mercoledì 21 maggio 2014

SHEPERD'S PIE VEGANA - VEGAN SHEPERD'S PIE






È facile – e naturale – storcere il naso di fronte all’ennesimo libro di cucina scritto dalla superstar di turno, figura che difficilmente riusciamo ad immaginare tra fornelli, pentole e padelle ma nel caso della biondissima ed eterea Gwyneth Paltrow una chance conviene sicuramente darla.

It’s all good” è un libro interessante: nelle pagine di prefazione le due autrici, amiche a quanto pare anche fuori dalla cucina, raccontano i retroscena della loro collaborazione professionale e le motivazioni che le hanno spinte ad elaborare un libro alla cui base c’è il concetto di “healthy comfort food”. L’idea è semplice e vincente: rendere appetitosi e gustosi piatti nati dalla combinazione di ingredienti sani (nel senso di non complessi) seguendo il condivisibile assunto secondo cui solamente se ciò che mangiamo è anche saporito e piacevole – oltre che, appunto, sano – la nostra salute potrà trarne effettivo beneficio. 

La Paltrow, concediamoglielo, è anche onesta: in una passaggio dell’introduzione ammette che le indicazioni fornite nel libro, a lei trasmesse da alcuni medici di fiducia a seguito di problemi di salute riscontrati qualche anno fa, ed il tipo di regime alimentare proposto sono da lei seguiti come baseline generale ma che, di tanto in tanto, è giusto concedersi anche qualcosa di meno clean.
Devo dire che, di base, è un’idea molto condivisibile, quasi ovvia: è ormai appurato che cibi troppo lavorati e raffinati non siano salutari e che sia preferibile assumere alimenti integrali, mangiare poca carne rossa e fare il pieno di frutta e verdure. Mi viene da pensare, però, che questi concetti siano molto più familiari a noi, felici figli della dieta mediterranea, di quanto non lo siano per i popoli anglo-sassoni, abituati a ben altri tipi di alimenti e combinazioni. Giusto, quindi, lo sforzo di informare, seppur con qualche mancanza qua e là, anche platee meno abituate a questi ragionamenti.

È vero, le ricette di questo libro sono piene di ingredienti che per noi risultano un po’ inusuali, di non facile reperibilità e spesso costosi, ma, anche qui, se pensiamo che il target principale del volume sono i lettori statunitensi e britannici, è facile immaginare che la maggior parte di questi prodotti siano da quelle parti molto più diffusi che da noi (nonostante il fatto che in una nota del libro si danno anche ai lettori inglesi consigli su siti internet dove acquistare alcuni alimenti). Inoltre, come spiegava ieri Stefania, alcuni ingredienti di base, ad esempio il burro di mandorle, possono facilmente essere preparati in casa.

Insomma, un libro tutto sommato piacevole, fresco e sfizioso, soprattutto per chi è curioso o appassionato di ingredienti un po’ esotici e, sicuramente, per chi ha particolari esigenze alimentari dovute ad intolleranze od allergie.

In onore ai britannici natali di quello che è per me uno degli uomini più fighi sulla faccia della Terra, nonché ex (oh, come mi dispiace!) consorte della Paltrow, alias l’incommensurabile Chris Martin, ho scelto di mettere alla prova un classico della cucina inglese che le autrici hanno reinterpretato in versione super healthy, realizzandola in monoporzioni e pensandola come piatto adatto anche ai bambini.


VEGAN SHEPERD’S PIE

Ingredienti (per 12 pezzi):

PER IL PURÈ

  • Sale marino grosso
  • 2 pastinache, pelate e affettate grossolanamente (oppure 1 patata dolce grande o patate bianche classiche, pelate ed affettate  – circa 255 g) – io ho usato la patata dolce
  • 1 piccola testa di cavolfiore, privata delle foglie esterne e del cuore, affettata grossolanamente (circa 700 g)
  • Sale grosso
  • 120 ml di latte di soia
  • 1 cucchiaio di olio EVO

