lunedì 30 settembre 2013

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Oggi su questi schermi avremmo dovuto leggere il "Tiriamo le somme" del libro del mese.
Metteteci una tromba d'aria su Pisa, mettete che chi doveva scrivere è stata prigioniera di un aeroporto per una serata intera e che, non contenta, abbia poi perso tutti i treni possibili per tornare a casa....metteteci anche una buona dose di stanchezza ed il risultato è tutto rimandato a domani.
So che sarete clementi e ci perdonerete.
Vi aspettiamo tutte qui domani per il tradizionale appuntamento di resoconto ed assolutamente MERCOLEDI 2 Ottobre, per il Redone!
E poi, via, con una nuova avventura e nuove sorprese.
Grazie a tutte voi.

venerdì 27 settembre 2013

INDIVIA BELGA, PERE E MANDORLE AGRODOLCI TOSTATE


A casa mia per le feste è tradizione aprire gli antipasti con una fresca insalata; non un'insalata qualunque però, bensì qualcosa di sfizioso che non appesantisca e prepari lo stomaco alle portate che seguiranno. Per questo motivo sono sempre a caccia di insalate che rispondano a questo requisito, e quando ho visto questa ricetta su River Cottage Veg mi sono detta che faceva proprio al caso mio. :-)

Avevo già sperimentato la bontà della vinaigrette alla senape, che preparo pari pari per l'insalata di arance, sostituendo però il succo di limone con succo di arance. La sorpresa è stato l'abbinamento con le pere e le mandorle agrodolci, che sono assolutamente da sballo.
Il mio consiglio è di prepararne molte di più e di servirle in ciotoline insieme all'aperitivo: faranno furore!!!

INDIVIA BELGA, PERE E MANDORLE AGRODOLCI TOSTATE
Da: Hugh Ferarnley-Whittingstall – River Cottage Veg 

Le mandorle Marcona, se le trovate, sono le più adatte a questa ricetta.
La frutta secca può essere preparata in anticipo e conservata in un contenitore ermetico fino al momento dell’uso.

Per 4 persone:

2 cespi di indivia belga o cicoria
2 pere mature

Per le mandorle agrodolci:

50 g di mandorle pelate
½ cucchiaino (2,5 g) di burro
½ cucchiaino (2,5 g) di zucchero semolato
1 pizzico di sale

Per condire:

3 cucchiai (45 ml) di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio (15 ml) di succo di limone
¼ di cucchiaino di senape
Sale
Pepe di mulinello


Preparare le mandorle: versare il burro, lo zucchero, il sale e le mandorle in un padellino e accendere la fiamma. Non appena lo zucchero comincia a caramellare mescolare continuamente in modo che le mandorle, che cominceranno a prendere colore, acquistino una tinta uniforme. Togliere dal fuoco e versare immediatamente su un foglio di carta forno o di silicone, avendo cura di separare le mandorle tra loro. Lasciare raffreddare.

Preparare il condimento: emulsionare l’olio e la senape in una ciotolina. Aggiungere il succo di limone continuando a emulsionare. Regolare di sale e di pepe.

Lavare l’indivia separandone le foglie e scolarle dall’acqua in eccesso.
Lavare le pere e sbucciarle, se si preferisce. Tagliarle in quarti, privarle del torsolo e tagliare ogni quarto a metà nel senso della lunghezza.
Hugh non lo dice, ma io le ho passate in un po’ di succo di limone per non farle annerire.

Disporre l’indivia e le pere nei piatti, distribuirvi sopra le mandorle agrodolci, versare il condimento ben emulsionato e servire.





giovedì 26 settembre 2013

LEMONY GUACAMOLE & AVOCADO E POMPELMO CON CHILLI

Qui a Sydney è arrivata la primavera e con lei anche il caldo. Non che l'inverno sia stato freddo, anzi. A quanto pare è stato uno degli inverno più caldi della storia, ma uscire di casa con la gonnellina e le ballerine è impagabile! Dopo due inverni (uno italiano e uno australiano) un po' di primavera mi fa proprio piacere!

E così mai come adesso due ricette come queste sono azzecatissime!
Qui gli avocado sono buoni da impazzire tutto l'anno. Non come quelli che spesso si trovano in Italia che sono insapore e duri come dei baccalà! Quindi, si lo so, parto avvantaggiata. Decisamente.
Per non parlare più dei coriandolo. Qui è fresco e delizioso e si trova in ogni supermercato. 
Mi ricordo che per una ricetta dello starbucks ero diventata matta per trovarlo a Genova ed alla fine avevo dovuto ripiegare su quello secco che è proprio un triste surrogato di quello vero.
Per non parlare del peperoncino. Qui si trovano di ogni dimensione e colore e sono buonissimi, dal piccantino al mega piccante.
Insomma, non vi voglio scoraggiare, ma io credo che la riuscita di queste ricette per la loro incredibile semplicità, sia tutta racchiusa negli ingredienti. 



Lemony guacamole

Per 4 persone:

1/2-1 piccolo peperoncino rosso, privato dei semi e tagliato finemente
2 cucchiai di coriandolo tagliato finemente
Succo di un limone, o 1/2 limone e 1 lime
2 avocado grandi e maturi
1 cucchiai di olio di semi di colza (io olio evo)
Sale e pepe appena macinato
1/2-1 cucchiaio di yogurt (intero) - facoltativo (io non lo ho messo)

Mettete il peperoncino, il coriandolo e il succo di limone (o di limone e lime) in una ciotola. Tagliate a metà, private della pelle e del nocciolo gli avocado, quindi tagliateli in cubetti e metteteli nella ciotola. Aggiungete l'olivo e un bel po' di sale e pepe (io andrei per gradi, se l'avocado è davvero buono non ha bisogno di tanto sale!).

Ora schiacciare tutto insieme - potete tenerlo un po' più grossolano se preferite o schiacciarlo finché non diventa cremoso. E potete renderlo ancora poi cremoso e tipo salsa (ideale per essere spalmato su piadine, kebab e ripiegarli) aggiungendo un pochino di yogurt. Assaggiate se va bene di sale e pepe e servite.



Avocado e pompelmo con chilli

Per 2 persone:

1 pompelmo rosso o rosa
1 avocado 
1/2 piccolo o medio peperoncino, privato dei semi e tagliato finemente
Una piccola manciata di figlie di coriandolo
Olio extravergine di oliva
Sale e pepe appena macinato

Tagliate la cima e il fondo del pompelmo. Appoggiatelo dritto su un tagliere e con il coltello affilato tagliate via la buccia e la pellicina bianca partendo dall'alto e andando verso il basso. Ora prendetelo in mano e mettete al di sotto una ciotola di modo da raccogliere il succo e tagliate delicatamente ogni spicchio di modo da privarlo delle pellicine lasciando cadere gli spicchi nella ciotola. Strizzate poi quello che vi rimane tra le mani per raccogliere ancora un po' di succo.

