martedì 31 maggio 2022

THE UNOFFICIAL BRIDGERTON COOKBOOK: TIRIAMO LE SOMME?

 



Nel libro sulle Gioie della Maternità che avrei voluto scrivere, se non fosse che dopo quello nessuno avrebbe più voluto avere figli, un lungo e doloroso capitolo sarebbe stato dedicato all'attività agonistica. Che è roba che sommamente odio, per tutta una serie di ragionevoli motivi, e che, ovviamente, mia figlia ha praticato con assiduità, costanza, impegno e dedizione negli anni fra la fine delle elementari e le medie. 
Quando, cioè, era doveroso accompagnarla alle gare. 
Dove, ovviamente, si consumava il dramma. 
Non tanto per lei che, bontà sua, perdeva e vinceva con la stralunatezza di sempre, quanto, ovviamente, per la di lei madre, costretta a sfarinare il suo sistema nervoso al chiuso di malsani palazzetti dello sport popolati dalle famiglie felici che sono la naturale appendice degli aspiranti campioni - dai padri che alitano sul collo del povero allenatore, urlando ai propri figli consigli non richiesti, a madri che baciano la medaglia del figlio, in caso di vittoria o fanno notare che, comunque, la loro creatura è più bella/più brava a scuola/più tutto, in caso di sconfitta, per tacer delle mine vaganti e urlanti che prendono il nome di "fratelli minori", mentre i maggiori cercano un posto riparato dove recuperare un po' di quiete, fosse solo quella necessaria per elaborare un piano di fuga. 
Per fortuna, la natura ci ha dotati di un istinto di sopravvivenza che, in quel caso, si era canalizzato nella capacità di riconoscere i nostri simili: ragion per cui, non solo si faceva gruppo nei tempi morti (anzi: gruppetto: eravamo in schiacciante minoranza) ma si seguivano anche le gare dei rispettivi figli, bieco pretesto per togliersi dagli spalti e allontanarsi il più possibile dal branco. 
Nessuno dei nostri figli era particolarmente bravo, ad eccezione del bambino di due nostri amici che controbilanciava la mediocrità di tutti gli altri. Era un piacere osservarlo in gara, una gioia vederlo vincere e capitava spesso che i pomeriggi iniziati con la voglia di andar via si allungassero poi fino a sera, per assistere alle sue finali. 
In una di queste, il ragazzino aveva incontrato un avversario di gran lunga inferiore. Si era capito dalle prime battute, che sarebbe stata una gara facile e il punteggio non lasciava spazio a dubbi: al poveretto non riusciva neanche una stoccata e più quello si affannava, più l'altro guadagnava in lucidità e sicurezza. Si stava andando verso un clamoroso cappotto quando, a pochi minuti dalla fine e a vittoria già in tasca, il padre del campione si alza, scende giù dagli spalti fino alla pedana e, noncurante dell'allenatore, si avvicina al figlio e gli dice : "adesso, gli fai fare 2 o 3 punti. Perché un conto è vincere, un altro è umiliare". 

Ecco, questo è quello che mi è venuto in mente, come ispirazione per questo Tiriamo le Somme. Girarci intorno è inutile, anche perché vi sarete accorti tutti che questo non è né un libro di cucina, tout court, né un semplice ricettario. Le ricette che sono riuscite si contano sulle dita di una mano e molte di queste sono state salvate da giudizi benevoli, perfettamente adeguati allo spirito con cui abbiamo scelto e di conseguenza affrontato questo Starbook: avevamo bisogno di leggerezza e pensavamo di trovarla qui. 
Non è andata così, ma pazienza: in tutta onestà, dubito che le intenzioni dell'autore fossero quelle di scalare l'Olimpo dei food writer e se mai c'è una qualità che abbiamo apprezzato sopra ogni cosa è stato proprio l'approccio scanzonato, divertito, ironico e un po' irriverente che si respira in tutte le pagine, traducendo perfettamente, in questo caso, le stesse atmosfere di Bridgerton.
Alla fine, paradossalmente, ci siamo persino divertiti, noi a provare e voi a commentare: per cui, se la leggerezza era l'obiettivo, possiamo dire che è stato pienamente raggiunto. 
Ma il salvadanaio, lo teniamo buono per un'altra volta. 
Al prossimo mese, con l'ultimo Starbook prima delle vacanze! 

13 commenti:

  1. Già mi manca lo Starboocks di luglio e agosto 🙂

    RispondiElimina
  2. mai un "tiriamo le somme" è stato più divertente e pertinente e intelligente di sempre! brava!!! chapeau!

    RispondiElimina
  3. Divertentissimo "tiriamo la somme" anche se fino a quasi la fine non riuscivo a capire il nesso!
    Ed è un'interessante interpretazione di questa esperienza "allucinante" nel mondo dei libri di cucina... Perché l'alternativa, cruenta e poco elegante, sarebbe stata di tuonare contro un autore che ha palesemente cavalcato il successo mondiale di questa serie capendo ben poco di cucina, con l'unico intento di fare cassa!
    Starbooks giudica... Ed insegna anche come farlo con stile! ❤️ Chapeau!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. lasciamo che siano i nostri lettori a tirare le vere somme, diciamo così. E le tue, sono perfette!

      Elimina
  4. Che grande lezione di stile ed eleganza, quel padre... e anche il tuo post!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mosche bianche, Mapi. Avessi visto gli altri genitori...

      Elimina
  5. Be', che dire cara Ale? Per restare in tema, una stoccata di una finezza unica, di quelle che ti tramortiscono, anche se neanche hai capito bene perché :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. un tocco di fioretto, giusto per restare nella metafora... o più una sciabolata? :)

      Elimina
  6. Sto ancora ridendo. La cosa migliore di questo libro è poter leggere te qui!😄

    RispondiElimina
  7. Tutti i tuoi Tiriamo le Somme andrebbero incorniciati per i posteri. E non solo per la tua disanima acuta del libro, ma per le perle di vita che ci regali e che per me sono inestimabili.

    RispondiElimina

Spammers are constantly monitored