giovedì 11 aprile 2013

RISOTTO ALLO ZAFFERANO E MIDOLLO


Quando, sfogliando il libro di Cracco, mi sono imbattuta nel Risotto allo zafferano ho deciso che quella sarebbe stata una delle ricette che avrei provato.
Le ragioni sono mille, ma la prima è che sono nata a Milano e che il risotto allo zafferano è uno dei pochi piatti che non è mai mancato sulla mia tavola, anche dopo che la mia famiglia ha lasciato “quel de Milan” per la Toscana.
E’ una delle poche ricette di casa che porto con me dalla mia terra di nascita.
In ogni caso è anche un piatto che amo moltissimo essendo gran risottara: non solo mangiarlo ma anche cucinarlo. 
Preparare il risotto è una specie di rito e considero questo piatto, in qualsiasi modo lo si voglia cucinare, decisamente non da principianti.
Nel libro di Cracco invece, lo trovo al Livello 1 – pag. 49 – parte dell’ottava lezione (sul brodo di carne), preceduto dagli spaghetti al pomodoro, la parmigiana di melanzane e l’arrosto con le cipolle.
Cucinare un ottimo risotto è cosa difficile assai. 
Lo dice una che per anni ha preparato colla per manifesti e che ad un certo punto ha svoltato capendo che la chiave di tutto è quel minuto in meno o in più di cottura che fa la differenza, ed il tipo di riso che deciderai di usare.
Ma lasciamo stare la sottoscritta e passiamo alla ricetta di chef Cracco.
Non avrei pensato di incappare proprio nella ricetta che dà il titolo al libro. Infatti è proprio con il risotto che se vogliamo fare i fighi, dobbiamo usare lo scalogno.
Lo ammetto, sono una figa da paura visto che uso moltissimo lo scalogno, in particolare per i soffritti da risotto. Ma non lo sapevo, quindi sono figa inconsapevole.
Nell’introduzione non ho potuto trattenere un sorriso quando l’autore parla del brodo e sottolinea “ nel caso di un risotto di pesce, il mio consiglio è quello di non utilizzare un brodo di carne…”.
Già, il brodo. Parlare di risotto senza parlare di brodo, è come cominciare un libro partendo dalla parola fine.
L’autore si preoccupa di consigliare ai lettori di non usare un brodo di carne per fare un risotto alla pescatora, il che ti fa pensare che forse prima di arrivare a parlare di risotto bisognerebbe fare un passo indietro e parlare di elementi di base e accostamenti di sapori….perché se sul risotto di pesce mi suggerisci di “unire giusto un cucchiaino di grana per mantecare altrimenti il gusto del formaggio rimarrà troppo forte”, o non ci ho capito niente o stiamo solo giocando.
Sulla ricetta non ho grandi cose da dire.
La quantità degli ingredienti è corretta (anche se trovo che la quantità di riso sia un po’ misera per 4 persone. In genere io sono più generosa e la mia dose classica è 320 gr.), così come la lista della spesa, anche se ricordo che mia madre, quando stavamo a Milano, aggiungeva una salsiccia all’impasto che credo fosse la tradizionale “cervellata”, mentre in questa ricetta compare soltanto il midollo di bue. 
Non è facile procurarsi del midollo “sicuro” in Toscana. La maggior parte delle volte che l’ho chiesto ai macellai locali, sono stata guardata come un viaggiatore proveniente da Marte. Qui non si usa e poco si conosce. Fortunatamente ho individuato uno spacciatore che mi procura delle ossa di Chianina certificata da cui ricavarlo.
Sul midollo ho l’unica grossa perplessità di questa ricetta. Non se ne parla fino alla fine della preparazione. Infatti Cracco lo aggiunge solo al momento della mantecatura, dopo averlo sciacquato sotto l’acqua per togliere eventuali tracce di sangue, ed averlo tagliato a cubettini.
Questa indicazione mi ha impensierito ed è l’unica cosa che non ho voluto ripetere in questa ricetta.
Mi sono rifiutata perché l’idea di avere del midollo crudo nel risotto proprio non mi andava giù. 
Inoltre la consistenza del midollo quando comincia a sciogliersi è decisamente molliccia, mentre a me piace il risultato che si ha con il passaggio del midollo nel soffritto e che lo rende simile alla pasta si salsiccia una volta cotta. 
Ho sempre saputo che tradizionalmente il midollo si aggiunge alla cipolla al momento del soffritto ed è una delle ragioni per cui il risotto alla “milanese” ha una consistenza molto cremosa dato che il midollo rilascia una discreta parte di grasso prima di cuocersi.
In ogni caso veniamo alla ricetta:
Gli ingredienti per 4 persone:
240 gr di Riso Carnaroli
80 gr di burro
30 gr di cipolla (o scalogno)
40 gr di grana
2 litri di brodo di manzo
1 bicchiere di vino bianco
1 midollo
zafferano in pistilli (c.ca 10 pistilli per persona)
sale – pepe bianco 
Cominciate tritando la cipolla molto fine (se volete fare i fighi usate lo scalogno). Fatela cuocere con 30 gr di burro a fuoco molto dolce per c.ca 7/8 minuti finchè non risulta stracotta ma bianca.
Unite il riso e tostatelo leggermente a fuoco medio per 2 minuti, quindi aggiungete i pistilli di zafferano e tostate ancora un minuto. La tostatura del riso è importantissima perché è come la rosolatura della carne quando si fa un arrosto: serve al sigillare il chicco in modo che cuocia uniformemente.
A questo punto versate il vino bianco che dovrà evaporare a contatto con la casseruola calda. Una volta evaporato, bagnate con il brodo di carne (su questo lezione a parte), che avrete preparato con anticipo e salate leggermente. Cuocete il riso per c.ca 14/15 minuti, versano di brodo mano a mano che si asciuga. Potete anche usare la farina di riso (un cucchiaio raso ogni due persone) come elemento “legante” del risotto, aggiungendola quando mancano c.a 3 o 4 minuti al termine della cottura.
Spegnete il fuoco, mettete da parte la casseruola e lasciate riposare per circa un minuto, poi mantecate con il resto del burro e grana. Aggiungete 2 giri di pepe e se necessario aggiustate di sale.
Mantecare significa legare il risotto, in maniera da renderlo lucido, omogeneo e soprattutto morbido perché così sarà ancora più buono. Il modo migliore per farlo e muovendo la casseruola affinchè il risotto credi delle “onde”, per evitare di rompere i chicchi. Se necessario, in questa fase versate ancora un po’ di brodo.
Una cosa che mi piace aggiungere nel risotto, togliendo eventualmente un po’ di burro, è un cucchiaio di olio extravergine di oliva buono: dà un po’ di profumo ed un po’ di freschezza al piatto. Nel mio ristorante servo il midollo al centro, dopo averlo cotto su una piastra particolare (?). Il mio suggerimento per una preparazione domestica è di sgorgarlo (?) sotto l’acqua (cioè sciacquarlo per pulirlo del rosso del sangue e renderlo bianco) tagliarlo a cubetti ed aggiungerlo al momento della mantecatura.

