lunedì 30 novembre 2020

FALASTIN: TIRIAMO LE SOMME?

 

Avrei voluto iniziare questo Tiriamo le Somme con un lapidario "sarò breve: accattevillo" perché, fra quanto anticipato nella Recensione e quanto visto nella rassegna delle ricette, non resta davvero altro da dire. Falastin è un libro da possedere- e da possedere in modo pieno, non solo e non tanto con lo sguardo di chi è in cerca di idee da mettere in tavola ma anche e soprattutto con l'attenzione che si deve ad un'opera completa e per questo difficile da etichettare, in cui la ricetta è il prodotto finale di una storia collettiva che si intreccia con esistenze personali, di una religione che è unica nella misura in cui accoglie e rielabora tutte le istanze, di una cultura che vibra in ogni edificio, in ogni strada, in ogni angolo di questa terra e che fa della Palestina, prima ancora che un luogo geografico, un posto dell'anima e del cuore. 

Se mi soffermo un po' di più sulle ragioni dell'imperativo finale (accattevillo) è perché, probabilmente, Falastin segna un punto di svolta nella storia dell'editoria gastronomica. Se infatti 10 anni fa eravamo affamati di ricette e di ingredienti nuovi, al punto da tollerare le storpiature più assurde nel nome di una grattatina di fava tonka o di una spolverata di té matcha e se, poco dopo, ci siamo bruciati il neurone ad inseguire storie sgrammaticate ed improbabili, nel nome di uno Story Telling che al dio della prosa dovrà rispondere di tanti peccati, oggi forse-e dico forse- lo scrivere di cibo ha trovato la sua dimensione. Che, sia detto da subito, non va "avanti", alla ricerca di strade nuove, ma va nel profondo, alla scoperta di mondi antichi; non parla del singolo, ma della comunità; non blatera di ingredienti nel nome del "famolo strano", ma li inserisce con la naturalezza di un palato avvezzo a certi sapori, a certi profumi; e, in ultimo, non parte dalle ricette, ma arriva ad esse, considerandole l'espressione della cultura che le ha prodotte, elevandole dalla dimensione asfissiante delle nonne-mamme-zie per restituirla al flusso della storia dei popoli. 

Al di fuori da questa prospettiva, il rischio di giudicare Falastin una copia di Jerusalem ci potrebbe essere: se si guarda solo alle ricette, è tutto un rincorrersi di similitudini e di richiami. Ma al di fuori da questa prospettiva, Falastin non sarebbe il libro che è e non varrebbe nessuna delle considerazioni precedenti. 

Un'ultima annotazione, che potrebbe sembrare marginale, ma marginale non è. Sami Tamimi dovette abbandonare la sua casa, nella zona orientale di Gerusalemme, a 17 anni, a causa di una omosessualità che non poteva più essere tenuta nascosta. Era un ragazzino pieno di rabbia, quindi, quando iniziò a cucinare, nei ristoranti della zona occidentale prima e di Tel Aviv poi, condannato ad una solitudine fatta di omertà e di vergogna. La svolta ci fu solo anni dopo, quando nel 1997 si trasferì a Londra, dove incontrò Ottolenghi ed avviò la fortunata carriera che oggi lo vede anche proprietario di alcuni ristoranti, senza l'ombra del socio ed amico. Con la svolta, con il successo e, soprattutto, con la possibilità di poter vivere serenamente la propria sessualità, Sami iniziò a riconciliarsi con il mondo e, in particolare, anche con quella terra da cui si era sentito respinto, tornando ad amarla dell'amore intenso e profondo di un figlio verso la propria madre. Ecco, al di là delle facili retoriche, è questo amore quello che si respira fra le pagine di Falastin: un amore ritrovato e quindi più maturo e consapevole che la penna felicissima di Tara Wigley ha saputo restituire, con una scrittura rispettosa, attenta, emozionante. 

Anche questo- o forse, proprio questo- è ciò che fa di Falastin un libro unico, nella sua bellezza e nella sua profondità. E lo so, che bastava dire accattevillo e vi avremmo convinto lo stesso: ma forse, ora lo sarete un po' di più. 

Ci vediamo l'anno prossimo, con tanti nuovi libri che ci aspettano!

venerdì 27 novembre 2020

STARBOOKS REDONE DI NOVEMBRE 2020: IL VINCITORE!

 


Il Redone di Novembre si chiude con il record di partecipazioni di tutti i tempi: grazie!
Come sempre la vostra bravura ci mette in difficoltà ma il vincitore può essere solo uno quindi....vince il Redone di Novembre:

 

Hummus di ceci con zucca arrostita al timo
di I Love Cooking At Home


 
Chiediamo al vincitore di inviare una mail a: lostarbook@gmail.com con l'indirizzo a cui inviare il gadget dello Starbooks. 
E voi, continuate a cucinare ;)

giovedì 26 novembre 2020

FRUIT AND YOGURT WITH SESAME CRUMBLE AND TAHINI-DATE SYRUP

 

Una ricetta per tutti quelli che amano frutta e yogurt al mattina, con un crumble leggermente dolce e salato grazie alla presenza del miele e del burro di arachidi e la sorpresa dello sciroppo di datteri e tahini che regala all'insieme una spinta di energia ed ottimo sapore. 
Inoltre siamo perfettamente in tendenza bowl e healthy come dicono gli americani. 


Ingredienti per 4 persone 
600 g yogurt greco
80 g di fragole ridotte in quarti
40 g di semi di melograno
60 g di pistacchi sminuzzati grossolanamente
2 cucchiai di petali di rosa (opzionale)

CRUMBLE DI SESAMO
50 g semi di sesamo bianco
25 g di sesamo nero (o aumentate il sesamo bianco a 75 g)
150 g fiocchi d'avena 
50 g di mandorle a lamelle la punta di un cucchiaino di sale in fiocchi
1 1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere (ottenuto dai semi 14 fave di cardamomo, pestati in mortaio)
50 g di burro di arachidi cremoso 
100 g di miele 
1 cucchiaino di acqua di rose 
1 cucchiaini di olio d'oliva 
1 albume 

SCIROPPO DI TAHINI E DATTERI 
70 g di sciroppo di datteri
50 g di tahini
2 cucchiaini di acqua di fiori d'arancio. 

