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martedì 28 febbraio 2023

MEZCLA: TIRIAMO LE SOMME?


La prima volta che mio padre mi ha portata allo stadio era la primavera del 1970. Avevo 4 anni, mi addormentavo fra un tempo e l'altro, ma poi seguivo con interesse tutto quello che accadeva sul campo. Mio papà era un grande allenatore, capace di imprimere a tutte le squadre che allenava la grinta necessaria per vincere e anche se, da tifoso, gli toccava ben altra sorte, non lasciava che il verdetto delle partite offuscasse la sua capacità tecnica. Mi spiegava tutto, dalle azioni alle qualità dei giocatori che preferiva, tanto che, una decina di anni dopo, ero convinta di saperne abbastanza pure io. Capivo alla prima occhiata le disposizioni delle squadre in campo, vedevo i fuorigioco, indovinavo pure le pagelle del giorno dopo, da tanto tutto si incasellava, nei parametri che avevo imparato. 

Se non che, un giorno, ci fu un Genoa Napoli. 

Ero già grande e le nostre domeniche allo stadio avevano lasciato il posto a passioni diverse, seguite ciascuno per conto proprio. Ma, quella volta, tornammo insieme allo stadio, lui più disilluso, io ben felice di rispolverare le mie antiche conoscenze. 

Non si era arrivati al primo quarto d'ora che, però, non mi tornava più niente. La colpa non erano gli schieramenti (li individuavo ancora), né i fuorigioco (beccati tutti) e neppure un calcio più moderno, rispetto a quello di tanti anni prima. La "colpa" era di quel numero 10 con la maglia azzurra che faceva il bello e il cattivo tempo, plasmando il gioco con maestria, genialità e fantasia. 

Lo osservavo ora sorpresa, ora ammirata, ora divertita, ora esaltata - ma sempre incapace di trovargli un ruolo, fra i tanti che mio papà mi aveva spiegato in tutti quegli anni. E quando, desolata, avevo alzato gli occhi verso di lui, con una muta richiesta di spiegazione, mio padre aveva sorriso e aveva detto: "Finora, hai visto dei campioni. Ma questo è un fuoriclasse"

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Questo Tiriamo le Somme avrebbe dovuto avere un altro incipit: lo avevo anche già scritto, a dire la verità- una roba lamentosa in cui mi lagnavo di non sapere più che cosa dire, visto l'alto livello dei libri che scegliamo qui allo Starbooks: onestamente, sono tutti ugualmente belli, tutti ugualmente affidabili nei contenuti, fascinosi nella grafica, lodevoli in un concept che mette sempre in primo piano le urgenze della contemporaneità, senza però perdere di vista la credibilità dei risultati. Facciamo un gran lavoro di selezione, nel dietro le quinte, esaminando con scrupolo tutte le novità del mercato, e c'è poi la parata delle ricette, esaminate con altrettanta cura e precisione. Alla fine, il Tiriamo le Somme rischia di essere superfluo, a corto come sono di aggettivi per definire l'impeccabilità dei nostri libri. 

Ma, per fortuna, è arrivata Ixta Belfrage che sta a quest'ultima ondata di autori come Maradona ai suoi colleghi: una fuoriclasse in un mare di campioni. La sua è una di quelle bravure che, pur spiccando su tutto, non va a detrimento degli altri: mentre corre per conto suo, mescolando sapori e inseguendo armonie come nessuno aveva più fatto, in questi ultimi anni, illumina tutto quello che le sta intorno, fossero anche i libri dei nostri scaffali che, alla luce del suo genio, trovano quella spinta che loro mancava. Ma, soprattutto, illumina la nostra cucina, fa rinascere i nostri entusiasmi, ci restituisce quella curiosità e quell'interesse che si erano un po' spenti, in mezzo ad una perfezione che iniziava ad assumere le sfumature della noia. Con Mezcla, c'è una sorpresa ad ogni pagina e senza che questo metta in ombra le istanze della contemporaneità di cui sopra: la cucina di Ixta Belfrage è attuale perché  inclusiva e sostenibile, ma l'originalità con cui affronta questi temi non solo ne fonda la maturità, ma eleva di diritto la sua prima opera al rango dei classici, senza se e senza ma. 