Tagliate a metà, private della buccia e del nocciolo l'avocado, quindi tagliate lo per lungo in fettine sottili. Disponetelo su un piatto con le fettine di pompelmo e irrorate con il succo.

Cospargete con un pochino di sale e il peperoncino tagliato. Completate con il coriandolo e un generoso filo d'olio. Servite immediatamente.



PROMOSSO!

Il guacamole che fa lui è molto simile a quello che faccio io. Io aggiungo solo un goccino di zenzero perché mi piace il piccantino che lascia e non mettere aglio lo rende comunque delizioso perché il limone, il lime e il coriandolo danno un po' di carattere e freschezza e sgrassano l'avocado!

Mi ha invece sorpresa per la sua freschezza e piacevolezza il connubio pompelmo-avocado. Una delizia! Ottimo da proporre durante un bbq (grigliata) o come antipasto in un pranzo o una cena estiva (o di fine estate!) sul terrazzo! 
È ancora strano per me pensare che, mentre io mi sto avvicinando all'estate voi state andando verso l'autunno. Ho ancora dei seri problemi a capire in che cavolo di mese sono! Ahahah! 

Anyway, ricette promosse a pieni voti per la loro semplicità e chiarezza nella spiegazione.

Ema-Arricciaspiccia

mercoledì 25 settembre 2013

MELANZANE GRIGLIATE CON MIELE E PEPERONCINO


Eccoci alla seconda prova, per me, di Hugh.
Ed è andata molto positivamente: queste melanzane si sono rivelate buone, anzi, direi ottime. Un piatto decisamente felice, e pure semplicissimo.

Lentamente sto imparando a riconoscere il tocco britannico: una cucina che non avendo il timor sacro della propria bistrattatissima tradizione culinaria, che pur esiste, molto ricca e colta, sa osare, copiare, mescolare, senza timore di offendere chissà quali mostri sacri. 
I britannici prendono a prestito dalle cucine di tutto il mondo, che conoscono più che bene, per merito -se così si può dire- della lunga storia coloniale, e lo fanno in modo rispettoso ma mai ingessato, curiosi e divertiti. I risultati sono solitamente freschi e piacevoli, anche se non sempre ci piacciono. 

Queste melanzane invece mi/ci sono proprio piaciute, e possono essere un modo diversi di proporre le melanzane grigliate che, almeno a casa mia, sono davvero una costante estiva, complice la velocità di preparazione.

Sicuramente fra le tante cose che ho imparato da quando ho un blog di cucina è rispettare la cucina anglo-sassone, sia inglese che americana, che ha molto, moltissimo da insegnare e noi mediterranei. A volte anche come usare i nostri stessi prodotti.

Grilled aubergines with chilli and honey
 
Da: H. Fearnely-Whittingstall –
River Cottage Veg Every Day! – Bloomsbury Publishing - pag. 340.
Ingredienti per 4 persone
(tra parentesi e/o in corsivo e le mie note)
4 melanzane medie (circa 750 g)

1 peperoncino
olio extra-vergine di oliva
alcuni rametti di timo fresco
miele chiaro (io ho usato invece castagno, e non me ne pento)
succo di limone
sale, pepe (macinato al momento)  q.b.

Preriscaldare il grill a media temperatura (io ho usato una bistecchiera, come faccio abitualmente per le melanzane). 
Pelare le melanzane (io no, come si vede dalla foto) e tagliarle a fette alte circa 1 cm. Disporle su una teglia da forno ricoperta di carta-forno, ungerle generosamente di olio e cospargere con sale e pepe. 
Far cuocere finché sono dorate, quindi girarle aggiungendo eventualmente altro olio, sale e pepe. Far cuocere finché non sono ben dorate anche dall'altro lato, e tenere (io qui non le ho fatte al forno, ma appunto sulla bistecchiera, e sono venute ottime lo stesso, io le preferisco anche perché, pur morbide, mantengono una consistenza più sostenuta, che preferisco).

Trasferirle in un piatto da portata, eventualmente dispondendole a strati se non ci stessero tutte (io le ho disposte in uno strato unico, in modo da poterle condire tutte in un colpo solo. A questo punto, visto che non l'avevo fatto prima, ho salato le fette, e le ho cosparse di un giro d'olio).


Cospargere con il peperoncino tritato fine e privato dei semi, e con le foglioline di timo.



Sgocciolarvi sopra un po' di miele e succo di limone (e anche qui io ho fatto diversamente, facendo in un ciotolino a parte un'emulsione con un paio di cucchiai di olio di oliva, succo di limone e miele. Ne è venuta fuori una salsetta abbastanza liquida che ho sparso sulle melanzane, che secondo me così si sono insaporite meglio).


Farle riposare almeno una mezzoretta in modo che si raffreddino e i sapori si mischino, aggiustare di sale e servire con pane, eventualmente come uno degli elementi di un mezze (mezzo = sontuoso pranzo-aperitivo mediorientale).
Mie note:
Ho un po' modificato le modalità di cottura perché -lo confesso- non avevo letto bene la ricetta inglese e ho proceduto con il pilota automatico, come faccio sempre con le melanzane grigliate. Forse avrei potuto grigliarle in forno, ma essendo abituata a farle sulla bistecchiera e non avedo mai sentito proteste in merito sono andata a diritto. 

Devo dire che come metodo mi sembra più pratico (chiederci di accendere il forno d'estate solo per grigliare delle melanzane lo trovo davvero molesto, ma -si sa- Hugh vive in Inghilterra, dove non fa mica caldo come da noi).

L'altra modifica è più sostanziale: invece che versare gli ingredienti liquidi (miele, olio, succo di limone) sulle melanzane separatamente, ne ho fatta un'emulsione. Anche questa mi pare una scelta preferibile, perché facilita il mescolamento dei sapori e rende più semplice versare la salsa sopra le melanzane.


L'effetto complessivo è quello di un contorno fresco e piccante, dove il dolce del miele stempera il piccante dei peperoncini e sopra tutto si sparge la fragranza del timo.
Una ricetta sicuramente PROMOSSA!

martedì 24 settembre 2013

FRITTELLE DI MAIS CON RAITA AL CORIANDOLO O MENTA

La mia scelta della seconda ricetta per lo Starbooks di questo mese,  è stata lunga e combattuta… ero molto indecisa! Ma una scelta andava fatta, e sono contentissima di aver optato per queste frittelle (che strizzano chiaramente l’occhio ai Pakora indiani), perché sono deliziose, semplici, e si preparano in un baleno!
Nel libro in italiano, la ricetta è inserita nella categoria “stuzzichini e tapas”, noi le abbiamo mangiate per cena, ma le trovo perfette per un aperitivo oppure per un buffet. Finiranno  subito… preparatene tante!
Questa ricetta, oltre ad essere vegetariana, è gluten free (controllare sempre le etichette), ed è adatta anche ai vegani (se userete l’acqua per la pastella e non il latte).
  

