Chi è stato in Portogallo, in particolare a Lisbona, non può non
aver mangiato almeno un centinaio di pasteis de nata. I pasteis de nata
sono dei dolcetti in realtà semplicissimi, che forse non diranno molto a
chi non li ha mai assaggiati. In fondo si tratta solo di un guscio di
pasta sfoglia con dentro una crema inglese.
Peccato che, se
fatti bene, con la sfoglia buona e burrosa e la crema inglese profumata e
preparata a regola d'arte, serviti appena tiepidi con una spolverata di
zucchero a velo (e cannella), sono il paradiso in terra.
Sono
stata a Lisbona sei o sette anni fa e mi ero sempre ripromessa di
preparare i pasteis de nata a casa, ma ho sempre quasi avuto il "timore"
di rovinare quel ricordo semplicemente perfetto.
Poi è
arrivato Edd Kimber con la sua Giant Portuguese Custard Tart, ovvero un
pastel de nata in versione maxi. L'ho visto come un segno del destino...
Ingredienti:burro o olio per ungere la teglia
320 g di pasta sfoglia pronta - con burro (io ho preparato una sfoglia rapida, la ricetta è in calce)
2 tuorli grandi per spennallare
zucchero a velo e cannella per spolverare
Per il ripieno:
250 g di zucchero semolato superfine
Una stecca di cannella
4 scorzette di arancia
360 ml di panna
300 ml di latte intero
1 cucchiaino di pasta di vaniglia (io ho usato i semi di una bacca)
3 uova grandi più 3 tuorli
50 g di amido di mais
Mettete in una casseruola 240 g di acqua, lo zucchero, la cannella e
le zeste di arancia. Portate a leggera ebollizione su fuoco medio e
fate andare per un paio di minuti, finché lo zucchero non si sarà
completamente sciolto. Rimuovete dal fuoco, coprite e mettete da parte.
Ungete
leggermente la teglia e ricoprite solo il fondo con la cartaforno.
Sistemate le griglie del forno in modo che tra due griglie ci siano
circa 13cm. Su ciascuna griglia mettete una pietra refrattaria o una
lastra in acciaio per pizza, se ne avete una, altrimenti utilizzate una
teglia per ciascun ripiano. Potete anche evitare di utilizzarle (come ho fatto io), ma l'effetto non sarà simile a quello della ricetta originale (mi permetto di dissentire).
Preriscaldate il forno a 190 gradi 30 minuti prima che il dolce sia pronto da infornare.
Prendete
la pasta sfoglia e ricavatene un rettangolo grande 28x38 cm, quindi
adagiate la pasta in teglia. Mettetela in freezer per 10 minuti o finché
la pasta non si è indurita. Sistemate sulla pasta un foglio di carta
forno precedentemente accartocciato e ricopritelo con dei fagioli secchi
o del riso (io l'ho prima bucherellata con una forchetta, per evitare strani rigonfiamenti).
Infornate
la teglia e cuocete alla cieca per 20 minuti, quindi rimuovete i
fagioli o il riso e la cartaforno e cuocete per altri 10 minuti o finché
la pasta sfoglia non sarà dorata. Spennellatela quindi con i tuorli
leggermente sbattuti e cuocete per altri due minuti. Rimuovete la teglia
dal forno e mettete da parte. Aumentate la temperatura del forno e
portatela a 240 gradi.
Mettete la panna, il latte e la
vaniglia in una casseruola ampia e portate a ebollizione. Mettete i
tuorli, le uova e l'amido di mais in una ciotola resistente al calore e
mescolate con una frusta fino a ottenere un composto liscio. Versate il
composto di panna e latte bollente sulle uova, continuando a mescolare,
quindi versate tutto nuovamente nella casseruola. Aggiungete anche lo
sciroppo preparato in precedenza, eliminando con un setaccio la cannella
e le scorze di arancia, e ponete su fuoco medio. Mescolate
continuamente finché la crema non prenderà il bollore e non si addenserà
(dovrà velare il cucchiaio).
Versate subito la crema sulla sfoglia cotta.
Cuocete in forno per 20 minuti o finché la crema non si scurirà. Poiché il dolce è più grande dei classici pasteis de nata (che hanno il diametro di un muffin), la crema non si scurirà fino al centro, quindi rimuovetela dal forno quando il centro sarà ancora morbido (anche
qui, penso dipenda dai forni. Il mio è super potente e, nonostante non
abbia stracotto le uova, la crema si è bruciacchiata quasi completamente
- il che va benissimo, è una caratteristica del dolce).
Lasciate raffreddare il dolce in teglia prima di servirlo.
Al momento del servizio spolverizzate con zucchero a velo e cannella a piacere e servite tagliato a fette.
Il dolce è l'ideale se servito lo stesso giorno della preparazione (appena tiepido è divino e la pasta sfoglia è super croccante).
La ricetta della PASTA SFOGLIA VELOCE di Michel Roux:
250 g di farina 00
250 g di burro freddissimo e tagliato a dadini
1/2 cucchiaino di sale
125 ml di acqua ghiacciata
Versate
la farina a fontana sul piano di lavoro e mettete al centro il burro e
il sale. Mescolate gli ingredienti con la punta delle dita di una mano,
incorporando gradualmente la farina con l’altra.
Quando
l'impasto risulterà grumoso, aggiungete poco alla volta l'acqua
ghiacciata e mescolate finché non sarà assorbita, ma senza lavorare
troppo la pasta. Avvolgete l'impasto con la pellicola e mettete in frigo
per 20 minuti.
