venerdì 29 giugno 2018

NO BAKE TREATS... TIRIAMO LE SOMME?




Tanto per curiosare un po' nel backstage del nostro blog, la scelta di questo mese ha decisamente spaccato in due i pareri delle Starbookers- e questo, prima ancora di avere il libro fra le mani. Sul banco degli imputati c'era il No Bake, inteso non nella sua accezione più ampia, che comprende tutta la categoria dei dolci senza forno, ma nella interpretazione a stelle e a strisce che si è impadronita di questa parte della pasticceria, definendone i confini con strati di melassa e di cream cheese.
Se, alla fine, ha prevalso la linea del sì, è stato per un motivo: approfittare della pausa estiva dei forni per controllare se, sul fronte statunitense, fosse cambiato qualcosa, viste le martellanti e doverose campagne a favore di una alimentazione corretta a cui gli Americani sono sottoposti da almeno un quinquennio. Il No Bake, in questo senso, avrebbe potuto offire facilmente il fianco al vento di cambiamento: la frutta, gli yogurt, le fermentazioni, la grande ondata degli smoothies, le contaminazioni delle nuove bowl, i semi, i germogli, i "ponti" fra dolce e salato di alcuni superfood (l'avocado su tutti) costituivano una pressochè infinita fonte di ispirazione, a cui si affiancava la possibilità di un recupero del vintage, vista l'altrettanto infinita serie di sorbetti, gelati, parfait e macedonie che affollano la categoria del "senza forno". A ciò si aggiunga una nuova e interessantissima apertura degli Statunitensi al variegato mondo del formaggio, fino a qualche tempo fa relegato a produzioni di nicchia: oggi, la mappa degli Stati Uniti è costellata da una miriade di piccole e grandi fattorie che producono formaggi genuini, ciascuno dei quali con un proprio DNA e una propria storia. E se sulle stagionature c'è ancora tanta strada da fare, sui prodotti freschi, che sono poi quelli che meglio si prestano alle cheese cake e alle creme a crudo, c'è una scelta sorprendente, interessante e veramente innovativa.
Tutto quello che abbiamo trovato, invece, è un desolante de ja vu, sotto forma di torte sontuose e creme piene di voluttà che sicuramente soddisfano pienamente la vista, ma si appiattiscono al palato e, soprattutto, non aggiungono nulla ad un panorama editoriale che è saturo, non solo di grassi ma anche di libri tutti uguali.
A scanso di equivoci: in sè, No Bake Cake and Treats non è un prodotto malvagio. Dal punto di vista editoriale è ben curato, con immagini a tutta pagina e ampio spazio riservato al testo. E' che è banale.  A parte il no bake cookie dough nell'impasto, che a ben guardare costituisce l'unica vera novità dell'intero libro, tutto è già sentito, già letto, già visto e già assaggiato. L'unico sforzo di differenziarsi è nella direzione della sontuosità e dell'abbondanza, con un carico di strati di panna (sempre zuccherata), di sciroppi (con predominanza del sempre più bandito corn syrup, al centro di una serie di frodi alimentari piuttosto serie, considerato anche l'uso quotidiano che se ne fa, oltre Oceano), di zuccheri che finiscono per appiattire i sapori e appesantire tutto il resto, dalla digestione al giro vita. Si aggiunga anche che persino all'interno del libro le ripetizioni abbondano: anche quando l'autrice cambia arbitrariamente qualche nome, sempre delle stesse cose si tratta, dolci stratificati su base di biscotto, crema e panna.
Ora, è chiaro che se siete patiti del genere, state già salivando dalla prima riga-e queste riflessioni non fanno per voi. Ma lasciateci dire che dopo otto anni di onesto servizio, il nostro occhio allenato è stanco delle solite cose e anche il No Bake, secondo noi, meriterebbe una nuova veste, più al passo con le esigenze dei tempi, nuove mode e nuovi gusti compresi. E' questo che ci aspettavamo, è questo che non abbiamo trovato.
Per cui, le somme, stavolta, tiratele voi.

Come da tradizione, con il libro di Giugno lo Starbook va in letargo :) Ci aspettano pile di libri da consultare, sotto gli ombrelloni o all' ombra degli chalet di montagna, per riprendere a Settembre con nuovi titoli e nuovi suggerimenti. A voi, come sempre, il nostro grazie per la fiducia, l'affetto e la costanza con cui ci seguite, oltre che un caloroso augurio di buone vacanze.
Ci rivediamo a Settembre!

mercoledì 27 giugno 2018

MINT CHOCOLATE ICE CREAM BITES




Quando ho letto il titolo della ricetta ho pensato subito agli After Eight, di cui una delle mie sorelle andava letteralmente pazza in gioventù :) Così, ho pensato di preparare la ricetta della Bayer proprio per lei, e per avere una scorta di piccoli snack dolci da coccola sul divano.. L'idea mi piaceva proprio tanto.

Mint Chocolate Ice Cream Bites
da No Bake Treats di Julianne Bayer

Ingredienti per 24 pezzi

per il gelato

237 ml di doppia panna da montare (liquida)
65 g di zucchero a velo
113 g di formaggio spalmabile, ammorbitido
118 ml di latte condensato dolce
½ cucchiaino da tè di estratto di menta
85 g di cioccolato (fondente al 72%, per me)

per la copertura

326 g di gocce di cioccolato (fondenti, per me)
da 15 a 30 ml di olio vegetale

Per preparare il gelato: mettere nel freezer la ciotola e le fruste che verranno utilizzate per montare la panna, e lasciarcele per 5-10 minuti. Versare la panna nella ciotola ed iniziare a montare, a velocità medio-alta, finché la panna non farà le bolle. Unire lo zucchero a velo, poco per volta, continuando a montare a velocità alta, finché la panna non formerà dei ciuffi stabili. Mettere da parte.
Sbattere il formaggio a velocità medio-alta per 2-3 minuti in modo da renderlo soffice e leggero. Raschiare i lati della ciotola, unire il latte condensato e l'estratto di menta, amalgamando bene. Unire il composto alla panna (delicatamente) ed aggiungere i pezzetti di cioccolato.
Rivestire uno stampo da mini muffin con degli stampini di carta da mini cupcake. Con l'aiuto di un cucchiaio o di un cucchiaio per biscotti, riempire lo stampo in parti uguali. Volendo, si può battere gentilmente lo stampo sul piano in modo da livellare la crema. Traferire nel freezer per almeno 4 ore, per far rassodare il gelato. Togliere lo stampo dal congelatore ed eliminare gli stampini in carta. Rimettere i dolcetti in freezer per altre 2 ore, dopo averli posizionati su una piccola teglia rivestita con carta forno. Dovranno essere completamente congelati prima di essere ricoperti di cioccolato.

