mercoledì 31 maggio 2023

THE JOY OF BETTER COOKING: TIRIAMO LE SOMME?




Alice Zaslavsky è scrittrice adorata qui allo Starbooks e, se avete seguito con attenzione la disamina delle sue ricette in queste settimane, credo ve ne siate tutti accorti. Una sfilza di promozioni, molte delle quali entusiaste, che la confermano come una delle voci piú fresche e creative del panorama degli autori contemporanei. A ció si aggiungono la vena di allegria che palpita nelle sue ricette e la gioiosa spontaneitá della sua cucina, lontana anni luce dalle guru ispirate e grinzose che, mentre predicano l'immortalitá a tavola, ci fanno invocare la morte, qui e ora, di fronte alle loro proposte gastronomiche, beveroni verde-Hulk inclusi. 

La caratteristica che maggiormente avevamo apprezzato nel suo primo libro era stato proprio quel perfetto equilibrio fra lo spessore dei suoi contenuti e la levitá del suo approccio, tradotto anche graficamente in un'opera che metteva allegria sin dalle prime pagine. Perché Alice tutto è fuorché una sprovveduta: certo, in un mondo dove tutti pontificano non tirarsela puó essere un rischio, ma la sua competenza è solida ed è proprio quella che dá profonditá alla leggerezza e crea quel dialogo tutto speciale con i lettori, consapevoli di essere in buone mani, da un lato, ma a proprio agio con qualsiasi preparazione, come se tra lei e loro non ci fossero distanze. 

Sará stato per questo, allora, che il suo secondo libro ha immediatamente inaugurato un cambio di rotta, nel leggero disappunto di chi, come noi,  aspettava una seconda puntata su quelle verdure riscattate dagli abusi di questi ultimi anni grazie ad un approccio fresco e originale. Il tema, questa volta, era un altro, sicuramente sintonizzato sulle corde dell'autrice ma decisamente piú vasto e piú ambizioso: un ricettario che avesse come ispirazione quella gioia del cucinare perduta nei meandri del salutismo, dell'ecologismo, del gastrofighettismo  a cui ci siamo dovuti arrendere, in questi ultimi anni. 

Idea bellissima in teoria, molto insidiosa nella pratica e spiace dire che non tutto è andato secondo i piani. Perché, accanto ad alcune ricette portentose, destinate a diventare dei classici nelle nostre cucine, abbiamo registrato troppe imprecisioni e qualche errore oggettivamente non giustificabile (le cotture del riso, l'approccio ai lievitati) che ci ha fatto fare un passo indietro sulla strada dell'entusiasmo. 

Sia chiaro: i libri brutti sono tutt'altra cosa. Ma qui siamo allo Starbooks, vale a dire dalla parte di chi cerca libri di cucina di cui fidarsi, nella convinzione che basti seguire le ricette alla lettera per ottenere i risultati promessi. É uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo, insomma, anche quando si preferirebbe liquidare la faccenda con qualche formuletta salva-amici, salva-reputazione, salva-followers. 

E dunque, è un ni: l'idea di partenza non era male anche perché, come detto sopra, le carte in regola per ambire a diventare una sorta di Nigella Lawson dell'altra parte del mondo ci sono tutte. Stessa attitudine nei confronti del cibo, stessa visione a 360 gradi (ogni ricetta rimanda a un'altra, in qualche altro angolo di mondo), una buona capacitá di scrittura (la stessa no, sorry: Nigella é ineguagliabile). 
A mancare, forse,  è l'esperienza (e questo lo dico fra parentesi, come esercizio di dietrologia: ma se gli editori dessero ai loro autori il tempo di maturare, probabilmente avremmo meno libri in commercio, ma di qualitá sicuramente migliore). Quell'esperienza che fa rima con pazienza, che ti impone di pesare tutti gli ingredienti, di controllare al nano secondo i tempi di cottura, di misurare le teglie, di non saltare i passaggi, di cimentarsi con piatti che si conoscono bene (la carta da forno  nella teglia della focaccia, Alice, con tutto il rispetto, non si puó sentire) e tante piccole imprecisioni che all'occhio di un lettore esperto possono anche passare per peccati veniali, ma che possono determinare dei veri e propri insuccessi per il pubblico a cui la Zaslavsky espressamente si rivolge, cioé chi si tiene lontano dalla cucina perché ne teme le insidie e ne ha paura. 

Ció detto, Alice  Zaslavsky resta ancora nel novero degli autori che amiamo e non sará questo passo falso a farci cambiare il giudizio su di lei. Sará il prossimo libro, il luogo di un "Tiriamo le somme" piú articolato e definitivo, quello in cui capiremo se il suo potenziale si è finalmente espresso come supponiamo che debba fare o se, invece, dovremo rimpiangere la solitudine di In Praise of Veg (che resta uno dei libri piú belli mai passati allo Starbooks). 

Ma se l'appuntamento con Alice è spostato a data da destinarsi, quello con voi  è invece programmato a breve, al secondo lunedí di giugno, il mese in cui per tradizione ci salutiamo, prima della pausa estiva. Lo faremo con un ultimo libro, attesissimo e famosissimo, che non vediamo l'ora di mettere alla prova. 
Ci vediamo fra due settimane!
Alessandra 

martedì 30 maggio 2023

STARBOOKS REDONE DI MAGGIO 2023: IL VINCITORE!


 Fine del penultimo Redone prima delle vacanze estive, e chi si aggiudica una copia del libro del mese?
La nostra fedelissima Anto con

Sandwich con Stilton, bacon e cioccolato

Chiediamo al vincitore di contattarci via mail così da metterci d'accordo per l'invio dell'e-book scelto.
A tutti gli altri,  il Redone torna il mese prossimo! 

 

lunedì 29 maggio 2023

LADY MARMALADE MELTING MOMENTS

 



Come suggerisce la parola stessa, i “Melting Moments” sono un tipo di biscotto molto leggero, di origine scozzese, si suole dire, a volte ripieno di crema o altro, altre volte uniti insieme, in una specie di modello “sandwich”. Quando ho visto questa ricetta nel libro di Alice Zaslavsky, non ho esitato: dovevo testarla.
In Australia, da dove la nostra Alice viene, questi biscotti sono pure chiamati “Yo-Yo”. Tuttavia, sebbene siano molto simili per gusto, consistenza e aspetto, sono diversi l'uno dall'altro. I biscotti Yo Yo sono realizzati con preparato per crema pasticcera in polvere che conferisce loro il sapore più cremoso e incredibile, mentre i “melting moments” sono realizzati con l’amido di mais, che è quello che fornisce il particolarissimo aspetto scioglievole in bocca. 

Adesso che vi è venuta l’acquolina in bocca (spero!) passo alla ricetta e al mio giudizio finale! 


Ingredienti per circa 25 biscotti-sandwich ripieni


40 g di zucchero a velo 

250 g di burro non salato, ammorbidito

225 g di farina 00, più dell’altra per spolverare 

75 g di preparato in polvere per crema pasticcera (vedere nelle note) 

1 cucchiaino di lievito per dolci

¼ di cucchiaino di fiocchi di sale


Per il buttercream alla marmellata

100 g di burro non salato, a temperatura ambiente, molto morbido

85 g di zucchero a velo, più dell’altro per rifinire

la scorza e il succo di ½ arancia

1 cucchiaio colmo di marmellata di arance


Rivestire due teglie con carta da forno.

