo come un'insalata, in un campione che vorrai fare e rifare. 
E mentre te lo racconto, ho voglia di infilare di nuovo la forchetta tra quei vortici. 

Ingredienti per 2/4 persone

1 zucchina grande 
1 mela (quella che vi piace)
75 g di feta 
1 cucchiaio c.c di olio extravergine
un spruzzo generoso di limone
una manciata generosa di arachidi salate, tritate grossolanamente
una manciata generosa di foglie di basilico, arrotolate e tagliate finemente in nastri
1 pizzico di fiocchi di peperoncino pul biber
Fiocchi di sale Maldon e pepe nero macinato fresco 

Utilizzando un pela patate, pelate con cura sulla lunghezza, delle strisce ampie di zucchina quindi sistematele su un piatto di portata. 
Riducete in quarti la mela e privatela del torsolo quindi affettate finemente i quarti in mezze lune. Disponete le fettine sulla zucchina.
Sbriciolate la feta e condite con sale e pepe, irrorate con olio extravergine e limone. Per ultimo cospargete con le noccioline, il basilico ed il pul biber e servite. 

NOTE PERSONALI 
  • Nell'introduzione ho già detto praticamente tutto. L'unica difficoltà è pelare la zucchina per ottenere dei bei nastri sottili, ma con l'ausilio di un ottimo pela patate, è un gioco a prova di "dummies". Io ho preferito una bella zucchina chiara, costoluta e croccante alle più grosse, scure. E' più dolce ed è molto buona anche cruda. 
  • Per quanto riguarda la mela, volevo una dolcezza acidula quindi ho usato una Fuji che per evitare di far ossidare nel breve tempo in cui preparavo tutto, ho strofinato con poco limone. 
  • Per me, il peperoncino appena accennato visto la mia intolleranza, ma l'insieme, specialmente con la sapida croccantezza delle arachidi, è fantastico. Ci sono proprio tutti i sapori e le consistenze e considerata la velocità con cui la si prepara, è diventato il mio pranzo preferito in questi primi giorni di calura. Non posso che confermare la 
PROMOZIONE CON LODE! 

mercoledì 21 giugno 2023

BAKED HALLOUMI WITH LEMON, WILD THYME & HONEY

  

 
La prima volta che ho sentito nominare l'halloumi è stato un milione di anni fa dalla mitica Nigella. Ero affascinata da come lo tagliava a fette, grigliava e condiva con un olio speziato. Qui in Italia purtroppo era impossibile trovarlo, perciò sono rimasta per anni con la curiosità di assaggiarlo, dato che non ero neanche mai andata a Cipro - luogo di origine di questo formaggio a base di latte di capra e pecora.
Da qualche anno, però, lo trovo spesso e volentieri al LIDL, e visto che ha una scadenza molto lunga, essendo conservato in salamoia, ne faccio scorta.
Ed ecco spiegato il motivo della mia scelta: semplicemente, avevo tutti gli ingredienti a portata di mano :D

Ingredienti per 2-4 persone:
un blocchetto di halloumi da 250 g
2 cucchiai di olio all'aglio
un cucchiaio colmo di miele chiaro
la scorza grattugiata di un limone non trattato
un cucchiaino di timo secco
1/2 cucchiaino di pepe macinato grossolanamente
un cucchiaino di pul biber in fiocchi
flatbread per servire

Preriscaldate il forno a 220 gradi (200° ventilato). Preparate un foglio di carta forno abbastanza grande da avvolgere il formaggio. Mettete l'halloumi al centro della carta forno. Accartocciate leggermente la carta intorno al formaggio e lasciate esposta solo la parte superiore.
Mescolate tutti gli altri ingredienti in una ciotolina, quindi versateli sull'halloumi.
Richiudete bene la carta forno, quindi mettete il pacchetto in una piccola teglia. Cuocete in forno caldo per 30 minuti.
Rimuovete dal forno e servite immediatamente con flatbread.

Considerazioni:


- La ricetta è di quelle minimo sforzo, massima resa. In 5 minuti (oltre i 30 di cottura), infatti, avrete pronto un pasto buonissimo.

- Le proporzioni indicate sono per 2-4 persone. Dipende se mangiate solo questo o anche altro.