Promosso (con riserva)
A parte che mai e poi mai aggiungerei farina di riso al risotto con il rischio di trovarmi con una mappazza indicibile a fine cottura (un ottimo Carnaroli rilascia sufficiente amido per “legare” il risotto senza problemi), lo promuovo perché il risultato è comunque buono ed io ho dovuto giocare sporco, trovandomi a barare proprio a causa della mia reticenza nei confronti del midollo crudo.
Magari un principiante non avrebbe fatto caso al particolare, quindi non posso dire com’è realmente il risultato finale con questa variazione personale in corso d’opera.
Inoltre la promozione è dovuta anche al fatto che per mantecare chef Cracco a volte usi dell’olio extravergine “buono” al posto del burro, cosa che invece io faccio ormai praticamente sempre per gusto personale. Mi intenerisce la definizione di “buono” per specificare un olio di qualità. Magari sarebbe stato carino citare un olio della sua regione tipo quello del Garda, che con il risotto ci va a nozze! 


51 commenti:

  1. io non amo lo scalogno per cui niente figagine in me :)in compenso amo i risotti e ogni volta che decido di fare qualcosa per me non può non essere un risotto...io ho provato anche una versione con il midollo intero scottato in una padella molto molto calda ( tipo capasanta per intenderci ) e poi aggiunto alla fine in fase di mantecatura...aggiungeva un gusto leggermente affumicato niente male ;)

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    1. Come ho detto, figa inconsapevole alla faccia di Cracco. E comunque credo che il tuo modo di aggiungere il midollo sia simile a quello praticato dallo chef (che lo passa sulla piastra). In ogni caso ben cotto e ben amalgamato in mantecata. Non lo aggiungerei mai a crudo a cottura ultimata....Come te, risotto forever.

