mercoledì 26 giugno 2013

SPECULOOS SUL GELATO O IL PIACEVOLE GIOCO DELLE CONSISTENZE

Sono una grande mangiatrice di gelato, ovviamente in estate. 
Chi mangia il gelato anche d'inverno, a meno che non si trovi in località generose di caldo, come quella che ospita la nostra Stefania Araba Felice, mi crea degli sconturbi nonché immediati brividi lungo la schiena. 
Quindi posso dire con orgoglio che questo è il mio periodo e che al gelato non riesco a dire mai di no, eventualmente bisso nell'arco della giornata e spesso sostituisco il pranzo con il mio gelato preferito. 
Mi piacciono i gelati che riservano sorprese come piccoli pezzetti di frutta, di cioccolata, di meringa o biscotto. Insomma preferisco un gelato movimentato ad una cucchiaiata vellutata senza novità. 
L'idea di preparare un biscotto appositamente per il mio gelato mi ha molto divertito. 
The perfect scoop, il nostro libro del mese, non è in questo senso un libro monotono. 
Oltre ad una impressionante quantità di variazioni sul tema gelato, l'autore si è soffermato su quanto può rendere un gelato se possibile ancora più goloso. Quindi via libera a topping, salse, biscotti, cialdine.
A me ha fatto venire l'acquolina l'idea di preparare un biscotto Speculoos da poter sbriciolare ed aggiungere come completamento ad un gelato alla vaniglia variegato al cioccolato belga (che ovviamente non ho preparato io), ma assaggiando il risultato finale, ho immaginato questo biscotto morbido e croccante su un gelato alla liquirizia o alla mela e credo che questi due gusti potrebbero trasformarsi con l'aiuto dello Speculoos, in un' esplosione di piacere.
Questa ricetta è ispirata al sapore degli originali Speculoos belgi. 
La consistenza è perfetta in quanto il bordo resta croccante e la parte centrale morbida e leggermente gommosa, consistenza che gli viene conferita dalla melassa.
Non cuocetelo eccessivamente, non deve essere duro. Io non l'ho mischiato nel gelato ma l'ho servito sul top ma consiglio di lasciare a disposizione una ciotolina con pezzettini di biscotto perché unito al gelato è veramente irresistibile. 

Ingredienti per 1 biscotto grande per 4/6 persone. 
30g di burro salato
45 g di brown sugar
un cucchiaio di melassa
un tuorlo
70g di farina
un quarto di cucchiaino di bicarbonato
2 cucchiaini di cannellla
un cucchiaino di zenzero in polvere
un cucchiaino di allspice

Lasciate il burro a temperatura ambiente e sbattetelo con lo zucchero, quindi unire la melassa.
e il tuorlo.
A parte mischiare farina, bicarbonato e le spezie.
Unire questo composto al burro mischiando finchè è liscio.
Ora usando le mani premere leggermente il composto su una placca da forno coperta con carta forno fino a formare un cerchio da 12 cm di diametro.
Cuocere in forno preriscaldato a 175 per circa 18 minuti quindi togliere dal forno e non toccare finchè è freddo.
Una volta freddo romperlo a pezzi e servirlo mischiandolo con il gelato prima di servirlo.
Questa versione si scioglie in bocca, ma se se ne preferisce una più croccante rompere il biscotto cotto a pezzi e rimettere i pezzi a tostare in forno a 165 per 5-10 minuti.
In questo modo risulteranno più croccanti.


Veloce, facile, corretta nella spiegazione. Ed un'idea assolutamente carina per servire il vostro gelato a sorpresa. Non posso far altro che dire:


PROMOSSO 

martedì 25 giugno 2013

GELATO AL BUTTERSCOTCH E NOCI PECAN


Se la prima ricetta del libro di Lebovitz che ho provato era a un gusto sfizioso ma "liscio", questa volta ho deciso di provarne uno con un "zic" di alcool, tanto per tirarmi su. ;-)
In realtà la quantità di whisky è davvero minima - 15 ml su un composto di 1250 ml - ma dà un saporino delizioso. Tra l'altro è corretto che la quantità di alcool sia ridotta perché una sua presenza eccessiva abbassa notevolmente il punto di congelamento del gelato, dando parecchi problemi in fase di addensamento.

La ricetta sembrerebbe equilibrata, anzi forse propende più verso i grassi; eppure la consistenza era tutt'altro che cremosa, il palato avvertiva qualche ghiacciolino, che nel gelato è un difetto; i ghiacciolini si vedono anche nelle foto in primissimo piano... peccato.
Tuttavia l'aroma dello zucchero integrale scuro unito a quello delle noci pecan tostate col burro (una goduria da rotolarsi in terra mugolando) e lo Scotch Whisky fanno di questo gelato un insieme di sapori altamente godibile e giustificano uno strappo anche alla dieta più severa; ne basta davvero una pallina per gustarlo a fondo (anche se si farà fatica a non prenderne una seconda) e come dice Lebovitz, one perfect scoop goes a long way, una bella pallina dà tanta soddisfazione.

Certo, in fondo alla pagina in cui si trovava la ricetta delle noci pecan al burro ho trovato un paio di suggerimenti che mi hanno lasciata altamente perplessa, ma li ho girati ad Alessandra per il "tiriamo le somme". Intanto godiamoci questa sinfonia di sapori vivacizzata da un goccio di Whisky.


BUTTERSCOTCH PECAN ICE CREAM
Da: David Lebovitz – The Perfect Scoop – Rachel Allen



Per 1 ¼ litri

500 ml doppia panna
180 ml latte intero
170 g zucchero integrale scuro (dark brown sugar)
150 g noci pecan tostate col burro
6 tuorli da uova grandi (20 g cad.)
70 g burro + 25 g per le noci pecan
1 cucchiaio (15 ml) di Scotch Whisky
½ cucchiaino di sale + ½ cucchiaino per le noci pecan
½ cucchiaino di estratto di vaniglia

Preparare la crema inglese: sciogliere 70 g di burro in una casseruola delle dimensioni adatte e versarvi lo zucchero di canna scuro, mescolando finché si sia ben inumidito. Versarvi metà della panna, tutto il latte e ½ cucchiaino di sale e lavorare con una frusta. Accendere il fuoco e far scaldare il tutto.

Nel frattempo versare la panna rimanente nella ciotola dove farete raffreddare la crema inglese.

In una terza ciotola sbattere insieme i tuorli con una frusta per amalgamarli. Versarvi sopra il composto caldo mescolando continuamente per temperare le uova, poi rimettere tutto nella casseruola e fare addensare la crema su fiamma media mescolando continuamente e monitorando la temperatura: deve arrivare a 79 °C e comunque non deve superare gli 85 °C, altrimenti la crema impazzisce (io uso una spatola in silicone con il termometro elettronico incorporato).
La crema inglese è pronta quando vela il cucchiaio.