- Come dice l'autrice, con l'halloumi sta bene un po' tutto, ma qui l'equilibrio tra dolce-salato-piccante-aspro e aromatico è davvero pazzesco.

- Il condimento è molto abbondante ed è buonissimo. A me dispiaceva buttarlo, quindi ci ho condito al volo un'insalata, che ho servito con l'halloumi :D

- Secondo me con lo stesso condimento si può anche fare una feta.

Ricetta super veloce, semplicissima ma che farà la gioia delle vostre papille gustative. Ovviamente

PROMOSSA

Alessandra Corona- La cucina di zia Ale

martedì 20 giugno 2023

LAMB, BARBERRY, PINE NUTS AND PUL BIBER KOFTA

 


Alcuni titoli di ricette sono una vera e propria lista di ingredienti: basta leggerli per capire se sono nelle nostre corde, quali ingredienti abbiamo già e quali dovremo comperare. Nel caso di queste kofta è stato tutto un "celo, celo, celo"; l'unica cosa che ho dovuto comprare sono stati i pinoli. 😁 Avevo perfino il macinato di agnello, fatto da me medesima in abbondanza e successivamente surgelato, quando avevo realizzato una ricetta di Ixta Belfrage che ho replicato diverse volte. Se devo dirla tutta, ho scelto questa ricetta proprio perché volevo consumare l'ultimo pacchetto di macinato di agnello e le bacche di crespino, di cui avevo una confezione aperta. Se non le trovate, provate a sostituirle con ribes secchi: deve essere frutta acidula, come acidulo è il crespino.

Secondo la Ghayour queste kofta sono perfette per farcire una baguette o una tortilla, insieme a yogurt mischiato con harissa e insalata, oppure accompagnandole con del semplice riso in bianco. Io le ho gustate insieme a un'insalata (ma non appena ho tempo per rifare l'harissa le provo anche con la salsa di yogurt e harissa). 


LAMB, BARBERRY, PINE NUTS AND PUL BIBER KOFTA
Da: Sabrina Ghayour - Persiana Everyday - Hachette Collection



Per 8 kofta:

500 g di macinato di agnello (20% di grasso)
4 cipollotti affettati sottilmente dalla radice alla punta
1 cucchiaio colmo di origano selvatico secco (io origano normale)
2 cucchiai di bacche di crespino essiccate
2 cucchiaini di fiocchi di peperoncino di Aleppo (pul biber)
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo macinati
2 spicchi d'aglio schiacciati (io li ho tritati finemente)
50 g di pinoli
½ cucchiaino di bicarbonato di sodio
Fiocchi di sale di Maldon e pepe macinato al momento

Per servire (facoltativo)

2 mini baguettes
cetriolini sottaceto affettati
cipollotti finemente affettati
una manciata di semi di melograno
erba cipollina
misticanza
yogurt greco con harissa


Preriscaldare il forno alla temperatura massima a cui possa arrivare.
Foderare una teglia con carta da forno.

Mettere tutti gli ingredienti in una ciotola capiente insieme a una generosa presa di sale e una bella macinata di pepe, e servendosi delle mani lavorarli per un paio di minuti, fino ad avere un impasto amalgamato uniformemente.

Dividere la carne in 8 porzioni (per essere più precisi si può pesare il totale, prima di suddividerlo) e modellare ogni pezzo in un salsicciotto lungo 9 o 10 cm. 

Disporre i salsicciotti sulla teglia preparata a mano a mano che vengono pronti, e cuocerli in forno per 12-14 minuti, secondo la temperatura raggiunta dal vostro forno, finché siano ben bruniti in cima.

Servirli nelle baguette con gli accompagnamenti preferiti, o da soli insieme a riso al vapore.



OSSERVAZIONI 

- Il pul biber (o peperoncino di Aleppo) è molto meno piccante del peperoncino di Cayenna che di solito si trova nelle nostre dispense, e ha un sapore delicatamente fruttato. Queste kofta non sono quindi molto piccanti o meglio, la piccantezza (molto piacevole) viene fuori dopo: si sente di più l'origano, che non il peperoncino.