Preriscaldate il forno a 160° ventilato. 
Per fare il crumble di sesamo, mescolate il sesamo, l'avena, le mandorle, il sale ed il cardamomo in una larga ciotola. Versate il burro di arachidi, il miele, l'albume,  l'acqua di rose e l'olio in una ciotola separata e mescolate fino a che tutto non sia ben miscelato. 
Aggiungete gli ingredienti liquidi a quelli secchi ed usando una spatola di gomma o le vostre mani, mischiate fino a che tutto non sia ben avvolto.
Distribuite spalmando il composto su una teglia coperta da carta da forno e cuocete 18/20 minuti mescolando via via, fino a che non sarà marrone dorato. 
Lasciate raffreddare completamente quindi trasferite in un mixer per frullarlo il giusto per come preferite la consistenza. Pochi blitz se volete che la granola resti grossolana o più a lungo se vi piace una consistenza sabbiosa. 
Per fare lo sciroppo di tahini e datteri, mettete gli ingredienti in una ciotola con 40 ml di acqua e mescolate bene. Tenete da parte. 
Per servire, dividete lo yogurt in 4 ciotole e versatevi lo sciroppo di tahini e datteri quindi aggiungete una quantità generosa di crumble e terminate con la frutta, i pistacchi ed i petali di rosa, se li usate. 

NOTE PERSONALI 
  • Un'altra ricetta semplice e veloce, con un'occhio alla colazione salutare e piena di bella energia. Non ho mai preparato una granola in vita mia. Mi è piaciuto sperimentare con Tami, senza alcuna difficoltà ma con un occhio alla cottura. Conoscendo il mio forno, so che il ventilato ha la potenza di mille cavalli, quindi sono stata parca nel tempo da destinare a questa modalità. Ho infatti cotto la granola a 160 per i primi 15 minuti ed ho dato giusto 3/4 minuti di ventilato finale per la croccantezza. In un attimo tutto si è scurito e dorato. Se avessi protratto, avrei bruciato ogni cosa. Quindi se vorrete provare, occhio a questo. Se conoscete il vostro forno, seguite la vostra esperienza. 
  • Non ho usato fragole per ovvi motivi. In questo periodo i banchi pullulano di lamponi, quindi ho optato per questi, ma so perfettamente che la scelta della fragola è strategica, perché ama il pistacchio e la rosa...mi riprometto di provarla in primavera. 
  • Lo sciroppo di datteri e tahini è la grande novità di questa proposta: lo sciroppo di datteri si trova nei negozi di biologico tipo natura Si...provatelo. Vi dimenticherete di quello d'acero. Una roba mondiale. Con lo yogurt smorza ogni acidità e lo fa diventare quasi un dessert. Lo mangerei anche adesso.  E ovvio che il tutto sia con mia grande gioia
PROMOSSO 

mercoledì 25 novembre 2020

CHOCOLATE AND QAHWA FLOUR-FREE TORTE



Seconda parte della cena in casa di amici nelle vesti di “chef a domicilio”.
Ma questa torta l’ho fatta la sera prima a casa mia. Visto che deve stare, di preferenza, una nottata intera in frigo. È gluten-free, c’è il caffè, il cardamomo, lo zafferano e una montagna di cioccolato. 


Ingredienti per 10-12 persone

220 g di burro non salato, a temperatura ambiente, tagliato a cubetti di circa 1 cm
200 g di cioccolato fondente (50% di cacao), spezzettato in pezzi da circa 1 cm
50 g di cioccolato fondente (70% di cacao), spezzettato in pezzi di circa 1 cm
2 cucchiai di caffè espresso istantaneo in polvere, più ½ cucchiaino
di cucchiaino di zafferano in fili, schiacciati in un mortaio (opzionale)
10 bacche di cardamomo, i gusci scartati e i semi finemente pestati in un mortaio (oppure ¾ di un cucchiaino macinato di cardamomo)
275 g di zucchero
1 cucchiaio di acqua di rose
2 cucchiai d'acqua
5 uova
¼ di cucchiaino di sale marino in fiocchi
2 cucchiaini di cacao in polvere

Gelato alla vaniglia, crème fraîche o yogurt bianco per servire 


Preriscaldare il forno a 190 °C. Ungere e foderare la base e i lati di uno stampo a cerniera da 23 cm e mettere da parte.
Mettere il ​​burro ed entrambi i tipi di cioccolato in una grande ciotola resistente al calore.
Mettere 2 cucchiai di caffè espresso in polvere, lo zafferano (se usato), il cardamomo, lo zucchero, l’acqua di rose e l’acqua in una casseruola piccola e mettere su un fornello a fuoco medio-alto. Portare a ebollizione, mescolando continuamente: dovrebbero volerci circa 5 minuti, quindi versarlo sul cioccolato e sul burro. Mescolate il tutto fino a quando il cioccolato non si sarà sciolto e rimarrete con una salsa densa ma che possa ancora colare.
Separare 3 uova, mettendo da parte gli albumi. Aggiungere uno alla volta i tuorli e le restanti 2 uova intere alla salsa al cioccolato, mescolando per incorporare.
Mettere i 3 albumi e il sale nella ciotola di una planetaria dotata di frusta. Montare a velocità media per circa 2 minuti, finché non si formano picchi rigidi ma non asciutti. In due tempi, unire delicatamente gli albumi nel cioccolato fino a quando non saranno incorporati; facendo attenzione a non eccedere. 

Versare il composto nella teglia preparata e infornare per circa 50 minuti, o fino a quando uno spiedino inserito al centro non risulti pulito. Lasciare raffreddare per circa 1 ora, poi mettere in frigo per almeno 2 ore, o preferibilmente per tutta la notte. Togliere la torta dal frigo 30 minuti prima di servire; deve essere a temperatura ambiente. Trasferire la torta su un piatto da portata. Mescolare il cacao in polvere e il restante ½ cucchiaino di caffè espresso in polvere in una piccola ciotola. Utilizzando un colino a maglia fine, cospargere abbondantemente e in modo uniforme sulla torta, per ricoprire. Servire con un cucchiaio di gelato, crème fraîche o yogurt bianco.

NOTE

Il nome “QAHWA” significa “caffè” in arabo. Ma non è il nostro caffè espresso, a cui ci siamo abituati. È forte e intenso, e molto spesso è servito con un pizzico di cardamomo, che, quando ancora fresco dá un sapore inebriante al caffè. Come in questa torta, dove si sente, eccome! 

Questa torta è incredibilmente ricca e intensa. Non c’è bisogno di fare delle abbuffate. Basta solo una fetta sottile, servita con un po' di panna montata, o crème fraîche, o gelato alla vaniglia o yogurt bianco. Insomma, fate voi.

Siccome è una torta al cioccolato molto originale, per la quantità di aromi e spezie, sappiate che potete omettere lo zafferano e magari  sostituirlo con un pizzico di cannella. Anche l'acqua di rose può essere sostituita con acqua di fiori d'arancio, o un cucchiaino di estratto di vaniglia.
Avendo preparato la torta per una cena e avendo nozione dei gusti altrui, ho optato per la cannella e per l’acqua di fiori d’arancio. 

Il dolce si conserva fino a tre giorni in frigorifero.

L’intensità del sapore della torta dipende molto dal cioccolato usato. Certo, meno del 50% di cacao, la torta perderà la forza che le è dovuta…. 