Tra parentesi e/o in corsivo le mie note
Ingredienti per 4 persone: 12 frittelle grandi o 24 piccole 
120 g di farina di ceci
½ cucchiaino di lievito (istantaneo per torte salate)
2 cucchiaini di cumino macinato
2 cucchiaini di coriandolo macinato
½ cucchiaino di curcuma macinata
1 pizzico di pepe di Caienna
½ cucchiaino di sale
200 g di mais dolce fresco o surgelato (non serve scongelarlo - io ho usato quello in scatola, ben sgocciolato)
3 cipollotti tagliati e affettati finemente
coriandolo tritato grossolanamente (io ne ho messo poche foglie)
½ o 1 peperoncino verde piccante, piccolo, senza semi e tritato finemente
160 ml di latte intero o acqua (per me metà e metà)
 olio di semi di girasole per friggere (per me, olio di semi di arachidi)

Per la raita* al coriandolo/menta

200 g di yogurt intero bianco (più altri 75 g se non usate il formaggio di capra)
75 g di formaggio di capra a pasta molle, facoltativo
coriandolo o menta tritati grossolanamente (per me metà e metà)
sale e pepe macinato fresco

*La raita è un condimento  o un dip tipico indiano (e degli stati vicini) a base di yogurt,  a cui si aggiungono erbe e spezie, tra cui il coriandolo, la menta, il cumino, etc. E' un perfetto accompagnamento per i piatti speziati della cucina indiana.

Si inizia preparando la raita*. Mescolare lo yogurt con il formaggio di capra, se lo usate, il coriandolo o la menta tritati, ed insaporire con sale e pepe.
Per preparare la pastella, setacciare insieme gli ingredienti secchi in una terrina, quindi unire il mais, i cipollotti, il coriandolo e il peperoncino, se lo usate. Unire il latte o l’acqua a filo, mescolando per eliminare i grumi. Io non ho eseguito i passaggi in quest’ordine, perché risulterebbe difficile non creare grumi unendo i liquidi alla farina, dopo aver già aggiunto il mais e i cipollotti... Io ho fatto il contrario, ho unito i liquidi, e solo dopo il mais e i cipollotti! Imprecisione nella traduzione...?
In una padella dal fondo spesso, versare l’olio fino ad un cm circa di altezza, e portare a temperatura su fuoco medio-alto, cioè fino a quando un cubetto di pane bianco, immerso nell’olio, non diventa dorato in 30-40 secondi. Friggere le frittelle poche per volta, versando il composto a cucchiaiate (aiutatevi con 2 cucchiai), distanziando bene le frittelle. Cuocere 3 minuti per lato, girandole una volta. Scolarle su carta assorbente da cucina e tenerle in caldo (il forno acceso a 80-100°C va benissimo) mentre cuocete le altre .
Servirle con la raita al coriandolo o menta.


Queste frittelle mi sono piaciute moltissimo, sia per la consistenza che per il mix speziato e ben equilibrato dei sapori. E' una ricetta appartenente alla categoria "minimo sforzo, massimo risultato"... provatele!!! 

Anche per questa ricetta Hugh è.... 


PROMOSSO

                                                                                                         Ale only kitchen

lunedì 23 settembre 2013

DHAL


Ne ho avuto prova.
E più di una volta.
Se i miracoli esistono, questi avvengono in cucina.
Non solo per una torta magicamente lievitata senza lievito, o un impasto appiccicoso che diventa una pane buonissimo.
Preparo il dhal, e con poche speranze.
Intendiamoci, l'ho scelto subito dal libro dello Starbooks di Settembre perchè lo adoro, e dalle mie parti molto conosciuto grazie alla folta presenza indiana sul territorio.
In mille versioni, ovvio.
Con tutte le spezie del mondo, con tutti i colori possibili.
Il nome indica, in hindi, la generica presenza delle lenticchie rosse.
Per il resto via libera a tradizioni, usanze e gusti.
Il mio augusto consorte non è famoso per amare sapori che lo allontanino molto da, si fa per dire, una bel piatto di tagliatelle al ragù di cinghiale o una bella chianina.
Quindi la porzione è minima, che sarà solo per la sottoscritta.
Il piatto è di una semplicità e velocità disarmante.
Pochi ingredienti e spezie non troppo strane.
In un quarto d'ora è tutto pronto.
Niente cumino in polvere, per una volta, ma quello nero in semi che ha un aroma diverso e meno pungente.
E anche un nome che mi è simpatico ;)
L'augusto guarda  il piatto.
Non è riluttante come al solito.
Nemmeno glielo offro.
Ma assaggia di suo.
Ci sono i semi di cumino nero.
Potrebbe suonare come un rimprovero.
Detti anche semi di nigella.
Ma è buono lo stesso.
E tu, di grazia, come lo sai come si chiamino questi semi???
Lo leggo anche io il tuo blog, cosa credi.
Mi fa pure l'occhiolino.
E il fatto che metà dhal sia già sparito passa quasi in secondo piano.

Come avrete capito il piatto è buonissimo e in questa versione assolutamente non troppo invadente come aromi. In India il dhal è spesso un contorno, ma noi l'abbiamo mangiato come piatto unico accompagnato dal pane magico che avete visto su queste pagine pochi giorni fa.
Favoloso per una cena etnica, per una dell'ultimo minuto visti i tempi di realizzazione o su un buffet, con il bonus di essere naturalmente gluten free e adatto anche ai vegani.
Con una sola raccomandazione: fatene tanto!
La ricetta è quindi assolutamente PROMOSSA.


DHAL
per circa 4 persone

250g di lenticchie rosse
un cucchiaino di curcuma 
sale, circa mezzo cucchiaino abbondante
2 cucchiai di olio di semi di girasole
un cucchiaino di semi di cumino nero (semi di nigella)
una cipolla non troppo grossa

Mettere le lenticchie in una pentola capiente insieme a 800ml di acqua fredda.
Appena il tutto raggiunge il bollore abbassare il fuoco, eliminare eventuale schiuma dalla superficie e unire la curcuma e il sale.
Far cuocere scoperto per circa 15 minuti (ma a me dieci minuti sono stati più che sufficienti) girando vigorosamente di tanto in tanto.
Le lenticchie dovranno disfarsi fino a essere praticamente cremose.
Se il composto dovesse asciugarsi troppo aggiungere pochissima acqua bollente.
Mentre il dhal cuoce versare l'olio in una padella. Tostarvi i semi di cumino nero per al massimo un paio di minuti, quindi unire la cipolla affettata sottilmente.
Farla cuocere per 5/10 minuti, finchè brunita.
Versare il composto di semi di cumino e cipolla sulle lenticchie cotte, coprire con un coperchio e far riposare senza mescolare per 5 minuti.
Quindi assaggiare e regolare eventualmente di sale.
Volendo si può cospargere con prezzemolo, menta o coriandolo ma non è fondamentale.
Buonissimo tiepido o a temperatura ambiente.