E anche se non so se il futuro della cucina porterà l'impronta di questa ragazza (me lo auguro, ma temo di no), di una cosa sono certa: il futuro di Ottolenghi si chiama Ixta Belfrage. E ci accomodiamo al loro tavolo, sicuri che ci verranno offerte altre meraviglie. 

Ci vediamo a Marzo, con il nuovo Starbook!



lunedì 27 febbraio 2023

STARBOOKS REDONE DI FEBBRAIO 2023: IL VINCITORE!

 

Finito il mese più corto dell'anno, finito il Redone: come al solito il vincitore si aggiudica una copia digitale dell'ultimo libro esaminato!
E questa volta va a una delle nostre più fedeli lettrici:


Pollo al curry
di Le mie avventure in cucina e non

Chiediamo al vincitore di contattarci via mail così da metterci d'accordo per l'invio dell'e-book scelto.
A tutti gli altri, : il Redone torna il mese prossimo!


venerdì 24 febbraio 2023

CRISPY OYSTER MUSHROOM SKEWERS WITH CRUSHED CHICKPEAS

 



I funghi pleurotus a casa mia si fanno negli stessi due modi da generazioni, penso, e cioè o cotti lentamente in padella o arrostiti interi in forno.
Capite bene quindi che mi ha incuriosito abbastanza l'idea di infilarli su uno spiedino e abbinarli a una crema di ceci e yogurt.
Un'idea semplice tutto sommato, eppure, già ve lo anticipo, vincente.
 

Ingredienti per 2 persone:
 
400 g di funghi pleurotus (già puliti)
6 spiedini da 22 cm (di legno o acciaio)

Per l'olio piccante
80g di olio di oliva
60g di harissa alla rosa (o 30g di harissa classica più 2 cucchiai di olio di oliva)
3/4 di cucchiaino di peperoncino di Urfa in fiocchi
3/4 di cucchiaino di zucchero semolato
1/4 di cucchiaino di sale fino

Per la crema di ceci
300g di ceci in scatola (peso da sgocciolati)
1 piccolo spicchio di aglio tritato finemente o grattugiato
80g di yogurt greco più 20g per servire (usate yogurt di cocco se volete un piatto vegano)
1 cucchiaio di olio di oliva

Per la salsa verde
5g di coriandolo fresco tritato finemente
10g di erba cipollina tritata finemente
2 cucchiai di olio di oliva
2 cucchiai di succo di lime
sale in fiocchi

Preriscaldate il forno a 220 gradi ventilato o 240 statico.
Preparate l'olio piccante mettendo tutti gli ingredienti in una ciotola.
Strappate a metà i funghi più grandi e lasciate interi i più piccoli. Metteteli nella ciotola con l'olio piccante e mescolate bene. I funghi dovranno essere completamente ricoperti d'olio.
Rivestite una teglia con carta forno. Inserite in funghi sugli spiedini e adagiateli nella teglia, leggermente distanziati. Cuocete in forno per 18 minuti o finché i bordi non sono leggermente croccanti e dorati.
Mentre i funghi cuociono, mettete tutti gli ingredienti per la crema di ceci in una ciotola e schiacciateli grossolanamente con uno schiacciapatate con manico (oppure passateli brevemente nel frullatore). Regolate di sale. A me (all'autrice, ndr) piace il contrasto della crema fredda con i funghi caldi, ma se volete potete scaldare leggermente la crema di ceci.
Quando siete pronti per servire, unite tutti gli ingredienti della salsa verde, aggiungendo un bel pizzico di sale in fiocchi.
Mettete la crema di ceci in un piatto e adagiatevi sopra gli spiedini di funghi. Completate irrorando con qualche cucchiaiata di olio piccante e salsa verde.

Considerazioni
- La ricetta sembra lunga e con vari passaggi, ma in realtà è molto semplice e veloce.

