Pagine

lunedì 12 ottobre 2020

LO STARBOOK DI OTTOBRE 2020 E'....



 Edd Kimber, One Tin Bakes

Se gli albori del Terzo Millennio sono stati benedetti dal trionfo dei Reality Show, il decennio successivo è stato tutto all'insegna dei cosiddetti Talent: musica, moda, spettacolo, cucina e pasticceria sono prepotentemente uscite da conservatori ed accademie per diventare spettacolo, grazie alla formula sempre vincente della competizione e alla promessa, altrettanto vincente, del connubio passione/successo, con buona pace di chi a queste arti aveva dedicato anni di studio, sacrifici e gavette varie. 

Accolti con entusiastico fervore, dieci anni fa, oggi questi programmi sono diventanti quello che, sotto sotto, erano sempre stati- cioè banali pretesti per intrattenere il pubblico. Alla lunga, la favola della passione ha mostrato la corda e "talent" oggi è usato in senso dispregiativo, per definire successi gonfiati ed effimeri che raramente reggono alla prova di una realtà durissima che presenta il conto a tutti, botte di fortuna comprese. Nella deriva generale, tuttavia, qualcosa si salva: e se XFactor e Masterchef sono ormai irrimediabilmente compromessi, a tutte le latitudini, le prime edizioni di The Great British Bake Off restano un fulgido esempio dei frutti che avrebbero potuto dare format di tal genere, se non si fossero piegati alla spettacolarizzazione dello story telling, in bilico fra la lacrima in tasca e la sceneggiata napoletana. 

Oltre all'intrattenimento di qualità, infatti, The Great British Bake Off ha rappresentato un momento importante per la valorizzazione non solo dei talenti nascosti nelle cucine britanniche, dalle bianche dune della Cornovaglia ai cieli plumbei delle brughiere di Scozia, ma anche dell'enorme patrimonio culinario del Paese: le clip che intervallavano le prove dei concorrenti sono uno degli esempi di come la cosiddetta TV generalista possa fare cultura divertendo e la squadra che ha portato al successo questo format (Mary Berry, Paul Hollywood, Mel Giedroyc e Sue Perkins) è celebrata come una vera e propria icona del National Trust, da tanto ha fatto per riaccendere, assieme a forni e fornelli, anche la passione per il baking, a tutti i livelli.

Se Mary Berry, l'eterna "fuori dal podio" del gotha delle food writers inglesi, ha finalmente visto riconosciuta la sua bravura e se Paul Hollywood ha riscattato un anonimo passato di fornaio per diventare una vera e propria star dell'arte bianca è solo a questo programma che lo si deve, insomma. Questo vale, a maggior ragione, per i vincitori delle prime edizioni, oggi presenze fisse su stampa e tv. E' il caso di Edd Kimber, l'autore dello Starbook del mese, che di GBBO fu il primo vincitore (nell'edizione del 2010) e che da allora ha lasciato il suo triste lavoro in banca (era addetto al recupero crediti) per dedicarsi totalmente alla sua passione: One Tin Bakes è il suo ultimo libro, il quarto dai tempi della vittoria e, a giudicare dal risalto datogli dalle riviste anglosassoni, dovremmo iniziare a fargli posto nei nostri scaffali: l'idea nuova è il "tutto in una teglia", un imperativo che finora ha funzionato benissimo con i salati e che Kimber ora propone per la prima volta con i dolci. 

Prima di cantare vittoria anche qui, però, lo attende  la prova degli Starbookers a cui vi diamo appuntamento da domani per le prossime tre settimane, in attesa del verdetto finale.E chissà se sarà dolce, come le ricette che vi presenteremo....


5 commenti:

  1. Se Starbooks è cultura e non una semplice raccolta di ricette seguite da un giudizio, lo si deve proprio alle tue introduzioni e alle tue recenzioni.
    Grazie Ale, sono curiosissima di vedere come si evolverà questo Starbooks, anche se a dire il vero mi perplime un po' il concetto di "tutto in una teglia" per un dolce: in fondo cuociamo un po' tutti i dolci in una teglia mettendo tutto assieme, no? A parte le crostate in bianco, intendo dire.
    In ogni modo mi godrò i vostri post, come al solito. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mapi, mi permetto io il chiarimento: si intende che tutte le ricette del libro vengono realizzate in una unica teglia rettangolare da 23 cm per 33cm, senza stare ad impazzire a cercarne tante :)

      Elimina
  2. Ma wow, le vostre scelte sono sempre sorprendenti!!! Sto col righello in mano, prendo le misure alla teglia!!!

    RispondiElimina
  3. Per me, che non ho una grande scelta in casa di libri di cucina, lo starbooks è assolutamente cultura poi non potrei mai far senza delle tue recensioni.
    Da quando ho fatto la BANANA–CHOCOLATE CHIP WACKY CAKE da "Wonder Pot" è una torta gettonatissima in casa e spesso sparisce con la teglia, quindi questo mese promette molto bene e vi seguirò sicuramente.
    E speriamo che le promesse siano mantenute ....... la teglia è pronta ;)
    Grazie

    RispondiElimina

Spammers are constantly monitored