Ovviamente, quando avrete la salsa al cioccolato pronta, aspettate che si raffreddi prima di aggiungere i tuorli e le restanti uova, per evitare il risultato “omelette”. Non è scritto. È l’unico appunto che farei. 
Per il resto, PROMOSSA.
 

 Biagio D'Angelo - Glogg the Blog

martedì 24 novembre 2020

LEMON CHICKEN WITH ZA'ATAR



 

 Probabilmente questo pollo non ha bisogno di tante presentazioni. Una versione simile infatti - con le clementine al posto dei limoni - si trova anche in Jerusalem e sicuramente chi lo ha preparato non lo ha dimenticato.
Il concetto di questo piatto è sostanzialmente molto semplice: preparare tutto in anticipo e infornare solo poco prima di andare in tavola. Insomma un piatto perfetto se lavorate e avete bisogno di una cena (quasi) pronta o se magari avete ospiti e volete anticiparvi qualche preparazione.


Ingredienti:
 
3 limoni
1 pollo intero da 1,3 Kg e fatto a pezzi (potete anche usare solo cosce e/o sovracosce, con la pelle)
2 cipolle tagliate in 6 spicchi (260 g)
2 teste d'aglio intere, con la buccia, tagliate a metà 
2 cucchiaini di sumac
3/4 di cucchiaino di pimento
4 cucchiai di za'atar
90ml di olio di oliva
200 ml di brodo di pollo (o acqua)
5 g di prezzemolo tritato finemente
30 g di mandorle a lamelle tostate
Sale e pepe

Tagliate due dei limoni a fette di mezzo centimetro e metteteli in una ciotola ampia. Grattugiate finemente la scorza del limone rimasto (fino a ottenere 1/2 cucchiaino di scorza) e mettete da parte per dopo. Spremete lo stesso limone per ottenere un cucchiaio e mezzo di succo e aggiungetelo nella ciotola insieme al pollo, alle cipolle, all'aglio, al sumac, al pimento, due cucchiai di za'atar, due cucchiai di olio, il brodo o l'acqua, un cucchiaio e mezzo di sale e una bella macinata di pepe. Mescolate bene, coprite con un piatto e fate marinare in frigo per almeno due ore (o per tutta la notte, se avete tempo).
Mezz'ora prima di cuocere il pollo, tiratelo fuori dal frigo e riportatelo a temperatura ambiente.
Preriscaldate il forno a 200 gradi ventilato.
Trasferite il pollo in una teglia capiente, con la pelle rivolta verso l'alto, e versateci sopra la marinata e le fette di limone. Completate con un cucchiaio di olio e cuocete per circa 45 minuti, dando una mescolata dopo venti minuti. Proseguite la cottura finché il pollo e le cipolle non saranno ben dorati. 
Trasferite il pollo su un piatto da portata con le fette di limone e il fondo di cottura. Alcuni mangeranno le fette di limone e altri no, ma comunque sono belle da vedere, quindi servitele.
Verso fine cottura del pollo mescolate insieme il prezzemolo, la scorza di limone, i due cucchiai restanti di za'atar e i tre di olio. Versate la miscela sul pollo, unite anche le mandorle e servite.

Considerazioni:

- Io ho utilizzato solo sovracosce, perché marito le preferisce (se no mi avrebbe lasciato solo petto e ali). 
 
- La preparazione non potrebbe essere più elementare. 
 
- La cosa bella è come sempre il perfetto equilibrio di sapori che si viene a creare e il profumo mentre il pollo cuoce, è celestiale.
 
- Se non vi piace il limone, non è il pollo che fa per voi :D E a proposito di limoni, cercate di usarne di buoni e possibilmente non trattati in superficie, visto che vanno usati con tutta la scorza (e volendo anche mangiati).
 
- Ammetto di aver completamente dimenticato di aggiungere le mandorle prima di fare la foto... ma vi assicuro che ci stanno benissimo XD

Un piatto facile, veloce, gustosissimo e che vi farà fare un figurone senza sforzi. Insomma, una ricetta chiaramente

PROMOSSA
 

lunedì 23 novembre 2020

JERUSALEM SESAME BREAD - KA'AK AL QUDS

 


Amo molto il pane con il sesamo, e lo compro spesso quando lo vedo. Quello che si trova di solito dalle mie parti, è quello siciliano, che viene preparato con semola di grano duro. Quello di Gerusalemme, invece, contiene solo farina bianca. Questo stesso pane lo potete trovare anche in Grecia.
Nell'introduzione alla ricetta in Falastin, viene raccontato che il pane al sesamo di Gerusalemme, lo si può trovare in ogni angolo di strada, dall'alba al tramonto, impilato in alte cataste: che meraviglia!
Idealmente il pane andrebbe mangiato caldo, purtroppo questo non è sempre possibile. Tamimi assicura che, anche riscaldato in forno prima di mangiarlo, oppure leggermente tostato il giorno dopo, è comunque delizioso! Confermo!

GERUSALEM SESAME BREAD 
KA'AK AL QUDS

Ingredienti per 6 pani

1 cucchiaio di lievito di birra disidratato (10g)
2 cucchiai e mezzo di zucchero semolato
270 ml di acqua tiepida
250 g di farina, più quella per spolverizzare
250 g di farina forte per pane
2 cucchiai di latte in polvere
1 cucchiaino di baking powder
3 cucchiai di olio di semi di girasole, più quello per ungere
sale