- Io ho usato una harissa classica, anche abbastanza piccante, ma nel complesso i funghi non erano troppo piccanti (io non faccio testo, ma marito, che è quasi intollerante al peperoncino, ha retto bene :D).

- La crema di ceci con lo yogurt è di una semplicità imbarazzante ma è stata una bella scoperta, non solo con i funghi (con il salmone è la morte sua).

Personalmente, una volta cotti i funghi in forno, l'olio piccante si era abbastanza asciugato, quindi non ho potuto irrorare gli spiedini una volta adagiati sulla crema di ceci.

- Per la salsa verde ho usato prezzemolo, perché il coriandolo fresco va bene, ma solo a piccole dosi; e ho usato limone al posto del lime (che avevo finito).

- Nell'introduzione alla ricetta, l'autrice dice che la sua intenzione non era quella di presentare i funghi come sostituto della carne, eppure... eppure ha ragione, sembrano davvero spiedini di carne, non solo nell'aspetto, ma anche nella consistenza e nella soddisfazione nel mangiarli.

Una ricetta che in casa mia non è passata inosservata, soprattutto perché è un modo diverso (almeno per me) di cucinare i pleurotus.

La ricetta naturalmente è 

PROMOSSA

Alessandra Corona- La Cucina di zia Ale

giovedì 23 febbraio 2023

WHIPPED YOGHURT WITH ROASTED STRAWBERRIES AND PEANUT FUDGE SAUCE


Non so quanto in Italia sia diffuso l'abbinamento "PB&J" ovvero peanut butter and jelly : burro di arachidi spalmato su pane e completato da gelatina di frutta (non confettura, eh!).
La merenda tipica dei bimbi statunitensi è, credetemi, una roba veramente goduriosa.
Come potrebbe non esserlo quel connubio di dolce, salato e cremoso allo stesso tempo?
Lo so cosa state pensando: noi abbiamo la Nutella, e non ci serve altro.
Posso anche concordare, e nulla scalzerà dal posto più alto del mio personalissimo podio la crema nostrana.
Ma insisto, assaggiate.
E potrebbe finire come per la figlia seienne di una mia collega che stette da noi una settimana durante una improvvisa, inevitabile assenza dei suoi genitori.
Dopo giorni di sandwich peanut butter&jelly si decise a dare una chance a una fetta di pane e Nutella.
Da quel giorno, ogni volta che mi incontrava diceva la stessa frase: thanks Mrs Stefania. Now I have two favourite things in a jar!
Ovvero che il burro d'arachidi era stato raggiunto in gradimento dalla italica crema, e mi ringraziava per avergliela fatta scoprire.
Qui però saliamo di livello.
Non c'è il pane, e nemmeno la gelatina di frutta.
Frutta vera, yogurt, ed il nostrano mascarpone.
Burro di arachidi, ok, ma quel tocco della salsa di soia.
Non avete idea del genio.
Che dico il genio: di più.
Perchè si sfiora il divino.
Vediamo se dopo che assaggiate mi ringraziate anche voi (e tutti insieme ringraziamo Ixta Belfrage ;)

Nota: nessuna fragola che potreste considerare fuori stagione (da voi, non da me: abbiamo bellissime fragole egiziane in questo periodo!) è stata maltrattata per la realizzazione della ricetta. Sono state usate quelle surgelate.



WHIPPED YOGHURT WITH ROASTED STRAWBERRIES AND PEANUT FUDGE SAUCE
per 4 porzioni

per le fragole arrostite
300g di fragole molto mature (le più grandi tagliate in 4, le più piccole a metà)oppure surgelate
50 g di zucchero semolato
1/2 lime
2 bastoncini di cannella, spezzati

per lo yogurt montato
150 g di mascarpone freddo di frigo
200 g di yogurt bianco non zuccherato, freddo di frigo
1/2 cucchiaino di pasta di vaniglia
un cucchiaio di sciroppo d'acero

per la salsa
50g di burro di arachidi (liscio, non quello con i pezzettini)
15g di cacao amaro in polvere
75g di sciroppo d'acero
un cucchiaino di salsa di soia (oppure tamari)
un cucchiaio e mezzo d'acqua

 

Preriscaldare il forno a 220 gradi.
Mettere tutti gli ingredienti per le fragole arrostite in una teglia che le contenga in un unico strato, senza che si sovrappongano. Cuocerle per 20 minuti, mescolandole dopo 10, o finchè saranno morbidissimi e avranno prodotto uno sciroppo dal colore intenso. Lasciare da parte.

