lunedì 12 febbraio 2018
LO STARBOOK DI FEBBRAIO E'....
Questo non è un libro di cucina- ma un grido di esasperazione.
E il fatto che provenga da uno chef con più di 50 anni di esperienza sul campo alle spalle dovrebbe darvi un indizio sul tipo di esasperazione che manifesta, nelle pagine della sua prima fatica letteraria.
Il secondo indizio è il titolo, la cui perentorietà, espressa anche con una grafica pulita, che attira l'attenzione solo sul testo, la dice lunga non solo sulla filosofia dell'autore, ma anche sul rigore con cui intende esporla e perseguirla.
Se cucini da 50 anni, cioè, e cucini per persone che pagano per mangiar bene, non puoi nasconderti nè dietro un obiettivo, nè dietro una telecamera e neppure dietro questa o quella teoria del guru del momento, per cui il cibo senza niente è sano e buono.
il cibo senza sale fa schifo, per esempio.
cosi come la maggior parte delle carni di pollo non sanno di niente
Un filetto che non sia al sangue ha lo stesso appeal di una bistecca troppo cotto e il pesce di mare è di gran lunga migliore del pesce d'acqua dolce.
E la soia è buona per il mangime degli animali
In parole povere, il valore di un piatto non viene deciso nè dall'estetica, nè dall'inquadratura, nè dal valore nutrizionale, ma solo e semplicemente dal suo sapore.
Nello stesso tempo, non basta dire che il gusto è il solo giudice.
E' il gusto educato, ad esserlo.
Da qui, la perentorietà del titolo che enuncia uno dei capisaldi essenziali del buon cibo, che è quello di una bilanciata sapidità dei piatti, pasticceria compresa e che dà il la a tutti gli altri capitoli che, con contenuti diversi, insistono sullo stesso concetto: la deriva del 2.0, lo scimmiottamento della cucina dei professionisti, lo strapotere delle immagini e, a corollario, la necessità di tornare a dare il giusto nome alle cose e a dire che il Re è nudo quando in effetti lo è.
La teoria, neanche a dirlo, funziona. Anzi, è una deliziosa melodia per le orecchie di noi Starbookers, ultimamente un po' deluse dal livellamento delle pubblicazioni di cucina e bisognose di una ventata di freschezza, quale in effetti questo libro sembrerebbe rappresentare.
Quello che manca è la prova sul campo.
Se le ricette riusciranno, se i piatti saranno coerenti con le premesse, se la pratica, insomma, si sposerà alla teoria, non escludo che Shaun Hill si trovi sommerso da richieste di matrimonio, da parte di noi sei e di tanti dei nostri lettori che condividono con noi lo stesso desiderio di un ritorno alle ricette vere, belle da vedere ma ancor di più buone da mangiare.
Ce la farà, questo libro, a conquistare le nostre papille?
Come sempre, alle Starbookers l'ardua sentenza. E a voi, l'invito a seguirci con i vostri commenti, le vostre considerazioni, i vostri interventi, a partire da domani, con la prima ricetta!
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Febbraio 2018,
Recensione,
Salt is Essential,
Shaun Hill
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Grazie Alessandra ❤️Come sempre è un piacere leggere i tuoi post ... e se posso ... era ora che qualcuno dicesse che la soia è buona solo per il mangime degli animali ��
RispondiEliminaVero? e chissà quante altre ne troveremo, proseguendo nella lettura.... curiosa e felice, posso dirlo?
EliminaPuoi, eccome se puoi ��
EliminaNo dai con la soia si fa anche un filato che si usa ad esempio per le spugne (e gratta come un cilicio)
RispondiEliminaSon curiosa, aspetto le ricette allora
Laura D
Se facessi leggere il titolo di questo libro al prof. Strazzullo, stramazzerebbe al suolo in men che non si dica ahah :)
RispondiEliminaun bell'attacco di ipertensione? :)
EliminaE gli partirebbe l’istinto omicida ahah
EliminaIo al sale non c'ho mai rinunciato e mai lo sostituirò... per me è essenziale, quindi totalmente in sintonia con l'autore e la vostra scelta per questo mese. A domani Starbookers del mio ❤
RispondiEliminaA domani, lettrice del nostro cuore!
EliminaUna frase su tutte mi porto, da questa pre-recensione: "[...] la deriva del 2.0, lo scimmiottamento della cucina dei professionisti, lo strapotere delle immagini e, a corollario, la necessità di tornare a dare il giusto nome alle cose e a dire che il Re è nudo quando in effetti lo è."
RispondiEliminaPerché è di questo che si tratta: il cibo deve tornare a essere protagonista. Il cibo vero, la cucina vera, non quella del senza.
Non vedo l'ora di mettermi ai fornelli!
pensa che sto seriamente meditando di trasferire il libro dalla cucina al comodino... :)
EliminaCibo bello ma soprattutto buono, mi verrebbe da dire. E speriamo che il nostro Shaun Hill esca indenne dalla prova del fuoco.
RispondiEliminaA presto.
speriamo: il guanto della sfida è lanciato. Adesso, sta a noi verificare se è di cachemire :)
EliminaEd io che avevo deciso di non acquistare libri di cucina per un po'.
RispondiEliminaAttendo con ansia la prima ricetta!
D'altronde dopo aver recensito un libro che si chiama Sweet, potevamo non passare a Salt? Vedremo come andrà a finire. Grazie Alessandra!
RispondiEliminaIl titolo del libro promette davvero bene, speriamo anche il resto!
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