Per preparare la copertura: vi servirà una ciotola abbastanza stretta, in modo da ottenere uno strato di cioccolato profondo a sufficienza per poterci immergere i dolcetti. Sciogliere il cioccolato nel microonde per 60 secondi insieme a 15 ml di olio, poi mescolare per renderlo liscio. Se ci saranno ancora pezzi di cioccolato non fusi, rimettere nel microonde per altri 15-30 secondi. Per verificare se la consistenza del cioccolato è quella corretta, immergervi un cucchiaino: se il cioccolato scivolerà via facilmente è pronto. In caso contrario, se è troppo spesso, unire gli altri 15 ml di olio mischiando bene.
Per la copertura è meglio lavorare solo con 3-5 dolcetti per volta, perché si sciolgono velocemente. Immergere un dolcetto alla volta nel cioccolato, dopo averlo infilzato con una forchetta. Potete aiutarvi nell'operazione di copertura con un cucchiaio. Battere delicatamente la forchetta su un lato della ciotola e trascinare il dolcetto in modo da eliminare gli eccessi di cioccolato. Trasferire i dolcetti su un tappetino in silicone o carta forno, per farli rassodare, poi trasferire in freezer. Procedere allo stesso modo fino ad esaurimento. Cospargere la sommità dei bites con gli avanzi cioccolato. Mettere in freezer fino al momento del servizio. Una volta congelati, i dolcetti si possono trasferire nei sacchetti per congelare.


Note personali

- la ricetta è semplice e veloce, se si escludono i vari passaggi in congelatore. Gli unici passaggi che potrebbero creare dei problemi, se non si presta attenzione, sono l'unione del composto di latte condensato e formaggio alla panna montata e la copertura con il cioccolato.

- la Bayer non specifica quale cioccolato usare, io ho usato sia per il ripieno che per la copertura quello fondente. Temevo che con quello al latte avrei ottenuto un risultato troppo dolce per il mio palato...

- i miei bites non hanno il ripieno verdino come nella foto sul libro, perché non ho aggiunto il colorante alimentare di cui parla l'autrice nell'introduzione alla ricetta. Non l'avevo e non avrebbe cambiato il gusto.

- l'estratto di menta è fatto in casa perché d'estate ho sempre menta fresca a disposizione, e quello già pronto l'ho cercato in un paio di negozi bio ma non l'ho trovato.

- io ho ottenuto qualche pezzo in più rispetto a quelli previsti dalla ricetta, ma può darsi che il mio stampo sia più piccolo di quello utilizzato dalla Bayer

Questi Mint Chocolate Ice Cream Bites sono buoni ma un po' troppo dolci per il mio palato, visto che amo i dolci non troppo dolci. Ma questo è un problema mio. Mia sorella li ha decisamente graditi :)))


La ricetta è:


PROMOSSA

martedì 26 giugno 2018

MISSISSIPPI MUD PIE PARFAIT

Vivo in una famiglia di indecisi.
Ho smesso di fare dolci da un po' perché mi tocca smerciarli ai vicini che per altro non si degnano di un grazie. Mi viene il sospetto che pure loro siano stufi.
Il ciambellone pare che non vada più di moda. Le torte di frutta, vade retro Satana.
La crostata è sempre in pole position tra le richieste, ma se non ha "la buonissima marmellata di albicocche che hai fatto", viene snobbata dopo la prima fetta.
La sera dopo cena, l'uomo di casa che dichiara guerra allo zucchero, mi guarda con occhi da bracco chiedendo "e un dolcino?".
Al che, vista la stagione e la mia annunciata guerra al forno dal 1 giugno, gli rispondo": in frigo c'è il gelato".
Naso arricciato, borbottii in sottofondo, mentre io mi siedo sul divano con la mia scatola di latta piena di ciambelline al vin santo croccantissime e profumate di anice, diventate ormai il mio conforto post prandiale.
Quattro occhi sgranati mi fissano: e noi?
E voi vedete un po' di arrangiarvi! Ciambellina?
Ok, non sono così cattiva, anche se ogni tanto lo vorrei davvero.
Il Mississippi Mud Parfait l'ho messo nei barattolini da yogurt in modo da limitare la quantità delle porzioni.
Hanno avuto il coraggio di mugugnare anche di fronte a questi.
La prossima volta servirò dei bicchierini volanti. Avranno un successo da urlo.
Ingredienti per 4 parfait

Per il ripieno
2 tuorli grandi leggermente battuti
23 g di farina 00
64 g di zucchero semolato
un pizzico di sale
335 ml di latte
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
113 g cioccolato fondente tritato.

Per il topping e gli strati
117 ml di panna fresca da montare
33 g di zucchero a velo
67 g di biscotti Oreo ridotti in briciole
29 g di burro non salato
40 g di noci pecans schiacciate
30 ml di salsa di cioccolata calda (preparato pronto)

Per il ripieno
Misurate tutti gli ingredienti per il ripieno prima di cominciare. Mettete i tuorli in una ciotola.
In una casseruola media, aggiungete la farina, lo zucchero ed il sale e mescolate per miscelare. Aggiungete il latte e l'estratto di vaniglia e scaldate il tutto sul fuoco ad una temperatura medio bassa.
Mescolate costantemente per sciogliere gli ingredienti secchie ed una volta che il composto è tiepido (non bollente), versatene c.ca 60 ml nella ciotola con i tuorli e mescolate vigorosamente. Subito dopo  versate i tuorli nella casseruola e continuate a mescolare a fiamma bassa per evitare che le uova cuociano. Mescolate fino a che il pudding non comincerà ad addensarsi. Aggiungete la cioccolata tritata e continuate a mescolare fino a che non sarà completamente sciolta.
Rimuovete dalla fiamma perché il pudding continuerà ad addensarsi e lo farà piuttosto velocemente.
Passate il pudding attraverso un fine setaccio versandolo in una ciotola media. Questo passaggio è opzionale ma vi aiuterà a rimuovere qualsiasi grumo di ingrediente che non si sia incorporato completamente. Appena terminato, coprite il pudding con una pellicola trasparente a contatto con la crema ed effettuate dei piccoli buchi con uno stuzzicadenti.
Lasciate intiepidire fuori dal frigo per almeno 1 ora prima di refrigerarlo. Passatelo in frigo dalle 2 o 3 ore fino a che non sia ben freddo e fermo.

Per il Topping e gli strati
La panna montata dovrà essere preparata poco prima di servire il dessert per il migliore risultato.
Mettete la ciotola del montaggio e la frusta in freezer dai 5 ai 10 minuti in modo che si raffreddino.
Versate la panna nella ciotola e montatela con la frusta elettrica fino a che la panna non formi uno strato di bolle. Aggiungete lentamente lo zucchero a velo setacciato e continuate a montare ad alta velocità fino a che non si siano formati dei ciuffi ben fermi.
Prima di porzionare il dolce, tritate finemente i biscotti con un mixer. Sciogliete il burro nel microonde dai 45 ai 60 secondi. In una ciotola media versate i biscotti ed il burro sopra di loro e mescolate fino a che vedrete che non ci siano più briciole asciutte.
Versate due o 3 cucchiaiate di briciole sul fondo di ogni coppetta da parfait e gentilmente premete con un cucchiaio.
Mettete la crema pudding in un sac a poche e versatela nelle coppette. Ovviamente potrete usare un cucchiaio al posto del sac a poche. Usate un coltello o un cucchiaio per spandere la crema fino ai bordi.
Cospargete la superficie con le noci tritate quindi completate con la panna montata.
Scaldate la salsa al cioccolato e versatela sulla panna delicatamente. Servite immediatamente o conservate in frigo fino al momento di servire.