Se lo zucchero a velo che avete a casa è grumoso, basta metterlo in un robot da cucina, o in un sacchetto con chiusura a zip e schiacciarlo con un mattarello, affinché sia completamente privo di grumi. 

Usando una planetaria con l'attacco a foglia, montare il burro ammorbidito fino a renderlo uniformemente morbido, quindi aggiungere lo zucchero a velo e montare fino a ottenere un composto chiaro e cremoso (più lo montate, meglio è).

Setacciare insieme la farina, la polvere per crema pasticcera e il lievito. Aggiungere al composto di burro, insieme al sale, e mescolare con un cucchiaio di legno fino a quando non sarà ben amalgamato.

Usando un misurino della dimensione di un cucchiaino spolverato con un pizzico di farina, raccogliere 2 cucchiaini rasi del composto, rotolando tra le mani fino a formare delle palline delle dimensioni di una noce (circa 2 cm). Se si hanno le mani calde, picchiettare un po' di farina su di esse per evitare che il composto si attacchi. Distribuire uniformemente le palline sulle teglie. 

Mettere i vassoi in frigorifero a raffreddare per 15 minuti, o anche tutta la notte.

Al momento della cottura, preriscaldare il forno a 150°C. Con una forchetta infarinata premere su ogni pallina di pasta per farne un disegno. Cuocere per 15-18 minuti, fino a quando i biscotti non sono abbastanza solidi da poter essere mossi con un tocco delicato, sono di colore giallo crema e il fondo è ancora giallo chiaro. Lasciare raffreddare per 10 minuti, quindi raffreddare completamente su una gratella prima di farcire.

Preparare la crema al burro nella planetaria montando a crema il burro e lo zucchero a velo fino a renderli super pallidi. Aggiungere la scorza d'arancia, il succo e la marmellata e sbattere fino a incorporarli.

Per farcire i biscotti, trasferire la crema al burro in una tasca da pasticcere e riempire una metà dei biscotti, oppure, più facilmente, spalmare un po’ di ripieno sopra con un cucchiaino. Mettere i biscotti non farciti sopra quelli ripieni come cappelli, schiacciando leggermente per distribuire più uniformemente il ripieno.

Dare al tutto un'ultima spolverata di zucchero a velo come abbellimento finale.

I biscotti si conservano in un contenitore ermetico in un luogo fresco per un massimo di 5 giorni. Possono anche essere congelati (riempiti o non riempiti) per un massimo di 3 mesi; scongelare per almeno 30 minuti prima di servire.


Note 


Le mie note saranno brevi perché mentre ero tutto in preda a scrivere questo post avevo l’acquolina in bocca… e quasi sbavavo (cosa orribile a dirsi) sul mio computer… So di essere un goloso ma, vi prego, questi biscotti DEVONO essere fatti non appena possibile, ma SUBITO. Sono di una bontà sublime. A parte che si sciolgono in bocca, il sottoscritto ha percepito quella particolare sensazione gustativa, indefinibile, che poi...ci fa felici. Sono facili da fare e altrettanto facilmente si finiscono. Qui, secondo il mio modesto giudizio, il pezzo forte è la crema al burro con l’arancia. È una cosa da stare male di felicità. Da svenimento. Provoca moltissima dipendenza, quindi allontanatela da voi oppure regalatela (come ho fatto io per pensare alla mia salute)


In mancanza e impossibilità di trovare il preparato per  crema pasticcera in polvere, ho usato l’amido di mais, come suggerito dalla propria Autrice. In questo caso, dovrete aggiungere all’impasto dei biscotti 1 cucchiaino di estratto di vaniglia o pasta di semi di vaniglia PIÙ un altro cucchiaio di zucchero a velo.


La ricetta è
PROMOSSA CON ESALTAZIONE E GRIDOLINI ESTATICI DI MERAVIGLIA.
E non esagero. 

 

Biagio D'Angelo - Glogg the Blog

venerdì 26 maggio 2023

THRUPPLE BUTTER CRUMPETS

 

Qualche anno fa ho scoperto i crumpets attraverso la ricetta di Paul Hollywood, che trovai divertente da realizzare e deliziosa nel risultato finale.  
Questa sorta di incrocio tra pancakes, English muffin e qualche altra diavoleria anglosassone, richiede un po' di pazienza e tempo a disposizione perché la cottura non avviene in forno, lasciandoci così liberi di fare qualsiasi cosa d'altro nel frattempo, ma ti imprigiona davanti alla padella. 
Richiede l'occhio vigile in attesa della salita delle bollicine che avvisano che siamo in dirittura di arrivo. 
Inoltre dovrete essere muniti di cerchi di acciaio, che l'autrice propone di realizzare con un po' di fantasia, anche utilizzando delle scatolette di tonno preventivamente ben pulite. 
Perfetti per una colazione domenicale/brunch, in questa ricetta sono accompagnati da un burro speciale che è l'ospite d'onore di questa ricetta. 

Ingredienti per 16 crumpets  

2 cucchiaini di lievito secco (un sacchetto da 7 g)
1 cucchiaino di zucchero ed extra per spolverare 
300 ml di acqua tiepida 
100 ml di latticello 
300 g di farina auto lievitante
1 cucchiaino di fiocchi di sale marino
1 cucchiaino di lievito per dolci 
1/4 di zucca (squash) semi rimossi 
Olio vegetale per spennellare 
25 g di burro fuso 

