Fin da piccola ho molto amato quei biscotti chiamati "strudel", di leggera pastafrolla ripieni di confettura di fichi.
Non ricordo chi li producesse, forse la Lu.
Fatto sta che li adoravo e mia madre li comprava nelle occasioni speciali, rendendomeli cari come un premio.
Quando ho visto questa ricetta sul libro del mese, leggendo le parole dell'autore che ne parlava come di un dolcetto "old fashioned" di cui la sua nonna va matta, ho pensato subito che forse avevo trovato il mio caro vecchio biscotto e mi sono lanciata nell'impresa.
La fortuna di avere un piccolo bottino di fichi bianchi turchi che aspettavano solo di essere usati.
Per il ripieno
400 g di fichi secchi sminuzzati grossolanamente
100 g di zucchero semolato superfine
la scorza finemente grattugiata ed il succo di una grande arancia non trattata
1 cucchiaino di semi di finocchio ridotti in polvere
2 cucchiaini di misto spezie (o miscela per pie di zucca)
Per l'impasto integrale
315 g di farina 00 + per spolverare
140 g di farina integrale
150 g di zucchero semolato superfine
1/4 di cucchiaino di sale fine
250 g di burro non salato a dadini + extra per imburrare
3 tuorli grandi
3 cucchiai di latte intero
zucchero demerara per rifinire
Per prima cosa preparate il ripieno. Mettete i fichi in una casseruola media con 240 ml di acqua, lo zucchero, la scorza ed il succo di arancia e le spezie.
Cuocete a fuoco medio fino che l'acqua non sia quasi completamente evaporata ed i fichi siano morbidi.
Trasferiteli in un mixer e frullateli per ottenete un puré morbido. Mettete in un ciotola, coprite e mettete in frigo a raffreddare.
Per l'impasto, mettete entrambe le farine, lo zucchero ed il sale nella ciotola di un' impastatrice e miscelateli velocemente quindi aggiungete il burro e pulsate per ottenere una miscela briciolosa.
Aggiungete 2 dei 3 tuorli ed il latte e pulsate fino a che l'impasto comincia a stare insieme quindi versatelo su una superficie di lavoro e lavorate brevemente per uniformare l'impasto.
Dividete in due parti uguali e schiacchiateli formando dei rettangoli. Avvolgeteli nella pellicola e fate riposare per un'ora circa in frigo.
Ungete leggermente la teglia quindi coprite la base con una striscia di carta da forno della stessa misura, che sbordi sui lati lunghi. Assicurate la carta con due clip di metallo.
Lavorate un pezzo di impasto alla volta. Stendetelo con un matterello su una superficie leggermente infarinata fino a che non abbia la stessa dimensione della base della teglia. Rifilate la pasta in un rettangolo di 23x33 così che possa entrare perfettamente sulla base della teglia.
Spalmate il ripieno di fichi sulla base lasciando 1 cm di spazio dal bordo esterno, spennellando il bordo con poca acqua per inumidire.
Stendete e rifilate il secondo pezzo di impasto quindi disponetelo con attenzione sul ripieno, premendo i bordi insieme per sigillare.
Usate un coltello per segnare i margini delle barrette quindi con una forchetta bucherellate ogni barretta.
Mettete in frigo per 30 minuti prima di cuocere.
Preriscaldate il forno a 190°.
Prima di cuocere, sbattete il tuorlo con un goccio d'acqua e spennellate la superficie, cospargendola di zucchero.
Cuocete 45/50 minuti o fino a che non sia marrone dorato.
Lasciate raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo poi usate un coltello affilato per ridurre in barrette.
Conservate in un contenitore per c.ca 3 giorni.
NOTE PERSONALI
- Per una volta non mi dilungherò in singoli punti di osservazione della ricetta, perché si tratta di un procedimento ben spiegato e di semplicità basilare. Inoltre sia impasto che ripieno sono veramente molto buoni, in particolare il ripieno, perché le spezie e l'arancia regalano alla composta finale, un sapore inebriante e caramellato. Peccato che chiunque proverà a preparare questo dolce avrà la deludente sorpresa di toglierlo dal forno parzialmente crudo. Si, perché la quantità di impasto suddiviso in una teglia di questa dimensione, si stende in due strati di 6/7 mm minimo ciascuno, che sono molti se si considera che stiamo parlando di una frolla. Il ripieno è anch'esso molto importante e deve certamente essere contenuto in un guscio che lo bilanci. Soltanto che cuocere un dolce come questo ad una temperatura alta per soli 45/50 minuti (io l'ho tenuta per ben 1 ora) finisce con il cuocere velocemente e scurirsi sopra mentre sotto, isolata dal ripieno, resta cruda. Esattamente quello che è successo a me, che quando l'ho tolto dalla teglia, mi hanno sentita inveire contro questo mondo e quell'altro. Perché una cosa così non la recuperi, e adesso per non buttarlo (perché per ironia della sorte è davvero buonissimo), mi tocca mangiarlo eliminando la base. Se non è un errore madornale questo!
BOCCIATA SENZA APPELLO!
Ma che peccato, e doppiamente peccato perchè sono buonissime! Qui il nostro Edd ha decisamente preso male le misure....
RispondiEliminaPurtroppo si. :(
Eliminanuooo...io gioivo per avere già la composta di fichi fatta in casa....
RispondiEliminaLa puoi sempre fare Sonia, perché è davvero una bomba. Secondo me se fai una prima cottura della base in bianco e poi continui con il ripieno e la copertura, il risultato sarà perfetto.
RispondiEliminaMi sarebbe proprio piaciuto sentirti inveire contro questo mondo e quell'altro...
RispondiElimina:-) :-) :-D A me capita sempre quando provo a cucinare
Santo cielo Patty, quando ho letto la tua introduzione mi sono illuminata: gli strudel ai fichi, quanto li adoravo!!! E ricordo che in un periodo in cui ero in crisi profondissima, mia mamma mi coccolava con un tè pomeridiano e biscotti, e un giorno mi ha fatto trovare una scatola di queste meraviglie. Solo che ne avevo appena preso uno e lo avevo appoggiato in un piattino, quando ho visto uno strano movimento... e un vermetto è uscito fuori dal mio adorato strudelino!
RispondiEliminaEcco, questa scena mi è tornata in mente leggendo le tue conclusioni: la stessa cocente delusione mista a rabbia (solo che nel nostro caso, abbiamo buttato tutta la scatola).
Peccato, peccato, peccato!!!!
Scusa, azzardo un'ipotesi di soluzione. Anni fa ho fatto una pie di Jamie Oliver per Starbooks, dal ripieno particolarmente umido. Jamie suggeriva di cuocere la pie posizionando la griglia nel ripiano più vicino al fondo del forno, e in effetti in questo modo il fondo è risultato ben cotto e croccante, senza però bruciarsi, e niente affatto umidiccio. Forse era questo trucco che il buon Edd ha dimenticato di menzionare...
EliminaCara Mapi, ci ho pensato anche io però soltanto dopo. Ed anche a fare una parziale cottura in bianco della sola base. Insomma ne ho pensate diverse perché te lo riconfermo: quel ripieno è da urlo. Anche solo mangiare il sopra col ripieno è una libidine! Un bacione grande
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