- Non nego che avrei voluto avere indicazioni più precise sulla temperatura del forno: il mio arriva a 300 °C, ma non mi sono fidata a cuocere le polpette a una temperatura così alta. Ho impostato il forno a 250 °C in modalità statica e ho fatto cuocere finché il colore è stato sufficientemente scuro.

- Il mio consiglio è di non lavorare troppo la carne quando si amalgamano i vari ingredienti, perché si rischia di compattarla troppo, ottenendo polpette dure. Fare inoltre attenzione a che la carne abbia la percentuale di grassi corretta, visto che non ci sono altri ingredienti che diano morbidezza all'impasto. 

- Le bacche di crespino con il loro sapore acidulo, sono l'equivalente del succo di limone a completamento delle zuppe: danno quella marcia in più che avverti, anche se non sai dire esattamente da dove venga. Se non le trovate sostituitele con ribes essiccati.

- Ho servito le mie kofta con un'insalatina di misticanza; mi piacerebbe provarle in un panino con la salsa piccante e gli altri accompagnamenti. 

- Ricetta gradevole, che a mio avviso diventerebbe da urlo se la cottura fosse fatta al barbecue (visto che siamo in stagione, approfittiamone!). La dichiaro pertanto

PROMOSSA

lunedì 19 giugno 2023

TAHINI, CITRUS, CHICKEN KEBABS



Una delle ricette più antiche nel repertorio dell'autrice, che la usava soprattutto all'inizio della sua carriera quando teneva lezioni di cucina per principianti.
Sottolinea come spesso i suoi studenti non sapessero bene cosa fare col tahini oltre all'onnipresente hummus e qualche salsa per cui usava questo piatto per mostrarne la versatilità.
Ormai lo si è messo ovunque, nei dolci, sul pesce, nelle zuppe e persino in un piatto di patate arrosto provato proprio su queste pagine.
Mi viene in mente un vecchio proverbio che usava spesso la mia nonna paterna per descrivere qualcosa, o qualcuno, che funzionava in ogni contesto possibile: ovunque lo metti, suona.
E suona, eccome se suona, il tahini con questo pollo.
Altro piatto che più semplice non si può ma dal risultato eccellente e assolutamente non banale.
Già entrato di prepotenza nei menù settimanali, vi invito caldamente a provarlo perchè tanto lo so che un barattolo di tahini dimenticato giace anche nel vostro frigo. 😃

 

TAHINI, CITRUS, CHICKEN KEBABS
per 4-6 porzioni


600 g di mini filetti di pollo
olio di semi per friggere

 per la marinata:
4 cucchiai di salsa tahini
2 cucchiai di yogurt greco
2 cucchiai di olio d'oliva
2 cucchiai di sumac
1 cucchiaino colmo di aglio secco in granuli
2 grossi spicchi di aglio schiacciato allo spremiaglio
30 g circa di coriandolo fresco tritato

la buccia grattugiata ed il succo di un limone non trattato
la buccia grattugiata ed il succo di un'arancia non trattata 
una generosa presa di sale di Maldon 
pepe nero macinato al momento

per servire, facoltativo:
tortilla o flatbread
cipolla tagliata sottile
foglie di coriandolo e menta
yogurt greco

Mescolare in una ciotola di vetro o plastica gli ingredienti per la marinata finchè il composto risulterà omogeneo, quindi immergervi i mini filetti di pollo rigirandoli bene in modo che vengano ricoperti in modo uniforme.
Coprire la ciotola con pellicola per alimenti e far marinare a temperatura ambiente per 30 minuti.
In realtà possono essere cotti anche subito ma un breve riposo renderà la carne più tenera e saporita.
Dato che comunque la marinata contiene un acido (il succo di limone), meglio non prolungare la marinatura oltre un paio d'ore massimo.
Quando si è pronti a cuocere mettere sul fuoco una larga padella e versarvi dell'olio di semi. Una volta ben caldo scuotere l'eccesso di marinata da ciascun pezzo di carne e aggiungerli alla padella.
Non cuocere troppi pezzi alla volta, ricordando di lasciarli per 3-4 minuti da un lato e 1-2 dall'altro (anche se ovviamente il tempo esatto dipenderà dalla dimensione dei filetti, quindi meglio controllare).
Se piace, servire i mini filetti su spiedini, accompagnandoli con tortilla o flatbread e della cipolla affettata, oltre che dello yogurt greco condito con menta e coriandolo.