Versare la crema addensata nella ciotola con la panna passandola attraverso un colino, unirvi l’estratto di vaniglia e il Whisky, poi immergerla in un bagnomaria di acqua e ghiaccio e, continuando a mescolare, abbatterne la temperatura fino a quando non arriva intorno ai 25 °C.
Coprire con una pellicola e mettere in frigo per qualche ora (meglio tutta la notte).

Preparare le noci pecan al burro: Preriscaldare il forno a 175 °C.
Sciogliere il burro rimanente (25 g) in un padellino, versarvi i gherigli di noci pecan e aiutandosi con un cucchiaio di legno ricoprirli interamente di burro. Salare uniformemente con ½ cucchiaino di sale, poi trasferire le noci sulla placca del forno e infornare per 10-12 minuti, smuovendo i gherigli una volta per farli tostare uniformemente.
Farli raffreddare e tritarli finemente al coltello.

Versare la crema inglese nella gelatiera e avviare l’apparecchio. Aggiungere le noci pecan tritate e ormai fredde qualche minuto prima di terminare la lavorazione (altrimenti si depositano tutte sul fondo), quando il composto ha l’aspetto della panna semi montata.

Versare in un recipiente largo e piatto riempiendolo fino a 6 mm dal bordo, coprire con un rettangolo di carta forno della stessa misura del recipiente, facendolo aderire bene al gelato appena addensato. Passare in freezer almeno un’ora prima di servire.

Il gelato al butterscotch e noci pecan è perfetto servito sopra i blondies preparati ieri da Cristina. Una spruzzata di salsa al cioccolato ci sta divinamente.




 PROMOSSO CON MEZZA RISERVA

Se avessi scelto di insegnare sarei stata la prof severa ed esigente. ^_^  
Il sapore è buonissimo, la consistenza non è perfetta per via dei ghiacciolini ed è qui che metto la riserva.
Avendolo però preparato subito dopo aver addensato quello al formaggio di capra, ho il sospetto che la gelatiera (nel frattempo lavata e asciugata) si fosse scaldata un po' troppo (ho avuto in effetti problemi di addensamento) e che questo abbia contribuito non poco alla formazione dei ghiacciolini.
Mi riprometto di rifarlo con gelatiera "fresca di freezer" per verificare che sia veramente così, e caso mai modificherò questo post.
In ogni caso è un gelato che rifarò, perché al di là della consistenza mi è piaciuto tantissimo.



lunedì 24 giugno 2013

BLONDIES

Oggi si cambia...
Lo so che è difficile da credere e probabilmente sono l'unica al mondo a cui non piace il gelato, ma vi assicuro che è proprio così!
Per fortuna nel libro di David Lebovitz The Perfect Scoop non ci sono soltanto gelati, ma anche biscotti, coni di tutti i tipi, frutta secca caramellata, toppings...
Per voi ho scelto questi fantastici blondies: veloci, facili, golosi e... perfetti anche senza gelato ;)

A volte si legge che i blondies sono come i brownies, ma invece del cioccolato fondente vengono preparati con il cioccolato bianco. Ma non è detto che sia sempre così: in questo caso ad esempio il cioccolato fondente c'è, ma in forma di gocce e dunque il composto rimane abbastanza chiaro.
Martha Stewart propone una ricetta molto simile e anche lei li chiama blondies.

Blondies di David Lebovitz


ingredienti per una teglia quadrata di 20 cm:
115 g di burro
140 g di farina 00
mezzo cucchiaino di lievito per dolci
la punta di un cucchiaino di bicarbonato
un pizzico di sale
215 g di zucchero di canna chiaro
un cucchiaino di estratto di vaniglia (o i semi di mezza bacca di vaniglia)
un uovo grande
115 g di gocce di cioccolato (per me fondenti)
75 g di noci - o noci pecan - tostate e spezzettate

Sciogliete il burro in un pentolino (senza farlo friggere), poi togliete dal fuoco e lasciatelo tornare a temperatura ambiente.
In una ciotola setacciate la farina, il lievito, il bicarbonato e il pizzico di sale.
Unite lo zucchero e la vaniglia al burro fuso, quindi aggiungete l'uovo intero. Mescolate bene e versate questo composto in quello di farina, unite le gocce di cioccolato e le noci spezzettate. Amalgamate velocemente senza mescolare troppo.
Foderate una teglia quadrata di 20 cm con carta forno, versatevi il composto e cuocete in forno già caldo a 175°C per circa 30 minuti, finché si sarà leggermente gonfiato al centro.
Sfornate e lasciate raffreddare completamente prima di toglierlo dalla teglia.
Tagliate a quadrotti e servite i blondies con una pallina di gelato sopra.


Note:
- La crosticina di zucchero che si forma in superficie è veramente goduriosa, però per il mio gusto questi blondies sono un po' troppo dolci. La prossima volta diminuirò la quantità, direi che 170 g di zucchero possano essere più che sufficienti.
- L'uovo deve essere davvero grande; se non l'avete mettetene due piccoli oppure uno medio più metà.
- Nel mio forno, che è un po' "pigro", ho cotto i blondies per circa 40 minuti. Il composto non si è gonfiato in centro, forse ci voleva un pizzico di lievito in più.
- Per il resto nulla da segnalare, dunque:
PROMOSSO


venerdì 21 giugno 2013

CHOCOLATE COCONUT SORBET AND HONEYED CASHEWS



Qui è inverno, ma ad un sorbetto al cioccolato non ho saputo proprio dire di no e se c'è anche l'aggiunta del latte di cocco è ancora più difficile resistere e così mi sono messa all'opera.
Qui trovare acqua, latte o crema di cocco è facilissimo. In ogni supermercato ci sono almeno 3 o 4 marche diverse. Un sogno.
Non avevo mai provato a fare i sorbetto perché ho sempre pensato che senza gelatiera fosse quasi impossibile ottenere un risultato decente e invece mi sbagliavo.
Bisogna solo avere pazienza. Tanta. Io lo avrò mescolato almeno una decina di volte. Lo ho fatto alle 11 del mattino e alle 17 era quasi pronto. Nel frattempo la metà è finita nella mia pancia perché a ogni mescolata cosa vuoi fare, non assaggiarlo?! Sia mai! Toppo buono!
Unica pecca è che il cocco si sente un po' pochino. Il sapore del cioccolato è assolutamente predominante.
Cosa da non sottovalutare è il fatto che questo sorbetto sia adatto a tutti: intolleranti al glutine (attenzione solo al top di cioccolato che usate!), al lattosio, vegani e chi più ne ha più ne metta.

