Confesso che, mentre nei giorni scorsi pensavo a che cosa scrivere in questo Tiriamo le Somme, mi son ritrovata più volte a riflettere sui meccanismi che regolano l'editoria, dominati sempre e comunque dalla necessità di fare cassa. È il mercato, bellezza, ed è inevitabile che sia così: ma a volte preferirei che si evitasse di pubblicare libri tutti uguali, spesso con il solo pregio di cavalcare la moda del momento.
Oggi, per esempio, sta spopolando la cucina delle verdure. Non necessariamente vegetariana, solo casualmente vegana, ma con la precisa volontà di mettere al centro delle varie ispirazioni il meraviglioso mondo dei vegetali, sia perché fanno bene, a noi e al pianeta, sia perché si prestano ad abbinamenti nuovi ed inconsueti, aprendo anche a ingredienti che o non compriamo o non utilizziamo, sospesi fra l'ignoranza e il timore di rovinare il piatto.
Visto che, con l'età, mi sono definitivamente riconciliata con i prodotti dell'orto e ogni scusa è buona per comprare libri di cucina, la sezione "vegetali" si è ampliata a dismisura, a casa mia, in questi ultimi 2-3 anni: neanche a dirlo, ho accumulato volumi assolutamente inutili, per contenuti e ispirazione, anche se bene agghindati nella grafica e molto ben spinti dal coro delle recensioni (quello che rima con "capolavoro", ovviamente). Tant'è vero che, quando si è sparsa la voce che il marito di Olia Hercules - perché tale era, agli inizi e sì, succede anche a parti invertite - stava per esordire con un libro sulla cucina vegetariana, la mia prima reazione non è stata quella di far spazio sullo scaffale. "Un altro?", mi son detta, pensando a tutti quei contorni col miso, zuppe con tahini, hamburger di lenticchie e altre ricette che, a ben guardare, altro non sono se non variazioni sullo stesso tema.
Invece, dopo un mese di Starbooks, mi son dovuta ricredere: perché l'operazione che riesce a Joe Woodehouse non è, finora, riuscita a nessuno dei suoi colleghi o, quanto meno, non così bene. La sua non è la cucina coi mille ingredienti di Ottolenghi e neppure quella ortodossa dei grandi autori vegetariani e vegani: semplicità e rilassatezza sono le sue parole chiave che si declinano nel sollievo del "con quello che c'è", ancor prima che nella facilità di esecuzione (che le ricette, oggi, o son facili o non le fa nessuno). Ma la sola prospettiva di aprire il frigo e poter utilizzare quello che si trova, senza dover partire con una lista della spesa che, da sola, implica un viaggio, è già un punto a favore del libro. Il resto, come dicevo, lo fanno le ricette, talmente divertenti e innovative, senza essere astruse, da invogliare a mettersi ai fornelli.
Prova ne è che abbiamo ricevuto tanti feed back entusiasti da voi lettori che, in 5 minuti, avete deciso di preparare questo o quel piatto, con l'entusiasmo non intaccato dalla necessità della conta degli ingredienti o dall'ansia da prestazione (nota per le prossime volte: se l'entusiasmo vi concedesse anche il tempo di una foto per il Redone, ve ne saremmo grati 😊).
Di conseguenza, il verdetto, questa volta, è una faccenda collettiva, come non ci capitava da un po'. Lo accogliamo anche come buon auspicio per i prossimi libri, per i quali vi diamo appuntamento dal prossimo mese, sperando che ci accompagnino in un viaggio fra i sapori piacevole e divertente come è stato quello con The Daily Veg (e sì, ve lo consigliamo moltissimo, se non si fosse ancora capito).
Dita incrociate, dunque - e ci vediamo a Febbraio!
Dici bene, cara Ale: di ogni ricetta mi sono detta che avevo già gli ingredienti in frigo e in dispensa, e che si poteva fare. Sono ricette facili e gustose, che incoraggiano a incrementare il consumo di verdura senza scadere nella noia. Un libro da avere e da tenere a portata di mano in cucina!
RispondiEliminaSto usando questo libro tantissimo! Un approccio rilassato e semplice che invoglia veramente a provare tutti i piatti. Ottimo acquisto ;)
RispondiEliminaEvvai! Mai come questa volta ho sperato di vincere il Redone! Le verdure sono state per anno bandite dalla mia tavola, a parte le insalate, e per me sono una bella riscoperta! E questo libro mi ispira tanto....
RispondiEliminaCom'è noto, non sono un "verduraro", ahahahaha, ma questo libro mi è proprio piaciuto e le tue parole, Ale, sono sacrosante!
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