Ho scoperto dell'esistenza del bara brith lo scorso anno quando, costretta a letto per qualche giorno dopo un piccolo intervento, mi ero appassionata a Britain's Best Bakery, un programma tv trasmesso da RealTime in cui due giudici d'eccezione, Mich Turner e Peter Sidwell, rispettivamente pasticcera e panificatore, giravano in lungo e in largo la Gran Bretagna cercando per ogni regione la migliore Bakery, per poi arrivare, grazie a delle eliminatorie, a decretare il migliore baker del Regno. Non traduco volutamente baker/bakery, perché trovo sia uno di quei termini inglesi difficilmente traducibili in Italiano, non tanto per una mancanza linguistica, quanto proprio per una differenza di costumi. Noi di solito distinguiamo in maniera molto più drastica fra pasticcere e panificatore, e non perché manchi la figura del pasticcere nel Regno Unito, o perché da noi manchino i professionisti capaci di fare sia pane che dolci ottimi, ma perché in Italia la differenza fra le figure professionali di chi fa il pane e quella di chi prepara dolci più o meno complessi è sentita in modo più netto, mentre trovo che nel Regno Unito la differenza sia molto più sfumata, fino a scomparire del tutto, in certi casi.
Tralasciando questa lunga dissertazione, ho scoperto il bara brith proprio guardando una puntata di quel programma tv, se non erro girata in Galles, patria natale di questo dolce, il cui nome significa “pane maculato”: si tratta di una torta da the molto semplice, poiché composta di pochissimi ingredienti, cioè farina, zucchero, uova, the e frutta disidratata. Da subito mi aveva intrigato questo dolce così compatto e ricco di frutta, che lo rendeva perfetto non solo per l'ora del the, ma anche per la ben più italica tradizione della colazione, una mia “fissazione”.
Ingredienti:
- 175 g di ribes disidratato (per me mirtilli rossi)
- 175 g di uvetta
- 225 g di zucchero di canna muscovado chiaro
- 300 ml di the forte bollente
- 275 g di farina auto-lievitante
- 1 uovo grande, sbattuto
Procedimento:
Mettete la frutta disidratata e lo zucchero in una terrina, versatevi sopra il the bollente, coprite e lasciate riposare per una notte.
Pre-riscaldate il forno a 150°C/ventilato 130°C/Gas 2. Imburrate leggermente uno stampo da plum-cake da 900 g, quindi coprite il fondo con della carta da forno.
Unite nella terrina la farina e l'uovo, mescolate accuratamente, quindi versate nello stampo precedentemente preparato, livellando la superficie.
Cuocete in forno già caldo per 90 minuti o fin quando la torta è ben lievitata e compatta al tatto. Uno stuzzicadente inserito al centro della torta dovrà uscire pulito.
Sfornate e lasciate raffreddare nello stampo per 10 minuti. Quindi sformate, togliete la carta da forno, e lasciate raffreddare completamente su una gratella.
Servite tagliato a fette ed imburrato.
Il dolce è abbastanza diverso dai gusti a cui siamo abituati: la frutta disidratata (per me i mirtilli hanno sostituito il ribes solo perché non ho trovato quest'ultimo) è veramente tanta, quindi il dolce va consumato con moderazione (anche per il rischio di risultare stucchevole). La torta è però molto buona, e davvero perfetta con una tazza di the (manco a dirlo); non ho seguito il consiglio di Mary di servire le fette imburrate, ma credo che sia un suggerimento quanto meno azzeccato (anche perché, diciamocelo, imburrare rende tutto più buono).
La spiegazione, estremamente essenziale, è puntuale e facile da seguire. La ricetta è molto semplice e di sicura riuscita, a patto di seguire i piccoli accorgimenti suggeriti da Mary Berry e di controllare, trascorsa l'ora e mezza di cottura, l'effettiva cottura del dolce, che nel mio forno ci ha impiegato una decina di minuti in più. A mio avviso non cuocetelo nemmeno troppo, pena un dolce più secco del dovuto.
La ricetta è semplice, ben spiegata, riesce al primo colpo, quindi la ricetta è per me
L'immenso repertorio di dolci da tè inglesi mi affascina a dico sempre che non vivrò mai abbastanza da provarli tutti. Questa ricetta in particolare l'ho assaggiata fatta da una signora inglese ma mai replicata, e vedi che è facile da morire....