Per il Walnut ripple butter (un panetto di c.ca 300 g )
125 g di burro non salato, morbido 
90 g di miele
35 g di noci tostate e tritate grossolanamente o schiacciate 
1/2 cucchiaino di cannella in polvere più extra per spolverare 
1/4 cucchiaino di fiocchi di sale. 
  • In una ciotolina sciogliete il lievito e lo zucchero in due cucchiai dell'acqua tiepida a disposizione. Lasciate riposare 10 minuti fino a che non faccia la schiuma. 
  • Versate il latticello e la rimanente acqua in una ciotola. Aggiungete la farina, il sale e mescolate a mano per 5 minuti o metà tempo usando una frusta elettrica. Aggiungete il lievito in polvere nella miscela di lievito quindi aggiungete il tutto alla pastella ed incorporate per 30 secondi, fino ad assorbimento. 
  • Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare in un luogo tiepido per 1 ora. 
  • Nel frattempo riscaldate il forno a 180°. Coprite una teglia con carta da forno. Spennellate la zucca con l'olio e mettetela a faccia in giù sulla teglia ed arrostite per 40 minuti fino a che non sarà completamente morbida. Rimuovete dal forno e lasciate raffreddare. 
  • Mentre la zucca sta arrostendo, preparate il vostro burro alle noci. In una piccola ciotola, schiacciate burro e miele, noci, cannella e fiocchi di sale fino a farli stare insieme. Con un cucchiaio trasferite il tutto su carta da forno e date la forma di una salsiccia. Arrotolate la carta chiudendola come una caramella, e conservate in congelatore. 
  • Prelevate con un cucchiaio la polpa di zucca e passatela allo schiacciapatate quindi incorporatela alla pastella dei crumpets. 
  • Per cuocere i crumpet, riscaldate una padella di ferro per 10 minuti su fiamma media.  Usate della carta da forno per ungere la padella e gli anelli per i crumpets con il burro fuso. Mettete gli anelli nella padella e versate c.ca 2 cucchiai di pastella in ogni anello. 
  • Lasciate cuocere dai 5 ai 10 minuti, osservando le bolle salire in superficie. Quando i crumpets sembrano rassodati in cima, potete scoppiare le bolle con uno stuzzicadenti. 
  • Una volta cotti, capovolgete i crumpets per sigillare la superficie. Rimuovete gli anelli e osservate la meraviglia della vostra abilità. Ripetete il procedimento fino ad esaurimento dell'impasto. 
  • I crumpets sono deliziosi appena fatti,  cosparsi di burro di noci e magari con un pizzico extra di cannella e zucchero. 
NOTE PERSONALI
  • In confronto alla ricetta classica, i Crumpets di Alice vedono fra gli ingredienti un elemento vegetale, la zucca, che l'autrice utilizza per aggiungere ulteriore umidità all'impasto. Latticello al posto di latte e acqua tiepida per maggiore "sofficità" ed ultimo, 3 sfumature di lievito. Se i primi due ingredienti mi hanno riempito di entusiasmo, l'ultimo elemento, quello del lievito (di nuovo) mi ha lasciata molto perplessa. Ma andiamo per gradi.
  • Il procedimento è semplice e ben spiegato. Il tempo più lungo lo richiede la preparazione della zucca che al limite, può essere fatta in anticipo e tenuta al fresco, ma tutto il resto è chiaro. 
  • Quello che non è chiaro è il perché, inserendo nella ricetta una bustina di lievito secco attivo che è come usare 25 g di lievito di birra fresco, si chiede di utilizzare farina autolievitante ed aggiungere anche un cucchiaino di baking in soli 300 g di farina? Ho pensato ad un errore. Sul baking mi sono detta che con questo volesse creare la reazione con il latticello, ma tutto il resto? Evabbé, io sono andata avanti ed ho incontrato un'altra incognita. 
  • Per quanto riguarda la zucca, non è indicato alcun peso. Si parla di 1/4 di zucca (squash - che dovrebbe essere la nostra zucca violina) ma non è che le zucche le fanno con lo stampino. Alla fine ho pesato la mia ed ho inserito 200 g di polpa ma non sono sicura che questa sia la giusta quantità e in termini di aggiunta liquidi, potrebbero esserci degli sbilanciamenti. 
  • Sono andata avanti con la ricetta ed ho cotto i miei Crumpets usando dei cerchi di di acciaio di 8 cm di diametro. Le indicazioni sulla cottura sono corrette e l'aspetto dei crumpets era più che invitante. Purtroppo all'assaggio erano tutto tranne che soffici, direi pure "gommosi" e non so se la colpa sia la mia. Il sapore non era cattivo ma la consistenza decisamente troppo densa e tenace. 
  • La grande sorpresa di questa ricetta è invece questo burro dolce, crunchy e aromatico che sto utilizzando sul mio pane tostato a colazione e che è davvero una poesia. 
  • Sono intenzionata a riprovare la ricetta utilizzando la farina normale, riducendo alla metà il lievito indicato senza baking per capire se questo è un errore mio, anche se l'incognita della zucca resta. Con mio grande dispiacere non mi sento di promuovere questa ricetta e metto sulla bilancia la bontà di questo burro spettacolare per cui a malincuore devo dire 
RIMANDATA 


giovedì 25 maggio 2023

CACIO E PEPE RISOTTO

 



Partiamo da un presupposto. La cacio e pepe, a Roma, è una cosa seria.
Non fate sentire a un romano che nella cacio e pepe ci vanno panna, parmigiano o altro. La cacio e pepe si fa solo con pecorino romano, tanto pepe e acqua di cottura della pasta. Stop.
Detto ciò, ancora una volta questo mese ho voluto sfidare i puristi e provare questo risotto cacio e pepe di Alice Zaslavsky.
In fondo, mica è una pasta, no? Un minimo di licenza poetica secondo me possiamo concedergliela. Anzi, forse anche qualcosa di più.
Sarete d'accordo con me dopo aver assaggiato il burro aromatizzato che serve a completare il piatto ;)
 

Ingredienti per 4-6 persone:

1,5 litri di brodo di pollo di buona qualità o di brodo vegetale
2 cucchiai di olio extravergine di oliva, più altro per servire
1 cipolla piccola o 2 scalogni francesi, tritati finemente
440 g di riso arborio o carnaroli della migliore qualità possibile
½ bicchiere (125 ml) di vino bianco
120 g di crème fraîche
100 g di parmigiano reggiano stagionato
½ tazza di prezzemolo tritato, più altre foglie per guarnire

Burro CP
200 g di burro ammorbidito
100 g di parmigiano o pecorino grattugiato
4 spicchi d'aglio, tritati finemente
1 cucchiaio di pepe nero appena macinato
1 cucchiaino di sale in fiocchi
¼ di tazza di prezzemolo tritato.

Scaldate il brodo in una pentola e tenetelo in caldo a fuoco lento (non deve bollire). Se avete delle scorze di parmigiano nel congelatore, aggiungete anche queste in pentola.
In una padella dal fondo spesso, non necessariamente troppo larga, scaldate l'olio. Aggiungete la cipolla tagliata a dadini, aspettate che sfrigoli, poi chiudete il coperchio e fate cuocere a fuoco medio per 5-10 minuti, o finché la cipolla sarà trasparente ma non dorata.
Aggiungete il riso e fatelo tostare per 2 minuti, o fino a quando non sarà lucido, mescolando in continuazione.
Mantenete il fuoco medio. Aggiungete il vino e sfumate, sempre mescolando. Quando l'alcol sarà tutto evaporato, iniziate ad aggiungere il brodo, un mestolo alla volta. Mescolate di tanto in tanto con un cucchiaio di legno per evitare che il riso si attacchi al fondo. Quando il brodo si sarà assorbito, aggiungete altro brodo. Proseguite così per circa 25-30 minuti, quindi assaggiate per vedere se il riso è cotto. Continuate se ha bisogno di più tempo, aggiungendo un po' d'acqua calda se necessario, ma ricordate che il risotto deve essere al dente, setoso e cremoso, non duro e colloso.
Nel frattempo, preparare il burro CP. Mettete il burro in una ciotola. In un mortaio lavorate il parmigiano, l'aglio, il pepe e il sale fino a ottenere una pasta grossolana, come se steste preparando il pesto. Mescolate il tutto al burro, aggiungendo il prezzemolo alla fine.
Quando il risotto è al dente, aggiungete la crème fraîche, il prezzemolo e 50 g di burro CP. Aggiungete metà del parmigiano e mescolate. Togliete dal fuoco, mettete un coperchio e lasciate riposare per 5 minuti.
Versate il risotto nei piatti, battendoli un po' per far assestare il risotto.Aggiungete al centro un'altra noce di burro CP e sopra il parmigiano rimanente appena grattugiato. Servite cospargendo con altro prezzemolo, un'ultima grattugiata di pepe e un filo d'olio d'oliva. 

Considerazioni:

- Il risotto è buonissimo. Cremoso, con la punta di acido della crème fraiche che ci sta benissimo.
- La vera star del piatto qui è il burro aromatizzato. Le quantità sono abbondanti, non lo userete tutto per il risotto e vi assicuro che è meglio così, perché è pazzesco anche da solo. Provate a farci un pane all'aglio e poi mi direte. O a spalmarlo su un naan caldo caldo.

