L'insalata di patate è uno dei piatti simbolo della
cucina del sud, protagonista indiscussa di festival come il Big
Quarterly, un festival religioso afroamericano che si tiene ogni anno in
Delaware dal 1800. Qui, tra un concerto e un comizio, c'è naturalmente
tutta una parte dedicata alla degustazione dei piatti tipici, e tra
questi, l'insalata di patate è uno dei più apprezzati. Certo, come dice
anche l'autrice ne esistono tantissime versioni e chiunque vi dirà che
la sua è "la migliore insalata di patate del mondo".
Niente
di nuovo. E' quello che succede quando si vanno a toccare piatti così
profondamente radicati nella tradizione (e noi italiani lo sappiamo
bene).
Detto questo, secondo Toni Tipton-Martin ci si può
lasciar andare e dare libero sfogo alla fantasia, usando per condirla un
mix di spezie africane, aggiungere gamberi o prediligere la classica
maionese alla senape.
La ricetta che ho scelto è abbastanza classica.
Perché in fondo, andando sul classico, non si sbaglia mai.
Perché in fondo, andando sul classico, non si sbaglia mai.
Ingredienti per 10-12 persone
1 chilo di patate sbucciate e tagliate a cubetti di circa due centimetri e mezzo.
Sale
50 g di sedano a cubetti
50 g di cipollotto affettato
4 uova sode tritate grossolanamente
5 cucchiai di sweet pickle relish (io non l'ho trovato e ho usato dei cetriolini in agrodolce tritati molto finemente)
2 cucchiai di senape gialla, creola o di Dijo
170 g di maionese
1/2 cucchiaino di pepe nero
Paprica per guarnire
Mettete
le patate in una pentola capiente e copritele con abbondante acqua.
Salate, incoperchiate e portate a bollore. Riducete la fiamma e
proseguite la cottura per 30-40 minuti o finché le patate non sono
cotte. Scolate le patate e fatele raffreddare.
In una ciotola
capiente unite le patate, il sedano, il cipollotto, le uova e il relish.
In una ciotolina mescolate la maionese, la senape, il pepe e un pizzico
di sale (io non l'ho aggiunto perché per me andava già bene così).
Unite delicatamente la salsa al resto degli ingredienti e mescolate
bene. Coprite e mettete in frigorifero per qualche ora o per tutta la
notte, per far amalgamare i sapori.
Prima di servire unite una spolverata di paprica.
Conclusioni:
-
La ricetta è ovviamente semplicissima ma super golosa. E' vero, è un
piatto super anni '80... ma a una buona insalata di patate io non dico
mai di no. Ovviamente con l'aggiunta di uova diventa un ottimo piatto
unico.
- L'autrice non suggerisce un tipo di patata
particolare per il piatto. Anzi, secondo lei si può spaziare e
addirittura unire diverse varietà. Io ho usato delle bolognesi che si
sono cotte nella metà del tempo indicato dalla ricetta. Consiglio di
controllare la cottura dopo una quindicina di minuti e poi regolarsi.
-
Le dosi indicate dovrebbero essere sufficienti per 10-12 persone.
Probabilmente è così se la utilizzate come contorno. Se invece la
mangiate come piatto unico (noi ad esempio abbiamo pranzato solo con
questa) queste dosi sono sufficienti per 4-6 persone.
- La
quantità di salsa è forse un po' eccessiva, almeno per i miei gusti. Io
ho preferito usarne una parte per condire e il resto l'ho messa in una
ciotolina, da aggiungere all'occorrenza.
- Per pure ragioni
estetiche non ho mischiato le uova all'insalata ma le ho usate per
decorarla, così come suggerito anche dall'autrice nell'introduzione.
La ricetta è chiaramente
PROMOSSA
Alessandra Corona- La Cucina di zia Ale
Come dici tu, a una buona insalata di patate non si dice mai di no. E questa mi sembra veramente super buona!!!
RispondiEliminaSplendide foto, as usual.
Un abbraccio.
Vero? :D
EliminaGrazie Mapi <3 <3
una bella insalata di patate é sempre la benvenuta... ciao!
RispondiEliminaEsatto ^_^
EliminaRicordo ancora quando mangiai la prima insalata di patate preparata durante per il 4 luglio da una comitiva USA in Italia. Prendo nota per prepararla nuovamente dopo cosi tanti anni! A presto LA
RispondiEliminaL’insalata di patate Made in USA non si batte! Adoro anche la salsa abbondante in realtà 😅
RispondiEliminaL'insalata di patate mi piaceva già prima dei week end votati al barbecue e anzi, confesso che sono sempre la prima a servirmene, pure in modo tanto generoso quanto indisturbato(perché da me le mode arrivano tardi e siamo ancora a "i carboidrati sono il male"). Non a caso, questa è stata una delle prime ricette che ho provato... e che te lo dico a fare? :)
RispondiElimina