NOTE

- il piatto può essere preparato un giorno in anticipo rispetto a quando si vuole servirlo, anzi con il riposo migliorerà.


domenica 22 settembre 2013

HUMMUS DI CAROTE



e

L'hummus è uno degli sfizi che preferisco. Mettetemi davanti una ciotola di hummus e, se non ci faccio attenzione, cucchiaio dopo cucchiaio, carotina dopo carotina, crostino dopo crostino, ve la posso fare fuori tutta, in modo sistematico, per quanto grande possa essere.

Amo tanto anche il baba ganoush, e, sia pure con meno trasporto, lo tzatziki. Insomma, questi dip mediorientali sono davvero nelle mie corde, e non ho potuto resistere quando ho letto di questo carrot hummus. Anche perché le carote mi piacciono, e parecchio, anche cotte.

E invece non mi ha soddisfatto del tutto. L'ho fatto una prima volta, e la nota dolce era davvero troppo dominante, non aveva alcun equilibrio. L'ho rifatto, aggiungendo più tahina (la prima volta ero stata troppo parca) e le cose sono migliorate, ma continua a sembrarmi un piatto un po' squilibrato, dove la nota dolce è un po' dissonante con quella agra. 
Però credo che sia questione di gusti, anche la grande Araba l'ha fatto e dice che le è piaciuto molto (c'è sempre l'ipotesi bis, ovvero che io abbia sbagliato qualcosa, ovviamente, anche se la ricetta è molto semplice).

Carrot hummus
 
Da: H. Fearnely-Whittingstall –
River Cottage Veg Every Day! – Bloomsbury Publishing - pag. 296.
Ingredienti per 4 persone
(tra parentesi e/o in corsivo e le mie note)
1 cucchiaino di semi di cumino
1 cucchiaino di semi di coriandolo
6 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaino di miele chiaro (io castagno)
500 g di carote, pelate
3 grossi spicchi d'aglio, schiacciati
il succo di 1/2 limone

il succo di un'arancia
3 cucchiai di tahina (o burro di noccioline)
sale

pepe di mulinello


Preriscaldare il forno a 200° C. In una padellino per friggere, tostare i semi di cumino e coriandolo, finché non cominciano ad emettere il loro caratteristico profumo. 
Trasferirli in un mortaio e ridurli a una polvere finissima.
Mescolare, in una ciotola capiente, 4 cucchiai di olio con il miele e le spezie.  Tagliare le carote a pezzi lunghi 4-5 cm e metterle nella ciotola insieme all'aglio. Mescolare bene il tutto, salare e pepare.
Rovesciare in una piccola teglia da forno e cuocerle in forno, girandole una volta, finché le carote sono morbide e cominciano ad abbrustolirsi sui bordi. Ci vorranno circa 35 minuti.
Togliere dal forno, aspettare che non siano più bollenti quindi versarle in un mixer, avendo cura di togliere la buccia degli spicchi d'aglio. Aggiungere il succo di limone e di arancia, la tahina (o il burro di noccioline) e far andare in modalità pulse finché non diventa una purea.

Aggiustare di sale e servire a temperatura ambiente, con crostini e crudité.

Mie note:
Come ho detto nella premessa, secondo me non è un piatto del tutto equilibrato, le note dolci sono un po' dissonanti rispetto a quelle salate e agre. A pensarci bene, la cosa che mi convince meno, in tutto l'insieme, è l'aglio, che, accoppiato da un lato con il dolce delle carote, e dall'altro con l'agro degli agrumi, mi sembra conferisca una nota un po' greve al tutto.

Dovrei riprovare senza aglio. Anzi, lo farò sicuramente.
 
Mi è difficile decidere se bocciare o promuovere la ricetta, visto quanto ho detto sopra. Non è che non torna, o sono sbagliate le dosi, è semplicemente che il sapore non mi convince. 

Quasi quasi, sfrutterò una delle perle del burocratese scolastico...

GIUDIZIO SOSPESO :-)

venerdì 20 settembre 2013

INSALATA DI FARRO CON ZUCCA E FINOCCHI

Premetto: ho preparato questa insalata mentre aspettavo mia figlia di ritorno da scuola.
Io arrivo a casa intorno all'una e le arriva alle 13.50.
L'ho messa a tavola esattamente quando lei è entrata in casa.
E vissero per sempre felici e contenti!
Per lo meno noi due, che abbiamo gradito molto.
Le insalate di farro mi sono venute un po' a noia.
Ormai vengono propinate in qualsiasi occasione, tristi imitazioni delle insalate di riso (quelle poi, Dio ce ne scampi e liberi!).
Scusate lo sfogo, ma io sono una che ama il farro ormai solo nella minestra rustica, proprio a causa dell'uso indiscriminato che se ne fa.
Il nostro amico Hugh però, me lo ha sdoganato inserendoci un paio di ingredienti che io prediligo grazie alla mia propensione verso il "gusto dolce".
Ma dolce questa insalata non lo è.
Direi piuttosto "amabile" e morbida nell'insieme, mentre la presenza delle noci e del formaggio di capra, conferiscono quello slancio che valorizza sia zucca e che i poveri e bistrattati finocchi, considerati da molti un ortaggio senza personalità.
Un piatto unico, ricco e generosamente saporito, che l'autore definisce un'essenziale proposta autunno/invernale, ma che ognuno può personalizzare sostituendo il finocchio con porro o cipolla rossa, o mezzi scalogni sempre cotti al forno.
L'autore fornisce anche alcune idee per stagionalizzare questa insalata convertendola in un piatto estivo utilizzando favette, carotine baby e pisellini. In questo caso l'aggiunta del limone dovrà essere generosa, insieme alla presenza di cipollotti appena rosolati nell'olio d'oliva.
Ingredienti per 4 persone
1 piccola zucca (c.ca 600 g)
4/5 cucchiai di olio extra vergine d'oliva
2/3 bulbi di piccoli finocchi (conservate le estremità verdi)
1 spicchio d'aglio tritato finemente
50 g di noci
200 g di farro (o orzo se preferite) perlato
Succo di mezzo limone
20 g di Parmigiano, formaggio di capra stagionato o altri formaggi duri e saporiti grattugiati
un ciuffo di prezzemolo tritato grossolanamente
Sale marino e pepe nero macinato fresco
Preriscaladate il forno a 190°C.
Tagliate a metà la zucca, eliminate i semi e la parte centrale quindi tagliatela in dadini di 1,5 cm, Distribuiteli su una larga teglia da forno.
Conditeli con 2 cucchiaiate di olio, sale e pepe e mescolate bene.
Mettete nel forno ad arrostire.
Nel frattempo tagliate i finocchi in 6/8 spicchi.
Dopo 15 minuti aggiungete i finocchi alla zucca, insieme con l'aglio ed un altro cucchiaio d'olio. Mescolate bene.
Fate cuocere per altri 20 minuti o più, fino a che le verdure siano morbide e comincino a caramellarsi sui bordi. A questo punto distribuite le noci sulle verdure e fate cuocere per altri 8/10 minuti.
Alla fine le verdure saranno morbide e caramellate e le noci tostate e fragranti.
Se volete servire questo composto come insalata, lasciate raffreddare completamente. Se invece volete unirlo al farro, potete farlo con le verdure ancora calde.
Mentre le verdure stanno cuocendo, preparate il farro lessandolo in abbondante acqua salata fino a che sia tenero ma ancora leggermente al dente (c.ca  20 minuti).
Scolate e fatelo raffreddare lievemente (o completamente se volete servirlo come insalata fredda).
Mescolate il farro con le verdure, le noci, il resto dell'olio ed il limone. Aggiungete il formaggio (io ho usato della feta sbriciolata), il prezzemolo e i ciuffetti di finocchio. Aggiustate di sale e pepe ed aggiungete più formaggio per decorare se vi piace.