Passiamo alle cashewnuts, in assoluto le nuts più buone del mondo, che qui in Australia si trovano più facilmente delle nocciole o delle mandorle e sono buonissime.
Ecco, diciamo che il David mi è caduto sull'anacardo (è così i singolare di anacardi?!?!?). 
Con il miele rimangono mollicci e perdono la loro naturale croccantezza.
L'aggiunta del sale invece è interessante, ma caspiterina, non mi puoi ammosciare le cashewnuts!


CHOCOLATE COCONUT SORBET

250 ml di acqua
200 g di zucchero
un pizzico di sale
230 g di cioccolato fondente 
500 ml di latte di cocco (intero, non light) non zuccherato
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia

Scaldre acqua, zucchero e sale in un pentolino girando per far sciogliere lo zucchero.
Togliere dal fuoco e aggiungere il cioccolato a pezzi girando finchè si sioglie.
Unire latte di cocco e vaniglia.
Far raffreddare e mettere in gelatiera, oppure in freezer.
Se il latte di cocco sale in superficie mentre il composto raffredda no problem, semplicemente mescolare di nuovo.


HONEYED CASHEWS

2 cucchiai e mezzo di miele
generoso pizzico di sale grosso
150 g di anacardi leggermente tostati

Ungere una placca da forno con pochissimo olio di semi. (direi che è meglio usare la carta da forno)
Scaldare miele e sale in una padella meglio se antiaderente da 25 cm di diametro.
Quando il miele fa le bolle unire gli anacardi e cuocere su fuoco medio per circa 3 minuti, 3 minuti e mezzo finchè gli anacardi risultano ben glassati (ma far attenzione che non brucino).
Versare il composto nella teglia preparata girando un pochino mentre gli anacardi raffreddano, cercando di rigirarli nel miele che si accumulerà alla base.
Quando è completamente freddo rompere a pezzi grossolani e conservare in una scatola di latta.
Unire al gelato solo poco prima di servirlo.


PROMOSSO con riserva

Alla fine dell'estate il David mi deve far diventare croccanti le cashew!
A parte questo devo dire che il sorbetto è davvero buono e velocissimo da fare. Se si segue alla lettera il procedimento non si sbaglia!
Quando lo rifarò (perché lo rifarò sicuramente!) proverò a mettere un pochino meno cioccolato e un goccino meno zucchero, ma questo è solo un mio parere! Voi seguite alla lettera il procedimento e il successo è assicurato!

Un abbraccio dalla terra dei canguri (anche se non ne ho ancora visto uno!).

Ema-Arricciaspiccia

giovedì 20 giugno 2013

GELATO AL BLUE CHEESE E MIELE

gelato al gorgonzola 2

"Questa curiosa combinazione di sapori vi sorprenderà, come è capitato agli amici ignari che ho invitato ad assaggiarlo.Uno di questi  ne è stato così conquistato, che ha conquistato che ha continuato a mangiarlo finché non ha ripulito completamente il contenitore. Mi piace servirlo con delle pere al forno. Non soltanto hanno un gusto molto buono insieme, ma la combinazione assolve il doppio compito di essere un dessert e un piatto di formaggio. 
Alcuni utili suggerimenti:
potete sostituire il Roquefort con il vostro formaggio blu preferito con eccellenti risultati (infatti io ho usato il gorgonzola). 
Inoltre se il vostro miele fosse molto forte usate una quantità leggermente ridotta rispetto a quella indicata .
Ultima nota state attenti quando preparate la crema, perchè non avendo lo zucchero, cuoce molto in fretta"

Gelato al Gorgonzola e Miele

gelato miele gorgonzola

Ingredienti per 750 ml di gelato
90-125 ml di miele saporito(per me 90 ml di acacia)
115 gr di gorgonzola
250 ml di latte intero 
4 rossi d'uovo grandi 
250 ml panna fresca 

gelato al gorgonzola e miele

Scaldate il miele in un padellino e tenetelo da parte (se lo preparate in questa stagione questo passaggio è superfluo perchè la  temperatura esterna rende il miele già abbastanza fluido).
Spezzettate il formaggio in una grande ciotola. In un'altra ciotola mettete i rossi d'uovo. Scaldate il latte in un. pentolino e appena caldo versatelo a piccole dosi sopra le uova mescolando continuamente, poi rimettete il tutto nel pentolino e riportatelo sul fuoco. Fatelo cuocere a fuoco medio mescolando continuamente, facendo attenzione a toccare il fondo della pentola, finché la crema non si sarà addensata e velerà il cucchiaio (non deve bollire).
Versate la crema preparata sopra il formaggio e mescolate per farlo sciogliere (se anche ne rimane qualche pezzetto a me non dispiace).
Unite la panna fresca e il miele e, mescolando, fate raffreddare il tutto su una ciotola con il ghiaccio.
Appena svanito il calore, mettete il composto nel frigo per una mezz'ora e, quando completamente freddo, mettetelo nella vostra macchina per il gelato, seguendo le istruzioni riportate.
Per ciò che mi riguarda il nostro David è:

PROMOSSO!!

Se siete amanti del gorgonzola questo gelato è fantastico!!!! Servitelo con del miele e delle noci spezzettate e sentirete che meraviglia di sapori. 
Originale, inaspettato e godurioso: più di così!
Buona giornata
Dani

mercoledì 19 giugno 2013

GELATO ALLE PESCHE E YOGURT


Eccomi al secondo gelato hand made della mia vita. È sempre una sorpresa scoprire che ,magicamente, potrò mangiare un gelato uguale, ehm ,simile a quelli acquistati : grazie starbooks!
La scelta è caduta su un gusto alla frutta , prettamente estivo e profumato :

Peach frozen yogurt

Ingredienti:
675 gr.pesche (circa 5) io ho utilizzato le pesche “saturnia” circa 8
125 ml acqua 
150 gr di zucchero
240 yogurt bianco intero naturale (ho usato lo yogurt  greco che avevo in casa)
Poche gocce di succo di limone

Sbucciare le pesche , rimuovere il nocciolo e tagliarle a pezzi.
Cuocerle nell’acqua su fuoco medio con coperchio, girando ogni tanto finchè saranno morbide e ben cotte circa 10 minuti.
Togliere dal fuoco , aggiungere lo zucchero e far raffreddare in frigo.
Quando è freddo ridurre il composto di pesche in purea con un robot unendo lo yogurt.
Deve essere liscio ma con ancora qualche pezzo di pesca .
Unire qualche goccia di limone ,quindi mettere nella gelatiera.