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  2. Mai usato lo scalogno: confesso! sono sull'ultimo scalino della piramide della figagine!!
    Il risotto alla milanese lo adoro, e abitando in una zona in cui lo zafferano è un prodotto d'eccellenza, lo mangio spesso e volentieri. Anche qui aggiungiamo la salsiccia, che ci sta veramente bene. Mi incuriosisce la versione con il midollo, ma non l'ho mai mangiato (mea culpa, e so due) e non saprei dove mettere le mani se lo acquistassi..
    Essendo una principiante in materia quindi, se trovassi scritto di procedere con una leggera sciacquata per poi mantecarlo con il riso, farei così..... ma ora che so che è preferibile cuocerlo, lo cuocerei senz'altro!! Merci! :D

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    1. Ciao Eleonora, grazie e non ti scusare visto che io, tornando a questo libro, non so nemmeno com'e sia fatto l'amaranto...in ogni caso se vorrai provare il vero risotto con il midollo, fai la versione con l'inserimento al momento del soffritto. Un bacione

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  3. Io in quanto romagnola, terra natia del figo scalogno, lo amo da impazzire e lo strauso. Il risotto alla milanese lo faccio spesso, con il midollo quasi sempre, con salsiccia mai.
    Quindi non so...a che livello di figaggine arrivo?
    Abbraccioni.

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  4. di tutte le cose che la dolcemetà (che l'è milaness d.o.c.) sa fare, il risotto "giallo" (con il midollo )è tra quelle che gli viene meglio!! niente farina di riso (???? ma da dove salta fuori???) ,ottimo brodo e il midollo usato subito per fare il soffritto...questi i punti salienti. Cracco si sente figo inside e quinde deve fare "il diverso" (farina di riso, midollo all'ultimo...) ma la sua ricetta non è quella della tradizione. mah? sono curiosa di leggere la pagella finale :-)
    un'ultima cosa cara patty: anch'io amo lo scalogno che utilizzo a go go ,spesso al posto della più prepotente cipolla...ehm...quindi mi aggiungerei alle fighe inconsapevoli...e già m i sta venendo l'ispirazione per un disegnino ad hoc ;-)! complimenti comunque per il tuto risotto e per la tua competenza e la solare simpatia che sprizza sempre dai tuoi post!

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    1. Che bello, un esercito di fighe inconsapevoli...e ora chi glielo dice a Cracco? Voglio vedere quel disegno. Subito ! Un bacione a te cara.

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  5. Mi sa che di fighe inconsapevoli ce ne sono tante! Io uso lo scalogno per molte preparazioni, incluso i risotti ma non tutti. A casa mia la cipolla era bianca o dorata, il midollo lo ricordo vagamente perché poi la mia mamma ha iniziato con la Weight watchers e poi la Lambertucci e addio godimento! Ah, anche la salsiccia é sparita....comunque il vero é col midollo nel soffritto e senza salsiccia. ho un altro libro di Cracco, una monografia del 2004, molto bello, dove spiega la sua rivisitazione del risotto milanese col midollo piastrato e aggiunto sopra, alla fine. non sono ancora riuscita a provarlo....

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    1. Mi dicono dalla regia che quel libro e' stupendo ma che le ricette siano irriproducibili....che sia un brutto vizio dell'autore?
      Ne ha fatti piu danni la Lambertucci della grandine!
      Bacione carissima

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  6. Promossa anche io a figa inconsapevole!
    E perfino io, siciliana e poco esperta in risotti, non metterei mai la farina, seppur di riso, nel risotto! E il midollo lo aggiungo come te!
    Promossa Patty!

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    1. guarda, Stefania, che non è lo scalogno palermitano, quello a cui fa riferimento Cracco...;-)

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  7. Anche io sono da sempre un amante del risotto. Era sempre il primo piatto dei giorni di festa!
    Capisco perfetamente la tua perplessità circa il midollo, chissà come sarà mettendolo solo alla fine?! Anche se giustamente lasciare una cosa del genere mezza cruda mette un po' di ansia anche a me!
    Bellissima la foto!!!
    E poi, tu sei figa a prescindere, lo scalogno non c'entra <3!
    Mille bacini!!!

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    1. Ema, troppo buona....che sia nel DNA dei capricorni? Smack

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  8. Discutibile direi e quindi opto per la tua ricetta personale. Concordo con te che il midollo non andrebbe mai servito in questa maniera, semi-crudo!
    Di solito uso il vialone nano che dà ottimi risultati, rendendo il risotto cremoso anche senza una mantecatura con il burro.
    Abbraccione!