PER LE LENTICCHIE

  • 160 g di lenticchie (preferibilmente la varietà francese di Puy) – io ho usato le lenticchie di Colfiorito
  • 2 cucchiai di olio EVO, più altro per ungere gli stampini
  • 1 cipolla rossa piccola, pelata e tagliata finemente (circa 75 g)
  • 1 carota, pelata e tagliata finemente
  • 1 spicchio d’aglio, tritato
  • 1 cucchiaino di timo fresco tritato finemente
  • Sale marino grosso
  • 6 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • 1 cucchiaio e mezzo di sciroppo d’acero di buona qualità


    Procedimento

    Portare a bollore una pentola d’acqua capiente e salare generosamente.
    Aggiungere la pastinaca ( o le patate) ed il cavolfiore e cuocere finché non sono molto morbidi, da 13 a 15 minuti.
    Scolare le verdure e rimetterle nella pentola ma non sul fuoco. Aggiungere un cucchiaino di sale, il latte di soia, e l’olio d’oliva e schiacciare il tutto con l’aiuto di uno schiacciapatate fino ad ottenere un purè liscio ed omogeneo. – non avendo lo schiacciapatate ho passato il tutto nel mixer per pochi secondi.

    Versare le lenticchie in una pentola insieme a 960 ml di acqua. Portare a bollore, abbassare la fiamma, e far cuocere finché non sono molto morbide, circa 20 minuti – per me 30 minuti.
    Scolare e tenere da parte.

    Nel frattempo, scaldare l’olio d’oliva in una padella a fuoco medio e aggiungere la cipolla, la carota, l’aglio ed il timo, insieme ad un salutare (nel testo!) pizzico di sale. Cuocere, mescolando di tanto in tanto, finché le verdure non saranno morbide ma non dorate, 10 minuti.
    Aggiungere le lenticchie, un altro pizzico di sale, il concentrato di pomodoro, lo sciroppo d’acero, e 120 ml di acqua. Mescolare e far cuocere per altri 5 minuti, giusto il tempo necessario a far mischiare i sapori. Aggiustare di sale e lasciare da parte.

    Per comporre le pies:

    Scaldare il forno a 180° e posizionare la griglia nella parte alta.

    Foderare con carta forno (o pirottini) una teglia da 12 muffin e distribuire equamente le lenticchie. In alternativa, utilizzare 12 cocottine leggermente oliate.
    Coprire le lenticchie con uno strato di purè.
    Infornare e cuocere per 10 minuti (20 minuti se le lenticchie ed il puré sono freddi, ½ ora se sono congelati), quindi azionare il grill e far cuocere finché la superficie delle pies non scurisce.
    Servire subito.


    NOTE E CONSIDERAZIONI:

    • “A.A.A. pastinaca cercasi”! C’ho provato ma è stato impossibile trovarla, almeno dalle mie parti. Se qualcuno la avvista…faccia una fischio;

    • La preparazione necessità di un po’ di tempo ma i passaggi sono spiegati con accuratezza e risultano davvero molto semplici;

    • È molto utile avere a disposizione dei misurini in “cups” per non dover impazzire con le conversioni in grammi e milliletri;

    • La nota dolce è predominante, sia per l’uso del latte di soia che per la patata dolce (nel mio caso) ma l’insieme non risulta affatto stucchevole;

    • Con queste dosi mi è avanzata una porzioncina di puré di cavolfiore e patata rossa che, per inciso, è davvero ma davvero buonissimo!;

    • Le lenticchie, con il loro alto apporto proteico, sono ideali per sostituire la carne in una dieta vegetariana o vegana e regalano una consistenza simile a quella del macinato utilizzato nella ricetta originale;

    • L’idea delle monoporzioni è sempre carina. Si possono servire queste pies anche come sostanzioso antipastino;


    Per me questa ricetta è assolutamente
    PROMOSSA

25 commenti:

  1. Sheperd's Pie Vegana??? Dai bell'idea, e anche bella foto ma poi leggendo la ricetta l'entusiasmo mi si smorza... tutto qui? lenticchie e purè di pastinache... tra l'altro cos'è 'sto pastinache? mah non ho dubbi che possa essere buona, ma da qui a riconoscerci una sheperd's pie, almeno per me ce ne vuole, mi ricorda più il contorno del cotechino di capodanno. Io quando sono stata vegetariana mi preparavo una fantastica sheperd's pie con il seitan oppure macinato di soia, quello inglese buonissimo oppure con il quorn che in Italia ahimè non si trova ma è un sostituto alla carne fantastico che si acquista da Lugano in su. Va bè dai 1 ricetta che non mi sconquiffera su tante che ho apprezzato ci può stare. Ciò nonostante in alto i calici per quel tocco di figo dell'ex consorte della Paltrow che tanto mi piace... a domani adesso vado a vedere che diavoleria è la pastinaca...