La mia basic gelatiera era pronta ed ho versato il composto da gelataia navigata (ehm all’attivo un solo gelato ma riuscito molto bene! ).
Ho fatto andare la gelatiera per mezz’ora ma ,per questo gelato, è risultato troppo. Il composto aveva già raggiunto la  giusta  consistenza “pannosa”  già dopo 15/20  minuti ma io timorosa del troppo poco tempo di azione ho voluto prolungare il tutto.
Ho estratto il gelato, messo in vaschetta con carta forno sulla superficie (grazie mapi) e risposto in freezer.
Una volta tirato fuori dal frigorifero il gelato è risultato troppo duro  ma non solo a causa dell’ulteriore congelamento, credo anche per averlo lavorato troppo nella gelatiera che l’ha reso troppo “rigido”.
L’ho tenuto a temperatura ambiente un po’ ma non troppo (rischio di scioglimento in agguato!) e l’ho servito.
Il composto non era morbido come il gelato che avevo precedentemente fatto, e la consistenza era abbastanza “ghiacciatina” e con questo intendo che si avvertivano parecchio il microghiaccioli che rendevano il tutto poco…armonico.
Il sapore a me non è piaciuto forse disturbato dal non essere cremoso come io amo io il gelato.
È stato però assaggiato da altri (dolcemetà e suoi figli  e  alexachung (ex marie antoinette) : a loro è piaciuto forse di più dell’altro…mah? De gustibus…

A parte i gusti personali credo che l’acqua nella quale si sono cotte le pesche poteva non essere inglobata nella preparazione dando solo allo yogurt il compito di unire gli altri ingredienti.
Ma queste sono considerazioni personali come sono solita fare quando cucino. La mia è una cucina creativa e molto “di cuore” e spesso, in barba alle regole , invento soluzioni estemporanee…come questa : io avrei tolto l’acqua, oppure l’avrei ridotta,  ma , dichiaro che questo mio pensiero non si basa su nessuna legge chimica e su nessun dictat di qualche guru culinario :-)
Attendo quindi con ansia anche i vostri pareri perché , come ho già detto nel mio precendente post, lo starbooks mette alla prova non solo autori blasonati ma anche (anzi, sempre) la sottoscritta che ,felice di imparare, affronta queste nuove alchimie come una maga curiosa…
Mi sento comunque di promuovere David anche questa volta , fosse solo per la soddisfazione di preparare da sè un gelato ...e mai avrei pensato di poterlo fare !






martedì 18 giugno 2013

GELATO ALLE PERE CARAMELLATE



In questi giorni è finalmente arrivato il caldo.  E con il caldo, la voglia di gelato.

Quindi alla fine The perfect scoop di David Lebovitz per lo Starbooks del giugno si è rivelata una scelta  perfetta, anche se all'inizio un po' temevamo... Con il clima che c'era fino a una settimana fa sarebbe stato meglio parlare di zuppe ;-)

In effetti il gelato è sempre una gran risorsa da farsi in casa da soli. È molto meno impegnativo di quanto non sembri, e il risultato, soprattutto per i gelati alla frutta usando frutta di stagione (non come me in questo caso...), incomparabilmente più buono di quello che si può trovare in giro.

Le ricette di questo libro sono molto semplici, ma, almeno a giudicare da questo primo esperimento, direi di buona riuscita.

L'altra cosa buona di questo libro è che propone veramente una marea di ricette, e questo fa piacere. 

Pear Caramel Ice Cream
(Tratto da D. Lebovitz, The perfect scoop, The speed press,   pag. 79)
Ingredienti

  • 3 pere medie mature, sbucciate e senza torsolo
  • 180g di zucchero
  • 500g di panna da montare (io 700)
  • un pizzico di sale grosso
  • poche gocce di succo di limone
Preparazione
Tagliare le pere a cubetti da un cm.
Versare lo zucchero in una pentola a fondo largo e spesso e bordi abbastanza alti e farlo cuocere su fuoco medio guardandolo a vista.
Quando comincia a fondere e a diventare più scuro sui lati esterni girarlo delicatamente con una spatola in modo che lo zucchero già caramellato sui bordi rompa i cristalli al centro.
Quando lo zucchero è tutto color ambra unire i pezzi di pera. Qualche pezzo di caramello comincerà ad indurire ma scioglierà nuovamente mentre si cuociono le pere.
Cuocere su fuoco basso per 10 minuti finchè le pere sono ben morbide.
Togliere dal fuoco e unire metà della panna, girare ed unire il resto insieme al sale e le gocce di limone.
Far raffreddare a temperatura ambiente quindi passare al robot da cucina, passando quindi il composto da un colino.
Versare in gelatiera o mettere in freezer, girando ogni 30 minuti.

Note mie
Gelato ottimo, dalla consistenza piuttosto cremosa anche senza la presenza dei tuorli.
Dopo la mezz'ora in gelatiera l'ho fatto riposare in freezer, perché la mia gelatiera non gela mai abbastanza, e c'è proprio scritto nelle istruzioni di fare così. 

Ieri sera il gelato era buono, oggi mooooooolto di più. Dopo una notte insieme i sapori hanno trovato una loro intimità, e si sentono decisamente di più. Tutti, anche le pere, che ieri effettivamente erano oscurate dal caramello. Sicuramente il caramello è comunque la nota dominante, ma forse su questo incide l'aver fatto il gelato adesso, a giugno. Magari a settembre ci sarebbero state delle pere più buone  e profumate, e l'effetto sarebbe stato diverso. Riproverò, perché il risultato mi è comunque piaciuto molto, come sapore e come consistenza. 

Io non l'ho passato al colino, avevo fretta. Ovviamente si sente una consistenza lievemente granulosa, ma del tutto sopportabile. Quindi se avete fretta fate come me e non sarà un grave danno.

Un'annotazione è invece quella sullo zucchero. Secondo me le proporzioni non erano del tutto corrette: troppo zuccheroso il tutto, al punto tale che ho aggiunto anche panna per renderlo meno stucchevole. Non saprei dire quanta ne ho aggiunta, ma quasi un barattolo da 250g intero, da cui i 700 g che ho indicato fra parentesi. 

In ogni modo, a parte queste due osservazioni, direi promosso. Fra le varianti che propone l'autore c'è l'aggiunta dello zenzero. Mi sembra un'ottima idea, per compensare il dolce del caramello, e credo che quando lo rifarò a settembre proverò questa opzione. 

lunedì 17 giugno 2013

GRANITA ALLA TEQUILA- E WOW! WOW!! WOW!!!


Il wow! Wow!! WOW!!! è più sotto: prima, vi tocca la ricetta. E considerato che è una gran bella ricetta, sarebbe potuta andarvi peggio!