per la decorazione

60 g di semi di sesamo bianco, non tostati
1 uovo
2 cucchiai di latte intero

Mettere il lievito, lo zucchero e 120 ml di acqua tiepida (presi dal totale) in una piccola ciotola. Mescolare per amalgamare poi far riposare  per 5 minuti, finché non si sarà formata la schiuma in superficie.
Mettere le farine, il latte in polvere, il baking powder e 2 cucchiaini e mezzo di sale nella ciotola dell'impastatrice, con il gancio inserito. Si può lavorare l'impasto anche a mano, ci vorrà solo un po' più di tempo. Azionare l'impastatrice su velocità medio-bassa, per un minuto. Aggiungere l'olio, il mix con il lievito e i restanti 150 ml di acqua tiepida. Impastare a velocità medio-alta per 3 minuti, finché il composto non starà insieme, formando una palla liscia. Togliere l'impasto dalla ciotola, dargli la forma a palla e strofinare tutta la superficie con l'olio. Rimetter la palla nella ciotola e coprirla con uno strofinaccio. Far lievitare in un luogo tiepido per un'ora circa, o fino al raddoppio.
Premere un po' l'impasto con i pugni e ribaltarlo su una superficie da lavoro leggermente infarinata. Dividerlo in 6 parti uguali, ognuna del peso di poco meno di 150 g. Lavorare un pezzo d'impasto alla volta e formare una palla, rimboccandolo sotto la base, piuttosto che arrotolandolo tra i palmi delle mani. Fate attenzione a non lavorare troppo il composto. Procedere allo stesso modo con gli altri pezzi. Far lievitare  per 10 minuti circa, coprendo tutto con uno strofinaccio.
Affondare un dito al centro di una palla, in modo da creare un buco, poi allungare l'impasto verso l'esterno in modo da creare un anello ovale. Usare le dita per modellare l'impasto in un anello grande, che dovrebbe misurare circa 18 cm all'esterno (12 cm all'interno) e 9 cm di larghezza. L'impasto tenderà a ritornare alla forma più piccola: non demordere ed insistere fino ad ottenere la misura indicata. 
Trasferire l'anello su un pezzo di carta forno largo come la teglia e proseguire allo stesso modo con il resto dell'impasto. Dovreste ottenere due anelli per ogni foglio di carta forno, distanziati di 4-5 cm uno dall'altro. Coprire e far lievitare altri 15 minuti.
Preriscaldare il forno a 220°C ventilato.
Distribuire il sesamo in un piatto poco profondo, circa 30x22 cm e mettere da parte. In una piccola ciotola sbattere l'uovo con il latte (o l'acqua) e mettere da parte.
Posizionare tre teglie larghe a riscaldare nel forno (o due se non ne avete tre, in questo caso procederete in lotti).
Spennellare la parte superiore di ogni anello con il mix di uovo e latte, poi immergerli nel sesamo, con la parte spennellata di uovo rivolta verso il basso.  Cercate di ricoprire bene con il sesamo. Rimettere l'anello sul foglio di carta forno, coprire e lasciar lievitare per altri 10 minuti.
Prelevare le teglie calde dal forno e trascinare con attenzione i fogli di carta con gli anelli sopra di esse. Cuocere per 15 minuti, ruotando le teglia un volta, per garantire una cottura uniforme. Cuocere finché i pani non saranno ben dorati.
Sfornare, lasciar riposare 10 minuti se li volete servire caldi, o più a lungo se li servirete a temperatura ambiente.

Note personali

Non ho note particolari da scrivere per questa ricetta, se non che è ben spiegata, e che nulla viene lasciato al caso. E che la prossima volta vorrei provare a diminuire il lievito, allungando di conseguenza la lievitazione. Non perché il pane non sia buono con le dosi indicate, tutt'altro, ma solo per provare la differenza :)
Il pane è delizioso, sia mangiato semplice che farcito, o spalmato di formaggio, magari con le Labneh balls che avete già visto giovedì scorso.

La ricetta è, senza alcun dubbio: 

PROMOSSA!!!









venerdì 20 novembre 2020

HASSAN'S EASY EGGS WITH ZA'TAR AND LEMON

 

Queste uova sono un'invenzione del padre di Sami Tamimi, Hassan, che nel weekend amava prepararle ai figli. Una non ricetta, velocissima da mettere in tavola con un'unica condizione: senza un ottimo extravergine ed del buon za'tar non si abbia la pretesa di fare la differenza. 
Mi sono innamorata di questo piatto che è stato il primo su cui è caduto il mio occhio sfogliando il libro.
Per una persona innamorata delle uova come la sottoscritta, è stata una cosa a cui non ho voluto rinunciare e questa è diventata il pranzo di un sabato tranquillo in casa mia. 
La particolarità che rende questo piatto simpatico, è il fatto che il papà di Sami, rompeva in quarti le uova con le mani.
Uova barzotte morbidissime: come ci riuscisse, non ho idea. 
Poi però ci ho provato anche io e magicamente ce l'ho fatta. 
L'autore consiglia di accompagnarle con cubetti di avocado, fiocchi di peperoncino e sumac in alternativa allo za'atar

Ingredienti 
6 uova 
1 cucchiaio e mezzo di succo di limone
3 cucchiai di olio extravergine
1 cucchiaio di za'atar 
2 cipollotti finemente affettati(20 g)
la punta di un cucchiaino di sale di Aleppo (o altro sale in fiocchi) 
Sale e pepe nero 

Fate bollire una casseruola d'acqua e metteteci le uova con cautela. Bollite per 5/6 minuti quindi fatele raffreddare in abbondante acqua fredda corrente. 
Contemporaneamente, mescolate il succo di limone, olio e za'atar e tenete da parte. 
Sbucciate le uova e dividetele grossolanamente in quarti con le mani così che non siano troppo precise e sistematele su un piatto da portata con il tuorlo in alto. 
Salate e pepate quindi condite con il mix di succo di limone ed olio. 
Cospargete il cipollotto ed il peperoncino e servite. 

NOTE PERSONALI
- Più facile di così non c'è praticamente nulla. L'unica diversità è la cottura delle uova che io faccio sempre a freddo mentre qui si calcola il tempo in acqua già bollente.
- La bontà dell'insieme deriva anche dal tipo di cottura dell'uovo. Il tuorlo deve restare cremoso, fondente in modo che si sciolga perfettamente con il condimento una volta in bocca. 
- Tagliate le uova con le mani. Se vi sembra difficile, basta inciderle leggermente con la lama di un coltello e finire il resto a mano. Le uova si schiacceranno un poco durante l'operazione ma questo è anche il bello dell'operazione. 
- Se vi piacciono le uova, soprattutto se vi piacciono le uova non troppo cotte ed il profumo di una terra lontana, questo piatto vi farà fare un piccolo viaggio senza troppi sforzi. 

PROMOSSA. 



giovedì 19 novembre 2020

LABNEH BALLS - LABNEH TABAT

 


Il semplice e delizioso labneh, il formaggio di yogurt conosciuto ormai quasi ovunque, si presta a molteplici ricette, oltre che ad essere gustato solo con un po' di olio extravergine d'oliva. 
Nel libro del mese  una delle ricette proposte è quella delle Labneh Balls, che si possono preparare in molte versioni, oltre a quelle indicate qui sotto. L'autore suggerisce di variare il rivestimento secondo il proprio gusto: semi di sesamo, sumac, semi di Nigella, pistacchio o noci tritate o altro. 
Si può variare anche la dimensione dei pezzi: più grandi se serviti come mezzeh, da spalmare sulla pita o altro pane; più piccoli per accompagnare un aperitivo, mangiandoli in un sol boccone!

Il mio bel vaso di Labneh balls conservato in frigorifero, contiene ancora qualche pallina da gustare durante i prossimi aperitivi casalinghi, visto che per quelli fuori casa, dovremo aspettare ancora un po' di tempo! 
 