NOTE PERSONALI
  • Preparazione facilissima ed anche piuttosto veloce. L'attenzione alla temperatura del fuoco quando si prepara il pudding, è l'unica vera difficoltà perché il rischio che si indurisca o si stracci non è così lontano. 
  • L'insieme alla fine si prepara velocemente ma manca di originalità: il binomio panna e cioccolata ormai è appurato. Qui si voleva riproporre la Mud Pie del Mississippi in formato cremoso ma manca quel quid che la renda originale e diversa da qualsiasi dolcetto al cioccolato completato da un ciuffo di panna. Chessò, un aroma di Rum, il profumo di caffé, un gioco di consistenze che non esiste, perché a parte le peacan che si sentono appena e la base di Oreo, il pudding sovrasta l'insieme e non crea sorprese. Insomma, mi sono spiegata. 
  • Non posso dire che sia cattivo, tutt'altro: a chi non piace la cioccolata con la panna. Ma mi aspettavo più di questo. Mi sembra davvero troppo banale. 
  • Lo vedo più come un dolcetto da merenda per bambini che da servire per un fine cena. Non posso bocciarla per ovvie ragioni ma posso solo dire: 
PROMOSSA SENZA FANTASIA. 




lunedì 25 giugno 2018

PEACH AND MAPLE CREAM PARFAITS




Breve sillogismo triste
La mamma della piccola Alessandra chiede alla maestra dell'asilo di sua figlia di darle per merenda il succo di frutta alla pesca preparato da lei, perchè quello è sano.
La piccola Alessandra beve il succo di frutta sano, gonfia come una mongofliera e da li diventerà allergica alle pesche e a tutto il giardino dell'Eden (mela inclusa- e se fossi stata Eva, comunque, saremmo ancora là)
ERGO
Il cibo sano fa male.
... ma se mi conoscete, lo sapevate già...


PEACH AND MAPLE CREAM PARFAITS 
"Parfait" di Pesche e Crema allo Sciroppo d'Acero


ingredienti per 6 persone
Per la crema inglese
2 tuorli d'uovo, leggermente sbattuti
31 g di farina per dolci
48 g di zucchero semolato
un pizzico di sale
650 ml di panna fresca da montare, liquida (da utilizzarsi in due tempi)
44 ml di sciroppo d'acero
92 g di zucchero a velo

per le pesche
6 pesche medie, lavate e affettate
8 g di cannella in polvere
28 g di light brown sugar*
44 ml di sciroppo d'acero

per il topping
296 ml di panna fresca liquida da montare
98 g di zucchero a velo
cannella in polvere a piacere

Procedimento
Per la crema inglese, mescolare in una casseruola la farina con lo zucchero e il sale. Aggiungere metà della panna e lo sciroppo e, a fuoco medio basso e sempre mescolando, far sciogliere. Quando il mix è caldo, ma prima che arrivi al bollore, prelevarne circa 60 ml e versarli sui tuorli, precedentemente sgusciati in una ciotola e leggermente sbattuti. Mescolare vigorosamente, in modo che la miscela calda non faccia rapprendere i tuorli, poi versare il tutto nella casseruola e, con una frusta, incorporarlo al resto della crema. Far cuocere a fiamma medio bassa (nel mio caso, molto bassa) fino a quando la crema si sarà addensata. Filtrare attraverso un colino in una ciotola, coprire con pellicola a contatto, sulla quale praticherete qualche foro, con uno stuzzicadenti. Lasciar intiepidire per mezz'ora a temperatura ambiente e mettere poi in frigorifero per 2 ore. Trascorso questo tempo, montate la restante panna, aggiungendo lo zucchero quando la superficie inizia ad incresparsi. Appena la panna formerà dei grossi ciuffi, è pronta. Incorporatela alla crema, con una spatola, dall'alto verso il basso perchè non smonti. A questo punto, la crema avrà una consistenza densa e ariosa. Trasferitela in una tasca da pasticcere e riempite per 3/4  gli stampi o le coppe da parfait. Mettete in frigo per altre tre ore.

Per le pesche: Affettate le pesche con la buccia (oppure tagliate a dadini, non fa differenza), mettetele in una terrina assieme agli altri ingredienti e mescolate bene. Trasferite il tutto in una padella e fate sciogliere lo zucchero a fuoco medio basso:  le pesche dovranno essere avvolte dallo sciroppo, senza perdere la loro consistenza. Scolatele, fatele raffreddare a temperatura ambiente e conservatele in frigorifero fino al momento dell'assemblaggio.

Poco prima di servire, montate la panna con lo zucchero, per il topping. Dopodichè, riempite gli stampi o le coppe da parfait per l'ultimo quarto con le pesche e completate con un bel ciuffo di panna montata e una spolverata di cannella, a piacere. 


Note mie

Partiamo dall'ovvio- e cioè che questo è tutto fuorchè un parfait. Fidatevi, che sennò vi tocca lo spiegone: ma se uno è in cerca di un parfait, cioè di una sorta di nostro semifreddo, preparato con ingredienti e tecniche tutte diverse, qui non lo trova. 
Qui trova semmai una crema pasticcera ricca sfondata, con tutte le fastidiose esagerazioni della sua categoria. E' l'equivalente dei rolex d'oro che vendono qui, quelli con il simbolo del dollaro al posto delle ore, tutti tempestati di diamanti: una roba da "S.P.Q.R.", Sono Pazzi Questi Ricconi, che ti fa sentire automaticamente fiera di quello che hai, per quanto poco sia. 
Qui, uguale: mentre la prepari, godi dell'abbondanza, perchè wow! la panna, wow! lo sciroppo d'acero. Ma quando poi la assaggi, rimpiangi le creme di casa tua, quelle in cui avverti i profumi, che non soffocano gli altri ingredienti, che non bruciano in gola e che magari si basano su ingredienti più "domestici" e più banali ma che ti lasciano una soddisfazione impagabile. 
E non un senso di nausea. 
Ragion per cui, questa ricetta è 

ESAGERATAMENTE BOCCIATA


domenica 24 giugno 2018

CORN MUFFINS PER STARBOOKS REDONE DI GIUGNO 2018



Biagio, nostro affezionato lettore, continua a partecipare: ecco la sua proposta per il Redone di Giugno:

In principio per me era solo Nigella. Poi arrivò lo Starbooks e scoprii la finezza e l’eleganza di Martha Stewart. Ho comprato quasi tutti i suoi libri. Una guerra tra divinità (quella tra Nigella e Martha). Un giorno di giugno, uno strano mese di giugno parigino, durante una settimana in cui sembra essere ripiombato l’autunno, per superare la depressione meteoropatica, bisogna fare qualcosa!

