Greci e Ciprioti amano i keftedes.
Queste polpette sono perfette in questa stagione e faranno felici le persone celiache e vegane perché non contengono glutine nè proteine animali.
Nonostante la loro somiglianza ai falafel, la consistenza è completamente diversa, densa e con la morbidezza della patata che crea un bellissimo contrasto con la croccantezza della crosticina esterna.
L'operazione della frullatura deve essere molto oculata, in modo da non ottenere un puré ma neanche avere un composto troppo grossolano che non riesca a stare insieme.
Se lavorerete correttamente, il risultato sarà delizioso e irresistibile.
È necessario iniziare questa ricetta un giorno prima con l'ammollo dei ceci.
125 g di ceci secchi
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
200 g di patate novelle
1 cipolla
½ mazzetto di erbe aromatiche miste, qualunque cosa ci sia nel tuo frigo e che abbia bisogno di essere utilizzata—prezzemolo a foglia piatta, menta, aneto e coriandolo sono tutte buone opzioni
Sale marino e pepe nero appena macinato
50 g di farina semplice (senza glutine, se necessario)
Olio d'oliva
1 limone
Dovrai mettere a bagno i ceci la notte prima di voler preparare i keftedes. Mettili in una grande ciotola con il bicarbonato di sodio, coprili con abbondante acqua fredda e lasciali tutta la notte.
Quando sei pronto per preparare i keftedes, taglia grossolanamente le patate (lascia la buccia) e mettile in un piccolo pentolino d'acqua. Porta a ebollizione, quindi cuoci per 10 minuti o fino a quando saranno tenere. Scola e lascia asciugare dal vapore e raffreddare.
Mentre le patate si raffreddano, sbuccia e trita la cipolla. Trita grossolanamente le erbe aromatiche. Scola bene i ceci ammollati e mettili in un robot da cucina con le erbe, le patate raffreddate e la cipolla tritata. Condisci con sale e pepe. Frulla per un minuto, poi mescola fino a quando il composto si unisce appena. Non vuoi che sia totalmente liscio o come una purea; cerca di mantenere un po' di consistenza.
Rimuovi la lama dalla ciotola, aggiungi la farina e mescola per amalgamare. Quando sei pronto per friggere il composto, metti una grande padella a fuoco medio e versa abbastanza olio d'oliva da coprire il fondo per 1 cm. Con le mani bagnate, raccogli circa un cucchiaio del composto e forma una polpetta, poi appiattiscila leggermente. Metti su un piatto pulito fino a quando il composto non sarà esaurito. Rivesti un piatto con carta da cucina.
Friggi le frittelle poche alla volta per 3–4 minuti per lato, fino a doratura intensa, premendole leggermente con il dorso di una paletta. Quando sono cotte, trasferiscile sul piatto rivestito di carta e continua fino a quando hai cotto tutti i keftedes. Servi con un'ulteriore spolverata di sale e il limone tagliato a spicchi, pronto per essere spremuto sopra.
NOTE PERSONALI
- Amici adoratori dei falafel, questi Keftedes aspettano solo voi! Se ho scelto questa ricetta è perché io amo tutto ciò che è a base di ceci e vado in deliquio per la roba fritta quindi due piccioni con una fava. Dire che è semplice, è riduttivo.
- Se avere un mixer con lame diventa davvero tutto molto veloce. Preparate gli ingredienti ed in un attimo avrete l'impasto, tenendo presente di non frullare il tutto in maniera fine, ma lasciare il composto molto grossolano.
- Se 125 g di ceci vi sembrano pochi, sappiate che una volta ammollati avranno praticamente raddoppiato il loro peso. NON VANNO COTTI come anche per i falafel altrimenti le polpettine si disferanno nell'olio.
- Relativamente alla farina utilizzata, io ho scelto di aggiungere farina di ceci, senza glutine e un ottimo addensante (la uso spesso quando faccio le polpette). In ogni caso sia l'amido delle patate che i ceci aiutano a tenere insieme le vostre polpette.
- Dovrete inumidirvi le mani per formarle perché il composto sarà appiccicoso. Ricordatevi che l'olio bollente non ama l'acqua, quindi occhio quando metterete le polpette a friggere se saranno troppo umide.
- Una volta sistemate nell'olio, attendete mezzo minuto quindi con una palettina schiacciatele dolcemente e lasciatele ferme controllando il tempo. Una volta girate, fate la stessa cosa ed otterrete una bella doratura croccante su entrambi i lati.
- Come erbe ho utilizzato prezzemolo, menta e santoreggia che in questo periodo invade la mia fioriera. Al posto della cipolla, ho usato dei cipollotti freschi per avere un profumo più fresco.