Mettere mascarpone, yogurt, vaniglia e sciroppo d'acero in una ciotola e mescolare vigorosamente finchè il tutto sarà ben amalgamato. Mettere in frigo fino al momento di servire.

Per la salsa, mescolare tutti gli ingredienti finchè si otterrà un composto liscio. Potrebbe essere necessario aggiungere più acqua o più sciroppo d'acero a seconda della consistenza del proprio burro di arachidi, per ottenere una salsa liscia e densa.

Suddividere il composto di yogurt in bicchieri individuali, dividere le fragole sulle porzioni e completare con la salsa.

NOTE

- può una cosa così (apparentemente) semplice sfiorare il divino, come ho accennato nell'introduzione? Ebbene si. Sarà la salsa con quella punta di salsa di soia, o le fragole arrostite che prendono tutto un altro gusto, concentrato al massimo. O sarà l'abbinamento con la base di yogurt e mascarpone, che spezza, alleggerisce, amalgama tutti quei flavour bomb così prominenti. 

- le fragole cuociono sole, il resto è solo lavoro di assemblaggio. Sono pochi i piatti dove posso dire di aver lavorato meno di così! Come ho detto sono state usate fragole surgelate: quelle fresche non erano abbastanza mature per poterci realizzare il dolce. Anzi, consiglio questa come prima scelta in caso abbiate dubbi.

- l'autrice suggerisce che invece dello yogurt montato possa essere usato semplice yogurt bianco come base o del gelato alla vaniglia. Questa seconda ipotesi sarà provata ben presto in casa arabafelice.

PROMOSSA CON LODE
(e standing ovation)



mercoledì 22 febbraio 2023

SPICED LAMB AND AUBERGINE RAGOUT

 


Mentre mi accingevo a scrivere questo post, mi sono resa conto che è il secondo ragù che preparo da Mezcla. In realtà si tratta di un puro caso: la prima ricetta mi aveva attirata per la facilità e la velocità di esecuzione, questa invece mi ha ipnotizzata per la presenza di agnello e melanzane, ingredienti di cui vado matta. Entrambi i ragù hanno in comune la velocità di preparazione e di cottura, e una grande intensità di sapore.

Parlare di ragù in Italia evoca un'immagine ben precisa, di preparazioni succulente che cuociono a fuoco lento per diverse ore; ricordiamoci che Ixta Belfrage scrive per un pubblico internazionale, e al di fuori dell'Italia il concetto di ragù è ben diverso da quello nostrano.

Il suggerimento di presentazione del libro è di mettere il ragù su un flatbread, ma l'Autrice ci invita a provarlo anche in altri modi: come condimento della pasta, insieme al riso o alla polenta, come farcitura delle lasagne o della moussaka, in una torta salata oppure su fette di pane bruschettato, strofinate con l'aglio. Le possibilità sono infinite, così come infinita è la bontà di questo ragù dal metodo di cottura insolito. Io da Italiana non lo userei per condire la pasta perché non è un sugo abbastanza legato, ma vedo benissimo tutte le altre proposte dell'Autrice e anzi, dopo averlo assaggiato ho deciso di istituire la fajita night a casa mia. 😋😍

E' possibile usare carne di manzo o maiale al posto dell'agnello, ma in tal caso è consigliabile aggiungere una cucchiaiata di olio, visto che la carne di agnello è più grassa. 