Mi è piaciuta davvero molto!

PROMOSSA! 

giovedì 19 settembre 2013

TORTA DI BIETOLE



Atmosfera melò per una  torta “strana” ma semplicemente buonissima!

Provate a proporla ad amici e parenti dichiarando che si tratta di un dolce con le bietole e guardate le facce stupite e…preoccupate! Fate una foto  e fatene poi un’altra quando vi chiederanno il bis !

Ed ecco la ricetta

Torta di bietole


Ingredienti per 8 persone

Per l’impasto dolce:
300 gr farina
50 gr zucchero a velo
1 pizzico di sale
175 gr di burro freddo a pezzetti
1 tuorlo d’uovo
75 ml di latte freddo (o acqua) : io ho utilizzato acqua
Latte o uovo sbattuto per spennellare : io ho utilizzato l’uovo

Per il ripieno :
50 gr di uva passa
3 cucchiai di brandy di mele : ho utilizzato il Calvados
Le foglie di 1 kg di bietole
2 uova grandi leggermente sbattute
50 gr di pinoli tostati
La scorza grattugiata di un limone
35 gr di zucchero a velo
2 mele
Zucchero a velo per spolverizzare

Per prima cosa mettete l’uva passa a mollo nel brandy : ci deve stare qualche ora.

La pasta :
mettete farina, zucchero a velo, sale in un robot da cucina e azionatelo brevemente , aggiungete quindi il burro e azionate ancora il robot fino a raggiungere un composto sbricioloso.
Io lo faccio a mano perché è dai tempi in cui la mia amica inglese Jenny mi aveva insegnato a fare cosi per  il crumble e la brisè per i vari pies e quindi mi viene più facile.
Aggiungete il tuorlo d’uovo e il latte ( o acqua) e formate l’impasto . dovrete ottenere una palla liscia che lascerete riposare in luogo fresco (frigo) per mezz’ora avvolta nella pellicola.

Ripieno:
fate cuocere le foglie di bietole con pochissima acqua  coperte (dovrebbe essere sufficiente l’acqua che rimane dopo averle scolate) per circa 5 minuti.
Scolatele e tritatele.
Mettete in una ciotola : le mele grattigiate, la scorza del limone, i pinoli tostati, lo zucchero, le uova sbattute e l’uva passa con il brandy.
Quando le bietole saranno fredde unirle nella ciotola.

Infarinate un piano di lavoro e stendete due terzi della pasta in un disco sottile che userete per foderare una teglia da 24 cm di diametro.
Rifilate la pasta in eccesso e versare la miscela di bietole. Spennellare con latte o uovo sbattuto i bordi della pasta. Stendete la pasta rimanente per formare un coperchio, appoggiatelo sulla torta e premetelo leggermente ai bordi per sigillare la preparazione.
Rifilate la pasta in eccesso. 

Praticate un paio di tagli nel coperchio per far uscire il vapore. Cuocere per 30 minuti o finchè la parte superiore non sia dorata.

Lasciare raffreddare, trasferire su una gratella e cospargete di zucchero a velo.

Servire tiepida.

Questa torta non solo è facile da fare ma è stra buonissima. Certo il gusto è particolare ma sono certa che anche i palati più diffidenti la troveranno particolarmente deliziosa.

 devo inoltre aggiungere che questa pasta brisè è davvero perfetta : diventerà la mia ricetta “ufficiale” : si scioglie in bocca ed è “sbriciolosa” quanto serve.

Invece di preparare una torta io però ne ho preparate due!
una  con queste dosi di pasta perché io la amo un po’ più spessa. Ho quindi utilizzato una pirofila da 20 cm di diametro.
Ovviamente il ripieno era troppo ma non mi sono disperata, anzi!!!
Pochi giorni dopo ne preparavo un’altra !!!il ripieno l’avevo messo in frigo e ha retto benissimo i due giorni di attesa (oltre non oserei…)
Ho rifatto la pasta che è venuta ancora una volta ottima a riprova che le dosi, i tempi e i metodi sono fantastici!!!
Con questo dolce Hugh per me si merita la promozione piena!

Non solo in questo libro ho provato ricette facili, salutari, che riescono al primo  colpo  ma che sponsorizzano un’etica alimentare che mi piace, inoltre sono anche ricette scritte da una persona che sa cucinare  e che conosce anche  le tradizioni del proprio paese .

mercoledì 18 settembre 2013

PANE MAGICO ALL'AGLIO E CAPONATA




Post lunghetto ma le ricette sono due , tre se contiamo anche l’olio all’aglio , ma andavano presentate insieme secondo me e se le proverete capirete perché!|

Inizio subito : 

Pane non lievitato  all’aglio

 Premessa doverosa : se proverete questa pasta di pane magica, come la chiama Hugh ne diverrete dipendenti, come la sottoscritta…e se proverete questi panini cotti in padella bè, le idee per inventare simpatiche cene con amici e parenti a base di queste “focaccette” e qualsiasi intingolo , non si esauriranno mai.
Hugh ci presenta una ricetta  semplice,versatile ,in grado di gratificarci in tempi brevi : il passaggio dagli ingredienti secchi ad un pane non lievitato trazionalmente, richiede poco più di un'ora.
Quindi ecco a voi dosi e segreti della: 

Pasta di pane magica
Hugh la chiama magica perché può realizzare molti desideri : può essere trasformata in mille modi (pizze, focacce, grissini,panini ecc..)  e i risultati saranno tutti un successo.