- Li abbiamo mangiati caldi ma anche a temperatura ambiente ed erano sempre favolosi. Un piatto che può essere utilizzato anche per arricchire qualche delizioso aperitivo estivo. Certamente
Ed ecco un'altra ricetta da sballo. Grazie Patty!!!
RispondiEliminaSono certa che la farai. un bacione.
EliminaHo appena letto la ricetta e ho pensato: li faccio subito per pranzo... pensando a quel barattolino di ceci che ho in dispensa... baro un pò ... poi ho letto meglio e ho visto che i ceci dopo l'ammollo vanno utilizzati crudi! Ma va bene così? Non sono indigesti?
RispondiEliminaÉ come nei falafel, i ceci vanno messi così ;)
EliminaCiao Anto, se non hai mai fatto i falafel, non puoi saperlo. I ceci non sono indigesti, e comunque dopo la frittura risultano morbidi. Io usato i nostri ceci piccoli locali che sono quasi più ostinati di quelli messicani che si trovano secchi nella grande distribuzione. Non puoi utilizzare quelli cotti perché non tengono la cottura e si disfano quando friggi.
EliminaQuesta me l'hai "soffiata" da sotto al naso, sappilo :D Ma se prima questa ricetta mi incuriosiva, ora sono ancora più convinta di volerla provare! Quel contrasto crosticina croccante-interno morbido deve essere da urlo.
RispondiEliminaGrazie Patty :-*
Io cerco le ricette semplici che mi portino via poco tempo perché non ne ho in questo periodo. Quindi mi dispiace per lo scippo, ma potrai sempre provarla perché sono fantastici, e ci vuole davvero un attimo nel preparare l'impasto. Se poi non hai remore per friggere, allora è la tua ricetta! Un bacione.
EliminaHo due domande:
RispondiEliminaLe patate cerose cosa sono???
E per la farina, anche io farei ceci, ma anche riso?
Idem: cosa diavolo sono?
EliminaAl di là del termine incomprensibile e non spiegato, non discuto la ricetta, ma la lingua nel suo insieme: l'italiano è veramente sciatto.
Non so se sia la traduzione, magari fatta con la Stupidità Artificiale, o se la medesima trovata sia stata usata per scrivere il libro stesso.
Ma è veramente brutto.
esistono esistono le patate cerose :)
Eliminaahahhaha, allora, le patate cerose sono quelle novelle. Sono una deficiente perché mentre traducevo, sono andata in automatico e mi è venuta fuori la traduzione letteraria. Ho corretto nel testo. La farina di riso va benissimo.
EliminaAmo i keftedes e avevo puntato anch’io questa ricetta… ma tu sei stata più veloce 😅
RispondiEliminaOra la potrò preparare a.colpo sicuro: grazie!
ahahaahha beh, è di tutti. Anche alcune nella tua selezione mi occhieggiavano, ma erano già impegnate ;D Un bacione
EliminaRispondendo all'anonimo con un po' di rammarico perché mi piace avere un nome con cui interagire, si concordo che la traduzione non è il massimo ma è la tradizione letteraria e senza troppi fronzoli del testo del libro. La ricetta di base è molto semplice e posso giustificare l'autrice visto che non parla di massimi sistemi. Per quanto riguarda il termine "patate cerose", in italiano non viene utilizzato spesso per indicare le patate novelle o alcuni tipi di patate rosse, però esiste, non mi sono inventata niente. Avrei potuto indicare immediatamente il termine con cui le conosciamo ma nella fretta ho utilizzato quello letterale. Quindi mi scuso se ho creato il panico, magari potete dire che avete imparato una nuova cosa oggi ;) Buona gioranta.
RispondiEliminaUna curiosità: fino a che numero hai dovuto contare prima di dare questa diplomaticissima risposta? 😂😂😂 Un abbraccio AlbertoMassimo
EliminaAHAHAHAHAHAH!!! Devi sapere che, laddove i ristoranti stellati hanno in Valerio Massimo Visentin il loro critico gastronomico, noi ci dobbiamo accontentare di Sfigatin (che si può pronunciare anche alla francese, Sfigatèn). Sfigatin quando ha la luna storta comincia a pellegrinare da un blog all'altro sfogando lì le sue frustrazioni, rigorosamente in anonimo (come se noi non sapessimo chi è). Il più delle volte noi ci ridiamo su. Un abbraccio, carissimo!
EliminaCiao Massimo carissimo, sai che c'è? Sono diventata una donna di una certa età che preferisce una sana risata al mal di fegato. Se i social hanno il potere di portare all'abrutimento dello spirito, io ho imparato a starne lontana tanto da sopravvivere alla stupidità. E comunque mi hai fatto ridere e per questo ti ringrazio di cuore. Baci.
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