Cracking Yolks & Pig Tales
Glynn Purnell
Partiamo dalla regola,
quella che vuole che gli chef anglosassoni apprendano i rudimenti
della cucina nei cosiddetti “luoghi deputati”.
Che tutto sono,
fuorchè le cucine di casa.
“Niente mamme, siamo inglesi”,
verrebbe da dire, parafrasando un noto detto, ogni qualvolta si
scorre il curriculum di qualche chef formatosi al di là della
Manica: che siano scuole alberghiere di perfieria o blasonate
accademie, di solito è a scuola che si imparano le tecniche
basilari, affnandole poi sul campo, che si tratti di un lavello
pieno zeppo di piatti sporchi o di una piastra che trasuda unto e
sudore e lacrime.
E ora, mettiamoci
l'eccezione: quella che vuole gli chef dell'ultima generazione
“figli” di una pratica appresa dalle madri e anche dai padri ed
assimilata sin da bambini, mettendo alla prova il proprio nascente
talento su fratelli minori, amici impavidi e parentado compiacente.
Una novità, per molti versi, un discrimine sempre più netto, con
Gordon Ramsay a capeggiare le formazioni dei cuochi di una volta e
Jamie Oliver paladino dei figli d'arte, quelli dal palato formatosi
sui piatti della domenica e dall'occhio temprato dai giri settimanali
nei mercati di quartiere.
A questi ultimi appartiene Glynn Purnell,
cuoco del tutto sconosciuto qui in Italia ma molto noto, invece, in
Gran Bretagna, sia per la stella Michelin che detiene con fierezza
dal 2009, sia per una serie di fortunate partecipazioni a programmi
televisivi che gli hanno assicurato, oltre alla fama, anche quella
popolarità che è requisito essenziale nel palmares degli chef del
Terzo Millennio, qualsiasi sia l'origine della loro formazione.
A scanso di equivoci:
Glynn Purnell è uno che, ai fornelli, ci sa fare per davvero. Alle
spalle ha una gavetta di tutto rispetto, con tanto di risvolti
“formativi” in odor di nonnismo, alla Kitchen Confidential, per
intenderci. I rudimenti appresi in famiglia gli sono serviti per
individuare da subito il proprio percorso professionale, ma la sua
ascesa all'Empireo è partita dal gradino più basso- quello del
lavapiatti- ed è proseguita lungo tutti gli scalini, compresi quelli
più ostici dell'arte bianca e della pasticceria (bollata come “roba
per femminucce”, all'inizio e amata di un amore sconfinato poi). Al
suo fianco, ci son sempre stati grandi maestri ma è fuori di dubbio
che, finita la gavetta, la presenza di Glynn nella brigata, da
semplice sous chef a capo cuoco, sia sempre coincisa con l'arrivo di
una stella Michelin: così fu per il Simpson's dove Purnell mosse i primi
passi, così fu per l'Hibiscus il
locale del suo
maestro Claude Bosi (seconda stella) e così fu per il Jessica's, dove rimase per sette
anni come capo indiscusso della brigata. Quella conquistata in
questo locale fu la prima vera stella individuale, quella che gli
consentì di prendere il coraggio a due mani e accendersi un'ipoteca
sulla casa per aprire un ristorante tutto suo, in quella stessa
Birmingham che fu teatro del suo apprendistato.
Il resto, è storia
recente: la conferma del suo talento, le partecipazioni in TV e, in
mezzo, la pubblicazione del suo primo libro, difeso con le unghie e
con i denti dalle esigenze del mercato e dalle richieste degli
editori, che volevano a tutti i costi un prodotto commerciale.
Ma Purnell è un osso duro, temprato dalla vita vera delle cucine e
dai rifiuti delle banche (la Gran Bretagna non è gli Stati Uniti e
ottenere un prestito per l'apertura del suo locale fu difficilissimo): ed è forse a questa gavetta nelle cucine che si deve la sua tenacia nel resistere a queste lusinghe e a dire dei no, fino a quando non si è imbattuto in chi ha
capito e sostenuto la sua filosofia, vale a dire scrivere un libro di
cucina tout court, non per eletti ma neppure per principianti,
cercando di tradurre le sue ricette in un linguaggio comprensibile a
chi voglia cimentarsi con qualcosa di diverso dal solito, ma sempre
nel rispetto di una “cucina vera”, che ha nelle basi il suo unico
fondamento e nella creatività e nella padronanza delle tecniche le
sue concrete possibilità di sviluppo.
Poteva mai sfuggire, una simile raccolta di ricette, alla squadra delle Starbookers? E potevamo forse non cogliere l'occasione di una ripresa del lavoro, per ripartire pimpanti, ritemprate dagli ozi estivi e pronte a cimentarci con un pezzo da novanta, che se non lo facciamo adesso, non lo faremo mai più?
Certo che no, è la doppia risposta e quindi eccoci pronte a ripartire, con il solito appuntamento quotidiano, per l'unica prova che veramente conti, per verificare la bontà di un libro di cucina- vale a dire quella dei fornelli. Se volete sapere come andrà, seguiteci, a partire da domani, per le prossime tre settimane.
Noi, intanto, accendiamo i fornelli....
"Noi intanto accendiamo i fornelli" e partiamo con questa nuova, grande sfida: perché cimentarsi con uno Chef del calibro di Purnell, la cui carriera hai mirabilmente ricostruito in queste poche righe, è un'autentica sfida.
RispondiEliminaPersonalmente con personaggi di questo calibro uso la politica dei piccoli passi... e spero in bene!!! :-)
Un abbraccio.
Wowowo!!! Qua si ricomincia col botto!!
RispondiEliminaSono già andata a curiosare l'anteprima di amazon :-P e credo proprio che ne vedremo delle belle!
Questo Glynn ha già tutta la mia attenzione e voi pure!!! :)
Non lo conosco e sono quindi molto curiosa di vedere le sue "creature" culinarie ;-)
RispondiEliminaNon conosco nè chef nè libro, ma ammetto che (molto prosaicamente) mi ha intrigato la copertina :)
RispondiEliminaVi seguirò.. as usual!!
Non ho mai sentito questo Glynn, vediamo come se la cava!
RispondiElimina(su di voi metterei la mano sul fuoco.... :D)
a presto!
British food renaissance...
RispondiEliminaBentornateeeeeeeee, anche io non conosco questo chef ma la copertina mi piace, l'english food pure quindi che dire, finalmente si parte... evviva. Buon lavoro belle Starbookers. A domani
RispondiEliminaChe fortuna incredibile far parte della squadra questo mese perchè mi sa proprio che ne vedremo delle belle...
RispondiEliminaFornelli accesissimi :)
bentornate, mi siete mancate molto; non conosco questo chef e la sua cucina, quindi quale modo migliore se non lo starbooks per imparare a conoscerlo!!!
RispondiEliminama bello questo libro.....interessante e capita proprio quando ho ampliato la libreria...
RispondiEliminamai sentito ma da quanto leggo mi piace! prima di leggere questo post che mi era sfuggito, ho visto i piatti pubblicati e quindi mi sono voluta documentare. Grazie per le preziose informazioni e per aver proposto questo chef e il suo libro
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