Paul Gayler, Great Homemade Soup
In questa seconda parte dell'anno, le Starbookers hanno deciso di andare in cerca di "vecchi talenti", molto conosciuti all'estero e pressoché mai sentiti qui da noi: abbiamo iniziato a settembre, con Diana Henry e gli infiniti mondi che ci si sono schiusi con le sue ricette sul pollo, proseguiamo con Paul Gayler che, in comune con la collega, ha la nazionalità britannica e una fama consolidata nei vasti confini del mondo anglosassone: ad oggi, ha scritto più di venti libri, tiene rubriche fisse sui principali quotidiani inglesi, è un'autorità indiscussa del cibo vegetariano e uno dei profeti di quella Global Contemporary Cuisine che rispetto all'ondata del Fusion di qualche anno fa ha il merito di allargare lo sguardo nelle cucine del mondo, rispettandole nella loro integrità.
Diversamente dalla Henry, che aveva una formazione più teorica, Gayler viene dalle cucine. Da quelle di casa, visto che i suoi genitori avevano una piccola azienda di banqueting-e da quelle dei ristoranti dei vari hotel, che hanno segnato una carriera luminosa e fulminante: ottenne il ruolo di chef all'Indigo Jones di Londra, nel 1982 e fu uno degli artefici del miracolo della ristorazione inglese che proprio in quegli anni iniziò quel percorso di rinnovamento che la rese famosa nel decennio successivo e oltre. In particolare, in tempi assolutamente non sospetti e con uno schiacciante anticipo sulle successive tendenze, Gayler diventa l'apostolo della cucina vegetariana gustosa, elegante, raffinata: è in questo periodo che introduce i Menu Potager, che diventano immediatamente un punto di riferimento per gli appassionati di cibo, di qua e di là dalle cucine e che fanno dello chef l'anello di congiunzione fra Nigel Slater (a quando un suo libro???????- e questo lo dico io) e Yotam Ottolenghi.
Per quelli nati sotto la stella di Gayler, crescere significa di necessità evolversi: i principi della cucina vegetariana, pur senza essere mai stati ripudiati, hanno lasciato spazio in questi ultimi anni ad una visione globale del cibo che contempla l'utilizzo di tutti gli ingredienti: Great Homemade Soups, il libro che abbiamo deciso di starbookare per voi questo mese e che appartiene alla produzione editoriale più recente dello chef, dovrebbe quindi essere l'espressione di questa esperienza multiforme, che parte dalle cucine, fa un giro del mondo e arriva a noi, sotto forma di libro.
Se le aspettative verranno confermate, se anche questo mese, come quello passato, il nostro blog diventerà una carrellata di meraviglie, se insomma finiremo per innamorarci di Gayler come ci siamo innamorate della Henry, questo sarà solo la prova sul campo a dirlo: noi corriamo in cucina- e voi, mi raccomando, seguiteci!
Ottima intro, Ale!
RispondiEliminaPrecisiamo che questo libro non è vegetariano, ma prende un piatto di per se' umile e quasi casalingo - le zuppe - e lo eleva all'ennesima potenza, almeno stando alla dichiarazione d'intenti.
Noi ci mettiamo ai fornelli e vediamo come va! :-)
l'ho scritto... dici che non si è capito? :-)
EliminaEhm... no. :-)
EliminaBellissimo, non vedo l'ora di mettermi ai fornelli! Mi mancano giusto un paio di ingredienti da recuperare ;)
RispondiEliminaBuon lavoro a tutte! :D
Ale
Bellissimo!
RispondiEliminaState facendo un percorso stupendo quest'anno con lo Starbooks, facendoci scoprire tutti questi grandi scrittori che qua non arrivano! Non vedo l'ora!
Minestra, minestra, ancora minestra!
RispondiEliminaBrandendo cucchiaio e forchetta sbattuti sul tavolo come in una celebre striscia di Mafalda!
Già lo amo!
vi aspettiamo domani con la prima zuppa!
RispondiEliminae "a quando Nigel Slater?" lo dico anch'io... :)))))
Interessante.....Zuppa o minestrone di verdure, il mio piatto preferito sin da quando stavo nel seggiolone.
RispondiEliminaOra anche altre zuppe come quella di pesce Naturalmente :-)
Interessantissimo questo libro ed adatto al clima autunnale! Se manterrà le promesse, credo proprio attingerò a piene mani! Buon lavoro!
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