Ho preparato questo "ragù" due volte, una con carne di agnello e un'altra con trita di manzo. La versione che mi è piaciuta di più è quella con l'agnello, ma garantisco la bontà anche con altre carni. La seconda volta, ho tagliato le melanzane a dadi più piccoli (circa 1 cm), per uniformarli al resto degli ingredienti. Ho ridotto notevolmente anche le dosi di cumino (questione di gusti personali), mettendone 1 cucchiaino la prima volta e 3/4 di cucchiaino la seconda: per me, meno è meglio.


SPICED LAMB AND AUBERGINE RAGOUT
Da: Ixta Belfrage - Mezcla - Ebury Press 


Per 4 persone

4 tuorli da uova freschissime codice 0
40 g di salsa di soia
400 g di macinato di agnello
1 melanzana (300 g) tagliata a cubetti di 2 cm
1 lattina da 400 g di ceci (240 g sgocciolati) scolati e tamponati con carta da cucina
200 g di pomodori ciliegini finemente tritati
2 lime: 15 ml di succo e il resto tagliato a spicchi
30 ml di olio di oliva
4 flatbread grigliati (io ho usato delle tortillas, ma vanno bene anche le piadine nostrane)
3 cipollotti tagliati a julienne
5 g di foglie di coriandolo tritate

Per la pasta chipotle:

2 ½ cucchiaini* di fiocchi di peperoncino chipotle
2 cucchiaini* di cumino in polvere
2 grossi peperoncini rossi privati dei semi e tritati grossolanamente
4 grossi spicchi d'aglio tritati grossolanamente
½ cipolla tritata grossolanamente
100 g di concentrato di pomodoro
80 g di olio extravergine di oliva
2 ¼ cucchiaini* di sale fino

*misurini americani rasi: 1 cucchiaio = 15 ml, 1 cucchiaino = 5 ml, etc.


Preriscaldare il forno a 220 °C in modalità ventilata o a 240 °C in modalità statica.

Far scivolare delicatamente i tuorli in una ciotolina senza romperli e ricoprirli con la salsa di soia. Lasciarli marinare mentre la carne cuoce e fino a un massimo di 2 ore, altrimenti non saranno più liquidi.

Per la pasta chipotle versare tutti gli ingredienti nella ciotola di un piccolo frullatore (io ho usato il frullatore a immersione) e azionare l'apparecchio, fermandosi ogni tanto per raschiare le pareti, fino a ottenere una pasta omogenea.

Foderare con carta forno una teglia di 38 x 29 cm e versarci i tre quarti della pasta chipotle, la carne trita di agnello, le melanzane e i ceci. Mischiarli con le mani e amalgamarli perfettamente, rompendo i grumi più grossi di carne e distribuendo il composto in modo uniforme su tutta la superficie della teglia. Infornare e cuocere per 25 minuti, ruotando la teglia a metà cottura per una cottura più uniforme, e rompendo nuovamente con un cucchiaio di legno i grumi più grossi di carne. 

Nel frattempo preparare una salsa mischiando in una ciotola la pasta chipotle rimasta, i pomodorini tritati e il succo di lime. Tenere da parte.
 
Scaldare i flatbread (nel mio caso le tortillas) in padella  e disporli sui piatti. Distribuire tra i piatti il ragù, completare con qualche cucchiaiata di salsa, i cipollotti a julienne e il coriandolo tritato (io prezzemolo). Adagiare con delicatezza un tuorlo marinato in cima ad ogni piatto (eliminaee la salsa di soia della marinata) e servire immediatamente, accompagnando con spicchi di lime che i commensali spremeranno sulla preparazione.

OSSERVAZIONI

- Non avevo mai pensato finora di cuocere un ragù in forno, e chiaramente con questo metodo di cottura rimane piuttosto asciutto: più che un ragù è una carne da fajita, ma è dannatamente buona.

- Il peperoncino chipotle è un peperoncino (spesso Jalapeño, ma se ne usano altre varietà) affumicato: può essere più o meno piccante, ed ha un caratteristico aroma affumicato. In questa ricetta ce n'è poco ed è dosato in maniera estremamente equilibrata, ma dosate la piccantezza globale del piatto secondo i vostri gusti (lo raccomanda anche l'Autrice). 