Ingredienti per  20 pezzi

900 g di yogurt greco, oppure 50% di yogurt di capra e 50% di yogurt greco
500 ml circa di olio d'oliva (per me, extravergine)
3 rametti di timo o origano, o un mix di entrambi
1 cucchiaio e mezzo di peperoncino in fiocchi (sufficiente per rivestire 10 pezzi)
3 cucchiai e mezzo di za'atar (sufficiente per rivestire 10 pezzi)
sale

Per preparare il labneh

Rivestire una ciotola profonda con della mussola o della garza di cotone. Va bene anche un panno, in alternativa. In un'altra ciotola, mischiare lo yogurt con un un cucchiaino di sale poi versare nella ciotola rivestita di mussola. Unire gli angoli del tessuto e stringerlo bene formando un pacchetto. Legare bene con un pezzo di spago. Appendere il pacchetto sopra una ciotola (o attaccarlo ai manici di una brocca, in modo che possa gocciolare liberamente senza toccare il fondo). Metterlo in frigorifero e lasciarcelo per 24-36 ore, in modo che la maggior parte del liquido sia colato, e lo yogurt risulti denso e abbastanza asciutto.
Un altro metodo è quello di mettere lo yogurt in un colino, posizionato sopra ad una ciotola, appoggiando sopra lo yogurt un piatto, o un altro peso. Questo procedimento accelera la procedura.
Trasferire il labneh ottenuto in un contenitore ermetico sterilizzato, o in un vaso, sempre sterilizzato. Versare olio a sufficienza, in modo che il labneh ne sia immerso e completamente rivestito. 
Il labneh immerso nell'olio si conserva in frigorifero fino a 2 mesi. Senza olio fino a 2 settimane.

Per preparare le palline di labneh, non effettuare l'ultimo passaggio, cioè non trasferire il labneh nel contenitore, ma procedere come segue. 
Con le mani leggermente unte, prelevare una piccola cucchiaiata di labneh, 20 g circa, e formare delle palline di 3 cm di diametro, poi posizionarle in una teglia rivestita con  un telo pulito e umido. Traferire in frigorifero e lasciar riposare almeno due ore o tutta la notte.
Riempire a metà con l'olio un vaso, capiente abbastanza per contenere tutte le palline, che sia largo 10 cm circa e alto 12 cm, e metterci le palline. Si può utilizzare anche un  altro contenitore a chiusura ermetica. Aggiungere altro olio, se necessario, in modo che le palline siano completamente rivestite. Aggiungere il timo e/o l'origano. Chiudere il vaso e metterlo in frigorifero.
Quando vorrete  preparare le palline (potete farlo un giorno prima di servirle), prelevare il vaso dal frigorifero e portarlo a temperatura ambiente, in modo che l'olio torni liquido. Prelevare le paline e rotolarle nei fiocchi di peperoncino o nello za'atar. Un modo semplice per effettuare questa operazione, è quello di mettere qualche pallina in un piatto e scuoterlo: le palline si rivestiranno in pochi secondi. Se avanzeranno delle palline già rivestite, potrete mettere di nuovo le palline in frigorifero, non nel vaso, e consumarle dopo averle riportate a temperatura ambiente.
Dopo aver mangiato tutte le labneh balls, non buttate l'olio! Potrete riutilizzarlo in altre ricette, o per altre labneh balls. 


Note personali

- la ricette del labneh è quella che si può trovare un po' ovunque, e il formaggio che si ottiene, si può usare in mille modi diversi. Utilizzatelo al posto del formaggio spalmabile industriale: per me è molto più buono, sano ed economico

- per far colare il liquido dello yogurt, usate che del tessuto che non sia stato trattato con ammorbidente o detersivi prfoumati, e fate anche in modo che non ci siano residui di sapone. Io lavo i teli che uso per cucinare con sapone di Marsiglia puro, risciacquando tutto molto bene 

- l'idea di avere un vaso di labneh balls pronto all'uso è un jolly che può tornare utile per un aperitivo, o un pranzo leggero, accompagnando il tutto con un'insalata e del buon pane pita

- oltre a non buttare l'olio di conservazione, non buttate neanche il siero scolato, potrete utilizzarlo per  preparare il pane, ad esempio

La ricetta non può che essere:


PROMOSSA


mercoledì 18 novembre 2020

CHILLED CUCUMBER AND TAHINI SOUP WITH SPICY PUMPKIN SEEDS

 


 

 A differenza di quanto sta accadendo in Italia, qui finalmente si comincia a uscire… non so se sia una cosa buona, ma è certo che la salute mentale ne beneficerà perché non sono certo uno scherzo le conseguenze di questa pandemia a livello psicologico. Sempre con le dovute e giuste precauzioni, una mia vicina di casa e mia amica, mi invita a un aperitivo-cena nella sua terrazza. Perciò ben distanziati io e la sua famiglia. Mi propone che io scelga il menu e mi dichiara “chef a domicilio”.
Accetto e passo qualche ora nella sua cucina, con piacere e divertimento. Questo è il primo piatto che ho proposto.
Il prossimo in un altro post di questo Starbooks.

CHILLED CUCUMBER SOUP WITH SPICY PUMPKIN SEEDS
Ingredienti per quattro persone

Per i semi di zucca speziati

3 cucchiai di olio d'oliva 
40 g di semi di zucca
1 cucchiaino di cumino macinato
¼ di cucchiaino di peperoncino tritato grossolanamente 
Un pizzico di sale

Per la zuppa fredda 
 
3 cetrioli grandi (circa 1kg), sbucciati
65 g di tahini
2 cucchiai di olio d'oliva, più altro per servire
la scorza finemente grattugiata di 2 limoni (ottenere 2 cucchiaini, quindi spremere per ottenere 60 ml del loro succo)
2 spicchi d'aglio grandi, schiacciati
10 g di aneto, tritato grossolanamente, più un altro pizzico di peperoncino 
100 g di cubetti di ghiaccio
20 g di foglie di menta
20 g di prezzemolo, tritato grossolanamente
Sale e pepe nero
1 pomodoro, tagliato a dadi da 6 mm (80 g)

Per prima cosa, preparare i semi di zucca: mettere tutti gli ingredienti in una padella piccola, a fuoco medio. Cuocere per circa 8 minuti, mescolando spesso, finché i semi non inizieranno a colorarsi leggermente e a scoppiettare. Trasferire in una ciotola e mettere da parte a raffreddare.

Tagliare un pezzo di cetriolo da 80 g circa e tagliarlo a metà. Raccoglierne la polpa e frullarlo. Quindi tritare finemente il resto in cubetti da 1 cm. Mettere da parte. Tritare grossolanamente i restanti 2 cetrioli a pezzi un pochino più grandi (2 cm) e trasferirli nel frullatore insieme alla salsa tahini, l’olio, la scorza e il succo del limone, l’aglio, l’aneto tritato, il peperoncino, i cubetti di ghiaccio, metà della menta, metà del prezzemolo, 1 cucchiaino di sale, e una buona macinata di pepe nero. Frullare per circa 2 minuti, fino a che non sia completamente cremoso e omogeneo, quindi conservare in frigorifero fino al momento di servire.

