venerdì 12 febbraio 2021

SCOVERGI (pane pita al formaggio e yogurt o popcorn Romeni)

 


Dunque, il pane è buono.
Il formaggio pure.
Se li mettiamo insieme, il paradiso.
Se li mettiamo insieme in un impasto che non richiede chissà quali lavorazioni, meglio.
Ma il top assoluto lo raggiungiamo se nemmeno va accesso il forno: un pane in padella, fritto.
Insomma di fritti questo è il periodo, per la maggior parte dolci.
Buttiamoci per una volta anche su quelli salati: racconta l'autrice che questi scovergi erano lo snack preferito quando da piccola la famiglia si riuniva davanti alla televisione.
Pop corn non se ne trovavano ed invece erano gli scovergi ad essere condivisi, da qui il nome buffo di "Romanian pop corn"!
Ora non me ne vogliano gli amanti dei pop corn tra cui si annovera anche la sottoscritta ma qui siamo su un altro pianeta e il confronto non regge: troppo buoni questi pani!
Al solito, rischio ustione in agguato perchè il profumo appena cotti è irresistibile: ma credetemi, ne vale tutta la pena :)

 

 SCOVERGI
per 8 pezzi

500 g di farina
250 g di yogurt naturale
7 g di lievito di birra disidratato
1 uovo
un cucchiaino e 1/4 di sale
un cucchiaio di acqua
200 g di formaggio Cheddar, grattugiato
6-8 cucchiai di olio, per la cottura


Mischiare in una ciotola farina, yogurt, lievito, uovo, sale e acqua. Lavorare brevemente finchè il tutto sta insieme, coprire la ciotola e mettere in frigo due ore.
L'impasto risulterà un po' appiccicoso ma diventerà più gestibile con il riposo.
Spolverizzare di farina il piano di lavoro quindi riprendere l'impasto, lavorarlo bene con le mani quindi tirarlo fino ad ottenere un cerchio spesso 2 mm. Spolverizzarlo con farina se troppo appiccicoso quindi spargere il formaggio grattugiato sulla superficie.
Arrotolare quindi fino ad ottenere un cilindro lungo circa 40-45 cm.
Con un coltello ricavare 8 fette tutte uguali.
Prendere una fetta e posizionarla col lato tagliato verso l'alto (in modo che si vedano i diversi strati di impasto e formaggio) e stenderla fino ad ottenere un cerchio da circa 18 cm.
Scaldare un cucchiaio di olio in una padella quindi cuocervi il cerchio per circa 3 minuti per lato o comunque finchè ben dorato.
Continuare con le altre fette ed impilare i flatbread pronti su un piatto coprendoli con un panno in modo che si mantengano morbidi.


NOTE

- procedimento di una facilità disarmante, specie nella preparazione dell'impasto che non richiede alcun accorgimento o lavorazione particolare. Scordatevi giri, pieghe e quant'altro: qui si mescola tutto e si mette in frigo! Il riposo farà la magia di far stare tutto insieme.

- l'impasto è si, un po' appiccicoso, ma non l'ho trovato difficile da gestire con un poco di farina extra sul piano di lavoro come suggerito. Le fette si tagliano poi perfettamente e l'effetto anche visivo è molto gradevole.

- solito annoso problema delle quantità di lievito: ricordiamoci che questa ricette viene dalla tradizione casalinga rumena e risale a tempi in cui il riscaldamento era certamente un lusso. Comunque sia l'impasto non cresce quasi per nulla durante il riposo in frigo, ma allungate i tempi se mai ne usaste meno.

- cottura rapidissima, direi che è un fritto per cui non c'è poi molto da sacrificarsi: l'olio da usare è poco, non si schizza e non si sporca :)

- sono irresistibili. Volevo inizialmente dimezzare le dosi ma ho desistito quando ho letto della presenza di un solo uovo e non mi andava di fare alchimie per dividerlo perfettamente. Mannaggia a me, piuttosto avrei dovuto raddoppiarle tanto sono buoni!
Con queste premesse quasi superfluo decretare la ricetta 

PROMOSSA CON LODE

48 commenti:

  1. Le provo oggi stesso per la mia scimmietta golosa di formaggio. Grazie!

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  2. Cavolo...va fatto.
    Ma dici che non è il caso di farlo lievitare dopo il riposo in frigorifero?