Mia madre, che è un'ottima cuoca, ha sempre sostenuto che chi non sa cucinare cade sempre nell'equivoco di lanciarsi in preparazioni in apparenza semplici ma in realtà difficilissime, con il risultato di confermare ogni volta di più la propria frustrazione. L'esempio che lei porta è la fettina al burro, che richiede un occhio esperto per non trasformarsi in una suola, mentre quello che porto io è la granita. In teoria, come conferma anche lo stesso Lebovitz, di tutti i dessert ghiacciati è la preparazione più semplice: in pratica, non è detto che a facilità di esecuzione corrisponda sempre il successo  ed ancor vivido è il ricordo di certi dopocena fatti di silenzi angoscianti, con pezzi di ghiaccio tenacemente appiccicati al palato e l'impressione di essere sulla plancia del Titanic, anzichè sulla terrazza sul mare dell'amica che ai fornelli non se la cava granchè bene, in compenso col freezer fa magie. 
E' per questo che, quando si è trattato di scegliere da dove cominciare a provare lo Starbook di questo mese, non ho avuto esitazioni e ho subito puntato il dito sulla 

LIME GRANITA
vesione V.M. 18- alla Tequila

La base è una Granita al Lime (Lime Granita, p. 153), che l'autore consiglia di serivre con un'aggiunta di Tequila e un pizzico di sale: io ho messo quest'ultimo attorno ai bicchieri, inumidendo il bordo e passandoli su dei cristalli di sale 


Ecco gli ingredienti 
per 1 litro di granita

750 ml di acqua
200 g di zucchero
2 lime, meglio se non trattati
250 g di succo di lime spremuto di fresco (ottenuto all'incirca da 12 limes)

In una casseruola di medie dimensioni, versare 125 ml di acqua e tutto lo zucchero. Aggiungere la scorza grattugiata dei due limes e mettere sul fuoco, mescolando di continuo, fino a quando lo zucchero non si è completamente sciolto. Togliere dal fuoco, aggiungere la restante acqua e far raffreddare in frigo. Dopodichè, aggiungere il succo di lime e passare nel freezer, seguendo le istruzioni generali per la preparazione della granita , che riporto qui. 



"La granita è un dessert composto di ghiaccio tritato, insaporito con una purea di  frutta poco dolce o altro liquido. Di tutti i dessert che prevedono il passaggio nel freezer, è il più facile da preparare, poichè non richiede altra attrezzatura, se non un freezer, un contenitore e una forchetta. Lo scopo è che si formino dei cristalli di ghiaccio molto fini. 
Trovo che i contenitori di plastica siano quelli che meglio si prestano allo scopo, poichè sono leggeri e non si rompono, con le basse temperature e gli sbalzi termici. Potete usare anche recipienti di altro materiae, come la terracotta, la porcellana o l'acciaio inossidabile, purchè siano approssimativamente larghi dai 20 ai 30 cm, con una capacità di circa 2 litri. Raccomando che l'altezza dei bordi sia di circa 5 cm, per contenere tutti i cristalli
Per ottenere una granita, dovete tenere la base liquida in congelatore per un'ora circa: appena inizia a congelare, togliete il contenitore dal freezer e, con una forchetta, mescolate bene, rompendo lo strato di ghiaccio che si sarà formato in superficie, specie vicino ai bordi. Lo scopo è quello di rompere il ghiaccio, evitando che si formino dei pezzi compatti: la forchetta si usa come un rastrello che porta il ghiaccio al centro del recipiente. 
Una volta mescolato tutto, si rimette in freezer per altri 30 minuti e poi si procede di nuovo con la stessa operazione (rompere i pezzi grossi finchè sono fragili e portare il ghiaccio che già si è formato al centro del contenitore) e si procede così ogni mezz'ora, fin quando tutto il liquido si sarà cristallizzato in tanti minuti pezzettini di ghiaccio. 
Nell'eventualità che fra un'operazione e l'altra la granita gelasse troppo, impedendovi di rastrellarne la superficie con i rebbi della forchetta, basterà lasciarlaper qualche minuto a temperatura ambiente" (pp. 144-145, traduzione libera della sottoscritta)

Quindi, ricapitolando: 
prima si fa sciogliere lo zucchero sul fuoco, assieme a 125 ml di acqua e alle scorze grattugiate del lime, ottenendo un composto con questa consistenza


poi, dopo che lo si è prima passato in frigo a raffreddare e poi in freezer, si procede come da istruzioni (prima refrigerazione di un'ora- e poi si rastrella il ghiaccio sui bordi; successive refrigerazioni di mezz'ora, facendo sempre le stesse operazioni), si ottiene un composto così: 


il ghiaccio si è frantumato in tanti piccoli cristalli e la consistenza è cremosa. 

Ho seguito la ricetta pedissequamente, tranne che per le dosi del succo di lime: probabilmente avevo dei frutti potentissimi, ma già verso il sesto il sapore era molto marcato e con l'ottavo tendeva all'amaro. Mi son fermata al settimo  e a noi è piaciuta. 
Ovviamente, si può anche traasformare in una granita al mohito: basta aggiungere un po' di menta fresca, pestata nel mortaio e una spruzzata di rum bianco.

VERDETTO FINALE
promosso

E ora, come promesso, il wow! Wow!! WOW!!!



Il prossimo fine settimana, alla Fiera del Mare di Genova, debutta Sapori da Sfogliare: si tratta di un evento vero, con la partnership delle Città dell'Olio, che vede riuniti alcuni fra i principali editori che si occupano di cibo ed alcune fra le più gloriose eccellenze gastronomiche italiane in una tre giorni fitta di appuntamenti, in un dialogo continuo fra i tanti modi in cui si può "parlare di cibo", dal "fare" al "sapere". Ci saranno chef, esperti di vari settori, autori ed editori e- udite udite- ci sarà anche lo Starbooks. E' la nostra prima uscita ufficiale e, ad essere sinceri, non avremmo potuto desiderare di meglio: ci fossimo dovute ritagliare un'opportunità più consona al nostro spirito e al nostro lavoro, non saremmo mai riuscite a pensare a qualcosa di così pertinente e così coerente con quello che facciamo. La squadra sarà quasi al completo, a causa delle ahinoi ovvie assenze di Stefania ed Emanuela e di quella di Gaia blindata a Firenze da un'agenda zeppa di impegni: ma noi altre ci saremo tutte e sarà l'occasione buona per conoscerci di persona e per darvi un saggio pratico di come si lavora per davvero. Con noi, infatti, sarà presente Sergio Rossi, uno degli autori più preparati e più competenti del settore, prolifica penna di un editore serissimo e coraggioso :-), la Sagep di Genova che da qualche anno ha inaugurato una collana di gastronomia, che segue con la stessa passione e la stessa serietà che da decenni animano le sue pubblicazioni di arte, turismo e storia locale. Sergio Rossi ci parlerà de La Cucina dei Tabarchini,  dove racconta della straordinaria esperienza gastronomica fatta nel XVI secolo da un gruppo di Genovesi insediati a Tabarca, a Tunisi, in un percorso che coinvolse poi anche la Sardegna e che riecheggia ancor oggi in molte zone del Mediterraneo, mentre noi ne metteremo alla prova le ricette. Le degusteremo poi tutti insieme, in uno Starbook allargato, a cui speriamo possiate partecipare tutti. 
L'appuntamento è per Sabato 22, alle 11. 
Vi aspettiamo!!!

venerdì 14 giugno 2013

GELATO AL BASILICO (BASIL ICE CREAM)

Scorrendo l'indice del libro di David Lebovitz, ho letto "Basil ice cream", e la mia curiosità è stata stimolata, tanto dal voler provare il prima possibile questo gelato. Complice il recente acquisto della Gelatiera (molto basic) di cui ha già parlato la Robi qui, e con lo scetticismo sospeso nell'aria di casa mia... mi sono messa all'opera. Il risultato è un gelato che sorprende per la sua freschezza e bontà. Se amate il basilico, e non avete paura delle novità... provatelo!
 



