Natale che vai, pandolce che trovi.
Questo è lo Julekake, famosissimo pane dolce norvegese, in cui la farina viene impastata con il latte ed il cardamomo: la tradizione lo vuole semplice, persino un po' rustico, mangiato a fette imburrate senza parsimonia alcuna per chi ama i dolci o spalmate di brunost, il famoso formaggio scuro norvegese. La modernità, invece, ce lo presenta variamente agghindato, con affondi nel cake design che agghiacciano più che i Natali norvegesi dal lato sbagliato della porta di casa.
La Aurell, vivaddio, sceglie la prima strada con la sola variante della sostituzione dell'acqua della ricetta classica con il latte acido, in un risultato che ha tenuto appese noi dello Starbooks per circa due settimane- e che vi svelerò solo alla fine.
Perchè mica solo il Natale, ha le sue tradizioni :)
Ingredienti
25 g di lievito di birra (io 3 g lievito disidratato, un po' meno della metà delle dosi indicate)
200 ml di latte intero, scaldato a 36-37 gradi (non oltre)
50 g di zucchero semolato, fine
100 ml di latte acido
50 g di burro morbido
1 cucchiaino di sale
dai 400 ai 500 g di farina forte
1 cucchiaino di cardamomo
1 uovo leggermente sbattuto
olio per spennellare
zucchero in granella (facoltativo) per decorare
per il ripieno
50 g di uvetta
il succo di una arancia, appena spremuto
dai 50 ai 75 g di canditi (facoltativo)
Due ore prima di cominciare, ammollate l'uvetta nel succo d'arancia
Nella ciotola dell'impastatrice, sciogliete il lievito nel latte, mescolando. Unite lo zucchero e mescolate leggermente, poi il latte acido e il burro morbido. Aggiungete a metà della farina (meglio 250 g) il sale e il cardamomo e versatela tutta nell'impastatrice. Mescolate ancora, poi aggiungete l'uovo (non tutto: tenetene da parte un po' per spennellare la superifice del pane, prima di infornare) e la restante farina, questa volta a cucchiaiate, sempre continuando ad impastare: non è detto che debba servire tutta. Impastate fino ad ottenere una pasta morbida, anche se un po' appiccicosa(consiglio mio: aggiungetene altri 200 g, perchè 450 g di farina ci vogliono tutti. Poi, regolatevi a seconda di quanto assorbe la farina che state usando. Considerate che con questo metodo, l'incordatura dell'impasto non è completa, quindi un po' appiccicoso lo resta comunque)
Strizzate bene l'uvetta e aggiungetela in questa fase, assieme ai canditi, se li usate. Spennellate poi la superficie del composto e lasciate lievitare fino al raddoppio.
dopodichè, sgonfiate l'impasto sulla spianatoia, in modo da eliminare ogni bolla d'aria e dategli la forma ovale che vedete nella foto. Non utilizzate stampi, ma coprite con pellicola trasparente o con un canovaccio e lasciate riposare per 20-25 minuti.
Nel frattempo, accendete il forno a 175 gradi e portatelo a temperatura
Spennellate la superficie del pane con l'uovo rimasto e fate cuocere per circa 40 minuti. Se la superficie dovesse scurire troppo, copritela con un foglio di alluminio. Appena il pane è cotto, cospargetelo con zucchero in granella e copritelo poi con un telo umido per evitare che la superficie indurisca.
Note mie
- Dietro questa foto, ci stanno quasi tre settimane di discussioni con la squadra, , che vi elenco in ordine cronologico 1. primo tentativo, seguendo alla lettera il procedimento indicato nel libro- e viene un blob appiccicoso, inguardabile e -secondo me- immangiabile. Il marito lo spazzola via tutto e dice che però non è male. 2. Secondo tentativo, a mano ma con l'ansia, quindi usando la farina sbagliata, la lievitazione sbagliata, la cottura sbagliata: il risultato è abbastanza guardabile, il sapore è decisamente buono. Il marito se ne mangia subito metà, l'altra metà viene sottratta e portata al corso di yoga, dove ogni afflato spirituale sparisce nei litigi fino all'ultima briciola. 3. Terzo tentativo, di Stefania: segue alla lettera e, nel deserto, riesce. 4. Quarto tentativo, Deserto contro Equatore- e siccome stavolta c'è da tenere alto l'onore, mi impegno et voilà, pure l'alveolatura simil-panettone.
- Rispetto alla ricetta originale, che suggerisce l'aggiunta di canditi,
ho messo solo delle scorzette d'arancia, pazientemente tagliate a cubetti. Nel terzo tentativo, li avevo finiti: ma l'arancia ci sta da Dio. Il cardamomo di qui ha un signor profumo, che pervade la cucina e si mantiene anche dopo: nel caso non vi fidiate troppo del vostro, potete aggiungerne un cucchiaino. - Il soured milk è un latte acidificato che potete comodamente preparare a casa, aggiungendo un cucchiaio di succo di limone a 250 ml di latte. La reazione è immediata e sotto i vostri occhi, perchè il latte inizierà a cagliare, già dopo pochi minuti, dandovi il via per l'utilizzo. Se avete del buttermilk, potete usare quello, meglio se non fermentato.
- Questo pane ha mezzo grammo di lievito disidratato, che dovrebbe corrispondere a circa 3 g di lievito secco. Siccome ho impastato tutto a mano, ci ho messo più di un'ora, per cui la lievitazione è partita benissimo: con tutta che siamo in piena stagione delle piogge, in 4 ore l'impasto era triplicato. Per la seconda lievitazione, ha impiegato un'ora.
- Purtroppo, la superficie è rovinata, perchè ho usato la tecnica che uso per il pane- di farlo raffreddare in un panno leggermente umido. Il risultato è che la crosticina tipo colomba che si era formata in superficie, con lo zucchero in granella che si era sciolto, si è tutta attaccata allo strofinaccio.
Ragion per cui, questa ricetta è...
FINALMENTE PROMOSSA!