NOTE

- i mini filetti sono facilissimi da trovare e particolarmente indicati per questa ricetta. La marinatura li rende morbidissimi oltre che saporiti. Un lieve retrogusto dato dal sesamo, un aroma dagli agrumi e il tutto si fonde perfettamente col sumac, che accentua il gusto agrumato. Il coriandolo come ripeto ogni volta alla noia, lo odio ed è stato sostituito dal prezzemolo.

- la marinatura in questo caso deve essere abbastanza breve, dai 30 minuti alle 2 ore al massimo, per la presenza dell'acido del succo di limone. Questo ne fa un piatto che si può improvvisare senza problemi anche all'ultimo minuto.

- la cottura avviene in padella e solo dopo la carne viene infilzata sugli spiedini. Questo rende la cottura più facile ma la presentazione più accattivante.

- la marinata rimasta sulla carne a contatto con la padella prende un gusto delizioso, quasi caramellato ed un colore che non fa rimpiangere una cottura alla griglia. Buonissimo accompagnato da del semplice yogurt (personalmente l'ho condito con olio, sale e sumac) e delle tortillas.
Da leccarsi le dita!

la ricetta è ovviamente
PROMOSSA

venerdì 16 giugno 2023

ZA'ATAR, PAPRIKA AND GARLIC CHICKEN

 


Se dovessi fare una classifica sui tipi di carne che mangio, il pollo sarebbe senz'altro al primo posto: è versatile, si presta a un milione di accostamenti e nessuna ricetta è uguale all'altra. Prendiamo questa, per esempio: accosta il classico aglio, qui in granuli essiccati, a paprika e za'atar: una triade di sicuro successo, a cui si aggiunge l'estrema praticità di una preparazione in cui massaggi la carne con tutti gli ingredienti, poi metti tutto in forno e te ne dimentichi finché non suona il timer ed è ora di portare in tavola. 

E che dire di quel sughetto che ti invita a fare scarpetta, in barba alle buone maniere?


ZA'ATAR, PAPRIKA AND GARLIC CHICKEN
Da: Sabrina Ghayour - Persiana Everyday - Hachette Collections



Per 2 o 3 persone:

6 grosse sovracosce di pollo con la pelle e le ossa
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio colmo di za'atar
1 cucchiaio di paprika
1 cucchiaio di aglio essiccato in granuli
Scorza grattugiata di un limone non trattato e il succo di mezzo limone
fiocchi di sale di Maldon e pepe nero macinato di fresco

Preriscaldare il forno a 180 °C (160 °C se in modalità ventilata).
Foderare una teglia con carta da forno.

Mettere le sovracosce di pollo in una ciotola, cospargerle con l'olio e unire le spezie, l'aglio granulare, la scorza e il succo di limone e una presa generosa di sale e pepe. Massaggiarle finché siano ricoperte dal condimento su entrambi i lati.

Adagiarle nella teglia preparata e cuocere per un'ora, finché siano ben dorate e completamente cotte (controllare la cottura dopo 45 minuti).

Servire immediatamente.


OSSERVAZIONI

- La ricetta è di una facilità disarmante, perfetta anche per chi è alle prime armi in cucina oppure ha poco tempo da dedicare alla preparazione, senza rinunciare a far bella figura. Gli ingredienti sono tutti di facile reperibilità (anche lo za'atar oramai si trova con facilità).

- Io non ho foderato la teglia di carta forno, perché mi sembrava inutile. Farlo o non farlo è la stessa cosa, tanto la teglia si deve lavare ugualmente. 😅

- Ho usato il succo di tutto il limone anziché di mezzo, perché avevo un limone piuttosto piccolo.

- Secondo me le porzioni possono essere tranquillamente 4 o addirittura 6, dipende dalle dimensioni delle sovracosce che trovate.

- I tempi di cottura sono perfetti: dopo un'ora il pollo era ben cotto. Per verificare la cottura inserite uno stuzzicadenti nella parte più carnosa e osservate il colore dei succhi che ne fuoriescono: devono essere trasparenti. Se fossero anche solo leggermente rosati, proseguite la cottura.