Ingredienti:
250 gr di farina 00
250 gr di farina manitoba
325 gr di acqua calda
1 cucchiaino e mezzo di sale
1 cucchiano di lievito secco di birra
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva

Versate le due farine in una ciotola grande con il sale e il lievito (ebbene si)e mescolate bene.
Aggiungete olio e acqua calda e mescolate /impastate  (suggerisco di utilizzare una planetaria perché l’impasto è molto molle e appiccicoso). Dopodiché trasferite la pasta  su un piano di lavoro e lavoratela per 5/10 minuti (sarà necessaria altra farina altrimenti si appiccica tutto ma non esagerate , deve rimanere morbida  e appiccicosa  per garantire una consistenza migliore al pane)

Versate un filo d’olio in una ciotola e rotolatevi l’impasto in modo da ungerlo per bene . coprite con un tovagliolo ,mettetelo in un luogo caldo e fate lievitare fino a quando avrà raddoppiato il volume (circa un'ora)

Quando l’impasto è gonfio e lievitato rovesciatelo e appiattitelo per riportarlo alle dimensioni iniziali : è pronto per essere utilizzato e modellato a piacere.
A noi servirà formare delle “focaccette” che andranno cotte in …padella!!! J

Formate paninetti piatti tondi dallo spessore di circa 2-3 mm. Lasciateli riposare cinque minuti.
Nel frattempo scaldate una padella antiaderente sul fuoco (con il fondo pesante è meglio)

Hugh raccomanda di aprire finestre e ventole e già temevo ondate di fumo nero ma  in realtà non è successo,  ma onde evitare nebbie dense in cucina e non solo, vi riporto il suo consiglio.

Quando la padella è calda appoggiate una focaccetta/panino nella pentola e cuocetela  per circa due minuti, fino a quando non si formano delle bolle in superficie. Capovolgete quindi il vostro panino e fatelo cuocere per uno o due minuti dall’altro lato. Trasferitelo  immediatamente su un piatto riscaldato e conditelo con un filo di olio all’aglio (insaporire con un po’ di sale se gradite)
Continuate fino a finire l’impasto.

 

Se per caso otterrete più panini di quelli previsti, no problem! Basterà avvolgerli in un tovagliolo pulito e lasciarli raffreddare : il vapore intrappolato manterrà morbido il pane fino al giorno seguente (l’ho provato e vi garantisco che i panini rimangono davvero morbidi e mangibili) .
Devono essere consumati quindi entro 24 ore oppure congelati.


Ed ecco la ricetta per l’olio all’aglio :

120 ml olio extravergine di oliva
1 spicchio di aglio tritato finemente

Versare l’olio e l’aglio in una padella su fuoco medio; non si deve friggere l’aglio ma solo riscaldarlo . non appena inizia a sfrigolare, togliete la padella dal fuoco e versate l’olio e l’aglio in una ciotola, lasciando raffreddare per alcuni minuti.

Come degno accompagnamento ai questi deliziosi panini ho preparato, su consiglio di hugh ;-) , una caponata di melanzane :



CAPONATA
Ingredienti:
2 melanzane medie ( circa 500 gr) tagliate a dadini
2 cucchiaio olio extravergine di oliva
1 cipolla tritata finemente
2 gambi di sedano affetti finemente
1 spicchio di aglio tritato
6 pomodori perini grandi privati della buccia e dei semi e tritati
Oppure
400 gr di pelati tritati
2 cucchiai di aceto balsamico
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 cucchiaio di cioccolato fondente (facoltativo: io l’ho messo )
50 gr di uva passa
2 cucchiai di capperi dissalati
50 gr di olive verdi affettate
Sale e pepe
Manciata di prezzemolo o menta tritati (per me : prezzemolo)


Nonostante la “svalanagata” di ingredienti , la ricetta è semplice e gustosissima!
Mettete i cubetti di melanzana in un colino , cospargere di sale e lascar scolare per circa mezz’ora.

Risciacquarle e tamponarle con un tovagliolo.
Nel frattempo scaldare un cucchiaio di olio extravergine di oliva in una casseruola grande, aggiungere la cipolla tritata, il sedano e l’aglio e far soffriggere a fiamma bassa per 10minuti. Aggiungere i pomodori con il loro succo e far sobbollire per 5 minuti, poi unite l’aceto balsamico lo zucchero, il cioccolato (se lo userete) ,l’uva passa, i capperi e le olive.
Lasciate cuocere per altri 5-10 minuti, mescolando spesso, quindi spegnete il fuoco.
Prendete una padella e mettete un cucchiaio di  olio extravergine di oliva a scaldare. Friggete i dadini di melanzane per 5 minuti finchè non diventano teneri e dorati. Versateli nella salsa di pomodoro e rimettete tutto sul fuoco e cuocete per altri 10 minuti. Spegnete, fate raffreddare, assaggiate e regolate  con sale e pepe.


La caponata si può servire subito o lasciarla in frigorifero o in un luogo fresco per un paio di giorni in modo da esaltarne i sapori. Ricordate di portarla a temperatura ambiente quando la servite . Cosparsa di prezzemolo o menta ci regala  un tocco di freschezza che non guasta.

Note :
A parte una “piccola” incomprensione sul lievito da usare per i pani, colpa di una traduzione italiana superficiale (io ho il libro scritto in italiano ), direi che entrambe le ricette sono semplicemente favolose !
Non vi dico i pani/focaccette serviti con la caponata : un tripudio di profumi e sapori !
L’olio all’aglio non è proprio “leggero” tenetene  conto J
Ma è davvero perfetto abbinato a questa caponata saporita e dolce nello stesso tempo !