Chiamatelo pure “baking addiction”, oppure “comfort food”… fate dei muffins e tutto risplende di nuovo!... (magari!)


CORN MUFFINS
(Da Martha Stewart, A New Way to Bake)

12 muffins

1 cup più 2 cucchiai di farina gialla di mais - (120 grammi più 2 cucchiai)
1 cup di farina 00 (“all purpose”) – (120 grammi)
⅔ cup più 1 cucchiaio di zucchero di canna naturale
1 cucchiaino di lievito in polvere
1¼ cucchiaino di sale grosso (coarse salt)*
¼ di cup di olio di semi di cartamo**
4 cucchiai di burro non salato, sciolto (57 grammi)
2 cucchiai di miele
2 uova grandi, leggermente battute
1 cup di latte (250 ml)
1½ cup di uva rossa senza semi, tagliata a metà (opzionale)

* Io stesso cerco di essere un buon alunno e dallo Starbooks ho imparato che il “coarse salt”, tradotto solitamente come sale grosso, è in realtà è un sale americano, a metà strada tra il sale grosso e il sale fine italiano; è comunque, più fine del nostro sale grosso. In questa ricetta ho usato il sale fine.
** Ho usato l’olio di mais trattandosi di “corn muffins”. Meglio di così...


Preriscaldare il forno a 190° C. Foderare le 12 cavità di uno stampo da muffin con gli stampini di carta appositi. In una ciotola, mescolare insieme la farina di mais, la farina, i ⅔ della cup di zucchero, il lievito e il sale. In un’altra ciotola, sbattere insieme olio, burro, miele, uova e latte. Versare la miscela liquida in quella con la farina di mais; poi delicatamente incorporare 1 cup di uva rossa, se lo si desidera, appena per combinare rapidamente. Dividere uniformemente la pastella nelle cavità dei muffin. Completare con la rimanente ½ cup di uva rimanente, se si è scelto di usare l’uva, e cospargere con il restante cucchiaio di zucchero. Cuocere per circa 20 minuti, ossia fino a quando uno stecchino inserito al centro dei muffin esce pulito. Lasciare raffreddare su una gratella. I muffin si conservano in un contenitore ermetico a temperatura ambiente fino a 2 giorni.

Note di Martha Stewart:
La farina di mais è naturalmente saporita e priva di glutine, ma non produrrà la leggerezza che si desidera per i muffin se la si utilizza da sola. L’aggiunta della farina 00 conferisce a questi muffin rilievo e struttura. L’uva può riservare delle sorprese inaspettate al palato. Se si vuole, mettere al posto dell’uva, dei mirtilli o dei lamponi o addirittura del formaggio cheddar grattugiato, omettendo, in questo caso, lo zucchero da cospargere sopra.

Note personali:

La ricetta è facilissima. Da fare ad occhi chiusi. Il risultato è delizioso. Sa di casa e di rustica semplicità. Non starebbe male stendere un velo di marmellata o di burro una volta aperti i muffin tiepidi. Anzi, io l’ho fatto (con la marmellata di rabarbaro, per la precisione) e devo dire che sono ancora più TOP (come direbbe un mio alunno). Ho sfornato sedici muffin, e non dodici, come previsto dalla ricetta.

Rispettando l’idea che l’impasto dei muffin deve essere mescolato pochissimo (un’altra dea del mondo gourmet, Delia Smith, invoca: “appena 15 secondi”), questi muffin rimangono belli morbidi, senza alcuna pesantezza, e si mantengono veramente bene per due-tre giorni. Da me al terzo giorno non arrivano mai, un po’ perché io sono un goloso, un po’ perché ogni tanto divento generoso, e li offro a tutti, anche ai passanti e ai mendicanti.

Il colore giallognolo di questi muffin sembra ricordare il sole che si è dimenticato di uscire in questi giorni. Perciò i “Corn muffins” di Santa Martha Stewart sono terapeutici e taumaturgici. Buon appetito.

La ricetta è PROMOSSA.

Biagio d'Angelo

sabato 23 giugno 2018

STRAWBERRY JELLY CHEESECAKE PER STARBOOKS REDONE DI GIUGNO 2018







 Riceviamo da Giulia, lettrice senza blog, un bel dolce freddo per il Redone di questo mese che pubblichiamo volentieri:



 Con l’arrivo dell’estate purtroppo non posso più usare il forno…è vecchio poverino e scalda tanto…troppo (fra un po’ fonde la cucina), perciò cerco di fare dolci che non ne richiedano l’uso, o almeno ci provo.
Ecco perché ho scelto di provare questa cheesecake, che mi attirava un sacco

Ingredienti per 12 persone
Tempo di preparazione 30 minuti più il riposo in frigo
Attrezzatura: robot da cucina con le lame o frullatore, teglia da 25 cm di diametro con fondo amovibile imburrata e foderata con carta forno ( fondo e bordo )

Per la base
300 gr di biscotti digestive (o graham crackers)
2 cucchiai da 15 ml ciascuno (totale 30 ml ) di cacao in polvere setacciato
100 gr di burro

Per il cheesecake
600 gr di fragole mature
100 gr di zucchero semolato superfino tipo zefiro
1 cucchiaio da 15 ml di gelatina in polvere (per me 4 fogli di gelatina)
1 pacchetto da 135 gr di gelatina alla fragola in cubi
300 gr di formaggio fresco cremoso tipo Philadelphia
 
150 ml di doppia panna ( per me panna fresca comune )

Per la ganache di copertura
150 gr di cioccolato fondente ( per me al 70%)
80 ml di doppia panna (per me panna fresca comune )
1 cucchiaio da 15 ml di burro


Per la base, ridurre le digestive in briciole finissime nel robot da cucina o nel frullatore, in mancanza di questi, mettere i biscotti in un sacchetto di plastica per alimenti e colpirli con forza con un matterello. Aggiungere il cacao in polvere setacciato. Fare fondere il burro in un pentolino e aggiungere il mix di briciole di biscotto e cacao, amalgamare con cura e mettere tutto nella tortiera preparata. Pressate bene con il dorso di un cucchiaio e mettete in frigo mentre preparate la farcia.

Lavare e togliere il picciolo alle fragole, tagliarle a metà e metterle in una casseruola con lo zucchero e 80 ml di acqua. Lasciare bollire per 5 minuti o fino a quando le fragole non saranno morbidissime. Passarle attraverso un colino a maglie fitte, schiacciando bene la polpa col dorso di un cucchiaio, fino a quando non sarà rimasto nel colino solo un residuo di polpa compatta. Togliere ogni residuo di purea di frutta dall' altro lato e aggiungerla a quella filtrata, buttare il residuo compatto rimasto nel colino. Unire la gelatina in polvere alla purea calda e mescolare finché non si sarà sciolta.