- Il sapore è molto buono; forse mi aspettavo un po' di più, anche perché sono abituata a ricette molto più speziate e piccanti. Ho dovuto ricordare a me stessa che la cucina persiana è basata su un perfetto equilibrio tra i sapori e non ha quindi quelle spinte forti che troviamo in altri piatti mediorientali. In breve, non abbiamo l'effetto WOW di alcune ricette (questa e questa, per citare le prime due che mi sono venute in mente), ma una volta che lo hai mangiato ti viene voglia di rifarlo, da tanto è semplice, saporito e fuss-free. Ho surgelato le porzioni avanzate e le ho mangiate in seguito, e solo allora mi sono detta: "Ma che buono! Devo rifarlo!". 

- Insomma, diciamo che Ottolenghi, Diana Henry e i tanti altri autori che sono passati dalle nostre forche caudine hanno viziato un po' il palato di noi Starbooker, tanto da farmi rivalutare questa ricetta solo al secondo assaggio.  E dopo il terzo, la dichiaro sempre più convintamente 

PROMOSSA

giovedì 15 giugno 2023

TAHINI & CHOCOLATE MARMAR CAKE

 

Chi non ama la torta o ciambella bicolore? Vi ricordate ? Due gusti, due baci (anche se quella era un’altra pubblicità). Se la contendono tedeschi, danesi, inglesi e americani. In Finlandia, la chiamano “tiikerikakku”, la torta della tigre. Da qualche parte ricordo di aver letto che la marble cake più grande del mondo venne preparata qualche anno fa durante una puntata di un famoso talk show sul canale HBO, dedicata a un politico, pensate un po’, turkmeno, dal nome impronunciabile, e se non vado errato, occupava una superficie di poco più o poco meno di 180 metri quadrati. Questa di Sabrina Ghayour ha come protagonista il tahini. 

Vediamo com’è andata. 


Ingredienti per uno stampo da 900 g (standard, 21x 12 cm)
per 6-8 persone


4 uova

200 g di zucchero semolato 

1 cucchiaino di pasta di semi di vaniglia

75 ml di panna ad alto contenuto di grassi 

100 g di burro non salato, fuso

175 g di farina 00

1 cucchiaino di lievito in polvere

2 cucchiai di cacao in polvere

2 cucchiai di tahini

2 cucchiaini di semi di sesamo


Metodo 


Preriscaldare il forno a 180°C (160°C ventilato). Rivestire uno stampo da plumcake da 900 g con un foglio di carta antiaderente, oppure ritagliare un rettangolo di carta da forno, appallottolarlo, quindi livellarlo e utilizzarlo per foderare lo stampo.

Mettere le uova, lo zucchero e la pasta di semi di vaniglia in una terrina e sbattere insieme fino a quando non saranno ben amalgamati. Mescolare la panna, seguita dal burro fuso, mescolando ancora fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere la farina e il lievito e mescolare accuratamente fino ad ottenere un impasto liscio.

Versare un terzo dell'impasto in una ciotola separata e metterlo da parte, quindi aggiungere il cacao in polvere all'impasto nella ciotola principale e mescolare fino a incorporarlo uniformemente.

Versare l’impasto al cioccolato nello stampo già preparato con carta forno. A questo punto versare i due cucchiai di tahini, un po’ alla rinfusa, su tutto l’impasto, quindi versare sopra l’impasto semplice. Far roteare  delicatamente un coltello a lama liscia o il manico di una forchetta per tutto l’impasto, creando così alcuni motivi a spirale, quindi cospargere con i semi di sesamo.

Cuocere la torta per 45-50 minuti, o comunque fino a quando uno spiedino inserito al centro della torta non ne uscirà pulito.

Sfornare, sformare la torta su una gratella e farla raffreddare. Servire a fette. 


Note 

Classico plumcake dove ciò che fa la differenza è proprio il tahini. Per cui procuratevene uno buono, magari non di quelli troppo scuri, dal gusto un po’ troppo pungente, forse.