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    1. Isabel, io adoro il Vialone. Lo preferisco quasi al Carnaroli per il suo chicco piu piccolo e compatto. Ed hai ragione sulla manteca tura, a volte non ci sarebbe bisogno di nulla vista la cremosita che si crea semplicemente usando il riso giusto e lavorandolo com'e si deve. Pero' un filino d'olio io ce lo schiaffo sempre a fine cottura....

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  9. Mi vergogno a dirlo, io sono milanese, ma il risotto alla milanese vero (col midollo) non l'ho mai mangiato!!!
    Fin da piccola sono ghiottissima di midollo (quello dell'ossobuco per intenderci),ma nel risotto non l'ho mai provato. L'idea di mangiarlo crudo però mi fa accapponare la pelle..proverò la tua versione, quella di Cracco la lascerò a gente più "figa"....
    un abbraccio
    sara

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    1. Ciao Sara, ma come, ti slurpi l'ossobuco e non mangi il risotto col midollo. Decisamente una milanese sui generis.
      Effettivamente quando dici accapponare la pelle, e' quello che ho provato io leggendo la ricetta.
      Un bacione e grazie.

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  10. Io sono cresciuta nei dintorni delle risaie, a Pavia. Ricordo benissimo quando venivano allagate nel periodo della semina (Aprile - Maggio). Percorrere le strade intorno alle risaie, al tramonto, era uno spettacolo unico ed indimenticabile... Quanti ricordi!
    Torniamo al risotto di Cracco... Mi domando come mai, non dica di ammollare i pistilli di zafferano in acqua calda o brodo bollente, per almeno 20 minuti prima di utilizzarli, ma soprattutto perché aggiunga lo zafferano all'inizio della cottura del riso. Per dare il meglio del suo gusto e profumo, sarebbe più opportuno unirlo 5 minuti prima della fine cottura, insieme all'acqua (o brodo) in cui è stato ammollato.

    Patty, devi leggere l'intervista che gli hanno fatto qui: http://www.dissapore.com/grande-notizia/fare-un-risotto-zafferano-e-midollo-come-carlo-cracco/
    parla proprio del Risotto allo zafferano...

    Te ne riporto un pezzetto...

    D:In cosa consiste esattamente la fighezza dello scalogno?
    R:E’ un fatto di cultura, se conosci lo scalogno vuol dire che sei una persona informata, non banale … che non si ferma alla cipolla, insomma. Lo scalogno fa parte della famiglia delle cipolle, ma ha un sapore più nobile, meno forte, si mangia anche crudo, si mette nelle insalate e addirittura con il caviale, lo sapevi? Chi conosce lo scalogno è figo!

    o questa:

    D: Carlo, cimentarsi nelle ricette degli chef fa venir voglia di darsi alla nail art, perché stavolta dovrebbe funzionare?
    R: Perché è un libro che cambia completamente tutti i parametri. I libri di cucina scritti da chef sono molto “alti”, hanno foto stupende, ricette incredibili, ma passaggi e tempi difficili da replicare. Il mio è un libro che invece non ti mette ansia da prestazione e non genera stress, perché far da mangiare deve anche essere rilassante, non credi?

    L'abbiamo notato che il suo non è un libro come gli altri...

    Stupenda Patty :-)

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    1. cioè, cioè, fammi capire.... figo vorrebbe dire colto?
      E ora chi glielo dice, ai signori Devoto Oli che bisogna cambiare definizione??? ;-)

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    2. Ma no Alessandra, non sono i signori Devoto e Oli, è il signor Zingarelli che va scomodato: è lui quello del dizionario coi neologismi più aggiornati... :-D

      Resto basita davanti alla definizione di "figo" del nostro Master Chef. O_o

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    3. Oh mamma, queste primizie mi mancavano e decisamente dopo aver letto questo libro, ti posso dire che mi sono specializzata nella French e faccio dei bordi bianchi perfetti.
      La rilassatezza A me e' venuta all'intestino crasso. E scusa la metafora...mitica Ale.

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    4. patty sei miticaaaaa!!!
      ma quanto mi piacciono i commenti su questo blog :))))

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  11. Altra figa inconsapevole a rapporto; a meno che non segua qualche ricetta in cui siano specificati cipolla e/o aglio, uso sempre lo scalogno. Mi sembra più delicato ma gustoso e con un sapore 50% "aglioso" e 50% "cipolloso"!

    Comunque che bello leggere qualche critica a Cracco; sarà pure affascinante ma il modo in cui si comporta mi fa ridere e perdere ogni "interesse" verso di lui :D
    Comunque dal risultato sembra buonissimo!