Dividere la gelatina di fragole in cubi e metterla in una ciotola resistente al calore. Versare sopra 100 ml di acqua bollente e mescolare finché non si sarà sciolta. Aggiungere il composto alla purea di fragole e fare raffreddare.

In una ciotola mescolare panna e formaggio cremoso, unire la purea di fragole e gelatina, e amalgamare finché non sarà tutto denso e cremoso.
Versare la farcia ottenuta sulla base e mettere in frigo a rassodare per 1 ora.

Per la ganache, spezzettare il cioccolato fondente e metterlo in una ciotola resistente al calore con il burro e la panna. Posizionare il tutto su una pentola di acqua bollente ( bagnomaria ) e fare fondere il tutto. Mescolare per bene fino a ottenere una ganache densa e lucida. Versarla sulla farcia ormai rassodata e rimettere in frigo per almeno 2 ore o per tutta la notte.

Per servire, sformare il cheesecake ( all'occorrenza con l'aiuto di un coltello) e posizionarlo sul piatto di servizio. Può esser conservato in frigo per un massimo di 3 giorni.
Per semplificare la ricetta si può omettere la ganache e decorare il cheesecake con fragole fresche e riccioli di cioccolato fondente.
 
Note personali

1.  Non avendo trovato la gelatina in polvere ho usato i fogli di gelatina, che ho ammollato in acqua fredda per 10 minuti e poi aggiunto alla purea di fragole ancora calda.
2.  Di solito quando preparo una cheesecake ed è richiesto un fondo cioccolatoso utilizzo dei biscotti al cacao, l’aggiunta del cacao ai comuni biscotti secchi mi ha piacevolmente sorpreso, anche se per gusto personale ne ho messo un po’ di più di quanto dice l’autrice.
 
1.  Unico appunto che mi sento di fare è sulla quantità di ganache che ricopre la torta, l’avrei preferita un po’ più sottile...per tutto il resto per me la ricetta è

PROMOSSA!


Giulia

venerdì 22 giugno 2018

NO BAKE LEMON MACAROON CHEESE CAKE


Quando avevo l'età di mia figlia, ero la più grande esperta vivente di porcate alimentari.
Ero in grado, senza battere ciglio, di sciorinarvi tutta la mappa dei Mc Donald's d'Europa, con tanto di declamazioni dei menu e di degustazioni comparate dei Mc Nuggets e dei milk shake alla fragola; potevo dirvi quanti anelli di cipolla erano contenuti nelle diverse porzioni di onion rings del Burger King, quale fosse l'orario migliore per un Buddy Meal al KFC e se fossimo stati in confidenza vi avrei anche mostrato le prove della conoscenza sul campo, dalla collezione delle sorprese degli Ovetti Kinder e del Mulino Bianco fino alle confezioni da 24, unte e rigorosamente vuote, dei Dunkin Donuts. Se poi aveste fatto trapelare qualche segnale di complicità, di sicuro saremmo passati allo scambio dei segreti più inconfessabili, elencati in ordine cronologico nel solo vero kamasutra che abbia mai avuto diritto di cittadinanza in camera mia- e cioè, il "come mangi la Girella" "da dove inizi con il  Buondì motta" fino all'apoteosi dei sensi delle rotelle di liquerizia Haribo che, vista l'importanza rivestita nella formazione gastronomica della sottoscritta, meriterebbero un trattato a parte.



Per la legge della compensazione, che funziona sempre perfettamente quando si abbina alla vista lunga della sfortuna  mia figlia che ha ora l'età che avevo allora è una sacerdotessa dell'healthy food.
Capisco Medea, per dire.
La fregatura maggiore non sta nè nella tristezza della spesa, nè nel costante sfracellamento di maroni a cui sono sottoposta, da un anno a questa parte,a botte di "queste non sono proteine", "questo è ZUCCHERO, MAMMA, TI RENDI CONTO CHE QUESTO E' ZUCCHEROOOO!!!!", quanto piuttosto nel fatto che il sostegno di mia figlia venga meno, nel momento del bisogno.
Perchè, in questi ultimi anni, quelli in cui la Natura fa a noi donne il dono di ingrassare ad ogni respiro, ho dovuto di necessità tagliare di netto, alla voce porcate.
 Avrei preferito farlo alla voce "respiro", ovviamente, ma non è stato possibile.
Il sacrificio ha assunto poi proporzioni epiche da quando abito qui, nella sublimazione del regno delle porcherie: ogni giro al supermercato è un condensato delle fatiche di Ercole, con tutte le collezioni di Oreo che, come le teste dell'Idra di Lerna, spuntano dagli scaffali, assieme ai pomi d'oro dei Ferrero Rocher (gli Asiatici ci impazziscono, più che per la Nutella - e vai di serie limitate) e alle cinture, non di Ippolita ma di ogni più inverosimile prodotto che ha tutto, ma proprio tutto, per rendersi irresistibile ai miei occhi, colore radioattivo compreso.
E' qui che entrerebbe in gioco mia figlia: perchè quello che non posso comprare per me, posso ovviamente comprarlo per lei. E una volta in casa, chi andrebbe a disquisire su sottigliezze e dettagli, riguardo a chi ha effettivamente fatto fuori i kit kat al pandan, per dire?


Di conseguenza, quando ho dovuto scegliere (sottolineo "ho dovuto") una ricetta per questo Starbook, ero parecchio affranta. Il palato fine di mio marito si sarebbe ritirato sdegnato (gli Oreo, a lui, stanno come l'acqua santa al diavolo, con la differenza che quelli sono ripieni e adesso anche al cappuccino, al lampone, al burro salato e sarà meglio che torni in argomento, va'), di mia figlia, neanche a parlarne, gli amici miei son quasi tutti via- e gli altri partiranno dopo me e  insomma, già mi vedevo da sola, di fronte all'impresa immane di resistere a una montagna di calorie sotto forma di una torta a 4 strati.
E invece...
E invece è andata che la creatura ha fatto il lemon curd e già che c'era pure col burro e già che c'era si è leccata la pentola e già che c'era ha assaggiato un Golden Oreo new ediscion e già che c'era "ne assaggio una fetta" e già che c'era.."se non finisci la tua, ci penso io"
Che, sia chiaro, io l'avrei anche finita da sola, la mia.
Ma già che c'era...


NO BAKE LEMON MACARON CHEESECAKE




Per uno stampo a cerniera da 22 cm di diametro
per la crosta
453 g di Golden Oreo 
6 cucchiai di burro fuso

per il ripieno
3 cucchiai di cioccolato bianco fuso (io ho usato il Callebaut)
680 g di cream cheese, a temperatura ambiente 
110 g di zucchero semolato
100 g di cocco disidratato in polvere (farina di cocco), dolce*
280 g di lemon curd**

per il topping
360 ml di panna da montare (potete ridurla, dipende dal tipo di decorazione che volete fare)
100 g di zucchero a velo
mezza tazza di fiocchi di cocco (non li ho trovati e non li ho messi)

*nel mio caso, non dolce
** fatto in casa con succo e scorza di 3 limoni, 60 g di burro, 3 uova intere e un tuorlo, 125 g di zucchero. 