RispondiEliminaBravissima Giulia :)
Grazie, Stefi!
EliminaÈ di una semplicità imbarazzante, su questo ci puoi contare.. e devo dire che è anche molto intrigante che non ci sia praticamente massa grassa (se escludi il tuorlo d'uovo). È tutta frutta! :)
Io non l'ho mai assaggiato, è molto invitante ..da provare :D
RispondiEliminaA me ha soddisfatto.. certo, un plum cake intero potrebbero mangiarlo in 30 persone, per quanto è corposo questo dolce, ma a piccole dosi è davvero molto buono!
Eliminaho visto quella trasmissione, fa venire fame! il dolce è molto ricco , sono curiosa!
RispondiEliminaQuella trasmissione è praticamente un invito al peccato :D
EliminaConoscevo questo dolce da tè al tè, ma onestamente non ho mai provato a replicarlo. Posso chiederti che tè hai utilizzato? E Mary Berry - mi pare di capire di no - non ne consigliava uno in particolare?
RispondiEliminaIo ho utilizzato un the della Twinings chiamato "intense", quello che ha la maggiore intensità, proprio perché l'unica indicazione in merito era un the "forte". Mary non dice nulla sulla tipologia, quindi io suggerirei uno con una bella intensità e magari lasciato in infusione un po' più a lungo del normale :)
EliminaMolto bene, grazie Giuli! :))
EliminaIo invece il Bara Brith non lo conoscevo proprio, così come ignoro praticamente tutto della Pasticceria Britannica (e a proposito, complimenti per la dissertazione linguistica, che ho particolarmente apprezzato. :-) ).
RispondiEliminaIn compenso mi attira molto, sia per l'elevata presenza di frutta disidratata - adoro i fruit cakes - sia per la presenza del tè tra gli ingredienti, che di sicuro dà carattere al dolce.
Da provare, assoultamente!
Tu come al solito sei stata perfetta.
Un bacione.
Ah, guarda, non lo avessi visto per puro caso in tv, ora anche io avrei esordito con un "bara ché"?
EliminaIn effetti anche io sono piuttosto digiuna di pasticceria britannica, tipo che il primo scone l'ho assaggiato questa estate a Londra, per dire.. ma è solo un esempio.
Però questa differenza fra noi e loro in materia di baker, pasticceri e panificatori mi ha colpito molto, anche se credo che stiamo muovendo i primi passi verso il modello inglese, da questo punto di vista. Non capisco solo se sia moda o riconoscere un modello più felice del nostro. Ai posteri l'ardua sentenza.
Anche io adoro i fruit cake, e per questo sono andata a colpo sicuro scegliendo questa ricetta.. aspettati un fruit cake molto.. fruttoso, ecco ;)
Grazie Mapi, troppo buona!
guarda, dopo che ho scoperto che la nostradonna di servizio si chiama Salma, non posso che accoglierla con un dolce che si chiama Bara.
RispondiEliminaE su questa, chiudo :-)
Bravissima!
Ha una figlia chiamata Theda?..... :-)
EliminaÈ il minimo che tu possa fare per questa povera anima di nome Salma.. che spero almeno sia briosa, al contrario del vecchio "nomen omen" :D
EliminaGrazie Ale!
Mamma mia che spettacolo e che foto!!! Complimenti!
RispondiEliminaF*
Grazie mille!!
Eliminail bara brith è tanto che lo voglio provare (come moltissime altre cose, come tutte noi...) ma adesso mi hai dato il là. è un dolce che so ad esempio che piacerebbe un sacco alla mia mamma, e quasi quasi glielo faccio trovare uno dei tanti giorni che le tocca di tenersi i miei dolci pargoli.
RispondiEliminaottima realizzazione, giulia, e grazie!
Guarda, è di una semplicità imbarazzante, quindi se sai di farla felice, faglielo trovare.. ti ringrazierà sicuramente!
Eliminatempo fa, sempre per lo Starbooks, avevo fatto un dolce simile con una fantastica ricetta di Jamie Oliver, nella quale si usa il tè Earl Grey. forse questa versione è un po' più basic, ma mi pare altrettanto golosa!!
RispondiEliminabrava giulietta e grazie!!
Grazie a te per il commento,Cristina!
EliminaE ora sono curiosa di andare a leggere la versione di Jamie Oliver :)