    Alice


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    1. Cara Alice, non si puo' dire che questo libro manchi di umorismo involontario. Mentre noi siamo fighe inconsapevoli, Cracco e' un comico mancato e il bello e che neanche lui lo sa.
      Baci

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  12. da ligure doc, non sono cresciuta a risotti. Ma ho divorato Cuochi si diventa di Allan Bay, specialmente il primo volume, dove al risotto i generale- e a questo in particolare- vengono dedicate alcune delle pagine di cucina più illuminanti che io abbia mai letto.
    Intanto, per Bay, gran parte della bontà del risotto si gioca sulla preparazione della base: vale a dire, quel trito di cipolla (ops.. scalogno) che va fatta stracuocere, addirittura per ore. Il midollo, poi, ha un ruolo importantissimo perchè bilancia la nota alcolica del vino: secondo l'autore, infatti, è proprio la presenza del grasso contenuta in questo ingrediente a richiedere cme necessario l'alcool, che altrimenti, in preparazioni prive di grassi, non avrebbe senso, anzi: non trovando un'adeguata corrispondenza nel grasso, finirebbe per dare al piatto una nota acida, sgradevole al palato. Oranon ho il libro sottomano, per cui non posso entrare nei dettagli: ma rispetto a questa ricetta, era proprio tutt'altra cosa...

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    1. L'hai detto!
      L'Allan Bay mi manca. Ormai mi sembra di trattare figurine. :))))
      Bacione

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    2. concordo con ale: i risotti fatti col metodo di allan bay sono insuperabili!

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  13. Sono una figa inconsapevole pure io!!! WOW!!!! Uso lo scalogno da decenni e spesso lo preferisco alla cipolla, anche se in alcuni piatti lo scambio proprio non si può fare.

    Il risotto alla milanese, da brava immigrata, lo preparo abbastanza spesso per gratitudine nei confronti della terra che mi ha dato i natali. Ma il midollo l'ho sempre usato all'inizio, per soffriggere; i pistilli di zafferano li lascio in infusione un paio d'ore in poco brodo caldo e infine non aggiungerei mai della farina di riso per aumentare la legatura del risotto, forse perché io uso il Carnaroli e non il parboiled...

    Concordo totalmente con Alessandra circa la presenza del vino per sgrassare il midollo. Quello usato per rosolare la cipolla, non quello piastrato e messo sopra...

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    1. Ecco, la questione dei pistilli l'ho dimenticata. Anche io in genere li faccio sciogliere in un bicchiere di brodo caldo prima di utilizzarli ma questa cosa di tostarli volevo provarla. In effetti cambia di poco anche se bisogna fare la massima attenzione affinché non si brucino durante la tostatura.Alla prima mestolata di brodo, rilasciano il loro giallo inconfondibile.
      Sul parboiled abbasso mestamente il capo: ogni volta che ordino risotto al ristorante e mi vedo rifilare un parboliled, vorrei far partire il piatto come un bel fresbee in direzione cucina. Ma di solito chiedo con la faccia da schiaffi rompicoglioni e un po' mortificata: perché usate il parboiled?

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    2. Il parboiled nel risotto al ristorante???? O_o
      Io l'ho citato solo perché l'unica cosa che a mio avviso può spingere qualcuno a mettere la farina di riso nel risotto per aumentarne la legatura, è appunto l'uso del parboiled. Il riso per risotti non ne ha bisogno, pena la trasformazione in mappazzone di Barbieriana memoria...

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  14. Tu dimmi un po' che vivrò pure nel sabbione ma scalogno ce n'è a volontà...:-)

    Il risotto lo preparava il mio nonno materno che a Milano ci aveva fatto l'università e ne aveva imparato la ricetta da un ristoratore che lo sfamava da studente.
    Credo che il midollo crudo lo stia facendo rivoltare nella tomba...

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    1. Lo vedi che i nonni hanno sempre ragione? Non voglio pensare a quello che stia facendo il nonno di Cracco...