- La ricetta nel complesso è ben spiegata, non c'è nulla di complicato. In fondo si procede come per un normale risotto. L'unica cosa che ho fatto di diverso è stata la mantecatura, fuori dal fuoco.

Dato che i piatti sono stati spazzolati e il burro è diventato il mio nuovo grande amore, la ricetta è chiaramente

PROMOSSA
Alessandra Corona-La cucina di zia Ale

mercoledì 24 maggio 2023

GRATE APPLE & RASPBERRY CRUMBLE CAKE

Non so come possa definirsi quell'attrazione irresistibile per tutto ciò che in cucina sia improbabile, senza apparente logica, prossimo all'assurdo o contro le regole.
Più è strano, più mi piace.
E non parlo solo di maionese nei biscotti, Coca-Cola nelle torte o nel pollo, Philadelphia nelle frappe.
Parlo di procedimenti che sfidano tutte le conoscenze finora accumulate.
Di roba che non ha nella mia mente alcuna probabilità di stare in piedi.
Come questa torta.
Non si mescola niente, non si sbatte, non si monta nulla, non si amalgama alcunchè con delicatezza.
Manco un uovo che per pietà avrebbe tenuto tutto insieme.
Prendete gli ingredienti e li buttate nella teglia.
Giuro.
E per carità, di me potete anche non fidarvi: ma lo stesso scrive l'autrice.
Allora, sfidiamo ogni regola della pasticceria.
Divertiamoci a vedere cosa venga fuori.
Spoiler: una delle migliori torte uscite dalla mia cucina.
Farlo strano ha i suoi vantaggi, dopotutto :D

 

GRATE APPLE & RASPBERRY CAKE
per 6 persone

125g di burro salato, più dell'altro per imburrare
180g di semolino
220g di zucchero semolato tipo Zefiro
150g di farina autolievitante
un cucchiaino di cannella
mezzo cucchiaino di sale
2-3 mele Granny Smith abbastanza grandi
un cucchiaino di pasta o estratto di vaniglia
il succo di un limone
400g di lamponi surgelati
100g di noci pecan spezzettate grossolanamente
doppia panna o yogurt, per servire


Mettere il burro in freezer per almeno due ore o, ancora meglio, una notte.
Preriscaldare il forno a 180gradi e foderare la base di una teglia a cerniera con carta forno (20-22cm di diametro) ed imburrare i lati.

In una ciotola mescolare il semolino, lo zucchero, la farina, la cannella ed il sale usando le mani (o una spatola).
Sbucciare e rimuovere il torsolo dalle mele, quindi grattugiarle con una grattugia a fori grossi e metterle in una ciotola con la vaniglia ed il succo di limone. Unire alle mele i lamponi ancora surgelati.

A questo punto prendere il burro e grattugiarne un terzo con una grattugia a fori grossi, spargendolo alla base della teglia preparata. Cospargere con circa un terzo del composto di polvere (ebbene si, anche se sembra strano!). A questo punto distribuire nella teglia metà del composto di mele e lamponi, quindi cospargerlo con un altro terzo di polveri. A questo punto cospargere con un altro terzo del burro grattugiato, immediatamente sopra l'altra metà del composto di mele ed infine le polveri rimanenti. Cospargere con le noci pecan ed infine il rimanente burro grattugiato.

Appoggiare la teglia su una più grande e cuocere per 50-55 minuti o comunque finchè la superficie del dolce sarà quasi bruciacchiato.
Togliere dal forno e far raffreddare completamente prima di sganciare il bordo della teglia:

Servire con panna o yogurt, e preparatevi a qualcosa di sbricioloso, ma allo stesso tempo leggero, ed a vedere i vostri ospiti sgranare gli occhi dalla meraviglia!


NOTE


- che dire, se non che è il procedimento è esattamente come lo leggete. Anzi per semplificare l'autrice aggiunge un veloce schemino per ricordare bene i passaggi: burro, polveri, frutta, polveri, burro, frutta, polveri, noci pecan, burro.

- grattugiare il burro da congelato è stato un supplizio, per cui consiglio di grattugiarlo da ben freddo di frigo e conservare poi il risultato in freezer. L'autrice dice che volendo si potrebbe usare dell'olio al suo posto (la torta diventerebbe vegana) ma il risultato non sarebbe lo stesso, con una torta che tenderebbe a sbriciolarsi.

- le mele sono essenziali ma i frutti di bosco possono essere variati a piacimento. Adoro i lamponi e quelli ho messo ma mi riservo di usare anche un mix. Essenziale anche siano surgelati perchè si spappolerà meno.

- se non si ha la farina autolievitante si può aggiungere ulteriore lievito, se non si ha il burro salato si aggiunge altro sale. Easy peasy :)

- più zero sbatti di così non so cosa possa esserci. Che poi il risultato è una torta a dir poco divina, con un "quasi" crumble sulla superficie grazie al semolino ed una morbidezza ed umidità senza pari. Cuocetela bene eh, nel mio forno alla fine è stata un'ora piena e soprattutto far raffreddare bene prima di togliere la cerniera dalla teglia e di muoverla. Il giorno dopo se possibile era ancora più buona, e dati i gusti barbari della sottoscritta vi avviso che fredda di frigo ha un suo grosso perchè ;)

 PROMOSSA CON TUTTE LE LODI POSSIBILI


martedì 23 maggio 2023

BRAISED LEEK WITH BLUE CHEESE CRUMBLE


L’autrice del libro del mese, nell'introduzione della ricetta, scrive che questo crumble può sembrare una preparazione retrò... perché lo è! 

Di crumble dolci se ne trovano parecchi nei libri di cucina o in rete, ma di quelli salati un po' meno. 

Tra un crumble dolce ed uno salato, scelgo (quasi) sempre il salato. E così ho fatto! 

Ero curiosa di provare questa ricetta, attirata dagli ingredienti e dal crumble con panko e gorgonzola (che è uno dei miei fomaggi preferiti).  Così l'ho inserita in cima nell'elenco di quelle da provare... 

La Zaslawsky, suggerisce di provare la ricetta come pranzo della domenica, magari come accompagnamento a del pollo e del pesce, ma anche solo come piatto unico. 

Il sabato, cucinare i porri arrivando solo fino alla prima cottura in forno. Riscaldare poi la domenica aggiungendo il crumble, coprendo con alluminio e cuocendo così per 10 minuti. Eliminare l'alluminio e completare la cottura per 20 minuti. 


Braised Leek with Blue cheese Crumble

The Joy of Better Cooking, Alice Zaslavsky


Ingredienti per 4-6 persone


3 porri, circa 750 g in totale

250 ml di brodo di pollo o vegetale

250 ml di vino bianco

75 g di ribes appassito

10 rametti di timo

100 g di burro

2 cucchiai di erba cipollina tagliata


Crumble al Blue Cheese


100 g di formaggio erborinato, sbriciolato (va benissimo il nostro gorgonzola naturale, quello duro)

45 g di panko

½ tazza di prezzemolo tritato finemente 

½ cucchiaino di aglio in polvere (facoltativo, ma ottimo)

2 cucchiai di olio d'oliva


Preriscaldare il forno a 180°C.