Procedimento
preparate lo stampo, ungendolo leggermente (io metto anche un foglio di carta da forno sul fondo, facendolo aderire bene e tagliandolo rasente ai bordi con un coltellino affilato. Serve per evitare di rigare lo stampo, quando si taglia la cheesecake)
In un frullatore, riducete in briciole i biscotti. Aggiungete il burro fuso e amalgamatelo bene, con un cucchiaio o anche con le mani, poi rivestite il fondo e i bordi dello stampo con uno strato sottile di questo mix, premendo bene con le mani. 
Fate fondere il cioccolato, a bagnomaria o al microonde. 
Montate il cream cheese con le fruste, poi aggiungete lo zucchero, il cioccolato e il cocco, sempre montando: dovrete ottenere un composto arioso e spumoso. 
Versatelo nel guscio di biscotto,livellando bene la superficie con una spatola. Aggiungete il lemon curd e livellate bene anche quello.
Montate la panna e, quando inizia a rapprendersi,  aggiungete lo zucchero, continuando a montare fino a quando si formeranno dei grossi ciuffi. Spalmatela a piacere sulla superficie della torta, decorate con i fiocchi di cocco e mettete in frigo per almeno 4 ore prima di servire. 

NOTE MIE

Nessuna difficoltà nel procedimento che anzi è veramente basico, lemon curd pronto incluso. Ovviamente, all'Equatore devo aggiustare sempre qualcosa, stavolta non negli ingredienti ma nei riposi in frigo (praticamente ad ogni passaggio), ma sono variabili che spettano agli esecutori, non agli autori di libri. 
Il problema, ad essere sinceri, è il gusto: credevo di aver visto tutto con la Stupendissima, alla voce "come tirar fuori il massimo dei grassi in una torta al cocco e limone", ma mi sbagliavo di brutto: qui siamo davvero oltre ogni immaginazione, con in più i 4 tuorli del lemon curd. La panna per me era eccessiva (già 1 ml, figuriamoci 360..)  ma, in generale, è tutto molto molto molto "over". 
Resta il fatto che, alla fine, ha capitolato anche il marito, con un "c'è ancora un po' di quel mattonazzo di ieri sera?" con cui ha esordito stamattina a colazione e che compendia il dramma di questo giudizio, che trova  in questa potente sintesi :) la sua più piena espressione

PESANTEMENTE PROMOSSA


giovedì 21 giugno 2018

RASPBERRY MOJITO POPS




Da bambina adoravo mangiare i ghiaccioli, dai classici gusti menta e limone a quello alla cola...
Ricordo ancora quelli casalinghi che preparava mia mamma, che erano deliziosi, così come ricordo perfettamente gli stampi in cui lei versava il composto da congelare. Gli stampi erano fatti di alluminio, con il supporto bianco, e si usavano solo stecchini in legno. Mio papà usa ancora gli stessi stampi...

Non amo molto il Mojito, preferisco altri cocktail, ma questa versione in ghiacciolo, con l'aggiunta dei lamponi, mi incuriosiva parecchio! Sono dell'idea che, la curiosità in cucina, vada sempre soddisfatta :)))


Raspberry Mojito Pops
da No Bakes Treats, Julianne Bayer



Ingredienti per 10 ghiaccioli

170 g di lamponi 
85 g di zucchero semolato
15 ml di succo di lime
da 6 a 8 foglioline di menta
473 ml di club soda
59 ml di rum bianco
10 bastoncini di legno
10 foglie di menta (facoltativo)


Mettere in un robot da cucina o in un frullatore, i lamponi, lo zucchero, il succo di lime e le foglie di menta. Azionare l'apparecchio fino ad ottenere una purea. In una brocca o in una ciotola versare la purea di lamponi, club soda e rum bianco e mescolare bene. Versare negli stampi da ghiacciolo. Si raccomanda di utilizzare una brocca graduata per effettuare questa operazione, in modo da evitare perdite del composto. Inserire lo stecchino in legno e mettere in congelatore per almeno 4 ore. Se non avete gli stampi muniti di supporto per mantenere il bastoncino fermo, si consiglia di inserirlo dopo circa un'ora dall'inizio del congelamento. Se amate la menta, lasciatene cadere una fogliolina in ogni stampo prima di congelare.

Note personali

La ricetta è una "non ricetta", nel senso che i passaggi sono veramente alla portata di tutti. L'autrice stessa scrive che, la parte più difficile, è aspettare che i ghiaccioli siano pronti. Questo non significa approssimazione, perché l'esatto dosaggio degli ingredienti è fondamentale per ottenere dei ghiaccioli perfettamente equilibrati, come sono quelli ottenuti seguendo la ricetta della Bayer.
L'autrice del libro, spiega di aver effettuato svariate prove prima di arrivare al giusto dosaggio degli ingredienti, e che i lamponi garantiscono la giusta asprezza per compensare il gusto della menta (che può diventare invadente se non ben compensato, aggiungo io).

Io ho utilizzato degli stampi in plastica con il bastoncino sempre in plastica. Quando preparerò questi ghiaccioli a mio papà, con i lamponi del suo orto, userò gli stampi di mia mamma... :)))

Trovo questi ghiaccioli simpatici ed originali, e sono un'idea perfetta per una merenda leggermente alcolica, o per uno snack dopocena :)))
Il mio consiglio è: provateli, non ve ne pentirete!!!

La ricetta è decisamente:

PROMOSSA

mercoledì 20 giugno 2018

NO-CHURN ESPRESSO BEAN ICE CREAM


Dove abito io sta piovendo un giorno si e l'altro pure 😐prima fa freddo...e poi caldo...insomma non si capisce più che stagione sia. Tutto ciò non mi ha tolto la voglia di fare gelati.
Prima di girovagare sul blog di Stefi ( si...la colpevole è lei....) non conoscevo questo tipo di gelato....quello furbissimo, senza gelatiera che rimane cremoso... Ho provato i suoi ....e anche quelli di Nigella... ricordo con entusiasmo quello al caramello salato e quello al caffè...
Io non bevo caffè...mai, anzi, come mi ricorderebbe mio marito, in pochissime occasioni. Le volte che l'ho fatto è stato per non offendere la padrona di casa che me lo aveva offerto con tanta premura 😳
Adoro invece i dolci alla panna e caffè, ragion per cui questo gelato lo DOVEVO fare.
Come dovevo fare il confronto con quello di Nigella ....