Per Sabrina Ghayour questa ricetta ricorda la sua infanzia, il connubio tra la “marble cake” che spesso si comprava al negozio e il tahini così usato in tutto il Medio Oriente.

Non c’è niente di difficile. È un plumcake confortante, semplice, delizioso, veramente da farsi ad occhi chiusi.

I 200 grammi di zucchero ci stanno tutti, e non solo perché io ho “il dente dolce” come dicono gli anglosassoni, ma perché ci vuole proprio. Il  tahini tende a diminuire la dolcezza degli ingredienti usati. Poi se proprio volete, mettetene 20-30 g di meno, non vorrei che prendeste chili per colpa mia…

Per me la ricetta è PROMOSSA e mi riporta aria di famiglia, di casa, di fanciullezza. 

 

Biagio D'Angelo- Glogg the Blog

 

mercoledì 14 giugno 2023

FRIED FETA PARCELS WITH HONEY

Immagino che nessuno, o quasi, sia pronto ad alzarsi a contestare il detto universale per cui qualunque cosa, fritta, diventi mille volte più buona.
Possiamo poi andare per il sottile e precisare, quello si, che la frittura debba essere realizzata a regola d'arte, arte che ahimè è molto meno facile di quel che sembri.
Qui in realtà non dovendo preparare nessuna pastella ma solo controllare che l'olio sia alla giusta temperatura le difficoltà si riducono praticamente quasi allo zero.
L'autrice dice che ha mangiato questo piatto durante una vacanza in Grecia e la reazione all'assaggio fu estasi ma anche rabbia, per non averci pensato prima lei stessa.
Un abbinamento semplicissimo, pochi ingredienti, che però si trasforma in un piatto da leccarsi i baffi, le dita e chi più ne ha, più ne metta.
Idem per me: basita dalla semplicità, quasi dall'ovvietà dell'abbinamento per poi rimanerne colpita appena l'ho assaggiato.
La feta la metto ovunque, giusto dentro la pasta phyllo mi mancava!
Successone su tutti i fronti.
Fatene tanti.
E tanti saranno sempre pochi!

 

FRIED FETA PARCELS WITH HONEY
per 2 persone

olio di semi, per friggere
un blocco di feta da 200g diviso in quattro
un foglio di pasta phyllo (circa 48cm x 25cm) diviso in quattro
2 cucchiai colmi di miele chiaro

Scaldare l'olio in padella, in modo che abbia circa un centimetro di spessore (per testare la temperatura immergere un pezzetto di pasta phyllo, se frigge piano facendo qualche bolla va bene, se invece sfrigola molto è troppo caldo).
Foderare un piatto con carta da cucina.
Avvolgere ogni pezzetto di feta in uno dei pezzi di pasta phyllo, sigillando bene aiutandosi con un pochino di acqua o olio.
Immergere ogni pezzo (con la chiusura verso il basso) nell'olio e cuocere un paio di minuti, girandoli poi per continuare la cottura dall'altro lato.
Dovranno risultare croccanti e ben dorati.
Farli scolare sulla carta preparata quindi servire accompagnando con un filo di miele.

NOTE

- la ricetta, se così possiamo chiamarla, è un mero esercizio di assemblaggio. L'autrice taglia in 4 il blocco di feta da 200g ricordando come quello mangiato da lei in vacanza fosse invece lasciato intero e fritto in un unico pezzo. Sicuramente vincente l'idea di creare pezzi più piccoli e vi confesso che in realtà, avendoli già rifatti, la seconda volta ho tagliato il blocco in 8 parti. Ancora più sfiziosi e decisamente più comodi da mangiare.

- nonostante la semplicità se non si azzecca la cottura il fritto così buono non è. Non volete una roba molliccia ma ben colorita e croccante, per cui sono apprezzate le note dell'autrice per il controllo della temperatura dell'olio con un pezzetto di pasta per un risultato ottimale.