Dividere la zuppa in quattro ciotole profonde e versare sopra il cetriolo riservato e il pomodoro a cubetti. Tagliare la menta rimanente e cospargila su ogni porzione, insieme al prezzemolo rimanente, all’aneto, ai semi di zucca piccanti e un filo d'olio finale e servire.

NOTE
Come scritto nel libro, la salsa tahini è spesso il grande segreto, dal punto di vista degli ingredienti, di una ricetta, arricchendo il piatto meravigliosamente. Anche qui fa la parte del leone. 
Il cetriolo, il limone e le erbe rinfrescano il tutto. Il che fa sì che questo sia un pasto perfetto per una giornata estiva.

Se si vuole, si possono preparare delle quantità più elevate di  semi di zucca; essi si conservano per una settimana in un contenitore sigillato, a temperatura ambiente, e vanno benissimo su tutti i tipi di insalate e verdure arrosto.

La zuppa può essere preparata anche un giorno prima; si mantiene bene e non perde il suo colore. Basta mescolarla prima di servire. 

Forse metterei, di mio, meno foglie di menta. A volte il sapore è un po’ troppo invadente. Ma è una questione di gusti.

PROMOSSA
 

martedì 17 novembre 2020

CAULIFLOWER AND CUMIN FRITTERS WITH MINT YOGHURT

 


 

 La  cosa che sto amando di Falastin è il fatto che ogni ricetta ha una storia ed è legata a un ricordo. Sono convinta che in questo modo, anche le ricette che sembrano più semplici, assumono un altro sapore.

Nel caso di queste frittelle di cavolfiore, l'autore racconta che erano quelle che preparava la sua mamma, che spesso e volentieri le metteva nel cestino del pranzo da portare a scuola. 

E' stata probabilmente questa la cosa che mi ha incuriosito e mi ha fatto scegliere proprio questa ricetta, anche perché mi ha ricordato le frittelle di cavolfiore che si sono sempre fatte a casa mia... ovviamente con qualche spezia in meno. Del resto, con una ricetta approvata da una mamma, si può mai sbagliare?
 
 
 
CAULIFLOWER AND CUMIN FRITTERS WITH MINT YOGURT

1 cavolfiore piccolo (300 g) diviso in cimette
120 g di farina 00
20 g di prezzemolo tritato finemente
1 cipolla tritata finemente (100 g)
2 uova
1e1/2 cucchiaino di cumino in polvere
3/4 di cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di curcuma in polvere
1/2 cucchiaino di peperoncino di Aleppo in fiocchi (o 1/4 di peperoncino normale)
1/2 cucchiaino di lievito chimico per torte salate
250 ml di olio di semi di girasole per friggere
Sale e pepe

Per la salsa (opzionale):
250 g di yogurt greco
1/2 cucchiaino di menta secca
2 cucchiai di succo di limone
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
 

Se preparate la salsa, mettete tutti gli ingredienti in una ciotola aggiungendo mezzo cucchiaino di sale. Mescolate e tenete in frigo fino al momento di servire.
Portate a ebollizione dell'acqua salata e cuocete il cavolfiore per quattro minuti. Tenete da parte qualche cucchiaiata dell'acqua di cottura, quindi scolatelo. Schiacciate leggermente il cavolfiore con una forchetta e mettetelo in una ciotola insieme agli altri ingredienti (eccetto l'olio). Salate e pepate. Aggiungete 3 cucchiai dell'acqua di cottura e mescolate. Dovrete ottenere una pastella piuttosto fluida.
Riscaldate l'olio in una padella ampia almeno 22 cm e, una volta caldo (portatelo a 120 gradi, se avete un termometro), versate 2-3 cucchiai di pastella per formare ciascuna frittella. Preparate 4-5 frittelle alla volta. Una volta dorate su ambo i lati, trasferitele con una paletta su carta assorbente. Servite le frittelle tiepide o a temperatura ambiente, accompagnate dalla salsa di yogurt.

L'autore suggerisce, volendo, di preparare prima l'impasto e conservarlo in frigo anche per un giorno, prima di friggerlo.
Consiglia anche, se non si vuole preparare la salsa, di gustare le frittelle così come sono o con una semplice spruzzata di limone.

Considerazioni:
 
- La ricetta è semplicissima e veloce da preparare, ma la cosa straordinaria è l'equilibrio di sapori che si crea grazie al mix di spezie perfettamente dosate.
 
- La salsa di yogurt non è indispensabile - in effetti anche mangiate sole o con una spruzzata di limone, sono divine - ma ci sta davvero benissimo. E se vi piace pucciare, non può mancare.
 
- Noi abbiamo mangiato le crocchette calde (o meglio, bollenti), tiepide e anche fredde. Anche il giorno dopo. E' proprio vero: sono buone sempre! 
 
- Io le ho mangiate, come consigliate da Tamimi, in mezzo a un flatbread, con un po' di salsa. Una goduria.

Mi pare ovvio quindi che la ricetta è

PROMOSSA

 Alessandra Corona- La Cucina di zia Ale

lunedì 16 novembre 2020

BEETROOT AND SWEET POTATO DIP WITH PISTACHIO BULGUR SALSA

 

 

Piatto comunissimo nella cucina dei Paesi che vanno dall'Egitto, al Libano ed a tutti quelli del Golfo Persico questa crema che nelle versioni classiche prevede solo barbabietola e labna non è uno di quelli che l'autore del libro ricorda dall'infanzia.
Piuttosto ha voluto caratterizzare un piatto tipico e molto diffuso aggiungendo profumi ed aromi, quelli si, per lui estremamente familiari: le spezie, specialmente l'all spice, l'aggiunta inconsueta dalla patata dolce e del composto di burgul.
Devo dire che ho provato questo piatto con interesse perchè l'originale non mi fa impazzire, buono ma a volte un tantino scialbo rispetto ai saporitissimi hummus o muhammara, ormai piuttosto noti anche a latitudini nostrane.
E' stata una vera sorpresa, e ve la racconto nelle note :)




BEETROOT AND SWEET POTATO DIP WITH PISTACHIO BULGUR SALSA
per 4 persone

 

500 g di barbabietole con la buccia
240 g di patata dolce
70 g di bulgur
75 g di pistacchi leggermente tostati e finemente tritati
15 g di prezzemolo tritato
15 g di menta tritata grossolanamente più dell'altra per decorare
un cucchiaio e mezzo di succo di limone
105 ml di olio d'oliva
4 spicchi di aglio tritati
mezzo cucchiaino di cannella
un quarto di cucchiaino di pimento (all spice)
un dattero Mejdool da 20 g ammorbidito in 50 ml acqua bollente per 20 minuti
2 cucchiai di aceto di mele
100 g di labna o yogurt greco molto denso
35 g di feta sbriciolata
sale

 

Preriscaldare il forno a 220 gradi.
Avvolgere ogni barbabietola e la patata dolce singolarmente in alluminio quindi infornare il tutto per circa un'ora o comunque finchè la lama di un coltello entrerà facilmente nella verdura.
Togliere dal forno e lasciare da parte finchè saranno tiepide abbastanza da poterle maneggiare, quindi pelare le barbabietole e la patata.
Si dovrebbero ottenere circa 180-200 g di polpa di patata e circa 400g  di barbabietola.
Affettare la barbabietola mentre la patata può rimanere intere. Tenere da parte separatamente.