Nel frattempo, rimuovere le parti verdi dai porri e tagliare le parti chiare in dischi di 1,5 cm.

Immergere i porri in una ciotola piena di acqua fredda per eliminare eventuale terra. Scolare bene (potete anche usare una centrifuga per insalata). In alternativa, lavateli molto bene sotto acqua corrente.

Mettere i porri, con il lato tagliato rivolto verso l'alto, in una teglia da forno di 20 x 30 cm.

Aggiungere il brodo, il vino, i ribes e il timo e cospergere con il burro. Coprire con un foglio d'alluminio ed infornare per 2 ore.

Per preparare il crumble, unire tuti gli ingredienti in una ciotola, mescolando energicamente con una spatola o con un cucchiaio di legno. Si può mischiare anche con le mani.  Dovrete ottenere delle briciole belle grosse.

Trascorse le due ore, sfornare e togliere l'alluminio. Eliminare i rametti di timo ed immergere i ribes nel condimento. Cospargere con il crumble e cuocere, scoperto, per altri 30 minuti, fino a quando la parte superiore è dorata e i succhi si sono ridotti a una consistenza sciropposa.

Servire nella pirofila o in una ciotola da portata. Condire con i succhi e cospargere di erba cipollina tagliata a pezzetti, fiocchi di sale e pepe nero appena macinato.


Suggerimenti dell'autrice

Per la versione vegan, sostituire il burro con l'olio d'oliva, e il gorgonzola con i capperi fritti, o un con condimento alle mandorle.

Per un piatto senza glutine, usare la di farina di riso al posto del panko.

Per ridurre i tempi di cottura, tagliare i porri a rondelle sottili e dimezzare il tempo di brasatura.

Per un piatto più sostanzioso, aggiungere pezzetti di patate bollite nel liquido di brasatura dopo le prime due ore di cottura.

Potete utilizzare evenutali avanzi per preparare una torta salata con la pasta sfoglia, cospargendo la superficie con altro formaggio erborinato.

Se avete seguito la strada del porro e della patata, frullate gli avanzi, aggiungete brodo e/o panna e avrete una magnifica zuppa.


Note personali

La ricetta è di semplice esecuzione, ma molto, molto gustosa.

Ho creato una mia versione della ricetta, senza volerlo... Per errore, ho utilizzato l'uvetta sultatina invece dei ribes... A me è piaciuta da matti. Mio marito, che non ama l'uvetta e i piatti agrodolci, non ha gradito molto 😁 

Mi toccherà rifare la ricetta con i ribes :)D

La prossima volta proverò a seguire i suggerimenti dell'autrice per dimezzare i tempi di brasatura dei porri. Tenere il forno acceso due ore per cuocere i porri, ancor più di questi tempi, mi sembra tanto! Anche se, il risulato ottenuto dopo questa cottura è ottimo: porri fondenti ma non sfatti.

Non preoccupatevi se dopo la cottura in forno vedrete molto liquido: la seconda cottura con il crumble, addenserà il condimento, che verrà in parte assorbito dal crumble, donando un gusto intenso e avvolgente.

Secondo me, si potrebbe diminuire il burro anche a metà, per rendere il piatto un po' meno calorico, senza togliere molto al gusto ;)


La ricetta è: 

PROMOSSA

lunedì 22 maggio 2023

DEVILLED EGG TUNA SANDWICHES


I tramezzini erano la grande passione di mia madre che se ne concedeva pochi, in realtà, rigorosamente presi nei bar selezionati che li preparassero con tutti i crismi.
Perchè non sono io a doverlo dire, ma ogni tanto se ne vedono di usciti da film dell'orrore. Senza ripieno, o posizionato alla bell'e meglio solo sul lato in mostra, per poi scoprire che il resto è vuoto.
Con il pane secco o vecchio, o spruzzato di acqua per farlo sembrare fresco (visto con i miei occhi).
Farciture banali o improbabili quando vogliono sembrare originali.
Insomma, anche quella del tramezzino è un'arte.
E la prima regola è che il ripieno sia strepitoso!
Qui sicuramente il problema non si pone: la farcia è un filo anche troppo buona, tanto che si rischia di finirsela a cucchiaiate.
Non so se a casa vostra si usi pranzare a panini e finger food sul divano davanti alla tv: da noi solo in occasioni particolari che spaziano da finali dei Mondiali ad attentati spaventosi, e tutto quello che si trova in mezzo ...come la cerimonia di incoronazione di un nuovo sovrano, durante la quale sono stati offerti con successo ;)

 

 DEVILLED EGG TUNA SANDWICHES
per 4 persone

4 uova a temperatura ambiente
185 g di tonno in scatola scolato
2 lunghi gambi di sedano affettati sottili
uno scalogno finemente affettato
1/2 mazzetto di coriandolo, foglie e rametti finemente affettati (più dell'altro del guarnire)
185 g di maionese (possibilmente la Kewpie)
2 cucchiaini di curry in polvere
un cucchiaino di coriandolo in polvere
un cucchiaino di sale in fiocchi
2 cucchiai di burro ammorbidito
8 fette di pane da toast
un cetriolo affettato molto sottile

 

Per cuocere le uova mettere un pentolino d'acqua sul fuoco e adagiarle dentro usando un mestolo forato. Abbassare la fiamma in modo che sobbolla appena e lasciar andare per 5 minuti. Togliere quindi il mestolo con le uova dal pentolino e passarle subito sotto l'acqua corrente. Una volta fredde, pelarle.

Mettere il tonno, il sedano, lo scalogno ed il coriandolo in una ciotola insieme alla maionese, il curry in polvere e il coriandolo in polvere. Amalgamare cercando di non sminuzzare troppo il tonno. Aggiungere le uova e unire anch'esse, quindi salare ed assaggiare: se piace, a questo punto si può aggiungere un po' di pepe.

Imburrare metà delle fette di pane e farcirle con il composto di tonno, finendo con una striscia di cetriolo. Usare le fette rimaste per chiudere i sandwich, quindi tagliarli a strisce e servire con coriandolo extra e cetrioli.

NOTE

- l'autrice racconta che questo è un grande classico della sua famiglia che lei ha solo leggermente modificato lasciando i tuorli morbidi in modo che si fondano meglio con gli altri ingredienti. Suggerisce di provare anche a sostituire il tonno con del pollo, il pane con quello senza glutine se dovesse servire. Oppure ancora, per realizzare un antipasto con poco sforzo, suggerisce di acquistare dei vol-au-vents pronti e farcirli con il ripieno.

- una nota a parte necessita la maionese suggerita. Non so se in Italia si trovi quella della marca indicata, Kewpie, che è un brand giapponese che ha conquistato chef e scaffali dei supermercati in mezzo mondo. La particolarità? Il sapore delicato ed intenso allo stesso tempo, indescrivibile. Realizzata con soli tuorli, non uova intere, ha anche la consistenza ideale per essere mischiata ad un ripieno o usata per creare decorazioni che reggereanno perfettamente la forma. Cercatela per curiosità, facendo attenzione a comprare quella che nasce per il mercato giapponese e non quella americana, la cui ricetta leggermente diversa la rende meno buona dell'originale. Al solito qui da me si trova facilmente al super.