BASIL ICE CREAM

25 g di foglie di basilico*
150g di zucchero
500 ml di panna
250ml di latte intero
un pizzico di sale
5 tuorli grandi
buccia di un limone

Frullare in un frullatore il basilico con lo zucchero e metà della panna finchè le foglie saranno più fini possibile.
Dividere il composto di basilico in due, ed a una metà unire il resto della panna.
Mettere la metà a cui non si è aggiunta la panna in un pentolino con latte e sale. A parte battere le uova.
Quando il composto è caldo ma non bollente, versarlo sulle uova girando costantemente.
Rimettere sul fuoco e cuocere finchè addensa leggermente e vela il cucchiaio, sempre mescolando.
Togliere dal fuoco, passare ad un colino e versare nell'altro composto di basilico lasciato da parte.
Versarvi la buccia di limone grattugiata e far raffreddare immergendo il contenitore in un altro pieno di acqua e ghiaccio.
Versare in gelatiera o mettere in freezer, girando ogni mezz'ora.


* Io ho messo meno basilico dei 25 grammi previsti nella ricetta, per un semplice errore di distrazione... capita anche questo, ogni tanto ;-)
 

PROMOSSO
 
Il gelato è semplice da preparare e mi è piaciuto molto, in casa meno, sono più per i gusti tradizionali... La scorza di limone si sposa benissimo con il basilico, e rende questo gelato perfetto per essere servito al termine di una cena a base di pesce e/o crostacei.


                                                                                                        Ale only kitchen

giovedì 13 giugno 2013

SUPER LEMON ICE CREAM



Limone, ed è amore da quando sono nata.
Me li spremevo in bocca da bambina per quella sensazione pungente, che sembra un pizzico che passa subito.
Dal limone in purezza ai dolci, alle creme.
Al gelato, ovvio.
Sempre e solo limone, con poche concessioni ad altri gusti.
Dal gelato al limone ho giudicato, e continuo a giudicare, il livello di una gelateria.
Quindi capirete che leggere su The Perfect Scoop una ricetta intitolata Super Lemon Ice Cream mi ha fatto pensare subito che dovesse essere mia.
Da esponente di spicco della cosiddetta cucina cialtrona, o furba che dir si voglia, non mi è parso vero di dover solo buttare tutto nel frullatore...
Bucce, zucchero.
Il succo.
La panna che crea picchi cremosi.
E' già buono così, senza nemmeno essere pronto!
Non ho la gelatiera: quindi passo tutto in freezer, mescolando vigorosamente ogni mezz'ora.
Una giornata, per il responso.
Ed a forza di metterci dentro il cucchiaio il rischio che non ne rimanga.
Beh, il risultato lo vedete: morbido, cremoso, ricco senza risultare pesante.
Dolce al punto giusto, e "limonoso" al punto giusto, eppure senza essere invadente.
Rifatto ed offerto tre volte, e non ce n'è stata una in cui non mi sia stata chiesta la ricetta.
E per quel che mi riguarda, me la appendo al frigo ad imperitura memoria!
Interessante annotazione dell'autore sull'origine della stessa, che appartiene a Barbara Tropp, la donna che ha diffuso la cucina cinese negli USA.
Passata poi da amici comuni a David Lebovitz, che la descrive come "superbly lemony and clean, and...zesty as Barbara was herself".
Superbamente limonosa, pura e...asprigna come Barbara.
Niente male, eh?



SUPER LEMON ICE CREAM
per circa un litro di gelato
da The Perfect Scoop di David Lebovitz

la buccia grattugiata di due limoni bio
100 g di zucchero
125 ml di succo di limone appena spremuto
500 ml di panna fresca da montare
un pizzico di sale


Versare lo zucchero in un robot da cucina insieme alla buccia di limone grattugiata. Far andare le lame finchè la buccia risulterà molto fine.
Aggiungere quindi il succo di limone e azionare per circa un minuto, facendo sciogliere lo zucchero.
Aggiungere la panna ed il sale, quindi far girare le lame per circa un minuto e mezzo, due, finchè il composto risulterà cremoso perchè la panna comincerà a montare.
Far raffreddare in frigo, quindi mettere in gelatiera oppure mettere in freezer, avendo cura di girare ogni mezz'ora circa per mantenere il gelato cremoso.

PROMOSSO 

La ricetta è di una semplicità disarmante, e non può non riuscire.
Il risultato è morbido, cremosissimo e le proporzioni tra gli ingredienti perfette.
Qui è per ora la ricetta del libro più gettonata...
La promozione sarebbe stata a pieni voti se sul libro ci fossero indicazioni per realizzare il gelato senza gelatiera come ho fatto io: Lebovitz non ne fa menzione.






Arabafelice

mercoledì 12 giugno 2013

GELATO AL FORMAGGIO DI CAPRA

La cosiddetta bella stagione si sta facendo davvero attendere quest’anno, con le frequenti piogge (quando non si tratta di grandinate) che spazzano le nostre città e  sorprendono per strada i pochi ottimisti che erano usciti in bicicletta.
Noi Starbooker confidando nell’arrivo dei primi caldi abbiamo scelto per questo mese The Perfect Scoop di David Lebovitz, che in materia sa certamente il fatto suo.
Il libro contiene ricette golosissime che sembrano dirti da ogni pagina “provami, provami” e noi non ci facciamo certo pregare, anzi siamo qui apposta. J


Più ancora che negli altri libri di cucina, leggere il capitolo iniziale su ingredienti e attrezzature è fondamentale quando si tratta di gelati: qui sono svelati i segreti per fare una crema inglese impeccabile o per rimediare se questa è disgraziatamente impazzita; qui si trovano i consigli e le dritte da seguire per amalgamare gli ingredienti nel migliore dei modi e non rischiare di trovarsi con una massa che rifiuta risolutamente di addensarsi in gelatiera. Qui però ho avuto la mia prima delusione.