Mettere il bulgur in un pentolino con 75 ml di acqua e 1/8 di cucchiaino di sale. Portare a bollore quindi togliere immediatamente dal fuoco, mettere il coperchio e far riposare 20 minuti.
Mescolare quindi con una forchetta per separare i grani e versarlo in una ciotola lasciandolo da parte per 20 minuti per farlo raffreddare. Unire quindi il prezzemolo, i pistacchi, la menta, il succo di limone, 3 cucchiai di olio d'oliva e un po' di pepe nero. Lasciare da parte.

Mettere 3 cucchiai di olio d'oliva in una padella e mettere su fuoco medio. Una volta caldo aggiungere l'aglio e cuocere per circa 2 minuti finchè sarà leggermente colorito.Aggiungere le spezie, cuocere per qualche secondo mescolando sempre e togliere dal fuoco.
Lasciarlo raffreddare quindi versarlo nella ciotola del robot da cucina insieme alla barbabietola, un cucchiaino di sale ed una macinata di pepe. Aggiungere anche il dattero scolato dall'acqua e frullare per un minuto o finchè liscio. Aggiungere la patata dolce e frullare ancora per una ventina di secondi a scatti.

Trasferire il composto in una ciotola ed aggiungere l'aceto di mele e 50 g di labna. Non mescolare troppo, si vuole ottenere un effetto un po' variegato, quindi versare in una ciotola livellando con il dorso di un cucchiaio. Scavare il centro ad ottenere un incavo in cui mettere il restante labna senza mescolare troppo, quindi il composto di bulgur, la feta e delle foglie di menta.
Condire con l'ultimo cucchiaio di olio e servire.



NOTE

- comincio con il commento più inutile e vacuo: il piatto è bellissimo! Il colore è incantevole  ed il contrasto visivo con il topping ne fa subito quello di cui tutti vengono a chiedere cosa sia.

- lode a Sami Tamimi per aver reso questo dip veramente interessante. Altro che scialbo, il piatto è profumatissimo e perfettamente bilanciato. C'è il dolce, le spezie, il salato, la punta quasi nascosta dell'aceto di mele, il sapido della feta. Tocco da maestro il composto di bulgur e pistacchi che insieme alla menta aggiunge ulteriore freschezza al tutto.

- il bulgur è grano essiccato. Si trova ormai facilmente anche in Italia (è ingrediente irrinunciabile nel taboule, l'insalata di prezzemolo e pomodori tipica di queste terre) e va necessariamente fatto gonfiare con un liquido prima di essere consumato. Se si desidera o si ha necessità di realizzare il piatto senza glutine l'autore suggerisce di usare della quinoa al suo posto, tenete però presente che quest'ultima ha un sapore particolare che nulla ha a che fare con il burgul.

- il laban, o labna è formaggio di yogurt. Si può realizzare anche in casa facendo scolare dello yogurt (magari mescolato a yogurt di capra) in un telo finchè la parte liquida sarà eliminata e rimarrà solo una crema molto densa. In alternativa si può usare yogurt greco, io ovviamente qui in Arabia non ho problemi di reperibilità.

- la ricetta sembra lunga ma è veramente basica nelle lavorazioni. I passaggi sono tutti semplici, non si cuoce quasi nulla, e tutto può essere preparato con anticipo. Meglio però servirla a temperatura ambiente.

- come si mangia? Così com'è :) con del pane arabo, fa parte del classico tavolo di antipasti locali. Oppure può essere servito come contorno a pesci grassi come il salmone.


ricetta ovviamente
PROMOSSA

 


domenica 15 novembre 2020

CHRISTMAS BUNS PER STARBOOKS REDONE DI NOVEMBRE 2020

 


 

Nuova ricetta da una lettrice senza blog, Valeria, che come sempre pubblichiamo con gioia. 

 

 

 Quando su Starbooks è apparso SCANDIKITCHEN CHRISTMAS è stato amore a prima vista: foto bellissime, atmosfera calda e “natalosa” e poi dolci…. tanti,  golosi, e così apparentemente accessibili a tutti da spingermi a provare subito una delle ricette presentate, quella per me più invitante, quella dei

 

Christmas Buns 

(da SCANDIKITCHEN CHRISTMAS di Bronte Aurell, traduzione di Patrizia Malomo)


Ingredienti per 24 buns :

*100 ml di doppia panna (per me panna fresca )

*300 ml di latte intero

*50 g di lievito di birra fresco (per me 5g di lievito di birra secco)

*80 g di zucchero semolato

*1 cucchiaino di cardamomo in polvere

*1 cucchiaino di sale

*c.ca 800 g di farina forte più extra per infarinare

*1 uovo

*100 ml di yogurt greco

*150 g di burro morbido

*100 g di uvetta o, a scelta 100 g di gocce di cioccolata ( io ho scelto la cioccolata)

*1 uovo sbattuto per lucidare

*zuccherini, perline ecc per decorare


Mettete il gancio alla vostra impastatrice. Scaldate il latte con la panna fino alla temperatura del vostro dito (36/37°), quindi sbriciolate il lievito nel liquido.

Mescolate fino a completo scioglimento quindi versatelo nella ciotola della planetaria.

Aggiungete lo zucchero ed il cardamomo in polvere e mescolate ancora.

Aggiungete il sale alla farina e mescolate bene quindi cominciate ad aggiungere cucchiaiate al liquido poco alla volta, fino a che non ne avrete usata c.ca la metà.

A questo punto aggiungete l'uovo, lo yogurt e il burro ammorbidito continuando ad impastare.

Continuate ad aggiungere la farina - potreste non avere bisogno dell'intera quantità.

Proseguite impastando fino a che non avrete un impasto leggermente appiccicoso ma che comincia a staccarsi dai lati della ciotola. Ci vorranno dai 5 ai 7 minuti.

La pasta è pronta per la lievitazione quando comincia a staccarsi dalla ciotola.

Se deciderete di usarla, adesso potrete aggiungere l'uvetta o la cioccolata.

Coprite la ciotola con pellicola trasparente e lasciate lievitare il luogo tiepido per 35/40 minuti, fino a che non sarà raddoppiata di volume.

Rovesciate l'impasto su una spianatoia infarinata quindi impastate con le vostre mani (aggiungete farina se necessario).

Tagliate l'impasto in 24 pezzi di uguale dimensione e date loro una forma rotonda.