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    1. La ricetta funziona perfettamente così come descritta ;)

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  3. Ho letto due volte la ricetta, chiedendomi dove fosse il trucco, perché a giudicare dalla foto, immaginavo un procedimento più complicato, stile scallion pancakes. Invece, sono veramente semplici, hai ragione.
    E lo so, che questa non è una cosa buona. Lo so :)

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    1. Infatti per questo con me è stato amore a prima vista anzi lettura. E al primo assaggio è diventato eterno!

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  4. non amo il formaggio... ma questi li farei subito, grazie al tuo entusiasmo, cara Araba Felice!

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    1. Eheheh ricordo bene i tuoi gusti ed è veramente un peccato!

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  5. E allora ditelo, che non amate il mio giro vita!!! :-))))
    L'aspetto è golosissimo, la semplicità di esecuzione fa venir voglia di correre immediatamente in cucina a impastare. Sarà l'ora, sarà la foto, sarà tutto, ma sto sbavando.
    Solo una domanda: quando tiri l'impasto dopo il riposo in frigo, lo fai con il mattarello o con le mani, tipo pasta strudel?
    Grazie Stefi, sempre bravissima!

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    1. Eheheh questo libro è una tentazione continua! Quanto alla tua domanda, nella ricetta non è specificato. Quindi ho cominciato tirando in le mani ma continuato col mattarello o non avrei raggiunto lo spessore richiesto. Grazie a te!

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    2. Grazie Stefi. Alcune colleghe mi hanno chiesto di insegnare loro a fare il pane e sto pensando di inserire anche questo nel mio mini corso. :)

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    3. Che bella cosa! E ti saranno grate per sempre 😆

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  6. Che spettacolo! Preparerò sicuramente questa ricetta :) Curiosità: hai usato questo pane per accompagnare qualcosa o l’hai mangiato da solo?
    Grazie per la scelta super golosa!!!

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    1. Guarda, volevo portarlo in tavola per accompagnare delle polpette al sugo ma onestamente metà è finito ancora prima di arrivarci :)

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    2. Immagino!!! Come si fa a resistere? Mi sa che un’insalata andrà bene, per sentirsi meno in colpa :)))

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  7. Lo farei col Cheddar, non troppo maturo in caso. Se proprio non lo trovi una provola potrebbe andar bene come consistenza, ma darà un sapore diverso (comunque buono)

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  8. No, questo non dovevo neanche vederlo da lontano...per me droga senza possibilità di salvezza....mamma che gola 😱😱😱❤️

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  9. Certo che il Cheddar tipico formaggio romeno... Mah.

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    1. L’autrice spiega come in tante preparazioni il formaggio usato sia di un tipo assolutamente introvabile al di fuori del suo Paese e offre un sostituto che ritiene valido per sapore e consistenza. Grazie del tuo contributo :)

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    2. Prego.
      Il Cheddar sarà facilmente reperibile nel paese del suo editore, che dovrebbe essere inglese, o magari Usa, detto al condizionale perché non riesco a trovarlo indicato nel post di presentazione del volume, ma in copertina c'è una scritta in inglese. Non è necessariamente ingrediente di facile reperimento ovunque né di buona qualità né particolarmente economico, peraltro.

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    3. Dato il numero di emigrati rumeni in Italia, magari potrebbe essere più facile trovarlo qui che a Londra, chissà. Ma ovviamente la cosa non può interessare un editore statunitense.

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    4. Infatti il libro si indirizza ad un pubblico non italiano, vista la lingua di pubblicazione ed ovviamente le sostituzioni offerte rispecchiano questa scelta (l’editore è americano).