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  15. Io questa trovata dello scalogno non capisco proprio come gli sia venuta in mente. Già solo a leggere il tuo post e i commenti di chi mi ha preceduto sembrerebbe che lo scalogno lo usino praticamente tutti (a me piace soprattutto per i risotti di pesce). E lui ce lo vuol far passare come un trucco da grande chef...mah. Avrebbe fatto meglio a conservare un po' di fantasia per spiegarci meglio le sue ricette.
    Per fortuna almeno tu Patty l'hai promosso, che se veniva bocciato pure sul risotto alla milanese eravamo proprio messi male! Bocciatura che peraltro rischiava di subire se si considera la storia del midollo (io mai e poi mai lo metterei a crudo, ma queste son trovate da chef).
    Anche per me dosi troppo scarse (io da 300 a 320 g per 4 persone) soprattutto se si considera che si tratta di un risotto senza altri ingredienti oltre allo zafferano. Ma dosi e ricette sono evidentemente pensati come se dovessimo preparare i piatti per un menu da servire nel suo ristorante.
    Bravissima come sempre!

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    1. Bravissima, hai toccato il punto. Il primo è sull'uso dello scalogno, che è nella mia cucina da tempo orami proprio perché essendo un ibrido, ha caratteristiche dell'aglio e della cipolla ma con toni molto più delicati di entrambi. Per la stessa ragione è amato da molti come me.
      Inoltre la quantità del riso è legata proprio al fatto che in questa ricetta solo di riso si tratta. Non c'è pesce o verdure o legumi...insomma non ci sono elementi di volume e a me di servire ai miei commensali una porzione da guardare con la lente, onestamente mi scoccia. E poi io sono mangiona!
      Sei grande! Pat

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    2. Concordo in pieno con Mari e aggiungo: 2 litri di brodo per 240 grammi di riso???? Era un risotto o una minestra? Quanto te ne è avanzato?

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    3. E' in congelatore, sicuramente almeno un litro...ma io non faccio testo perché ne preparo sempre in piu...pero' effettivamente anche questo e' un dettaglio non di poco conto. Mapi non ti sfugge niente :)))))

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  16. ma quanto mi è piaciuto sto post! in che senso "usare la farina di riso" in un risotto? mi fa un pò impressione ;-) però quella della mantecatura con l'olio non la sapevo e non l'ho mai fatto, urge esperimento!

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    1. :))) ....prova e mi sai ridire! Domani ne vedrai delle belle! Un bacione carissima, Pat

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  17. Concordo in pieno sul discorso del midollo crudo e la farina di riso (roba mai sentita prima). Ma la voglio fare breve, anzi brevissima: per me ne sai più tu di Cracco. Sul serio.
    Sei grande, Patty!

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  18. Avrei senz'altro un po' di paura nel cucinare il midollo in quel modo!
    Se poi penso al periodaccio della mucca pazza,tremo.La farina di riso per "legare" ? mmmmmmmmmmh.......
    Uso una varieta' di scalogno chiamata banana.Non sono fighissima?
    Patty,m'inchino!

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    1. Sei la più figa di tutti!!!! :-D

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    2. Edith, hai toccato il tasto giusto. Quando ho parlato del "trovare midollo sicuro" qui in Toscana, mi riferivo proprio a quello, perché il fantasma della mucca pazza non è mica mai svanito nella mia testa e credo anche in quella di molte persone anche se non se ne parla.
      Sullo scalogno "banana" non so nulla, conosco solo il mio dito che ogni tanto fa partire commenti quando non dovrebbe.
      Concordo con Mapi ovviamente. Bacionissimo.

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  19. adoro i risotti, in particolare il risotto alla milanese anche se..non ho mai assaggiato quello vero, con il midollo..dovrò rimediare...mi inviti? ;-)
    e adoro lo scalogno :) lo uso spesso e volentieri...
    Mile

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    1. Ti invito subitissimo...e poi stai a solo 45 minuti di macchina. Che aspetti?

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  20. Eccomi eccomi ... si parla di fighi inconsapevoli, ed eccomi pronta! tanto più che quel libro l'ho chiesto per il mio 40mo compleanno!!! ma ammetto che a una lettura veloce (sono giust'appunto ferma a quella ricetta) la storiaccia del midollo m'era sfuggita. Concordo pienamente sul fatto che il midollo così cucinato non sia il massimo...direi che è un po' da brivido :( ma anche la farina di riso non scherza!
    Questo starbook ammetto m'intriga da matti!!!
    La tua rcensione è molto bella, complimenti Patty

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    1. Ciao Clara. In effetti fino a che non si leggono con attenzione le ricette, non ci si rende conto di quante cose siano "strane". Che poi magari neanche lo sono, ma il modo di spiegarle rende tutto vagamente surreale.
      Sono certa che da qui alla fine del mese ne usciranno delle belle. Ma tanto.
      Un abbraccio.

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  21. Cosa mi dite se uso il riso acquarello...grazie

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