Ingredienti per 8 persone:

57 ml di acqua bollente
1 cucchiaino di caffè solubile
45 g di chicchi di caffè ricoperti di cioccolato fondente
355 ml di doppia panna
130 g di zucchero a velo
227 g di formaggio spalmabile tipo Philadelphia a temperatura ambiente
156 ml di latte condensato zuccherato


In un bicchierino versare acqua bollente e aggiungere il cucchiaino di caffè solubile per preparare il caffè. Mescolare per far sciogliere bene la polvere e lasciare raffreddare (FOTO1) .
Tritare in un mixer con le lame i chicchi di caffè ricoperti di cioccolato, fino ad ottenere delle briciole molto piccole (FOTO 2).

Mettere in freezer una ciotola capiente e le fruste per montare la panna ( oppure la ciotola della planetaria e relativa frusta per montare....se avete un freezer capiente) e lasciate raffreddare il tutto per 5/10 minuti. Versare la panna nella ciotola fredda e montare a velocità medio-alta fino a quando non farà le bolle. Lentamente unire lo zucchero a velo e montare ad alta velocità fino a ottenere neve ferma. Mettere da parte (FOTO 3).

Montare il formaggio cremoso a velocità medio-alta per 2/3 minuti, fin quando non sarà chiaro e spumoso. Raccogliere il composto che si sarà attaccato ai bordi della ciotola con una spatola. Aggiungere lentamente il latte condensato  e il caffè che si sarà raffreddato, continuando a sbattere, finché non sarà tutto omogeneo, raccogliendo il composto dai bordi della ciotola all'occorrenza (FOTO 4). Infine unire la panna montata e le briciole di chicchi di caffè, mescolando bene (FOTO 5). Mettere il gelato in un contenitore resistente al freezer, e far congelare da 6 a 8 ore (FOTO 6).

Il gelato prima del passaggio in freezer


Note:

- Al posto della doppia panna ho usato panna fresca comune del banco frigo.

- Invece del bicchierino, ho usato un bicchiere normale per sciogliere il caffè....volevo evitare di spatasciare tutto 😅

- Siccome in foto c'erano pezzettini di chicchi di caffè ricoperti di cioccolato sulla superficie del gelato, ho tenuto da parte un pochino di briciole da metter sopra.

- Ho messo un foglio di carta forno sulla superficie del gelato ...prima di riporre in freezer .

- La ricetta è semplice e ben spiegata, permette di ottenere un ottimo gelato con poco sforzo e senza gelatiera. E' cremoso, consistenza perfetta.... bastano 5/10  minuti fuori freezer ( dipende dalla temperatura che avete in casa) per averlo come in foto. 
- Dimenticavo, quello di Nigella è leggermente più cremoso ( ma pochissimo) ...il sapore, a mio avviso, è meglio questo, di molto... Il croccante delle briciole ci sta d'incanto...divino...
La ricetta è naturalmente

PROMOSSA



martedì 19 giugno 2018

SALTED PISTACHIO DARK CHOCOLATE TRUFFLES

Al primo caldo la mia voglia di cioccolato svanisce come neve al sole.
Certo non lo disdegno nel gelato, ma è forse l'unica occasione che posso dargli per avvicinarsi a me nei mesi estivi.
Da una parte ringrazio il cielo per questo senso di rifiuto, non legato certo alla paura della prova costume, che mai supererò nonostante inutili tentativi e che non mi preoccupa più di tanto visto che al mare proprio non ci andrò.
Piuttosto per quel legame che nella mia testa vede il cioccolato soccorrere il desiderio di calore corporeo tipico dell'inverno.
Però per la causa Starbooks mi sono immolata e siccome in vita mia non ho mai preparato un tartufo (in altre occasioni ho detto che non mi fanno impazzire) ho deciso che avrei provato questi.
Non avvolti dal cacao, con il quale rischio ogni volta il soffocamento, ma ricoperti da uno strato croccante di cioccolato nero che li maschera da deliziose praline.
Ingredienti per 48 tartufi

PER IL RIPIENO
237 ml di panna fresca ad alta percentuale di grassi
29 g di burro non salato
340 g di cioccolato fondente in gocce
161 g di pistacchio salato sgusciato

PER LA COPERTURA
284 g di cioccolato fondente in gocce
1 o 2 cucchiai di olio vegetale (da 15 a 30 ml)
2 cucchiaini di fiocchi di sale marino (10 g)

Per il ripieno
In una casseruola media, aggiungete la panna ed il burro. Scaldate sulla fuoco a temperatura media e mescolate costantemente fino a che il burro non sia sciolto e la panna cominci a fremere (non deve bollire). Aggiungete il cioccolato fondente alla panna e lasciatelo riposare senza toccarlo.
Sopo 5 minuti mescolate vigorosamente fino a che il cioccolato è morbido.
In un mixer, tritate il pistacchio in briciole fini, versatelo nel cioccolato fuso e mescolate fino a che il tutto non si combinato.
Coprite e refrigerate dalle 2 alle 4 ore fino che il ripieno sono sia ben fermo.
Una volta che il ripieno si è solidificato, usate uno scavino da melone o per piccoli biscotti per formare le palline di ripieno (c.ca 8 g ciascuna). Passate in freezer dai 15 ai 30 minuti prima di procedere alla copertura.

Per la copertura
In una ciotola per microonde, scaldate il cioccolato fondente ed 1 cucchiaio di olio vegetale per 60 secondi. Mescolate fino a che il cioccolato non sia completamente morbido. In caso siano rimasti delle parti di cioccolata non sciolta, ripassatelo nel microonde per altri 30 secondi.
Testate il cioccolato con un cucchiaio. Se la consistenza è corretta, il cioccolato dovrebbe scendere con facilità dal cucchiaio. Se è ancora troppo spesso, aggiungete un secondo cucchiaio di olio e mescolate bene.
Togliete i tartufi dal freezer in piccole quantità per evitare che si ammorbidiscano con il calore. Versate 1 o 2 tartufi nel cioccolato fuso e fateli rotolare in modo che vengano ben coperti.
Usate una forchettina per sollevare i tartufi dal cioccolato e battetela sul lato della ciotola per togliere il cioccolato in eccesso.
Sistemate i tartufi coperti su un foglio di carte da forno ed usate uno stuzzicadenti per spingere il tartufo via dalla forchettina. Ripetete fino a che tutti i tartufi non saranno coperti.
Cospargete i tartufi formati con il cioccolato di copertura rimasto ed un pizzico di sale marino.
Conservate i tartufi nel frigorifero.