Per me Hugh anche questa volta è PROMOSSO!

martedì 17 settembre 2013

UPSIDE-DOWN ONION TART



E ci sono anch'io, a cimentarmi con il signor Hugh Fearnley-Whittingstall. 
Devo dire che ho colto con grande entusiasmo l'idea di starbookare questo libro, visto che vorrei rendere sempre più verde la mia cucina, ma non è facile trovare cibi che possano piacere a tutti, bambini compresi. 
Mi piacerebbe poter dire che i miei figli mangino di tutto, ed in particolare vanno matti per le verdure, ma non è affatto così. È una cosa che ho fatto molta fatica ad accettare, perché io fin da piccolissima ho sempre amato moltissimo tutte le verdure, cotte e crude, mi nonna mi chiamava coniglietta (ma no! cosa pensate mai!?!?!?!) per la mia passione per l'insalata che divoravo velocissima. Loro sono molto selettivi, però qualcosa forse sta cambiando, hanno sì i loro gusti ma, soprattutto alla grande, ha anche le sue passioni vegetali. 
Insomma, forse è la volta che River Cottage Veg Every Day! inspiegabilmente tradotto in italiano come Vegetariano gourmand, potrà davvero essermi utile.
Per ora qui si prediligono peperoni e cipolle. Soprattutto cipolle, che mangerebbe in ogni forma. Anche crude. Così quando ho visto questa torta salata, non ho potuto resistere. Anche perché l'idea di fare una tatin di cipolle mi sembrava davvero ganza. E poi è così semplice, e veloce, che proprio non si poteva non provare.

Upside-down onion tart
 
Da: H. Fearnely-Whittingstall –
River Cottage Veg Every Day! – Bloomsbury Publishing - pag. 218.
Ingredienti per 4 persone
(tra parentesi e/o in corsivo e le mie note)
200 g di pasta-sfoglia (eventualmente anche comprata, io ho fatto una finta sfoglia)

350 g di cipolle
1 noce di burro
1 cucchiaio di olio extra-vergine di oliva1 cucchiaio di aceto balsamico
timo fresco (mia aggiunta)
sale, pepe (macinato al momento)  q.b.


Accendere il forno a 190 °C. 
Stendere la pasta sfoglia in un disco di 3-4 mm di altezza e 20 cm di diametro. Arrotolarlo e metterla in frigo.
Pelare le cipolle e tagliarle in 6 o 8 spicchi, a seconda delle dimensioni della cipolla, ma lasciandoli attaccati dalla parte della radice (io questa cosa non l'ho fatta, mi si sono rotte).
Scaldare a fuoco medio l'olio e il burro in una teglia da tatin da 20 cm di diametro (io ho usato una pentola anti-aderente). Aggiungere le cipolle in modo da ottenere cerchi concentrici (io non l'ho fatto perché sapevo che avrei dovuto trasferire il tutto nella teglia da forno). Cospargere di sale, pepe e cuocerle per 15-20 minuti, girandole un paio di volte, finché cominciano a caramellare ai bordi.

Versare l'aceto balsamico sulle cipolle e lasciar cuocere per un paio di minuti. 
Togliere dal fuoco, far raffreddare un po' e trasferire le cipolle nella teglia che metterete in forno, cospargendole di foglioline di timo (questi passaggi io).
Stendere il disco di pasta sfoglia sulle cipolle, e mettere la teglia in forno. Cuocere per 20 minuti, finché la sfoglia non è ben gonfia e dorata.

Sformare la torta in un piatto da portata, tipo tatin, e servire subito, con un'insalatina. Volendo a questo punto ci si può grattate sopra il nostro formaggio preferito e farlo gratinare in forno, io nonl'ho fatto.

Mie note:
Come ho scritto sopra, ho aggiunto il timo, che secondo me con le cipolle cotte è la morte sua.


Non ho affatto seguito le sue indicazioni estetiche, di lasciare gli spicchi di cipolla attaccati in mezzo e disporli in centri concentrici. I miei si sono separati, e anche se fossero rimasti insieme, non l'avrei fatto, avendo deciso di cuocere le cipolle in un'anti-aderente anziché nella teglia che ho messo in forno, che era una teglietta di alluminio molto sottile, totalmente inadatta ad andare sul fuoco. Secondo me era bella lo stesso, anche se un po' anarchica.

Ho abbondato un po' di più con i grassi, soprattutto con l'olio.
Per quanto riguarda la riuscita, mi è parsa molto buona. L'ho portata a una cena ed è stata spazzata via da non celiaci. 
Dovessi rifarla, la proporrei invece per pranzo, perché tutte queste cipolle, ancorché cotte, la rendono non proprio leggerissima. 

Per quanto riguarda l'uso della pasta sfoglia pronta, avrei qualcosa da ridire, soprattutto nella versione glute-free: le paste sfoglie senza glutine che ho finora trovato in commercio non mi hanno soddisfatto per niente, e infatti non le uso più. Semmai sostituisco con una finta sfoglia a base di ricotta, molto buona di sapore ma imprevedibile: a volta sfoglia a volte no. Comunque è molto buona, e anche se non sfoglia, anche se ovviamente l'effetto non è lo stesso, resta buona. 

A proposito di impasti mi piacerebbe provare questa torta anche con la brisé: io la tatin di mele non la faccio con la sfoglia, ma appunto con la brisé e mi incuriosirebbe l'effetto che fa.


Insomma, direi che questa ricetta è sicuramente PROMOSSA vista anche la velocità di realizzazione e l'estrema reperibilità degli ingredienti. Una vera risorsa da ultimo momento.  

lunedì 16 settembre 2013

CHACHOUKA

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Questa stufato speziato nord africano con le uova cotte sopra, crea un piacevole e pigra cena. La classica peperonata italiana è preparata allo stesso modo, ma senza uova o spezie ed è ugualmente buona - H. Fearnley-Whittingstall

Ingredienti per 4:
3 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaino di semi di cumino
1 grande cipolla tagliata a meta e a fettine sottili
1 spicchio d'aglio schiacciato
1 peperone rosso e
1 uno giallo  puliti, lavati, senza semi e tagliati a fettine
1/2 cucchiaino di paprika forte affumicata
1 pizzico di pistilli di zafferano
400 gr di pomodori tagliati grossolanamente, senza pelle e senza semi (anche pelati in scatola se preferite)
4 uova
sale marino e pepe nero appena macinato
PicMonkey Collage

Scaldate l'olio d'oliva in una padella grande preferibilmente adatta al forno su fuoco medio. Aggiungete i semi di cumino e lasciateli friggere per un paio di minuti. Aggiungete la cipolla e cuocete a fuoco basso per 8/10 minuti o fino a quando e morbida e dorata. Aggiungete l'aglio e i peperoni e continuate a cuocere su fuoco basso per almeno 20 minuti mescolando spesso, fino a che i peperoni non saranno morbidi e appassiti. Aggiungete la paprika, lo zafferano e poi i pomodori con il loro succo, insieme a sale e pepe. Cuocete a fuoco medio/basso per 10/15 minuti, mescolando ogni tanto. Preriscaldate il forno a 180°.
Assaggiate la preparazione e aggiustate, se necessario, di sale e pepe. Se la vostra padella non è adatta al forno trasferite i peperoni in un contenitore adatto allo scopo. Fate quattro avvallamenti sulla superficie e, con attenzione, rompete in ognuno un uovo. Cospargeteli con sale e pepe. 
Cuocete per 10/12 minuti in forno finché il bianco d'uovo non è sodo e il rosso ancora morbido.
Piccola osservazione personale: potrete preparare la Chachouka anche il giorno precedente, come ho fatto io, dividendo il lavoro in due parti e cioè preparando in anticipo la "peperonata" e poi  limitandovi ad aggiungere le uova al momento di portare in tavola. In questo caso però, essendo le verdure già fredde, dovrete allungare di 2 o 3 minuti il tempo di cottura in forno.
DSCF1465