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    5. Chiedo scusa a tutti i lettori britannici, soprattutto ai nostri amici di Neil's Yard, che da decenni promuovono nel mondo la cultura del formaggio nazionale, ospiti immancabili a Cheese, con i loro Cheddar straordinari.Purtroppo, peggio della maleducazione c'è solo l'ignoranza, ma spesso le due cose vanno a braccetto.
      Sull'inclusione di ingredienti disponibili sul mercato globale avevo parlato nell'introduzione, spiegandoli come la prima apertura al dialogo e alla condivisione. Perché se vogliamo che le ricette di un paese vengano conosciute, bisogna giocoforza arrivare a dei compromessi. Altrimenti, saremmo ancora fermi al pesto fatto solo col basilico di Pra e, quel che è peggio, alla chiusura: delle frontiere, delle barriere e del cervello.
      Aggiungo infine che, in quello che sprezzantemente è liquidato come il "numero di emigrati rumeni" che ovviamente non possono interessare un editore statunitense, io conto amici di lunga data, molti dei quali personalità di alto profilo, in Italia e nel mondo. E vi assicuro che un minuto di tempo speso con loro vale immensamente di più di quello che sto sprecando nella risposta a questo commento, dovuta- sia chiaro- ai nostri lettori e non ad anonimi che neppure hanno il coraggio di un nome e un cognome.

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    6. Alessandra, 90 minuti di applausi!!!

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    7. Di ignoranza e stupidaggine si può discettare all'infinito idem di condiscendenza e spocchia. Lascio a chi se ne accontenta queste facili soddisfazioni. Se si presenta un libro a un pubblico italiano accuratezza vorrebbe che si prenda in conto la disponibilità del mercato locale, esattamente peraltro come fa l'autrice quando sostituisce sistematicamente, ma non si sa in base a quali criteri, l'ingrediente rumeno con quello disponibile per il mercato per cui lavora il suo editore (il cui nome in genere nelle recensioni è considerato buona
      norma riportare). Se il Cheddar fosse un ingrediente originale, per carità, ma non lo è. A questo punto si potrebbe trovare un sostituto anche per quei posti, cioè tutto il mondo non anglosassone, in cui il Cheddar non è diffusissimo, senza fare drammi sui formaggi millesimati che qui c'entrano assai poco. Raramente e pare davvero pleonastico precisarlo, un prodotto per l'esportazione non di lusso è migliore all'estero o comunque in zone periferiche di consumo che in loco. Gli italiani dovrebbero saperlo. Comunque, a parte che sarebbe più preciso dare anche il nome del formaggio originale (l'autrice lo fa?) cercare di capire come meglio si potrebbe portare nel contesto italiano una ricetta potrebbe essere segno distintivo di serietà e precisione ben più che adontarsi per partito preso davanti a"contributi" anche critici. Sul web ci si espone al confronto, sui contenuti preferibilmente, se no ci si fa una pagina a inviti e amen. Scelte vostre.
      Non so se in questo caso sia possibile, ad esempio chiedere all'autrice, specificando perché, come scegliere un formaggio disponibile in Italia potrebbe essere un arricchimento maggiore per il vostro sito delle frasi oltraggiate e delle battutine condiscendenti. Se poi per voi conta solo fare pubblicità all'editoria USA del food, è altra storia: buono a sapersi.

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    8. Bah guardi, a me sembra che con la cortesia (che non riguarda solo la forma ma anche il tono) si possa criticare e discutere di tutto, e che qui lo si faccia ampiamente.
      Invece mi sembra che il suo commento (o i suoi, visto che non si firma nemmeno), lungi dal proporre una critica costruttiva, un punto di vista diverso con il quale dialogare e dal quale si possa imparare, sia buttato li´ con un´acidità´ ed un sarcasmo che mira solo a puntare il dito sugli errori di altri senza volersi confrontare per niente. Proprio un atteggiamento del cavolo. Secondo me.

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    9. "Sul web ci si espone al confronto", dice quella che si presenta con il soprannome "Unknown".

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Grazie! No, non intendo le sottilette di cheddar ma in caso quello bianco grattugiato. Il grana non si scioglierebbe così bene, meglio una provola in caso.

