lunedì 11 marzo 2019

LO STARBOOK DI MARZO E'....






Niki Segnit, Lateral Cooking

Niki Segnit è una food writer balzata agli onori della cronaca e della popolarità nel 2010, anno di pubblicazione di The Flavour Thesaurus,una guida ai  99 ingredienti più diffusi nelle cucine del mondo, suddivisi in 16 categorie e combinati in un totale di quasi 5000 abbinamenti diversi. A decretare il successo di pubblico e di critica di quest'opera non era stata tanto la concezione quanto la prospettiva da cui l'autrice aveva affrontato l'argomento, lontanissima da ogni pesantezza accademica e vicina invece a modelli non dichiarati quanto presenti, dalla personificazione degli ingredienti tipica di Nigel Slater fino agli ammiccamenti di Nigella Lawson. 
A dispetto della fama ricevuta con The Flavour Thesaurus, lungi dal dormire sugli allori, la Segnit ha ripreso a studiare per il progetto successivo: otto anni ha impiegato prima di dare alle stampe questo Lateral Cooking che, da subito, si annuncia come molto più che il semplice seguito dell'opera precedente. O meglio: lo è, ma in un modo molto più indipendente ed ambizioso di quanto la struttura rigorosa del primo possa lasciare immaginare. 
L'obiettivo della Segnit è infatti quelllo di insegnare ad essere autonomi in cucina: autonomi anche dai libri, per dirla in breve, visto che lo scopo dichiarato di Lateral Cooking, ribadito anche dalla prefazione di Yotam Ottolenghi,  è proprio quello di penetrare a tal punto i segreti delle ricette base da portarseli dietro nella memoria tattile, olfattiva e visiva, quelle che non ti tradiscono e ti spingono a correggere in corsa una ricetta, anche se "l'ho sempre fatta cosi" o, peggio, "il libro dice cosi". Se The Flavour Thesaurus aveva scodellato la pappa pronta, con una varietà di abbinamenti e di suggerimenti da far girare la testa, The Lateral Cooking sembra lasciare spazio a più libertà personali. Lo fa nell'unico modo possibile, ossia approfondendo all'infinito la teoria e suggerendo alcune varianti pratiche, argomento per argomento, capitolo per capitolo, secondo uno schema -ricetta base, spiegazioni, variazioni- che ci ha intrigato ed affascinato a tal punto da sovvertire per la seconda volta i nostri ritmi di pubblicazione: non più una ricetta, un autore, ma una tematica sviscerata da un membro della squadra che prenderà il timone per due o tre puntate consecutive. 
E' anche per questo che la recensione di oggi si ferma qui: perchè lascio ai membri della squadra  l'onore e l'onere di svelarvi piano piano tutta la profondità di questo libro, nei loro singoli post, con l'attenzione e la competenza di sempre. Sarà il Tiriamo le Somme a decretare se e quanto le aspettative sono state soddisfatte, come sempre anche con il vostro prezioso contributo, con i vostri commenti e le vostre riflessioni che ci auguriamo inizino già da domani, con la prima puntata di questa nuova avventura. 
Alessandra


2 commenti:

  1. Sono davvero incuriosita: avevo comperato di getto La grammatica dei sapori e more solito avevo cominciato a leggerlo dal principio. Mi sono fermata alla voce "affumicato", dove l'autrice parlava del fumo di sigaretta che modifica i sapori al palato, e a quel punto l'ho chiuso, venduto e catalogato con un epiteto analogo a quello che Fantozzi riserva alla Corazzata Potemkin. 😂
    Cercherò di seguirvi tutto il mese per vedere se la Segnit si riscatta. ☺
    Buon lavoro!

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  2. Sono veramente impressionata dalle produzioni tratte da questo libro!
    Complimenti!
    Penso che approfitterò del modico prezzo del kindle in inglese, per premiare l'inventiva dell'autrice.....

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