- insomma, stiamo parlando di formaggio in un guscio croccante ed un filo di miele. Non immagino esista qualcuno che possa resistere a un bis, come minimo (tranne chi non ama il formaggio). Idea dall'eccezionalità inversamente proporzionale alla difficoltà di preparazione.
Perfetto per tutti gli aperitivi estivi, sia tiepido che a temperatura ambiente.
Fateli! La ricetta è ovviamente 

PROMOSSA

martedì 13 giugno 2023

YOGURT & SPICE FRIED CHICKEN STRIPS

 


Scorrendo le ricette che ho provato per Starbooks in tutti questi anni, credo che il fritto sia la categoria più presente! Non mangio cibo fritto ogni giorno e nemmeno ogni settimana... ma lo adoro, quello buono, s'intende! 

E poi, mi scatena un sacco di ricordi dell'infanzia...

Sfogliando l'ultimo libro di Sabrina Ghayour, Persiana Everyday non si fa fatica a trovare ricette che utilizzano la frittura come metodo di cottura. Per questo motivo, ci ho messo un po' di tempo per decidere su quale fritto buttarmi: quelli che mi attiravano erano tanti :)))

La particolarità di questa ricetta è la marinatura. In molte delle preparazioni in cui viene utilizzata una marinata, per insaporire e/o per ammorbidire i cibi, una volta terminata la sua funzione viene eliminata. Non in questa ricetta, invece, dove è protagonista!


Yogurt & Spice Fried Chicken Strips


Ingredienti per 2-4 persone


350 g di mini filetti di pollo

olio vegetale, per friggere


Per la marinatura

150 g di yogurt greco

2 cucchiaini di origano secco

1 cucchiaino di paprika

1 cucchiaino di peperoncino pul biber* in fiocchi

1 cucchiaino di aglio in granuli (essiccato)

1 cucchiaino di sale al sedano

1 cucchiaino di pepe bianco macinato


Per la farina aromatizzata

150 g di farina

2 cucchiaini di origano secco

2 cucchiaini di aglio in granuli (essiccato)

1 cucchiaino di sale al sedano


Per servire

rose harissa**

spicchi di lime

maionese


* Il Pul Biber, detto anche peperoncino di Aleppo, è moderatamente piccante e con note fruttate. Si trova in vendita on line, o in negozi etnici ben forniti.

** La Rose Harissa è la versione aromatizzata, con petali di rose essiccati ed acqua di rose, dell'Harissa, che è una pasta di peperoncino ed altre spezie, molto utilizzata nella cucina del Medio Oriente e del Nord Africa.  Mentre è abbastanza facile trovare l'Harissa in Italia, sia on line che nei negozi che vendono cibo etnico, è più difficile reperire la versione alla rosa. Qui ci viene in aiuto il grande Ottolenghi, che ci spiega come preparare la Rose Harissa in casa!


Mescolare tutti gli ingredienti della marinata in una ciotola, finché non saranno ben amalgamati. Aggiungere i filetti di pollo e ricoprirli bene con la marinata. Coprire la ciotola con pellicola per alimenti e trasferire nel frigorifero per tutta la notte,  o al massino 24 ore. 

Si potrebbe cuocere subito il pollo, ma la marinatura più lunga, permette agli aromi di penetrare bene all'interno della carne.

Quando si è pronti per la cottura, versate l'olio in una padella adatta alla frittura, fino a raggiungere l'altezza di 2,5 cm circa. Portare a temperatura, facendo la prova con un pezzetto di pangrattato: se sfrigola subito, l'olio è pronto.

Rivestire un piatto con un doppio strato di carta assorbente da cucina.

Mescolare bene in una ciotola, gli ingredienti per ottenere la farina aromatizzata. Procedendo con un pezzo di pollo alla volta, eliminare l'eccesso di marinata poi ricoprirlo con la farina, ripassarlo nella marinata avanzata e ricoprire nuovamente con la farina.

Una volta impanati tutti i pezzi di pollo, immergerli nell'olio caldo e friggerli 3 minuti per lato, o finché la superficie non sarà ben dorata. Prelevarli con una schiumarola e metterli sulla carta da cucina per far scolare l'olio in eccesso.

Unire l'harissa e il succo di lime alla maionese, a piacere. Servire con il pollo e degli spicchi di lime.


Note personali

Di pollo fritto ne ho preparato in mille versioni, ma questo è entrato nella parte alta della mia personale classifica... 

La preparazione di questo piatto è semplice e veloce, escludendo i tempi di riposo in frigorifero.