Confesso che la mia scelta, prima ancora che sul metodo di cottura o sugli ingredienti, si è basata sul titolo, indubbiamente originale: forse perfino più della ricetta in se stessa per noi, che abbiamo nella nostra tradizione culinaria, l'eccellente peperonata. Lo stesso Hugh suggerisce quest'ultima come variazione al tema, semplicemente togliendo dalla ricetta le spezie e le uova e servendola con pane o un'insalata verde croccante.
Il piatto comunque si è rivelato piacevolmente speziato, dal profumo intenso e dal sapore nord-africano (ho letto  qui  che l'origine della Chachouka, o chakchouka è tunisina), come suggerisce lo stesso autore nella sua introduzione, riportata in alto.
Quindi possiamo senza dubbio definire il nostro Chachouka 
PROMOSSO
Buona giornata a tutti

domenica 15 settembre 2013

TRIANGOLI DI SPINACI E TIMO

 

Quando la scelta è caduta su questo libro... ho fatto la hola! Sono sempre alla ricerca di ricette senza carne né pesce per mia figlia, vegetariana convinta da tanti anni, e talvolta la mia fantasia in cucina ha bisogno di un aiutino :)

L'approccio dell'autore mi piace, poiché l'intento dichiarato è di far mangiare a tutti "più verdure, perché i vegetali sono l'alimento migliore per il nostro corpo, nonché quello che causa meno danni al pianeta". La sua sarà anche un'azione commerciale, ma lo scopo è condivisibile, non trovate?

Ho preparato questa ricetta nella mia casa in montagna, dove non dispongo del mio solito armamentario né soprattutto di una bilancia degna di tale nome... Non sono quindi certissima che le quantità utilizzate siano proprio quelle indicate nella ricetta, però i triangoli sono riusciti ed erano davvero gustosi. Eravamo solo in due a mangiarli, quelli avanzati li ho scaldati il giorno dopo ed erano ancora perfetti.

Le mie note in blu nel testo.

Triangoli di spinaci e timo
ingredienti per 6 persone

per l'impasto:
250 g di farina 00
1 pizzico di sale
125 g di burro freddo a cubetti
75 ml di latte freddo
per il ripieno:
350 g di spinaci (rimuovete le coste più dure)
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
1 cipolla media tritata finemente
1 spicchio di aglio tritato finemente
125 g di formaggio di capra molle o ricotta
50 g di grana grattugiato (facoltativo)
1 pizzico di noce moscata grattugiata al momento
qualche rametto di timo (o meglio: timo limone)
1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata finemente (facoltativo)
1 uovo leggermente sbattuto
sale e pepe macinato al momento
Per preparare l'impasto (una pasta brisée) setacciate la farina, aggiungete il sale, poi il burro a pezzetti e lavorate con le dita fino a ottenere un composto di briciole (potete anche usare un robot da cucina azionandolo a scatti). Unite il latte freddo a poco a poco finché l'impasto sta insieme. Rovesciatelo sul piano di lavoro e lavoratelo brevemente per formare una palla. Avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Nel frattempo preparate il ripieno: lavate con cura gli spinaci e trasferiteli in una casseruola con la sola acqua rimasta attaccata alle foglie, coprite e fate appassire su fiamma media. Scolateli bene e, quando si sono raffreddati quel tanto che basta per maneggiarli, strizzateli con le mani, poi tritateli grossolanamente.
Riscaldate l'olio (io ne ho messi 2 cucchiai, 1 mi pareva poco) in una padella su fiamma media e fatevi appassire le cipolle e l'aglio (l'ho lasciato in camicia e poi l'ho levato...) per 10 minuti circa. Unite gli spinaci per farli insaporire, poi levate dal fuoco e fate intiepidire.
Versate il composto di spinaci in una ciotola e incorporatevi il formaggio di capra o la ricotta, il grana se lo usate, la noce moscata, il timo, la scorza di limone se la usate, metà dell'uovo sbattuto, infine il sale e il pepe (io non ho lesinato, il ripieno mi piace bello saporito!) e amalgamate bene il tutto.
Preriscaldate il forno a 180°C.
Foderate una teglia con carta da forno.
Stendete la pasta in un rettangolo di 26x39 cm a uno spessore di circa 3 mm e tagliateli in 6 quadrati di 13 cm. Spennellate i bordi di ogni quadrato con un po' di acqua (pochissima!), poi dividete il ripieno sui quadrati. Piegate la pasta in diagonale formando un triangolo e sigillate bene i bordi con i rebbi di una forchetta. Spennellate con l'uovo sbattuto rimasto e praticate un taglio nella parte superiore di ogni triangolo (secondo me basta un piccolo foro... next time!).
Trasferite i triangoli sulla teglia preparata e cuoceteli per 25-30 minuti fino a doratura (per me 40 minuti). Serviteli caldi o tiepidi.
Note finali:
- ho comprato la versione italiana del libro: "Vegetariano Gourmand", edito da Gribaudo. Prima di pubblicare la ricetta qui, ho confrontato la traduzione con l'originale inglese e ho modificato qualche parola qui e là, anche se non ho riscontrato errori (solo "formaggio di capra duro" invece che "saporito"... vabbè).
- L'autore dice che per il ripieno si può utilizzare un formaggio di capra saporito - e in questo caso tralasciare il grana - ma se se ne usa uno più delicato è una buona idea aggiungerlo (cosa che ho fatto io).
- La scorza di limone secondo me la potete anche tralasciare, non si sente quasi per niente... probabilmente è meglio il timo limone, che però in montagna non avevo.
- Al ripieno si potrebbe aggiungere una piccola nota dolce, ad es. una manciata di uvetta ammollata (praticamente un classico!).
- Anche se la ricetta non lo prevede, ho preferito sigillare i triangoli premendo bene con i rebbi di una forchetta, perché temevo che altrimenti mi si sarebbero aperti in cottura. Magari non sarebbe successo, non lo so...
- Un pochino di manualità ci vuole per preparare i triangoli, ma anche se non venissero perfetti... saranno buoni lo stesso!
Dunque? Hugh Fearnley-Whittingstall per me è PROMOSSO