Sveliamo subito un retroscena e diciamo che il difficile, in questo Starbook dedicato al Natale, è stato non tanto scegliere, quanto scegliere bene: di libri che affrontano l'argomento e che portano la firma di celebrità britanniche ce ne sono a bizzeffe e, neanche a dirlo, sono tutti bellissimi. Da Delia Smith a Nigella Lawson, da Mary Berry agli Hairy Bikers, tanto per citare solo i nostri amici più cari, tutti hanno ceduto al fascino della festa più bella dell'anno, quella che, più delle altre, si celebra attorno ad un tavolo, consegnando alle stampe delle monografie capaci di farci sognare per tutti gli altri mesi, da tanto son curate e ben fatte.
Se alla fine si è deciso per Gordon, è stato un po' per colmare la lacuna di un'assenza che gridava vendetta (ebbene sì: manca all'appello delle Starbookers) e un po' perchè la cucina di questo chef è così improntata alla tradizione che anche affrontando un testo di natura dichiaratamente commerciale avremmo potuto proporre un saggio genuino del suo stile. In altri termini, se avessimo scelto il Nigella's Christmas, tanto per citare l'altra grande assente dagli archivi di questo blog, avremmo fatto irrimediabilmente torto ad una personalità così spiccata come quella di Miss Lawson: mentre con Ramsay si andava sul sicuro, visto il legame ormai inscindibile fra la sua firma e alcuni classici che non sfigurano sulle tavole delle feste.
Il verdetto finale è stato già annunciato dalla sfilza di "promosso" che hanno costellato le passate verifiche: al punto che l'unica bocciatura, legata ad una ricetta dalle dosi a dir poco improbabili, ha lo stesso sapore dell'eccezione che conferma la regola, da tanto questo libro è impeccabile sotto ogni aspetto.
La tradizione, come si diceva, è la cifra in cui si ricapitola e si esaurisce il contenuto, a cominciare dalla concezione stessa del libro, con un impianto antico e confortevole che parte dal menu e arriva alla cucina degli avanzi, passando attraverso l'organizzazione della "linea" che, domestica o no, è sempre il momento in cui ci si gioca tutto. Le ricette sono quei classici di cui sopra, veri e propri monumenti della cucina britannica "alta", dal filetto alla Wellington al prosciutto glassato, consegnati in maniera fedele e impeccabile. Lo stile è quello anglosassone, confidenziale senza essere ammiccante, professionale senza essere freddo, preciso senza essere pedante.
In più, torniamo a ripeterlo, questo è comunque un libro "alla Ramsay", lusinghe commerciali a parte: c'è coerenza, onestà, serietà, da qualsiasi prospettiva lo si guardi e anche se ormai lo show biz ha trasformato questi chef in macchine da guerra (e da soldi), non c'è riga che non appaia scritta dall'autore, di suo pugno, magari anche nella cucina che abbiamo visto tante volte in TV, mentre la moglie prepara il tè e i ragazzi palleggiano nel cortile o aiutano il papà a sperimentare i piatti.
Magia del Natale o rincretinimento delle Starbookers?
Ai postumi (delle feste) l'ardua sentenza.
P.S. In fondo, nelle clausole che nessuno legge, perchè i nostri fedelissimi già lo sanno e noi siamo anche un po' stanche di dover ripetere sempre le stesse cose: la traduzione italiana è uno scempio. Gli errori sono tali da compromettere del tutto la riuscita delle ricette (il più clamoroso è aver confuso "gammon", cosciotto, con "ham", prosciutto, ma anche tradurre "to chop", tagliare a pezzetti con "frullare" è grave, a maggior ragione se si considera che questo è ripetuto ogni volta che è richiesta una tale operazione. E lasciamo perdere tutte le imprecisioni nella resa degli ingredienti meno noti). Della necessità di una specializzazione in materia abbiamo parlato ad nauseam e, francamente, non abbiamo più voglia di dover ripetere le ovvietà- e cioè che abbiamo il diritto di vedere indicati gli ingredienti in modo corretto, magari anche con l'indicazione delle alternative, in caso di irreperibilità sui nostri mercati, e di veder spiegati in modo chiaro e preciso i vari passaggi. Mai come in questa occasione abbiamo dovuto confrontare la traduzione con l'originale e questo, detto altrettanto francamente, è un torto che si fa al cliente. Stiamo parlando di libri costosi, che non si acquistano a cuor leggero: ci piacerebbe che nelle voci che compongono il prezzo di copertina ci fosse anche quella del rispetto pergli acquirenti. Mettiamolo nella letterina per Babbo Natale e chissà che, almeno al Polo Nord, qualcuno ci ascolti.
A domani, con i risultati del Redone!
Un "Tiriamo le somme " magistrale, come tutti i tuoi.
RispondiEliminaLe ricette sono così strepitose che confesso che mi è venuta voglia di procurarmi un'oca, solo per il piacere di cucinare il suo menù con l'oca arrosto.
Ho particolarmente apprezzato l'organizzazione dei tempi di ciascun menù, che aiuta a preparare un Signor Pranzo di Natale senza andare in affanno; mi è piaciuto molto inoltre che ciascun menù fosse "costruito" intorno alla portata principale. Geniali i piatti gourmet proposti per utilizzare gli avanzi: piatti che non sanno di riciclo, da tanto sono gustosi ed eleganti.
Insomma, un libro da comprare senz'altro. Preferibilmente in inglese. :-)
Un libro onesto, comprandolo in inglese ;)
RispondiEliminaEh quindi continuerò a comprare i libri in inglese che almeno vado sul sicuro. Grazie come sempre per queste meravigliose ricette :)
RispondiEliminaOvviamente l'ho già ordinato perché di voi mi fido ciecamente e perché a dirla tutta Gordon, è Gordon, e ogni suo libro (ne posseggo 5) è fatto con passione e professionalità. Colgo l'occasione per ringraziarvi per l'impegno e la serietà con cui vi dedicate a questo progetto che probabilmente mi porterà presto a cercare una casa più grande...ho finito le librerie...anche quelle nuove
RispondiEliminaAle, meno male che io ho comprato quello in inglese ;)))
RispondiEliminaLa questione traduzione - visto che lavoro anche come traduttrice free-lance - mi fa accapponare la pelle!
RispondiEliminaBeato sia Amazon UK (e le sue super offerte!), da cui mi rifornisco di libri come questo
Bellissimo Starbook, a me Gordon è sempre piaciuto e con me avete sfondato una porta aperta questo mese.
Grazie!
Lasciare ad un PS la parte più cocente di questa esperienza è un torto che si fa ai nostri lettori.
RispondiEliminaAnche perché non trovo assolutamente irrispettoso il modo con cui tratti il tiriamo le somme, sempre pieno di garbo ed intelligenza. Credo che quello sia un punto fondamentale considerando che il libro nella sua versione originale è comunque una garanzia di affidabilità e qualità. Le case editrici dovrebbero cominciare a farsi delle domande ed a considerare che la scelta di pubblicare un best seller straniero nel nostro paese, sia subordinata alla cura con cui lo stesso viene rieditato nella nuova versione. Non credo che ribadire la necessità di traduzioni fatte con tutti i crismi sia una perdita di tempo od una nota noiosa.
Grazie Ale, come sempre.
Ci contavo proprio su questo Starbook, e sapevo che Gordon non mi avrebbe delusa! Impeccabili come sempre voi, peccato però dover ancora una volta star qui a parlare della traduzione fatta in maniera approssimativa.
RispondiEliminaGrazie ragazze <3