Ammetto che con me il povero Mr Lebovitz partiva svantaggiato: qualche anno fa mi sono imbattuta in un libro che è una vera chicca, Gelati e Sorbetti di Caroline Liddel e Robin Weir. Non mi è mai capitato di trovare un libro sui gelati così ben fatto: una sorta di Ferrari nel suo genere, con cui anche una Mercedes come Lebovitz fa fatica a competere. Se siete appassionati di gelati fatti in casa ve ne consiglio caldamente l’acquisto e se l’inglese per voi non è un problema vi consiglio la versione in lingua originale: la traduttrice italiana infatti non deve avere molta dimestichezza con la cucina e nel corso di tutto il libro parla di crema pasticciera anziché crema inglese, tanto per citare l’errore di traduzione più grossolano.

A confronto con il libro sopra citato ho trovato Lebovitz un po’ superficiale e a tratti ho quasi avuto l'impressione che facesse apposta a non svelare certe dritte, forse per paura che i suoi lettori comincino ad apprezzare il gelato casalingo più di quello delle gelaterie. 
Non dice ad esempio che la gelatiera va riempita al massimo per 2/3 in modo da lasciare spazio alla montata, né che il gelato va fatto addensare in gelatiera per 20 minuti al massimo o fino a raggiungere la consistenza della panna semi-montata, perché altrimenti si rovina e diventa simile al burro.
Non parla della conservazione del gelato in freezer della necessità di ricoprirne la superficie con un foglio di carta forno che vi aderisca bene per evitare la formazione dei cristalli di ghiaccio (se ci pensate i gelati industriali sono tutti ricoperti da un foglio di carta alimentare!) e soprattutto non ho trovato nessun accenno all’equilibrio tra grassi,  zuccheri e acqua nella composizione della ricetta, un equilibrio fondamentale per non trovarsi con un prodotto finale poco soddisfacente. La possibilità poi di prepararsi il gelato anche senza gelatiera non è neppure contemplata (in compenso però, ci sono un sacco di consigli utilissimi per acquistare una buona gelatiera, il che non è male).

Insomma, dal punto di vista tecnico Lebovitz mi ha delusa perché mi aspettavo di più, probabilmente perché ho un termine di paragone veramente eccezionale (qui trovate un riassunto delle dritte di Liddel e Weir).

Quello che però sicuramente non mi ha delusa è stata la prima ricetta che ho provato e che vi presento oggi.
Ho scelto un gelato dal gusto particolare, che Lebovitz consiglia di servire con un filo di miele aromatico, di castagno o alla lavanda (io ho scelto il primo) e qualche gheriglio di noce tostata per 10 minuti in forno a 190 °C. Il gusto è molto delicato, l’abbinamento dei formaggi con miele e noci è un classico che non delude mai, e l'insieme risulta pericolosissimo per il giro vita, ma una delizia per le papille. 


GELATO AL FORMAGGIO DI CAPRA - GOAT CHEESE ICE CREAM
Da: David Lebovitz - The Perfect Scoop - Rachel Allen


Per 750 ml

375 ml di latte intero

230 g di formaggio di capra fresco (io ho usato un Sainte-Maure, privato della crosticina)
130 g di zucchero semolato
6 tuorli da uova grandi del peso di 20 g cad.

Scaldare il latte e lo zucchero in una casseruola media. 

Nel frattempo sbriciolare il formaggio di capra in una grande ciotola e appoggiarvi ai bordi un colino.
Sbattere i tuorli con una frusta in un'altra ciotola media; versarvi lentamente il latte caldo continuando a mescolare con la frusta per temperare le uova ed evitare che cuociano. Trasferire il tutto nella pentola protetta da un frangifiamma e fare addensare la crema inglese mescolandola continuamente per non farla attaccare al fondo, avendo cura di non portarla a ebollizione. La crema è pronta quando comincia a velare il cucchiaio, intorno agli 80 °C. Non superare in ogni caso la temperatura di 85 °C.

Versare la crema inglese nella ciotola contenente il formaggio di capra, filtrandola attraverso il colino. Mescolare con cura per far sciogliere uniformemente il formaggio, poi immergere la ciotola in un bagnomaria di acqua e ghiaccio e, mescolando continuamente, abbattere la temperatura (fino ad arrivare al di sotto dei 36 °C, giacché i batteri si riproducono alle temperature corporee, tra i 36 e i 40 °C. Questo Lebovitz non lo dice, gli autori sopra citati sì).

Coprire con pellicola trasparente e farla raffreddare in frigorifero per alcune ore, o meglio ancora tutta la notte.

Versare la crema fredda nella gelatiera e fare addensare seguendo le istruzioni del produttore dell'apparecchio.


La ricetta di Lebovitz si conclude qui, io invece proseguo, forte di quello che ho imparato da Liddel e Weir: fare addensare il composto in gelatiera fino a quando non avrà la consistenza della panna semi montata, poi versare in una vaschetta riempiendola fino a 6 mm dal bordo. Far aderire alla superficie del gelato un foglio di carta forno delle stesse dimensioni della vaschetta, incoperchiare e mettere in freezer. Mezz'ora prima di servire il gelato, passarlo in frigorifero per farlo ammorbidire.


Servire con un filo di miele aromatico (di castagno o alla lavanda) e qualche gheriglio di noce tostato in forno per 10 minuti a  175 °C, smuovendoli un paio di volte per farli tostare uniformemente.


E' un gelato sorprendente e squisito, che stupirà i vostri ospiti deliziando le loro papille.


PROMOSSO CON RISERVA


Promuovo senz'altro la ricetta, di una goduria mai vista: la rifarò senz'altro e sappiate che crea dipendenza. 
J

Qualche dettaglio tecnico in più, come quello di limitare la formazione di cristalli sul gelato una volta che questo è stato riposto in congelatore, sarebbe stato utilissimo ai lettori ed è qui che si collocano le mie riserve.



martedì 11 giugno 2013

GUINNESS MILK CHOCOLATE ICE CREAM



Lo starbooks non è solo “mettere alla prova” blasonatissimi libri e autori ma è anche mettere alla prova se stessi.
Questo mese , per me, non è stato mai più vero di così! Non possedevo una gelatiera, non avevo mai fatto il gelato e, in ultimo, non lo amo nemmeno tanto. Lo mangio ma non mi fa impazzire e ad un gelato preferisco di gran lunga una fetta di torta.
Ma , complice (oltre a questo libro )una super offerta di un noto harddiscout  eccomi arrivare a casa con una gelatiera nuova fiammante (ogni occasione è buona per acquistare una qualsiasi cosa che abbia a che fare con forno, fornelli, cucina in generale!)
E come capita con qualsiasi aggeggio di cucina io acquisti, non vedevo l’ora di provarla.
È una gelatiera modello basic ma devo dire che il risultato non è stato niente male complice anche l’originalità degli ingredienti.
Credo che il procedimento per fare i gelati sia , bene o male , lo stesso e il risultato sia  molto influenzato dalla gelatiera che si utilizza . Ce ne sono di basic , come la mia, e ce ne sono altre super professionali. …anyway, questi gli ingredienti per il mio :