Sistemateli su una placca da forno coperta di carta antiaderente. Coprite ancora e lasciate lievitare per 20 minuti.

Preriscaldate il forno a 200°.

Spennellate leggermente ogni bun con l'uovo sbattuto quindi cospargete la superficie con perline,  confettini, zuccherini se vi piace.

Cuocete nel forno preriscaldato per 10/12 minuti o fino a che non saranno ben dorati (dipende da forno a forno)

Rimuoveteli dal forno e coprite con un canovaccio per 5 minuti se li preferite con una crosticina più morbida.

Servite a fette o aperti con burro o formaggio scandinavo.


NOTE PERSONALI

Non amando molto il retrogusto che “sento” negli impasti lievitati con lievito di birra fresco, ho scelto di usare il lievito secco, 5g, rassegnandomi all’idea di lunghe attese (data anche l’infelice scelta di una giornata fredda ed umida) per impastare questi panini. In realtà la prima lievitazione ha richiesto  3h, ma la seconda solo un’ora.  Ho fatto lievitare tutto all'interno del forno preriscaldato a 30 ˚ prima di iniziare ad impastare e poi spento.

 Così come Patti, ho usato una W330.

Non ho l’impastatrice, per cui ho impastato tutto a mano per circa 10’, finché l’impasto non è risultato liscio ed elastico. Ho usato inizialmente  750 g di farina, poi ho aggiunto progressivamente gli altri 50 g previsti dalla ricetta ed  un po’ di farina extra visto che l’impasto è piuttosto idratato e quindi morbido.

Ho lasciato una parte dell’impasto neutra (per poi spargere prima della cottura dei confettini colorati sui paninetti). Ho unito alla parte rimanente le gocce di cioccolata (per evitare che si sciolgano miseramente durante la cottura le tengo sempre in congelatore, così una volta in forno conservano il loro aspetto e, se le lievitazioni non sono troppo lunghe, restano anche un po’ croccanti)

Ho formato dei buns piuttosto piccoli, per cui ne sono venuti 27.

In casa ne abbiamo divorati diversi appena sfornati: molto buoni, profumati, soffici e leggerissimi. Il resto è stato congelato in sacchetti di plastica: basta scongelarli al microonde per averli fragranti come appena fatti.

Visto l’esito e le richieste di bis ricevute per me la ricetta è….


                                                                                PROMOSSA 


Valeria

 

sabato 14 novembre 2020

UPSIDE-DOWN BANANA AND BUCKWHEAT CAKE PER STARBOOKS REDONE DI NOVEMBRE 2020


 Riceviamo e come sempre volentieri pubblichiamo il contributo al Redone del mese di Ilaria, una affezionata lettrice senza blog.

 

Quando ho visto che il libro del mese era ONE TIN BAKES l'ho subito comprato, era da qualche tempo che lo guardavo aspettando l'occasione di prenderlo. Adoro i dolci inglesi, belli zuccherati e pieni di burro. Complice un acquisto compulsivo di banane in offerta ho deciso di realizzare la UPSIDE-DOWN BANANA AND BUCKWHEAT CAKE.

 
 
INGREDIENTI PER IL TOPPING:
75 g burro non salato
150 g zucchero di canna
1/2 cucchiaino di pasta di semi di vaniglia (io estratto liquido )
4-5 banane medie

INGREDIENTI PER LA BUCKWHEAT CAKE:
150 g farina
3 cucchiaini di lievito per dolci 
1/2 cucchiaino di sale fino
2 piccole banane ( circa 150 gr pesate senza buccia )
120 g burro non salato a temperatura ambiente
125 g zucchero di canna
125 g zucchero semolato superfine
3 uova grandi
2 cucchiaini di estratto di vaniglia
125 ml latticello ( io l'ho fatto in casa con 50% yogurt bianco e 50% latte intero + 2 goccine di succo di limone, mescolato tutto insieme e lasciato riposare qualche minuto )
100 g farina di grano saraceno 

PROCEDIMENTO 
 
preriscaldare il forno a 180°. Ungere leggermente la teglia ( rettangolare 23x33 ) e coprirla con un foglio di carta forno. 
Mettere gli ingredienti per il topping ad eccezione delle banane in un pentolino a fuoco medio, mescolare continuamente fino a quando si saranno sciolti tutti gli ingredienti e avremo ottenuto una salsa morbida. Versare subito la salsa nella teglia e spargerla bene in uno strato uniforme . Tagliare le banane ( pelate ) nel verso della lunghezza e poggiarle sul caramello ottenendo tante strisce parallele ( se servisse tagliare in pezzetti più corti le sezioni ).
Per la torta mescolare la farina, il lievito e il sale in una ciotola. Mettere le banane in una ulteriore ciotola e schiacciarle fino a quando non saranno una poltiglia uniforme. A parte montare il burro e gli zuccheri con un mixer elettrico ( almeno 5 minuti ) per ottenere una crema soffice . Aggiungere le uova alla crema di burro, una alla volta aspettando che siano perfettamente incorporate. E' ora la volta della vaniglia. Aggiungere il mix di farina in tre volte, alternandolo col latticello. Da ultimo aggiungere prima la farina di grano saraceno e solo quando sarà incorporata perfettamente le banane schiacciate
Versare nella teglia  facendo attenzione a non spostare le fettine di banana.
Cuocere 35 40 minuti, fino a quando la torta non sarà dorata e il centro risalirà dopo averlo leggermente schiacciato con un dito ( in alternativa fare la classica prova stecchino, considerando che sul fondo c'è il caramello e che la punta dello stuzzicadenti uscirà per questo bagnata ). Una volta tolta la teglia dal forno attendere 10 minuti e rovesciarla su una graticola (io consiglio di mettere sotto alla graticola un piatto o della carta, il caramello cola dai lati )
Si conserva in un contenitore sigillato per alcuni giorni, ma da il meglio se viene servita tiepida, magari ad un gruppo di amici.

CONSIDERAZIONI PERSONALI : 
 
E' una torta estremamente umida, ricca di sapori e zuccherina. Il caramello resta morbido , non si secca col passare dei giorni rimanendo goloso. Concordo sulla necessità di servirla tiepida, bastano 30 secondi al microonde per riportarla alla temperatura ideale. E' un ottimo modo per utilizzare quelle banane un pochino troppo mature che altrimenti finirebbero per essere buttate. Ho diviso la teglia in 20 quadrotti, certo la dose è importante ma conservandola in frigo e riscaldandola a necessità l'abbiamo finita in meno di una settimana. Certamente le calorie sono parecchie, ma è la torta alla banana più buona che io abbia mai mangiato. E' anche bella esteticamente e servita con un cucchiaio di gelato alla vaniglia è adatta come dessert fine pasto. 
Per me assolutamente promossa!
 
ILARIA