- Ho scritto salsa in corsivo, perché si tratta di una salsa sudameriana, come il pico de gallo, diversissima dal concetto di salsa italiano.

- Le guarnizioni, insieme alla salsa, completano il piatto in maniera mirabile: ogni "strato" di gusto è stato accuratamente studiato per aggiungere un di più all'insieme. 

- Il tuorlo marinato nella salsa di soia è una chicca imperdibile. Scegliete le uova più fresche che trovate e preferite quelle a codice 0: non ve ne pentirete. Io l'ho rigirato delicatamente nella salsa di soia, rivoltandolo ogni 5 minuti circa, ma va detto che avevo un solo tuorlo da manipolare. Se ne avete di più evitate, per non rischiare di romperli.

- L'Autrice consiglia caldamente di raddoppiare o triplicare le dosi della pasta chipotle e di conservarla in frigo: è un'esplosione di umami ricca di gusto che darà una spinta a zuppe, stufati, salse e marinate. Si conserva in frigorifero fino a 3 settimane.

- I tuorli marinati nella salsa di soia sono facoltativi ma fortemente raccomandati sia dall'Autrice, sia da me. Se vi piacciono le uova à la cocque con il loro tuorlo liquido, sicuramente li adorerete. 

- Ricetta facile da realizzare, piuttosto veloce, che non richiede particolari abilità. E' alquanto piccante ma perfettamente equilibrata: per me è 

PROMOSSA CON 110, LODE E BACIO ACCADEMICO

martedì 21 febbraio 2023

SWEET AND SOUR CELERY SALAD

 

Mentre scorrevo la lista delle ricette di Mezcla, sono rimasta affascinata dall'immagine di questa insalata. Soltanto leggendone le note dell'autrice, ho capito che avevo trovato quello che cercavo: una ricetta a cui non si darebbe importanza, che invece riserva grandissime sorprese. 
Tanto che il team di realizzazione del libro, l'ha eletta una delle preferite.
Per me è stata una folgorazione pari a quella provata cucinando il finocchio arrostito in forno, che è uno dei miei contorni preferiti in questo periodo. 
Per altro il sedano è decisamente sottovalutato come vegetale. 
E' comprimario nella preparazione di basi, brodi ecc, ma mai protagonista. 
In questo piatto diventa l'eroe, cotto e crudo (nelle foglie), in una sorprendente e deliziosa insalata che sono certa convincerà molti di voi. 

Ingredienti per 4 
60 g di uvetta (la golden grande o la classica)
1 cuore di sedano medio con foglie 
1 cucchiaio di olio d'oliva
1/2 cucchiaino di sale fino
25 g di pinoli
5 g di foglie di basilico
1 cucchiaio di erba cipollina finemente tritata
la punta di un cucchiaino di fiocchi di peperoncino Urfa
la punta di un cucchiaino di peperoncino Pul Biber or Aleppo 
125 g di ricotta (facoltativa)

Condimento 
2 cucchiai e mezzo di salsa di soia o tamari
2 cucchiai di succo di limone
2 cucchiaio di olio 
1 cucchiaio di sciroppo d'acero o miele
1 spicchio d'aglio finemente tritato
almeno 8 giri di pepe nero macinato al momento

Mettete l'uvetta in una ciotola e copritela con acqua bollente. Lasciate a mollo mentre dorate il sedano.

Rimuovete le foglie dal sedano, tenete da parte 10 g di quelle più chiare in una ciotolina . Tagliate 400 g dei gambi in pezzetti lunghi 4 cm (dividete i gambi più grandi a metà). Mescolate il sedano tagliato con l'olio e il sale fino. Usate il sedano rimanente per altre ricette. 

