lunedì 9 settembre 2019

LO STARBOOK DI SETTEMBRE E'....


Sabrina Ghayour, Bazaar
Tanto per partire subito col botto. 
E tanto per partire subito col botto, iniziamo col dirvi che la biografia dell'autrice del libro di questo mese prima della pubblicazione di Persiana, l'opera che le ha dato una meritatissima notorietà mondiale, è avvolta nelle nebbie della leggenda, quando va bene, e nella corazza degli stereotipi, quando va male. Il che basta e avanza per rianimare il fiuto della Miss Marple che è in me :) per cui, amato pubblico di lettori affezionati e impazienti, mettetevi comodi che si comincia. 
Col botto, per l'appunto

TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE DI SABRINA GHAYNOUR
E NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE

Secondo l'agiografia, Sabrina Ghaynour è una chef anglo-iraniana, classe 1976, fortunatissima proprietaria di un Supper club dal cui successo nacquero Persiana e, di seguito, la straordinaria carriera che la vede oggi autrice di altri 3 libri, columnist per il The Guardian, Delicious, Olive, Good Food, Sunday Times e chi più ne ha più ne metta. Tutte notizie successive alla sua prima pubblicazione, quel Persiana uscito nel maggio del 2014 che ha fatto incetta di premi fino ad aggiudicarsi il Book of the Month dell'Observer e il Book of the Year da Waterstone's.  
Stando a quello che si trova in rete prima di questa fatidica data, invece, tutto nacque da un tweet, scherzoso e provocatorio, che la nostra postò , alla vigilia dell'apertura temporanea del  ristorante dello stellato Thomas Keller ,The French Laundrette, da Harrod's. 
A quell'epoca (siamo nel 2011) Sabrina era disoccupata: fino ad allora aveva infatti lavorato come marketing manager nell'industria della ristorazione, affinando le sue capacità di comunicazione sui social, in particolare sul nascente Twitter, dove era diventata una sorta di influencer ante litteram, con una rete di contatti che abbracciava ristoratori, giornalisti del settore e appassionati di cibo. Trovatasi senza lavoro dall'oggi al domani e pensando a cosa fare della sua vita, Sabrina si imbatté in questo tweet in cui si pubblicizzava l'apertura di uno dei suoi ristoranti più amati, di cui recitava a memoria il menu la sera, prima di addormentarsi-e da lì, la folgorazione: offrire la stessa cena proposta da Keller da Harrod's per 250 sterline a un centesimo del suo valore, a casa sua. Al di là della cifra (ma 2.50 pound, credetemi, fanno comunque effetto), era la comunicazione che si rivelò vincente. Sabrina giocò infatti la carta della disoccupata che avrebbe tanto voluto cenare da uno dei suoi idoli ma che, non potendo permetterselo, reagiva in modo positivo offrendo a lei stessa e ai tanti come lei una opportunità simile, se non proprio uguale. La rete di contatti che aveva sviluppato fece il resto, tant'è che, nel giro di pochissimi minuti, il post divenne virale e un ristorante le offrì i suoi 70 posti. La destinazione benefica degli incassi fece il resto e da quel momento Sabrina avviò con successo il suo Supper Club (una formula che funziona benissimo in Inghilterra, cuochi amatoriali che cucinano in ristoranti o locali con cucine, per i loro clienti), proponendo una cucina mediorientale svecchiata e felicemente irriverente. 
Questo fu il secondo elemento del suo successo: perchè, diciamocelo, oltre l'influencer c'è di più. Nel caso di Sabrina, c'era una cucina millenaria, tramandata da generazione in generazione, appresa nelle cucine di casa ma proposta ai suoi nuovi amici inglesi con l'intelligenza e la sensibilità di una mediazione culturale più che necessaria, per palati curiosi quali quelli dei Millennials britannici. 
Facile a dirsi, difficilissimo a farsi, specialmente se si arriva 10 anni dopo Ottolenghi e il terreno di confronto è esattamente lo stesso dell'uomo che, con una formula capace di intercettare tutti i portafogli e tutti i gusti, è stato artefice di una vera rivoluzione, in questo campo. Il paragone, ovviamente, è stato fatto: molti critici incapaci di andare oltre una lettura superficiale di Persiana, erano caduti nell'inevitabile Ottolenghi-style, piazzando la Ghaynour fra i tanti "figli" del nostro. Ma per molti altri è stato chiaro da subito che diverso era il punto di partenza, diverso quello di arrivo: quella da lei proposta, infatti, era una cucina mediorientale, nel senso letterale del termine, saltando le distinzioni fra Paese e Paese e riportando le tecniche alla semplicità di una cucina trasmessa in punta di dita. Invece che avvolgere nei veli di Sharazad la cucina misteriosa delle Mille e Una Notte, Sabrina disvela trucchie e segreti, riportando le ricette alla loro originaria semplicità, come un illusionista che spiega i suoi trucchi ma non per questo priva i suoi spettacoli della meraviglia e della sorpresa. Anzi, è proprio grazie a questo approccio onesto, a questo continuo incitamento a non farsi ingannare dai nomi complicati e dagli ingredienti introvabili, che Sabrina deve il suo successo: perchè le sue ricette permettono di replicare a casa nostra gli stessi sapori esotici della cucina più affascinante del mondo, senza muoversi da casa. 
Va da sé che da noi, dove l'elasticità mentale è quella di un menhir,  un'operazione del genere sarebbe stata accolta con disprezzo, nel migliore dei casi, e gridando allo scandalo, nel peggiore. Oltre Manica, per fortuna, tutti i tentativi di mediazione culturale (perchè di questo si tratta) vengono apprezzati sempre e ancora di più quando il loro esito è la condivisione a tavola. A maggior ragione, poi, se agli ingredienti dei singoli piatti, si aggiungono quelli di un successo in chiave contemporanea, in cui la formazione avviene in tutti i campi, dalla cucina alla comunicazione, senza trascurarne nessuno. 
Baza'ar è l'ultimo nato in casa Ghaynour, dopo Persiana, Sirocco e Feast: è un libro tutto dedicato alla cucina vegetariana, con una aperta concessione al trend del momento a cui l'autrice strizza l'occhio, forte di un bagaglio di ricette mediterranee, quindi "naturalmente" vegetariane, la cui bontà ha travalicato millenni. In discussione, sul tavolo delle nostre cucine, ci sarà quindi ll'approccio dell'autrice, per capire se e in che modo la sua interpretazione possa portare a risultati più felici di quelli già noti. Una sfida da niente, insomma :) a cui ci accostiamo con l'entusiasmo delle grandi occasioni, sicuri di condividerlo con ciascuno di voi. 
A domani, quindi, con la prima ricetta!

6 commenti:

  1. L'attesa è finita!! Grazie per questa precisa e puntuale introduzione, sempre un piacere leggerti, buon lavoro a tutti, le papille sono accese.

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  2. Ma non ci credo!!!!
    Solo qualche giorno fa avevo "richiesto " Persiana, e oggi scoproche state facendo un libro della Ghaynour!
    Grandissima squadra!!!

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