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    1. Ahhhhhhhh l'ho vista e riconosciuta pure e non mi piace neanche, mi disgusta quasi come il coriandolo... evviva!!!

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    2. Sicuramente non può essere paragonata alla versione originale, la ricorda alla lontana, ma l'ho comunque trovata un'idea carina e, soprattutto, davvero gustosa. Sulla sostituzione con il seitan sono d'accordissimo, ottima alternativa, però magari ad un bambino - visto che è stata pensata per questo tipo di palati - risulta più "friendly" un alimento come la lenticchia.
      Sulla pastinaca non mi pronuncio...mai assaggiata! ;)

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    3. Presumo che la Paltrow non tenga in considerazione il seitan visto che altro non è che glutine di frumento, riguardo al gusto pensa che anni fa mi era stato detto che in Emilia lo servivano nelle mense degli asili, il seitan al naturale è più facile da mascherare nelle ricette, io lo preparavo a modi vitello tonnato senza usare nè vitello e tanto meno tonno e il risultato era davvero stupefacente, ma era anche un seitan che compravo direttamente da una piccola azienda ed era già buono di suo.

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  2. Ma ci credi che ultimamente al super qui in Arabia si trova la pastinaca??? Non ci potevo credere :D
    Questa preparazione oltre che visti gli ingredienti sicuramente di mio gusto è anche molto carina da vedere!

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    1. Non pensavo ne venisse fuori qualcosa che fosse anche esteticamente carina da vedere ed invece...! =) La pastinaca, come già detto, resta per me un mistero! ;)

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  3. Ma brava davvero si anche Gwyneth ma davvero brava tu, starbooker perfetta. Mi hai fatto venire voglia di prepararli pastinaca a parte.

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    1. Grazie mille! Devo dire che mi sono proprio divertita con questa ricettina! =)

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  4. Che bello questo post!
    Secondo me il problema - se si può chiamare tale - delle ricette di Gwyneth, sta proprio nel loro nome... se questa non si chiamasse "sheperd's pie", ma ad esempio "sformatini di lenticchie e purè", già avremmo un approccio diverso.
    Comunque l'idea mi piace, la presentazione pure, e ben presto la rifarò per la mia figliola veggie. Grazie!

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    1. Hai proprio ragione, Cristina! Il nome è un po' uno specchietto per le allodole, incuriosisce. Però, alla fine, conta soprattutto il fatto che queste pies sono davvero buone e per nulla complicate da fare!
      Alla figlia veggie piaceranno di sicuro! ;)

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    2. Grazie Mariangela dei consigli correttivi e della recensione. I tuoi pie sono bellissimi, brava ! E le lenticchie fanno così bene, per noi donne sempre anemiche ... Concordo sull'ossessione di trovare nomi evocativi del mondo carnivoro, a volte ai limiti dell'accanimento. Al ristorante vegano mi è stato proposto a condimento dei ravioli un "parmigiano vegano", fatto con lievito alimentare. A volte - con tutto il rispetto per le scelte vegane, che ammiro molto - mi chiedo perché dobbiamo ostinarci a cucinare "cotolette di seitan" o "spezzatino di tempeth" anziché optare per una italianissima pasta e fagioli. Ci siamo già arrivati, alla fiorentina di tofu ?

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  5. L'idea delle monoporzioni mi piace sempre tanto, perché donano eleganza anche ai piatti che, nella versione originale, seppur deliziosi, non lo sono molto ;) La versione tradizionale e carnivora della Sheperd's pie la adoro, le lenticchie meno, ma credo che così le gradirei molto di più...
    Sono d'accordo con Annarita, sei una starbooker perfetta!!!

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    1. Ma grazie! Siete troppo gentili!
      Anch'io sono fan delle monoporzioni! A casa mia siamo in 4 e le 12 piccole pies sono sparite in pochi minuti! =) E' da dargli una chance!