Infarinate il piano di
lavoro e stendete la pasta in un rettangolo 40x20, poi ripiegatelo in
tre (piega a libro) e giratelo di 90°. Ricavate un altro rettangolo di
40x20 e ripiegatelo sempre in tre.Questi sono i primi due giri.
Avvolgete il panetto nella pellicola e mettetelo in frigorifero per 30
minuti. Riprendete la pasta e fate altri due giri, stendendo e
ripiegando come prima. Così avrete fatto 4 giri e la pasta sarà
pronta. Avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigorifero per
almeno 30 minuti prima di usarla.
Considerazioni:
- In questo caso, come sempre accade con
le ricette più semplici, bisogna puntare sulla qualità degli
ingredienti. In particolare, qui bisogna procurarsi un'ottima sfoglia.
L'autore in realtà consiglia una sfoglia con burro - non come quelle che
spesso si trovano in commercio, che dentro hanno tutto tranne il burro.
Per ovviare al problema, io ho preparato una sfoglia rapida.
-
Sempre a proposito della sfoglia, io credo ce ne voglia un po' più di
quella indicata da lui. Con questo peso, infatti, la teglia non viene
rivestita completamente, bordi inclusi. Non sarebbe un problema, se non
fosse che la crema è veramente tanta, infatti me ne è avanzata
parecchia. Io aumenterei almeno a 500 grammi oppure diminuirei un po' la
crema.
- La cottura della sfoglia alla cieca (almeno per
quanto ne so io) è un metodo poco convenzionale nella preparazione dei
pasteis de nata. Io l'ho comunque seguito alla lettera e devo dire che
alla fine il risultato è stato ottimo, visto che la sfoglia era bella
croccante. L'unico problema è che, nonostante fosse ben fredda di
freezer, i bordi sono un po' scesi in cottura (magari anche perché i
bordi della teglia, essendo dritti, non hanno aiutato) e dopo per non
far strabordare la crema ho dovuto fare un po' l'equilibrista.
-
Per la cottura, non avendo pietre refrattarie o teglie pesanti, non ho
seguito il metodo indicato da Kimber. Il risultato è stato comunque
perfetto, la crema si è colorita proprio come doveva fare. Per chi non
conosce i dolci originali può sembrare bruciata - e in effetti lo è, in
superficie - ma così deve essere, altrimenti il gusto è completamente
diverso.
- Ho preparato il dolce per una domenica a pranzo con
i miei - che erano stati a Lisbona con me - e l'ho servito senza dire
cosa fosse. Appena hanno sentito l'odore hanno capito subito di che
dolce si trattava. Lo hanno mangiato e hanno detto che era come
l'originale. E onestamente questa è stata la più grande soddisfazione
<3
Ovviamente, la ricetta è
PROMOSSA A PIENI VOTI
Io adoro i Pasteis de Nata. Se dovessi dirlo, è uno dei dolci che preferisco in assoluto come tutte le derivazioni dei dolci di crema, dal creme caramel alla creme brulé ecc ecc...metto nel gruppo anche loro, che hanno quel quid in più ovvero un guscio meraviglioso che bilancia con la delicatezza di una soglia burrosa e croccante, un ripieno ricco e morbido. Quindi si, come ti ho detto di là, sicuramente è interessante se hai una platea numerosa a cui servirlo, ma resto comunque dell'idea che la versione originale è forse una delle poche preparazioni che non si presta variazioni di dimensione perché il guscio ha fondamentale importanza nell'equilibrio con la crema.
RispondiEliminaQuesto è il mio pensiero nonostante il tuo lavoro sia stato impeccabile. Un bel bacione mia cara.
Certo che se devo “to feed a crowd” questo va più che bene! E non diciamo a nessuno che le parti ai bordi sono le migliori perché c’è più sfoglia 😅
RispondiEliminaio adoro i "Pastéis de nata". Me ne mangerei a quintali. Quando ho passato un periodo di lavoro a Lisbona, andavo, appena potevo, nella famosa pasticceria che li ha inventati e resi famosi al mondo, quella di Belém (infatti, si chiamano pure Pastéis de Belém). Adesso la versione gigante mi preoccupa un po'... nel senso che va bene tutto, no ? , peró la bellezza del "pastel" é proprio quel guscio piccolino che rapidamente dalla mano arriva alla bocca e alle papille gustative... non ho dubbi sulla sua bontà ovviamente!... brava Ale, stupisci sempre!
RispondiEliminaQuesto è un colpo basso. Bassissimo. Non ho mai assaggiato i pasteis de nata, ma il ripieno cotto da solo è analogo al Flan Parisien, ed è da svenire. Posso solo immaginare l'accoppiata con la pasta sfoglia!
RispondiEliminaIn effetti la cottura in bianco della sfoglia qui ha senso, proprio perché ne preserva la croccantezza, visto che il ripieno sarà umido.
Non ho invece ben capito la funzione delle lastre refrattarie sopra e sotto: forse quella di sotto serve a impedire che la sfoglia si inumidisca troppo, ma quella sopra? Ha forse la funzione di caramellare la superficie della crema? Ma lo stesso effetto si ottiene anche senza, l'ho constatato proprio con il flan parisien.
In ogni modo due cose le ho capite: che tu sei bravissima, e che questo dolce deve essere mio!!!
Il ricordo dei Pasteis de nata è indelebile nella mia mente, e nelle mie papille gustative :)
RispondiEliminaQuesta reinterpretazione di Kimber ha un aspetto invitante, e la tua esecuzione è super! Versione piccola o grande? Dovrei provare la grande prima di decidere, ma credo che la versione “in un sol boccone” sia la più equilibrata :)