La marinata è perfettamente equilibrata, piccante ma non troppo. 

Il doppio passaggio nella marinata e nella panatura, avvolge il pollo alla perfezione, creando un piccolo strato che impedisce alla carne di asciugarsi. Il risultato finale sarà un pollo morbido e saporito dentro ma croccante fuori. Per me è il top!

La maionese alla Rose Harissa merita la ricerca di questo ingrediente prezioso (o la preparazione in casa, seguendo la ricetta che trovate nel link che ho inserito sopra). Non disperatevi se non trovate la Rose Harissa, perché la salsa sarà comunque buonissima!

Il pollo si accompagna benissimo a delle meravigliose patate... che vedrete prossimamente :)D


La ricetta è:


    PROMOSSA A PIENI VOTI!

 

lunedì 12 giugno 2023

LO STARBOOK DI GIUGNO 2023 É...


Sabrina Ghayour, Persiana Every Day

Se ci seguite con costanza, ricorderete che lo scorso Starbooks si è chiuso con un verdetto piuttosto lapidario nei confronti dell'autrice del libro del mese, costretta a pagare lo scotto dell'inesperienza, per essersi cimentata troppo presto con un genere che, a nostro parere, avrebbe richiesto una maggiore maturitá. 

Con Sabrina Ghayour, la protagonista dello Starbooks di Giugno, vale esattamente il contrario e questo a prescindere da quale sará il risultato finale: perché se mai c'è una autrice che si è dimostrata sempre all'altezza di tutti gli obiettivi che si è posta, questa è proprio la ex manager di ristorante che, rimasta senza lavoro, ha saputo reinventarsi con il lancio dei suoi Supper Club prima e di Persiana poi. 

Era il 2014 e nessuno di noi era preparato a quello che sarebbe successo con questo libro, una reinvenzione della cucina persiana nella sua globalitá senza tradirne i sapori, ma proponendola in forme nuove ed intriganti attraverso le ricette che avevano giá decretato il successo di Sabrina come cuoca, nei suoi eventi privati e che ora venivano condivise anche con chi non aveva avuto l'opportunitá di gustarle alla sua tavola. 

A sorprendere, oltre al concept, era la preparazione di questa ragazza, la sua abilitá nel rinnovare dal di dentro, mantenendo intatta la identitá di una cucina millenaria che peró, sotto le sue mani, si apriva a contaminazioni, assorbiva suggestioni, si modificava e si riplasmava in forme nuove ma plausibili nella teoria e convincenti nella pratica. 

Persiana fu un successo planetario, riconfermato dai successivi libri: anche se nessuno di questi  è stato capace di eguagliare il primo, va riconosciuto che, una volta aperta la strada, il piú era fatto. Con una media di un libro ogni due anni, Sabrina ha pavimentato il suo sentiero, trasformandolo in una via per il successo, tanto da diventare la piú autorevole esperta di cucina persiana contemporanea. Non c'è  tematica fra quelle piú urgenti che non sia stata affrontata, con una particolare predilezione per la cucina veloce, celebrata nella penultima fatica, Simply, e ora di nuovo protagonista, in questo Persiana Every Day che, oltre a raccogliere ricette facili e veloci, ribadisce nel titolo un po' auto-commemorativo il ruolo di Sabrina nel panorama degli chef anglosassoni. 

Non a caso, dal giorno della sua pubblicazione, qualche mese fa, ad oggi, la critica si è sperticata nelle sue lodi , a conferma del posto fra i grandi che la Ghayour è stata capace di ottenere, al primo tentativo, e di tenersi stretta, poi: all'appello, peró,  manca ancora lo Starbooks, mai troppo tenero nei suoi confronti (Baza'ar non ne era uscito benissimo, a dirla tutta) e pronto a giudicare le ricette con lo spirito critico che da sempre lo contraddistingue. Riuscirà Persiana Every Day a cancellare quest'unica macchia sul CV di Sabrina, permettendole finalmente di splendere in tutta la sua sfolgorante bravura nel novero degli autori che amiamo incondizionatamente? 

Alle prossime ricette l'ardua sentenza e, mi raccomando, seguiteci! 

Alessandra