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  6. sì il nome poco ci azzecca ma recentemente ho fatto delle polpette di lenticchie e sono rimasta piacevolmente sorpresa...chissà che anche qui ci sia da stupirsi!!!

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  7. A me di solito basta sentire l'aggettivo "Vegan" per storcere il naso (a causa di sovraesposizione della sottoscritta ai vegani, che ha causato un'allergia ^_^), eppure questa preparazione ha il suo perché.
    Mi piace moltissimo il puré al cavolfiore, adoro le lenticchie e mi piace tantissimo l'idea delle mono porzioni.
    Di sicuro quando la preparerò userò il latte vaccino e non quello di soia, ma devo dire che ne vale proprio la pena! Grazie Mariangela!

    P.S.: ho cercato pure io la pastinaca disperatamente e senza successo. ;-)

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    1. Quella con la pastinaca è una battaglia persa! Ma devo dire che dopo aver provato l'abbinamento cavolfiore+patata dolce, non credo farò a cambio nemmeno se la trovassi! =)
      Il latte vaccino andrà benissimo, anzi toglierà un pelino di nota dolciastra all'insieme.

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  8. Concordo con Ale, le monoporzioni mi piacciono moltissimo e la tua realizzazione è proprio gradevole anche per la vista! La sostituzione che hai segnalato la rende più semplice da preparare e decisamente mi hai convinta alla prova. Grazie mille Mariangela

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  9. Sei stata molto brava, hai esaminato molto bene la ricetta e l‘hai eseguita alla perfezione. E questi pies vegetariani li trovo interessanti, da provare, nonostante il nome che firse trae un po‘ in inganno.

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    1. Grazie Mari! Mi ripeto: nome "furbo" a parte, è un buon piatto, ideale da sfruttare, ad esempio, se si hanno ospiti vegani o vegetariani a cena per fare una bella figura.

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  10. pastinaca questa ...introvabile!!! ottime le alternative , interessante la ricetta e complimenti a te per questo post chiaro e preciso! adoro le monoporzioni e trovo questi "vegan pies" mooolto carini !!!

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  11. Cara Mariangela, bravissima perché te la sei cavata alla grande.
    Devo però dire la mia come al solito ma non è assolutamente una critica al tuo lavoro, tutt'altro.
    Trovo che l'idea di chiamare Vegan Sheperd pie questo piatto sia una vera presa di giro, o diciamo, una forzatura. Ho grossa difficoltà ad essere obbiettiva di fronte a tutto ciò che è vegano, ma il voler per forza trovare delle alternative vegane a ricette storiche mi fa troppo ridere. Una ricetta di carne è una ricetta di carne. Un tortino di legumi con purè di pastinaca non è la sua versione vegana. E' un'altra cosa. Semplicemente quello che è, legumi e pastinaca. Se qualcuno mi viene a dire che ha mangiato della Moussakà vegana, dove al posto del ragù c'erano delle lenticchie, a me viene da rispondere che non ha mangiato la moussakà e che in compenso sta avendo delle allucinazioni. Se da una parte posso riuscire ad accettare la cucina vegana per rispetto a chi ha scelto di utilizzarla nella propria vita, dall'altra mi viene da dire: chiamate i piatti con i loro nomi, e non la versione vegana di! Perché diciamocela tutta, fa davvero ridere, ma anche un po' tristezza.
    E con questo ribadisco che tu sei stata bravissima ed il tuo post è davvero ben fatto.
    Un bacione
    Pat

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    1. Cavolo, Patty! Leggo solo ora il tuo interessante commento!
      Devo dire che in parte condivido la tua riflessione: effettivamente in cucina non si può pensare che cambiando anche un solo ingrediente il risultato di una ricetta a livello di gusto, consistenza e quant'altro non cambi. Però trovo innocuo, se interpretato nella giusta maniera, il fatto di utilizzare nomi di ricette classiche per le loro reinterpretazioni in chiave vegana, vegetariana, gluten free o quant'altro. Lo vedo più come un omaggio alla ricetta stessa, un modo per proporre abbinamenti ed alternative diverse partendo da un'idea di base comune e condivisa.
      Certo non mi sognerei mai di affermare che questa sheperd's pie sia sorella, o anche solo cugina, della vera ricetta inglese.
      Grazie mille a te per lo spunto di riflessione!

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