- imburrare il sandwich prima di farcirlo mi è sembrato un po' ridondante. Really? E soprattutto, perchè? Non aggiunge nulla in termini di sapore dato che è poco, non isola il panino perchè comunque va imburrato un solo lato. Insomma, l'ho fatto per amor di ricetta ma non cambierebbe nulla se lo si evitasse.

- piccola nota sul coriandolo fresco: impossibile che entri a casa mia, è stato sostituito come al solito con prezzemolo.

- facilissimo, velocissimo, vincente. Divorato tra i complimenti generali (ed il ripieno avanzato mangiato a merenda con i crackers dall'augusto consorte). Se non siete tanto per i tuorli morbidi ovviamente cuoceteli fino a consistenza preferita ma devo dire che sono stati un'ottima idea.

E' stato richiesto un bis a breve, quindi ovvio che la ricetta sia 

PROMOSSA

venerdì 19 maggio 2023

FREE-FOR-ALL FRITTERS

 


Avevo una zia che andava matta per le zucchine: le mangiava in tutti i modi, a pranzo e a cena, e ogni volta che veniva a trovarci io e mia mamma studiavamo modi sempre nuovi per proporgliele: quando più di 20 anni fa sono uscite le prime ricette di torte dolci con le zucchine, ero giubilante proprio perché avevo trovato una nuova ricetta per sorprendere la nostra amatissima Zia Taty. L'unico modo in cui non gliele ho mai preparate era proprio sotto forma di frittella, perché la zia era fissata con il colesterolo ed evitava le fritture come la peste. Eppure io sono sicura che questa ricetta le sarebbe piaciuta: si usa pochissimo olio ed è buonissima.

L'Autrice dice di averle chiamate free for all perché non contengono né glutine, né uova, né latticini: sono a prova di intolleranze e possono essere offerte a chiunque. Inoltre, rispetto alle classiche ricette, che prevedono di grattugiare la polpa delle zucchine e strizzarla in un panno pulito, qui si sfrutta proprio la loro acqua, così ricca di sali minerali (e si evita di lavare e stirare un canovaccio). La farina usata infatti è quella di ceci, che quando assorbe umidità si comporta in modo simile all'uovo (è per questo che l'acqua di cottura dei ceci, detta aqua faba, può essere usata per fare le meringhe). Un bel vantaggio, no?


FREE-FOR-ALL FRITTERS
Da: Alice Zaslavsky - The Joy of Better Cooking - Murdoch Books


Per 12-15 frittelle

400 g di zucchine
½ cipolla rossa piccola
1 cucchiaino* di fiocchi di sale
110 g di farina di ceci
1 cucchiaino* di lievito per torte salate (è come quello per dolci, ma senza vanillina)
3 cucchiai* di olio d'oliva
Sale da cospargere dopo la cottura

*misurini americani rasi. 1 cucchiaio = 15 ml, 1 cucchiaino = 5 ml, etc.


Porre su una terrina capiente la grattugia dai fori grandi e grattugiare le zucchine e la cipolla. Cospargere con il sale e mescolare con le mani dando una strizzata al tutto, per stimolare l'emissione di liquido. Far riposare per 5-10 minuti, per far fuoriuscire quanta più acqua possibile.

Cospargere le verdure con la farina di ceci e il lievito per torte salate e lavorare con le mani in modo da rompere i grumi e amalgamare bene il tutto. Potete setacciarla se volete, ma io (l'Autrice) preferisco usare le mani. La consistenza finale deve essere simile a quella dei pancake: se fosse troppo liquida aggiungere un altro cucchiaio di farina di ceci, se invece risultasse troppo densa aggiungere un goccio di acqua. 

Scaldare in una padella ampia 2 cucchiai di olio, e quando comincia a luccicare versarvi la pastella a cucchiaiate disponendole in senso orario, in modo da sapere quale girare per prima. Voltare quando la base è ben dorata, dopo 3 o 4 minuti, e disporle man mano che vengono pronte su un piatto foderato di carta da cucina, salandole mentre sono ancora calde.

Servire immediatamente, oppure farle raffreddare e conservarle in frigorifero: saranno perfette per un pranzo da asporto. Si conservano in frigorifero per 4 o 5 giorni.

Suggerimenti dell'Autrice

- Queste frittelle possono essere congelate, scongelate tutta la notte in frigo e scaldate: mettetele in una teglia foderata di carta forno e passatele nel forno freddo, impostandolo a 160 °C, per 10-15 minuti: nel tempo che il forno ci mette per scaldarsi, anche le frittelle si saranno scaldate.

- Ho lasciato i sapori molto neutri, ma anche qui potete scatenare la fantasia: un pizzico di curry, za'atar o paprika affumicata porteranno queste frittelle a un nuovo livello. 

- Si possono aggiungere altre verdure, come piselli surgelati. Versare acqua bollente su 75 g di piselli surgelati, quindi scolarli e unirli al mix zucchine-cipolle: potrebbe rendersi necessario usare un po' più farina di ceci, regolarsi con la consistenza che si otterrà. E' inoltre possibile unire altre verdure grattugiate: patate dolci, carote, zucca e barbabietola, ad esempio.


OSSERVAZIONI

- La ricetta è facile e veloce; l'idea di grattugiare le verdure usando una grattugia a fori larghi è ottima: fa risparmiare tempo e permette alle verdure di rilasciare meglio i loro liquidi. E' una tecnica che non uso mai (mi piace tritare le verdure al coltello) ma mi sono ripromessa di usarla più spesso, quando ho poco tempo e molte verdure.

- Io ho usato una padella di 26 cm di diametro, un po' piccolina; ho trovato più comodo fare 3 frittelle alla volta, perché era più agevole girarle.

- Lo spessore ideale di queste frittelle è di circa mezzo cm: in questo modo si cuociono uniformemente, e la pastella si asciuga a sufficienza all'interno.

- Tenete a bada la fiamma del fornello: io ho lavorato con calore medio-basso, altrimenti le frittelle si sarebbero bruciate all'esterno ma sarebbero rimaste crude all'interno.

- A mano a mano che si frigge, occorre aggiungere altro olio. Io ne ho usato più o meno il doppio di quello indicato in ricetta. Consiglio di scaldare inizialmente un solo cucchiaio di olio e di aggiungerne un cucchiaio ad ogni nuova serie di frittelle.

- Che altro aggiungere, se non che la ricetta è 

PROMOSSA?

giovedì 18 maggio 2023

FOLDED CRABBY EGGS

 


Le uova sono una delle mie grandi passioni e sono sempre alla ricerca di nuovi modi per cucinarle. La cosa che mi ha colpito di questa ricetta, ammetto, è stata la foto del libro. Un bellissimo piatto colorato, invitante, che faceva venir fame solo a guardarlo. Ovviamente le mie non sono venute altrettanto belle e appetitose, ma il risultato è stato comunque ottimo. 
La cosa particolare di questo piatto è la tecnica con cui sono cotte le uova. Se riuscirete a padroneggiarla (cosa che a me ancora non è successa), otterrete una cosa a metà tra una omelette morbida e una frittata.
 