Guiness milk chocolate ice cream

200 gr.  Cioccolato al latte
250 ml latte intero
100 gr zucchero
Un pizzico di sale
4 tuotli grandi
250 gr panna da montare (ci vorrebbe la double cream ,cioè una panna molto grassa)
180 ml di birra guiness stout
Un cucchiaino di estratto di vaniglia

Saldare il latte, zucchero e sale in un pentolino. A parte battere i tuorli.
Versare il composto di latte tiepido sopra i tuorli girando sempre.
Rimettere su fuoco medio/ basso girando sempre finchè non vela il cucchiaio(non far bollire)
Versare il composto addensato sul cioccolato spezzettato filtrandolo con un colino e girare finchè si scioglie.Quando il tutto è omogeneo unire la panna , la guiness e la vaniglia.
Far raffreddare in frigo poi mettere in gelatiera secondo le istruzioni della macchina.
La mia dice di mettere nel freezer il cestello (che servirà per contenere gli ingredienti) per almeno 24 ore.
In frigo per 4/5 ore devono starci anche gli ingredienti preparati. Poi si introducono nel cestello gelato e si aziona la macchina per un max di 45 minuti. Dopodiché il gelato dovrebbe essere pronto a meno di ritenerlo troppo “molle” . in questo caso il preparato va riposto nel freezer fino al raggiungimento della consistenza desiderata.
Ho dovuto ,in effetti, fare così . il risultato era una sorta di crema che ha avuto bisogno di un ulteriore raffreddamento . fortunatamente questo “procedimento aggiuntivo” non ha compromesso la cremosità di questo gelato . Temevo di ottenere una crema “cristallizzata” , cioè, in cui si sarebbero sentiti i micro pezzi di ghiaccio che pensavo si sarebbero formati inesorabilmente non avendo attrezzature professionali. Nulla di tutto ciò. Il gelato era ottimo, con un gusto strepitoso! Per primo si avvertiva il dolce gusto del cioccolato al latte subito seguito da un’amarognolo proprio della birra guiness…
Da non amante del gelato devo dire che me lo sono proprio gustato oltre ad essermi appassionata alla sua preparazione …e non vedo l’ora di sperimentare nuovi gusti e inventarne ,magari, di nuovi.
Giudizio per questa prima ricetta : Lebovitz  promosso ma , come dicevo, tanto dipende  , secondo me, dal’attrezzatura che si utilizza.

larobi- Lechategoiste

lunedì 10 giugno 2013

LO STARBOOK DI GIUGNO E'...

David Lebovitz, The Perfect Scoop




Presentare David Lebovitz a chi bazzica nel mondo internettiano del cibo è un po' come parlar di precotti alla Parodi o di plastici a Bruno Vespa o di pizzi alla Valeria Marini: difficile che ne sappiano meno di noi.
Questo perchè Lebovitz è foodblogger molto attivo, molto seguito, molto amato, autorevole fonte di informazione ed indiscusso punto di riferimento per chiunque sia interessato al mondo del cibo e della sua comunicazione sul web. E lo stesso vale per The Perfect Scoop, il libro scelto per lo Starbooks di giugno, che non è propriamente fresco di stampa: tuttavia, vuoi per le lusinghe della stagione, vuoi per la fama dell'autore, vuoi per il successo arriso alla sua opera e vuoi anche perchè non sta scritto na nessuna parte che ci si debb interessare solo di ciò che è fresco di stampa, alla fine si è convenuto che se si deve stare ai fornelli anche col caldo, tanto valepotersi poi refrigerare con un buon gelato: e in questo senso, The Perfect Scoop è la soluzione migliore.
La rassegna delle ricette di questa monografia, infatti, è ben di più di un elenco di gelati: oltre ad una gamma amplissima di gusti, che spaziano dai classici agli esotici, il libro propone anche altre preparazioni, tutte all'insegna del freddo: sorbetti, frozen yogurt, semifreddi e granite, per non parlare dei complementi che tanto di moda vanno da qualche anno a questa parte: dalle salse ai mille inserti- brownies, marshmallows, biscotti di ogni genere e tipo- financo alla preparazione dei coni, in un ventaglio che va dal modello base a quello superaccessoriatoe che rende l'imbarazzo della scelta una questione da risolvere con urgenza, meglio se con la prova pratica dell'assaggio.
Tanta roba, insomma, presentata in modo organico, con sette sezioni distinte (le basi, i gelati; i sorbetti; le granite; le salse e le guarnizoni; i complementi; i contentori), in una grafica molto chiara ed elegante, che ci consegna un libro ricco e denso che rivela, sin da una prima lettura, laconsumata consuetudine del suo autore con l'argomento trattato.

D'altronde, come si accennava all'inizio, Lebovitz è Lebovitz e non son certo la serietà della sua formazione e l'esperienza sul campo a fargli difetto. Il suo approdo sul web ha come punto di partenza una professionalità acquisita nei laboratori di pasticceria e nelle scuole di cucina, dove è stato prima allievo e poi maestro; neppure gli è nuovo il mondo dell'editoria,visto che The Perfect Scoop è una delle ultile sue fatiche letterarie- se non l'ultima addirittura.
Insomma, a farla breve i presupposti di credibilità,sulla carta, ci son tutti. Reggeranno la prova pratica delle Starbookers?
La risposta, ovviamente, la scopriremo assieme, attraverso le verifiche sul campo che pubblicheremo ogni giorno qui sopra, a partire da domani: una rassegna di gelati, granite, sorbetti e complementi vari,  preparati seguendo le ricette alla lettera, con l'occhio critico che ci contraddistingue e che ormai dovreste aver imparato a conoscere.

Cosa ne dite, sarete dei nostri anche stavolta?
Ale

mercoledì 5 giugno 2013

...E' DI NUOVO REDONE!

Puntuali come ogni primo mercoledi' del mese(sembro un calendario liturgico, gia' di prima mattina) ecco tornare l'appuntamento che vede protagoniste le vostre ricette, tratte da uno o piu' dei libri che sono passati al nostro vaglio. Lasciate qui sotto il link alla pagina del vostro contributo che, ricordiamo, deve essere fatto in modo critico: parolonr che serve a scongiurare i gridolini di giubilo qualora non tutto abbia funzionato come da premesse e da promesse e ad esprimere un giudizio utile ai lettori nella misura in cui e' spassionato e sincero. Per cui, sotto con le ricette, vi aspettiamo!!

Starbooks Redone di giugno 2013