Come ricorderanno i nostri lettori più attenti, l'arrivo di Summer Kitchens sugli scaffali delle librerie degli Starbookers aveva rivoluzionato la scaletta degli ultimi mesi del 2020. Nelle more del lockdown, infatti, a dispetto dell'arresto delle pubblicazioni, avevamo comunque stilato una lista di nuovi titoli da provare, fra i tanti che sgomitavano per conquistare la nostra attenzione e, sia detto con la massima onestà, erano tutti talmente belli da rendere ancora più pesante il riposo forzato di questi ultimi mesi.
Tuttavia, è bastato sfogliare Summer Kitchens per rendersi conto che rispettare la lista d'attesa sarebbe stato quasi un affronto, per questo libro e per i nostri lettori. Sia chiaro: i libri che abbiamo scelto si preannunciano tutti delle chicche e se anche mantenessero la metà di quello che promettono meriterebbero un posto d'onore nelle nostre librerie. Ma nessuno di questi ha quella carica di novità, di freschezza, di coraggio che prorompe dalle pagine dell'ultima fatica di Olia Hercules, confermandola come una delle voci più interessanti dell'editoria post-Covid 19 (perché sì, ci sarà anche questa)
Diciamocelo con franchezza: sono anni che i libri di cucina si sono attestati su un livello alto, per concezione, contenuti, grafica. Se oggi ci diciamo annoiati dell'ultimo Jamie Oliver o delusi dal penultimo Ottolenghi è perché, more solito, ci siamo abituati. I ricettari di una volta, per quanto rimpianti e idolatrati, mostrerebbero molti limiti, se messi in commercio oggi: non a caso, l'unico a reggere il confronto è quell'Artusi che fu uno dei casi più eclatanti di auto pubblicazione, visti i costanti rifiuti degli editori, incapaci di coglierne la modernità. Tutti gli altri, anche i migliori, risultano superati, proprio perché superata è l'idea di cucina che esprimono: una visione "chiusa" (domestica, borghese, "al femminile") che male si sposa con la visione "aperta" (internazionale, trasversale, dialogante) di questi ultimi anni.
Nello stesso tempo, anche questo modello sta mostrando la corda: lo diciamo da qui, con la presunzione di aver imparato a fiutare il vento, forti dei dieci anni di vita di questo blog: i libri che leggiamo, infatti, per quanto ineccepibili dal punto di vista editoriale, non riescono più a convincerci del tutto. Criticarli è praticamente impossibile, perché sono praticamente perfetti: ma mancano di tutte quelle emozioni che, invece, abbiamo ritrovato nello Starbook del mese.
A farla breve, Olia Hercules riesce a mantenere lo slancio che tanto ci affascina nelle opere prime, rompendo però il binomio fra spontaneità e ingenuità, proprio delle stesse opere prime. Summer Kitchens è infatti il terzo libro di questa pur giovanissima autrice, quello su cui di solito scivolano tutti coloro a cui la fama internazionale regala anche il fiato sul collo degli editori, tutti compatti nell'investire sul nome da cassetta invece che sul contenuto dell'opera. Dopo Mamushka e Kaukasis, insomma (a parere di chi scrive, due libri che non dovrebbero mancare in nessuna libreria che si rispetti e non solo limitata alla cucina) temevamo, se non la delusione, un po' di disappunto: invece, ci siamo ritrovati a sognare fra le pianure sferzate dal vento della steppa, ad annusare i profumi acri, venati di dolcezza, che emanano dai barattoli ordinati sulle mensole, dalle pentole che sobbollono sui fornelli, dai pani ripieni appena sfornati-e tutto grazie a questa straordinaria ragazza, capace come pochi di raccontare storie, condividere saperi, regalare emozioni.
Unico neo, la reperibilità di alcuni ingredienti, ancora introvabili nel nostro Paese. Ma conosciamo a sufficienza i nostri lettori per sapere che non sarà una foglia di rafano o un fiore di aneto a fermarvi, specialmente se ad incitarvi, questa volta, siamo noi.
Ci vediamo ad Ottobre, con il prossimo Starbook!
Alessandra
Mi mancavano le tue recensioni in materia gastronomico-culinaria e devo dire che l'editoria post Covid19 con te avrà di che "cuocersi"!!! Convincente tanto quanto Olia, ma forse di più!
RispondiEliminaMi mancavano le tue recensioni in materia gastronomico-culinaria e devo dire che l'editoria post Covid19 con te avrà di che "cuocersi"!!! Convincente tanto quanto Olia, ma forse di più!
RispondiEliminaCome sempre, centri il punto con mira infallibile: "sono anni che i libri di cucina si sono attestati su un livello alto, per concezione, contenuti, grafica. [...] Nello stesso tempo, anche questo modello sta mostrando la corda: [...]: i libri che leggiamo, infatti, per quanto ineccepibili dal punto di vista editoriale, non riescono più a convincerci del tutto. Criticarli è praticamente impossibile, perché sono praticamente perfetti: ma mancano di tutte quelle emozioni...".
RispondiEliminaMi permetto di aggiungere che il livello elevato si limita all'editoria straniera, perché su quella italiana purtroppo, c'è ancora un velo pietoso da stendere.
Ho comperato Summer Kitchens un paio di giorni dopo aver visto le prime ricette, e ne ho letto avidamente i racconti e le tecniche. Mi ha particolarmente affascinata quella della lattofermentazione, benché non sia particolarmente amante di quel genere di sapori, e sono stata conquistata dagli aneddoti e dalla condivisione spontanea della vita che si svolge nelle Summer Kitchens (ovviamente adesso ho cominciato a sognarne una). Gran bel libro insomma, e sono in trepidante attesa di conoscere il prossimo!
sembra stupendo...
RispondiEliminaL'ho appena ordinato.Recensione travolgente.
RispondiEliminaP.S.Redone, arrivooo!
Bellissima recensione. Il libro diventa una scusa per parlare anche di altro in maniera interessante e competente. Grazie per tutto l'impegno che ci mettete e che rende Starbooks uno dei Blog di cucina (e non solo) più piacevoli da frequentare. AlbertoMassimo
RispondiEliminaSempre una bellissima recensione, e "illuminata"!😍
RispondiEliminaAnche in questo caso urge l'acquisto perchè cosa c'è di meglio di un libro di ricette, che racconta anche storie di una cultura vicina ma non troppo familiare... declinate al femminile??!😋