Ingredienti per 4 persone:
 
8 uova
140 g di polpa di granchio, tamponata
60 g di panna densa o crème fraîche
2 cucchiai di burro (non è necessario essere troppo precisi)
un pizzico di sale marino in fiocchi
un pizzico di pepe bianco macinato
2 cucchiai di erba cipollina tritata
1 cucchiaio di cerfoglio (facoltativo)

In una ciotola, sbattete leggermente le uova con una forchetta - non è necessario assicurarsi che gli albumi e i tuorli siano ben amalgamati. Mettete la polpa di granchio in un'altra ciotola e mescolate con 2 cucchiai di panna.
Scaldate una grande padella antiaderente. Aggiungete il burro e fatelo sciogliere a fuoco medio-basso. Quando il burro sarà spumeggiante, versate le uova sbattute e mescolate delicatamente con una spatola flessibile, ripiegando il composto su se stesso e inclinando delicatamente la padella per consentire alle uova di entrare in contatto con il calore nel modo più uniforme possibile.
Non appena il composto di uova inizia a diventare opaco (circa 2 minuti), aggiungete la polpa di granchio e la panna rimanente. Cospargete di sale e pepe. Spegnete il fuoco e lasciate che il calore residuo finisca di cuocere le uova. Cospargete con le erbe e servite subito.

CONSIDERAZIONI:

- L'abbinamento uova-polpa di granchio mi aveva inizialmente un po' intimorito. Ma alla fine mi sono lanciata e... wow! Potrebbe essere diventato uno dei miei nuovi abbinamenti preferiti XD La prossima volta voglio provare ad aggiungerci anche una grattatina di scorza di limone.

- Io ho usato polpa di granchio in scatola, ma penso che la qualità faccia la differenza. Ovviamente, più buona sarà, meglio verranno le uova.

- Come dicevo nell'introduzione, qui tutto sta nella tecnica. Dovrete ottenere una sorta di "lenzuolo" un po' accartocciato, cercando di non stracuocere le uova. Vi consiglio di cercare dei video online, per capire meglio. E poi suppongo si debba solo provare e provare, per ottenere un risultato perfetto :D

Una ricetta semplice, un'idea sfiziosa che mi ha risolto già un paio di pranzi veloci. Ovviamente è

PROMOSSA
 
Alessandra Corona- La cucina di zia Ale 
 

mercoledì 17 maggio 2023

BEZE

 


Una delle cose che mi rende simpatica Alice Zaslavsky è - magari un po’ strano a dirsi - questo suo essere “di molti luoghi”.
Nata in Georgia con eredità ebraico-russa, alcune tra le sue ricette vengono da questi ricordi con sua madre e sua nonna. Come queste meringhe. Questi - o queste - “Bezé” (si pronuncia con l’accento sull’ultima “e”, un po’ alla francese) sono veramente la risposta russa alle meringhe: semplici, quasi stoiche, da servire disadorne. Condivido con lei anche la meraviglia della magia culinaria di guardare gli albumi chiari che piano piano, per una stregoneria, si trasformano in un voluminoso abito bianco di magnifica meringa.
Una piccola lezione di tecnica. Basta avere una planetaria per farsi aiutare… 



Ingredienti per 6 meringhe 


4 albumi d'uovo grandi, a temperatura ambiente

220 g di zucchero semolato superfino

1 cucchiaino di pasta o estratto di vaniglia


Preparazione 


Preriscaldare il forno a 150°C e foderare una teglia con carta da forno.

Prima di iniziare con le meringhe, assicurarsi che la ciotola della planetaria sia scrupolosamente pulita, strofinando dell'aceto di vino bianco su un canovaccio pulito o un tovagliolo di carta e asciugando la ciotola, per rimuovere eventuali tracce di grasso, che impediranno agli albumi di schiumare correttamente. Assicurarsi inoltre anche che le fruste siano scrupolosamente pulite.

Usando una planetaria con l'accessorio della frusta a palloncino, o una frusta a mano e una grande ciotola di metallo, montare gli albumi prima a velocità medio-alta fino a quando il volume raddoppia e si formeranno picchi morbidi, che richiederanno circa 5-10 minuti (a seconda degli sbattitori).

Iniziare a incorporare lo zucchero, 1 cucchiaio alla volta, fino a quando non sarà tutto esaurito, montando per altri 5-10 minuti fino a quando la meringa non sarà diventata come una grossa nuvola lucida, senza alcuna sensazione di granulosità dei granelli di zucchero quando strofinata tra la punta delle dita, e sa di marshmallow. Unire la vaniglia.

Mettere una piccola sbavatura di meringa sotto la carta da forno per farla aderire alla teglia. Usando due grandi cucchiai, far cadere le cucchiaiate di meringa sul vassoio, aiutandosi con un cucchiaio e spingendo via con l'altro per ottenere sei meringhe da dessert. Si gonfieranno, quindi lasciare un po' di spazio tra di loro.

Abbassare il forno a 100°C e posizionare la teglia sul ripiano centrale del forno. Cuocere le meringhe per 1 ora e mezza. Dovrebbero avere un coloro biondo pallido (non castano), essere croccanti all'esterno e sembrare vuote quando picchiettate delicatamente sul fondo. Lasciarle raffreddare e asciugare in forno per diverse ore (anche per una notte), con la porta de forno socchiusa con un cucchiaio di legno.

Le meringhe si conservano in un contenitore ermetico in un luogo fresco (non in frigorifero!) per un massimo di 2 giorni.


Note personali 


Nonostante i pochissimi ingredienti, questa non è la famosa “non-ricetta”. Come scrivevo sopra, fare una meringa è una lezione di tecnica. Forse la prima, con cui si familiarizza con il regno magico della cucina. Questa ricetta è tutto questo. Poi potete metterci ciò che più vi aggrada: panna, crème fraîche, spalmarci nutelle varie e servirla con del cioccolato fuso, o confetture non troppo dense, oppure, meglio ancora, nulla. È uno spettacolo di bontà di per sé. A patto che vi piacciano le meringhe, ovvio. 


Comunque, informo che nel libro subito dopo le meringhe, ci sono anche delle “Veringue” (cioè una meringa vegana) di barbabietola rossa, more e arancia glacé, che si prepara con l'aquafaba al posto degli albumi ed è una cosa assolutamente geniale, anche se il risultato non sarà croccante, ma molto più morbido. 


Tra I bonus tips, Zaslavsky scrive che si può aumentare o diminuire la quantità di albumi per ottenere meno o più meringhe. Di norma, per ogni albume (ciascuno del peso di circa 30 g), basta considerare 60 g di zucchero semolato. 


Della Zaslavsky mi piace molto anche lo stile un po’ ironico, divertente, competente. Anche per questo, le sue meringhe sono assolutamente

PROMOSSE

 

Biagio D'Angelo- Glogg the Blog 

martedì 16 maggio 2023

ANZAC BIKKIES




La ricetta degli Anzac Bikkies che Alice Zaslavsky propone nel libroproviene da un'amica dell'autrice, Monique Bowley, che le ha dato la sua benedizione per condividere queste meraviglie d'avena. 
L'autrice ha aggiunto una variante, una spolverata di fiocchi di sale su ogni biscotto, perché, scrive nell'introduzione: "non poteva farne a meno". 
L'aggiunta è facoltativa e decisamente non fedele alla ricetta. 