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  11. Ho notato che basta postare qualcosa di fritto che i commenti entusiastici arrivano a mazzi😀😀...altro che la zuppa di lattuga😨. Un abbraccio AlbertoMassimo

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  12. Con tutto il rispetto per la zuppa di lattuga...AlbertoMassimo

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    1. Tra un fritto e l’altro, una zuppa di lattuga aiuta... :)))

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    2. Amoti Alessandra 🤣🤣🤣🤣🤣 ma anche Massimo 🤣🤣

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  13. Io alzo la mano come amante del pane e amante del formaggio. I miei comfort food per eccellenza. Cosa c'è di più buono di pane e formaggio? Altro che dipendenza, questi sarebbero la mia rovina

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  14. Secondo me questo "pane e formaggio" fritto vince a mani basse contro quello classico. No? Poi si sa che tutto è più buono se fritto ;)

    Che poi se noi mangiamo mango/avocado/ananas/ecc i rumeni potranno mangiare il cheddar...ops, mi è scappata!

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  15. Ciao,stasera mi sono lanciato a fare questa ricetta è credo non sia stata una buona idea...di otto porzioni quattro le ho mangiate io, e con le palestre chiuse da mesi equivale ad un suicidio ( però ho mangiato solo quelle ed una mela 😇 ).
    Il procedimento è fattibile anche per un imbranato come me, l'unica cosa ho usato due fogli di carta forno per stendere le fette che si attaccavano dappertutto.
    Volevo aggiungere un pensiero per Alessandra riguardo al suo commento postato l'altro giorno se per caso mi legge. Ho chiesto al banco gestronomia di un grande supermercato di Milano (quello che inizia per esse...) un pezzo di cheddar ed il commesso con aria sorpresa mi ha detto di cercare nel banco frigo "le sottilette arancioni fatte con la polverina". La cosa brutta è che davvero quelle sottilette sono l'unico tipo di cheddar presente nel negozio, ragion per cui ho optato per la provola. Quindi temo che gli amici inglesi dovranno lavorare parecchio per far conoscere e soprattutto apprezzare il loro formaggio. Un abbraccio AlbertoMassimo

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    1. Mi fa piacere che abbia provato la ricetta e ti sia piaciuta. Quanto al formaggio, ahimè l’ignoranza di un negoziante non è certo colpa degli inglesi e nulla toglie ad un formaggio straordinario come il Cheddar.

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    2. Massimo, ti leggo con molto piacere.
      Nella mia professione, mi occupo proprio della promozione dei formaggi sui mercati esteri e purtroppo le esperienze come la tua sono all'ordine del giorno, anche per i formaggi italiani venduti nei supermercati stranieri. Ho visto e- ahimè, anche assaggiato le peggiori cose sotto il nome di "bufala" o di "burrata", per dire. Il Cheddar in effetti ha una pessima nomea, legata a decenni di produzione industriale, destinata ovviamente alle grandi distribuzioni. Definirlo, però, tout court, un formaggio di bassa qualità è ingeneroso: quello che si trova nei supermercati italiani probabilmente lo è. Ma se già ti sposti verso le gastronomie, inizi a trovare prodotti diversi. Citavo non a caso i ragazzi di Neil's Yard, a Borroughs Market, perchè da anni sono a Cheese a Bra, invitati da Slow Food, proprio per la loro varietà di Cheddar e Stilton artigianali che, ti assicuro, vale la pena di assaggiare, almeno una volta nella vita. Più in generale, l'operazione dietro questo libro è proprio quella di rendere la cucina rumena accessibile anche al resto del mondo. Purtroppo, ragioni storiche arcinote hanno impedito ai Rumeni di diffondere un po' ovunque i loro prodotti, diversamente da come è accaduto a noi Italiani (anche se, da residente a Singapore, ti assicuro che se voglio un buon extravergine o un buon pecorino me lo devo portare da casa): da qui l'aggancio con i prodotti più diffusi. Poi, come sempre, sta all'intelligenza di chi compra decidere verso quale prodotto orientarsi: e tu sei la dimostrazione vivente di quello che sto dicendo: di fronte alle sottilette radioattive :) hai optato per una sana provola- e la ricetta è salva :)

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    3. Ahahahah...mi piacerebbe tanto tenermi il complimento alla mia intelligenza, in realtà ho solo seguito il consiglio dato da araba felice ad un commento postato il 12 febbraio ☺☺☺ AlbertoMassimo

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  16. Grazie Lore di tanto entusiasmo! L’indice c’è per libro ;) e grazie anche per il suggerimento del freezer!

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