Non c'è due senza tre...e Biagio manda addirittura una terza partecipazione al Redone del mese!
Il libro di Brontë Aurell, Fika & Hygge, è
diventato per me quasi una lettura quotidiana.
Ho scoperto tra l’altro che questo dolce proviene, molto probabilmente, da un omaggio di uno chef svedese all’attuale Regina di Svezia, di nome Silvia, appunto, che è di origine brasiliana. Viste le mie condizione di italiano in Brasile, nulla di meglio che provarlo subito.
Ho scoperto tra l’altro che questo dolce proviene, molto probabilmente, da un omaggio di uno chef svedese all’attuale Regina di Svezia, di nome Silvia, appunto, che è di origine brasiliana. Viste le mie condizione di italiano in Brasile, nulla di meglio che provarlo subito.
Silvia Cake (Silviakaka)
Ingredienti
3 uova grandi
intere, più 1 tuorlo
160 g di
zucchero semolato
80 g di light brown sugar*
semi di 1/2
baccello di vaniglia
200 g di farina 00
2 cucchiaini di
lievito in polvere
un pizzico di
sale
100 ml di acqua
fredda**
Per la glassa:
150 g di burro
150 g di
zucchero semolato
semi dall’altra
metà del baccello di vaniglia usato nell’impasto
2 tuorli d’uovo
qualche goccia
di succo di limone***
75 g di cocco
grattugiato essiccato
una teglia quadrata
da 20 x 20 cm unta e rivestita con carta da forno
SERVE 12-16
Preriscaldare il
forno a 180° C.
In un mixer sbattere
le uova con lo zucchero semolato, il light brown sugar e i semi di vaniglia fino a ottenere un composto
soffice e leggero.
Setacciare la
farina, il lievito e il sale, quindi aggiungere il tutto nella miscela di uova
e zucchero. Aggiungere lentamente 100 ml tazza di acqua fredda, fino a
incorporarla bene.
Cuocere in forno
preriscaldato per circa 25-30 minuti o fino a quando l’impasto non risulti ben
lievitato, di colore ambrato ed elastico al tatto. Uno spiedino inserito nel
centro dovrà comunque risultare pulito.
Non appena la
torta è pronta, fuori dal forno, fare la glassa. Sciogliere delicatamente il
burro in una casseruola, facendo attenzione a non farlo dorare. Aggiungere lo
zucchero, la vaniglia e incorporare. Poi rimettere sul fornello, a fuoco basso,
e aggiungere i tuorli e mescolare velocemente fino a quando la crema non diventi
vellutata.
Togliere dal
fuoco e aggiungere 50 g di cocco grattugiato essiccato e mescolare. Si otterrà
una glassa piuttosto densa.
Accendere il
grill. Spargere la glassa sulla torta, e reinserire la torta sotto il grill ben
caldo per qualche minuto (2-3 massimo), cioè fino a quando diventi leggermente caramellata.
Togliere dal grill e cospargere il cocco restante per coprire la parte
superiore.
Lasciare
raffreddare prima di tagliare in quadrati per servire.
NOTE
La torta è
buonissima. Ha un sapore di casa, di dolce della merenda, perché la consistenza
ricorda il pan di spagna della nonna… Ma ricorda specialmente un dolce
brasiliano, ovviamente a base di cocco, chiamato qui “toalha felpuda”, che
potrebbe tradursi maldestramente con “panno vellutato”. Probabilmente l’omaggio
alla Regina Silvia viene da qualche ricordo d’infanzia in Brasile.
La ricetta non
presenta difficoltà. È importante versare l’acqua fredda molto, ma molto
lentamente e farla assorbire bene, per non avere un risultato poco morbido. Il
passaggio sotto il grill è una “genialata” perché il dolce assume un particolare
sapore “brûlé”, se mi faccio capire…
Una nota
personale, permettetemela: Brontë Aurell era contentissima, quando le ho
scritto che avevo fatto la Silviakaka…
* come ho imparato qui su
Starbooks, il “light brown sugar” indicato nella ricetta non è zucchero di canna,
ma zucchero semolato con aggiunta di melassa. La melassa brasiliana, chiamata
“melado de cana”, è abbastanza scura ed è simile al “black treacle” inglese. Per
questa ricetta ho usato uno zucchero tipo Demerara.
** nel libro c’è
un errore di stampa; tra gli ingredienti non è inclusa l’acqua fredda, che,
invece, è ricordata nel procedimento ed è ritenuta obbligatoria affinché la
torta sia morbida e gonfia.
*** non vi è
nella ricetta nessun richiamo a queste poche gocce di limone. Perciò sono assolutamente
dispensabili.
Io ho del cocco in dispensa da smaltire, ma pensavo di mettermi a dieta...che dilemma! Certo che è proprio regale questo dolce. Complimenti!
RispondiEliminaMettersi-a-dieta non è stato mai uno dei mie verbi preferiti, cara Sonia! hahaha... quello che mi impongo è di fare un po' di attività fisica (molto poca, in verità, perché sono un uomo da scrivania...) per compensare la mia ormai ossessiva compulsione per i dolci... buona giornata!
RispondiEliminaFai benissimo a compiacerti per i complimenti di Bronte Aurell: sono più che meritati!
RispondiEliminaDolce che ancora mi manca da libro altrimenti consumato. Rimedierò. Grazie Biagio!
La nostra cara autrice oggi mi ha mandato un cuoricino su Instagram... dopo che le ho detto che la sua ricetta era pubblicata sullo Starbooks di oggi!!! Grazie, Stefi. Ciao all'Araba più Happy del mondo!
EliminaDiciamo che il nome, almeno in italiano non promette bene... 😜😂 ma la foto invece invoglia. Mi incuriosisce quella genialata del passaggio sotto il grill, quindi anche questa torta a tempo debito andrà fatta... Prevedo un inverno carico di profumi di torte...
RispondiEliminaChe bello che la Bronte ti ha risposto e pure con entusiasmo... wow mi è ancora più simpatica 😍🙏
Bravo Biagio anche questa volta mi hai ingolosito 💖
Ciao carissima!!! sappi che tutte le torte svedesi in italiano non promettono bene!!! hahahahaaha... sono tutte un po' "cacofoniche". Provala. Che profumo di casa! bacioni svedesi-brasiliani!
EliminaBiagio, ma che ricetta golosa hai scelto? Mi aggiungo all’elenco di chi vorrebbe provare questo dolce 😋😋😋
RispondiEliminaAle, falla appena puoi ! è irresistibile. Inoltre, il passaggio al grill sembra come quando si caramella la crème brûlée con il suo apposito cannello... da gustare subito!
Elimina..e se è brasilianamente promossa, s'haddafà :)
RispondiEliminaparola di un siciliano doc... si, s'haddafà ....
Eliminahahahaha
Interessantissima la glassa preparata in questo modo: non avevo mai sentito di un procedimento del genere (non che la cosa sia significativa, vista la mia proverbiale idiosincrasia per i dolci...).
RispondiEliminaEpperò, idiosincrasia o non idiosincrasia, questo dolce mi incuriosisce assai. Chissà che non lo provi...
Grazie Biagio!!!
Mapi, effettivamente, la glassa è la parte più divertente e interessante del dolce. Se ti piace il cocco, allora ... mani in pasta ! ciao, un abbraccio!
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