Anzac Bikkies
The Joy of Better Cooking, Alice Zaslavsky

Ingredienti per 18-20 biscotti

100 g di fiocchi d'avena
220 g di zucchero di canna grezzo
150 g di farina 
65 g di cocco essiccato 
125 g di burro fuso
2 cucchiai di golden syrup 
½ cucchiaino di bicarbonato di sodio 
3 cucchiai di acqua bollente
1 cucchiaino di sale marino in fiocchi (facoltativo)

Preriscaldare il forno a 160°C.  Rivestire due teglie con carta da forno (è preferibile utilizzare delle teglie chiare. Se usate quelle scure, che assorbono più calore, dovrete tenere d'occhio le basi dei biscotti, per assicurarvi che non diventino troppo scure).
In una ciotola mettere l'avena, lo zucchero, la farina e il cocco e mescolare con un cucchiaio di legno.
Sciogliere il burro e il golden syrup  insieme, in una piccola casseruola a fuoco basso. Nel frattempo, mettere il bicarbonato di sodio in una piccola ciotola, versarci sopra l'acqua bollente e mescolare per sciogliere il bicarbonato. Aggiungere l'acqua e bicarbonato alla miscela di burro nella padella e lasciarla schiumare. Versare il mix sugli ingredienti secchi e mescolare per amalgamare.
Tenere una piccola ciotola d'acqua a portata di mano. Inumidire i palmi delle mani e formare della palline (delle dimensioni di quelle  da golf ) del peso di circa 35 g l'una. 
Posizionarle sulle teglie, distanziandole di 4–5 cm, peché in cottura si allargheranno parecchio. Cospargere un po' di fiocchi di sale su ogni pallina, se lo desiderate..
Cuocere per 15-18 minuti, o fino a doratura, controllando i bordi dei biscotti (per evitare che brucino). Ruotare i vassoi di 180 gradi, se necessario.
Lasciare raffreddare su una gratella, quindi conservare in un contenitore ermetico in un luogo fresco e asciutto (non in frigorifero, altrimenti si inumidiscono!).


Suggerimenti dell'autrice

Per ottenere biscotti più "gommosi", aggiungere un altro cucchiaio d'acqua. Per quelli più croccanti, cuocere per 20 minuti a 150°C.

Se siete super precisi e desiderate ottenere un cerchio perfetto, posizionare un barattolo rotondo, resistente al calore e leggermente più grande del biscotto, sopra ai biscotti sulla teglia quando sono ancora caldi e modellarli.

In questa ricetta potete tranquillamente usare la farina senza glutine. Funziona bene e dona più friabilità, quindi l'aggiunta di un cucchiaio di acqua in più aiuterà. 
Per gli intolleranti al glutine vanno bene con i fiocchi d'avena, con le dovute verifiche, che si possono sostituire con i fiocchi di quinoa.

Se non avete il golden syrup, potete sostituirlo con melassa o miele.

Potete utilizzare i biscotti per fare un sandwich farcito con il gelato alla vaniglia. E potete 
anche ricongelarli per occasioni speciali. 

Potete assaggiare i biscotti mentre sono ancora caldi se i vostri denti ve lo consentono :)


Note personali

La ricetta è semplice ed anche veloce da preparare.

Mi è piaciuta l'idea del cocco essiccato nell'impasto, che dona un gusto nuovo e delizioso a questi biscotti.

Ottimi i suggerimenti per gli intolleranti al glutine, così come quella, molto golosa, di farcirli con del gelato alla vaniglia e congelarli,  per averli a portata di mano come dolce dell'ultimo minuto!

La prossima volta diminuirò un po' lo zucchero, non perché sia eccessivo, ma solo per gusto personale :)D 

Per il motivo qui sopra, e perché ci stanno benissimo, aggiungete i fiocchi di sale!!!


La ricetta è:

PROMOSSA

lunedì 15 maggio 2023

EASY CRUMBLE TOPPING

 


Nato per divertire il palato grazie alla croccantezza che regala e alla sua estrema facilità di preparazione, il crumble - letteralmente briciolame - risolve brillantemente il dessert per ospiti inattesi, oppure semplicemente soddisfa la voglia di dolce con poco lavoro e un'ottima resa. Presenta inoltre il notevole vantaggio di poter essere preparato in anticipo, magari quadruplicando le dosi: basta mischiare zucchero, farina e fiocchi d'avena, e conservare tutto in un barattolo. Al momento basta pesarlo, strofinare il burro freddo grattugiato et voilà: il gioco è fatto! Sta benissimo con qualsiasi frutto di ogni stagione purché sia a polpa soda (non va bene con gli agrumi, per intenderci) e si presta a infinite varianti.

Alice Zaslasky lo ha proposto con un mix di rabarbaro sbollentato e lamponi surgelati; io ho usato mele, lamponi e fragole; voi sbizzarritevi con la fantasia e date fondo alla fruttiera, certi di portare in tavola in poco tempo un dessert gustoso e gradevole.


EASY CRUMBLE TOPPING
Da: Alice Zaslavsky - The Joy of Better Cooking - Murdoch Books


Per 4 persone - una teglia di 20 cm di diametro:

50 g di fiocchi d'avena
75 g di farina autolievitante
55 g di zucchero
100 g di burro freddo

Mischiare in una ciotola i fiocchi d'avena, la farina e lo zucchero. Un buon modo per incorporare il burro è quello di grattugiarlo, ben freddo, sui fori grandi della grattugia, e di usare la punta delle dita per strofinarlo negli ingredienti secchi, ottenendo un insieme bricioloso. 

Questa quantità di crumble è sufficiente per coprire con uno strato di 1 cm una teglia da pie di 15-20 cm di diametro, e serve almeno 4 persone.

Disponete la frutta di vostra scelta sul fondo della teglia, distribuirci sopra il crumble e infornare nel forno preriscaldato a 180 °C in modalità statica per 20-25 minuti, finché il crumble sia dorato e il ripieno faccia le bolle ai lati.

Servire tiepido, e se lo si desidera accompagnarlo con una pallina di gelato alla vaniglia, o una generosa cucchiaiata di panna montata, o ancora yogurt (anche di cocco).


Suggerimenti dell'Autrice

- A questa base neutra è possibile aggiungere altri ingredienti, come il cocco rapè o granella di mandorle/nocciole; è possibile addirittura inserire farine di semi (nocciole, noci o mandorle) o ancora spezie: un pizzico di cannella o cardamomo macinato, o ancora una grattatina di noce moscata oppure mezzo cucchiaino di Cinque Spezie Cinesi.

- Se volete rendere il crumble vegano, sostituite il burro con olio di cocco (che si presenta solido al di sotto dei 24 gradi) o con un burro vegetale.

- L'avena dovrebbe essere senza glutine, ma non sempre lo è: può essere sostituita da fiocchi di quinoa o di riso, avendo l'accortezza di usare anche una farina autolievitante senza glutine.


OSSERVAZIONI

- C'è davvero poco da dire: la ricetta è facilissima e si presta a essere utilizzata in millemila modi. Io ho preferito usare degli stampi da pie individuali per comodità di servizio e avrei potuto farne anche 6, usando un po' meno crumble in ciascuna. 

- Forse ho trovato questo crumble un po' troppo burroso, ma nulla vieta di diminuire un poco la quantità di burro, secondo i propri gusti.

- Ho voluto provare la ricetta base, ma mi ripropongo di provare anche le versioni con il cocco e con le spezie: le possibilità sono davvero infinite, e la ricetta è decisamente

PROMOSSA