NOTE PERSONALI

  • E' ormai risaputo che il cioccolato fondente ama il sale. Che si tratti di un pizzico di fiocchi di sale o pistacchi salati, qui il binomio è vincente. Anche la quantità dei pistacchi del ripieno è ben bilanciata e non risulta eccessiva nella sapidità. La panna oltre a creare questo effetto velluto fondente, smorza il sale e lascia emergere il sapore del pistacchio. 
  • Il procedimento è molto semplice e non richiede neanche troppo tempo. Per mia comodità, ho lasciato i tartufi pre copertura nel freezer tutta la notte. Siccome dovevo poi coprirli in un momento piuttosto caldo, ho preferito che fossero ben freddi in modo che a contatto con il cioccolato fuso, si indurissero poi velocemente. E così è stato. Vi garantisco che non si congelano, anzi, tendono ad ammorbidirsi senza difficoltà. 
  • La formatura è stata un po' più complicata. Con lo scavino per il melone non è andata tanto bene. Dopo un po', ammorbidendosi il ripieno, le palline restavano all'interno dell'incavo e mi toccava smoccolare un bel po' per farli uscire. Così mi sono munita di cucchiaini ed ho rollato le palline a mano, cercando di fare con la massima velocità perché si sciolgono che è una bellezza. Alla fine sono riuscita a dare loro una forma decente. 
  • Io ho dimezzato le quantità. Come dicevo non è il mio periodo del cioccolato e 48 tartufi mi sembravano decisamente tanti. Me ne sono venuti 25: se questa non è precisione. 
  • Non è indicato il tempo di conservazione ma solo la modalità. Credo che essendo a base di panna debbano essere consumati non oltre una settimana. 
  • In casa sono piaciuti ma anche i miei concordano che uno a fine pasto, tolto dal frigo quindi bello fresco, è assolutamente una coccola; due non ci si fa. A me ha ricordato alla lontana, la ricchezza della Torta Pistocchi. Ne basta un morsino, per lo meno per me. Posso però dire senza dubbio:
PROMOSSA 



lunedì 18 giugno 2018

COCONUT CREAM PIE PARFAITS




Un paio di mesi fa cercavo un dolce per il mio compleanno.
Una gran golosa ha aspettative di un certo tipo, ovvio.
Una gran golosa che voglia entrare nella stessa taglia che porta attualmente, anche.
Quindi per farla breve il dolce non doveva essere al cioccolato, che mi perdonerete ma non ne vado matta.
Non doveva essere troppo grande, perchè di solito i dolci in parte li regalo ma questo vista la ricorrenza volevo mangiarmelo in santa pace.
Se avesse avuto il latte condensato dentro, meglio.
Se avesse preso poco sforzo per la preparazione, idem.
E non perchè i dolci non mi piaccia farli, o non mi ci voglia applicare, anzi il desiderio segreto era una torta di Ottolenghi che ad occhio e croce non basta un pomeriggio tra farla ed assemblarla.
Ma con gli orari che ho adesso spesso non ho due ore di fila da passare in cucina.
A meno che non si parli di mettersi a preparare dalle 23 in poi, che insomma chiedo pietà anche io.
Che incontrasse il mio gran gusto per la cialtroneria che mi fa passare tranquillamente da creazioni sublimi di pasticceri affermati a barrette di Bounty.
Fritte, intendo.
Insomma la tiritera è per dire che questo è stato il prescelto.
Il latte condensato c'è, dei biscotti parenti degli Oreo pure, il cocco che adoro.
E soprattutto, si sporca pochissimo, si assembla e si lascia in frigo.
Che volere di più?
Ah, che si possa realizzare in monoporzioni non deleterie per la linea di nessuno.
Esauditi tutti i desideri, come in ogni compleanno che si rispetti ;)



INGREDIENTI
per 4 porzioni (vedere la nota)

per il pudding
2 tuorli grandi leggermente battuti
31 g di farina
128 g di zucchero semolato
473 ml di latte
 una lattina di latte condensato da 397 g
un cucchiaino di estratto di cocco

per il topping
237 ml di doppia panna
65 g di zucchero a velo

per la base
90 g di biscotti alla vaniglia sbriciolati (tipo Nilla)
43 g di burro fuso
cocco in scaglie per guarnire


Preparare il pudding: mettere in un pentolino farina e zucchero e mescolarli. Aggiungere il latte, il latte condensato e l'estratto di cocco.
Scaldare il composto su fuoco medio/basso girando sempre. Una volta che sarà caldo ma non bollente prelevarne circa 60 ml  e versarli un altro pentolino dove si saranno messi i tuorli.
Girare molto bene e quindi versare immediatamente sul composto di latte sempre mescolando e tenendo il fuoco medio /basso
Cuocere finchè il pudding comincerà ad addensare, cosa che avverrà abbastanza in fretta, quindi togliere dal fuoco e passare il composto ad un setaccio, cosa che aiuterà ad ottenere una crema liscia e setosa. Coprire con pellicola a contatto nella quale si sarà praticato qualche foro con uno stuzzicadenti e lasciare il tutto a temperatura ambiente per circa un'ora prima di passare in frigo per 4/6 ore.

Preparare il topping: mettere in freezer gli utentili che verranno usati per montare la panna per 5-10 minuti, quindi montarla con le fruste elettriche ed appena fa le bolle unire lo zucchero a velo. Sbattere finchè risulterà ben soda.

Per la base: ridurre i biscotti in polvere usando un robot. Fondere il burro al microonde e mischiarlo alle briciole.

Assemblare il dolce: dividere equamente tutti gli ingredienti tra le 4 coppe. Fare una base di biscotti sbriciolati che andranno premuti con un cucchiaio, quindi mettere sopra qualche cucchiaiata di pudding  ed infine decorare con la panna. Utilizzare il cocco in scaglie per la decorazione e tenere in frigo fino al momento di servire.

NOTE

- anche questa ricetta è semplicissima, e l'unico lavoro lungo è cuocere il pudding sul fuoco. Cosa che comunque sia prende pochi minuti. Non omettete l'aroma cocco perchè altrimenti perde molto e diventa un normale pudding alla vaniglia.

- le coppette da pudding sono più grandi dei miei bicchierini, ragion per cui ho ottenuto 8 porzioni abbondanti.

- temevo che l'insieme fosse troppo dolce persino per il mio famigerato sweet tooth e mi sbagliavo. Mi hanno magnificato il dessert per giorni, consorte compreso.

- nella foto del libro oltre alla decorazione con chips di cocco si vedeva qualche briciola della base, e così ho fatto anche io.

- c'è, come già notato in altre preparazione dallo stesso libro, qualche imprecisione nella conversione cups/grammi. Niente comunque che pregiudichi il risultato finale.


- i "Nilla wafers" indicati nella ricetta sono dei deliziosi biscotti alla vaniglia, molto semplici...unico segno particolare è che a produrli è la Nabisco, la ditta che produce anche gli Oreo, cosa che me li ha fatti essere simpatici a prima vista, oltre al fatto di essere ingrediente insostituibile del mitico banana pudding della Magnolia Bakery a New York, tappa obbligata quando vado al pari di un pellegrinaggio. 
Ultima precisazione a riguardo, quando in una ricetta americana leggete vanilla oppure chocolate wafers, non ci si riferisce ai wafer come li intendiamo in Italia, ovvero le sfoglie con la crema in mezzo. Sono semplici biscotti secchi.

        la ricetta è assolutamente 
PROMOSSA