In una larga padella su fiamma medio-alta, tostate i pinoli per 2/3 minuti mescolando via via, fino a che non saranno belli bruniti. Trasferiteli su un piatto. Aggiungete il sedano alla padella, alzate la fiamma ad alta e cuocete per 4 minuti senza disturbare. Mescolate il sedano e cuocete altri 5/6 minuti senza mescolare fino a che saranno deliziosamente abbrustoliti. 
Togliete la padella dal calore e coprite con un piatto o un coperchio cosi il sedano si ammorbidirà un pochino col calore residuo. 

Mischiate tutti gli ingredienti per il condimento in una larga ciotola. Scolate l'uvetta, tritatela finemente ed aggiungetela al dressing. Aggiungete il sedano e mescolate bene lasciando riposare per 5/10 minuti. 

Aggiungete la metà delle foglie, basilico e erba cipollina. Trasferite il sedano su un piatto concavo e cospargete con il peperoncino Urfa e pul Biber. 
Se la userete, aggiungete delle cucchiaiate di ricotta sull'insalata e rifinite con le foglie rimaste, il basilico, l'erba cipollina e i pinoli. 

NOTE PERSONALI
  • Che dire: è facile, è veloce, è ben spiegata. E' divertente da prepare. Amo le insalate che mescolano cotto e crudo. Credo che siano intriganti e mai noiose. In questo piatto c'è un perfetto equilibrio tra la dolcezza e la sapidità astutamente potenziata dalla piccantezza. Il sedano, vegetale molto acquoso e dal gusto piuttosto neutro ma intensamente aromatico, una volta cotto vira decisamente verso il dolce. Ma il condimento che ha una perfetta base sapida ed acidula, si fa complice di questa dolcezza. Personalmente credo che lo sciroppo d'acero sia un complemento dolce migliore che non il miele, grazie al suo lieve retrogusto caramellato amarognolo. 
  • Uvetta e pinoli non possono mancare, da una parte per la loro texture e dall'altra perché arricchiscono il gioco "è dolce, no è salata". 
  • Se potete servitela ancora tiepida, quando ancora il contrasto tra sedano cotto e foglie fresche croccanti, aumenta la piacevolezza all'assaggio. 
  • Come peperoncini, non sono riuscita a trovare quelli indicati dall'autrice, ma avevo dei fiocchi di peperoncino di Aleppo che sono stati apprezzati dai commensali pro-piccante. 
  • L'insalata è stata grandemente apprezzata, tanto che avevo ancora un cuore di sedano e l'ho preparata successivamente come "pranzo" da ufficio e università per consorte e figlia. 
  • Queste sono le ricette che vorrei sempre trovare e una volta provate, vengono registrate sulla lista delle "infallibili". Si merita decisamente la lode.
PROMOSSA A PIENI VOTI 

lunedì 20 febbraio 2023

MACAXEIRA FRITA WITH CHILLI BUTTER AND LIME MAYO

 



Così come la ricetta precedente anche questa ricetta da “Mezcla”, di Ixta Belfrage, ha le radici (è proprio il caso di dirlo) in Brasile.
Infatti, questa è la radice brasiliana più comunemente conosciuta.
La si chiama in tanti modi, dipende da che parte del Brasile si viene: aipim, mandioca, "macaxeira". In altri paesi latinoamericani si chiama yuca o manioca. Soffice dentro e croccante fuori, analogamente alla patata, la "macaxeira" può essere fritta, bollita o arrostita, oppure può essere trasformata in farina o amido da utilizzare come addensante o legante.
In Brasile si usa condirla con quello che in Brasile si chiama “manteiga de garrafa” (“burro in bottiglia”), un tipo di burro chiarificato e liquido, eccessivamente forte per il mio palato.
Immagino che in Italia sia difficile trovare la "macaxeira"o manioca. Sostituitela con delle patate dolci o, al massimo, delle patate normali.



Per 4 persone


Maionese al lime

50 g di maionese 

50 g di crème fraîche

1 cucchiaino di scorza di lime finemente grattugiata


Per il burro “piccante” 

60 g di burro chiarificato o, semplicemente, burro non salato

1 spicchio d'aglio, tritato molto finemente

1 cucchiaio di salsa piccante (come per esempio il tabasco)

½ cucchiaino di paprika affumicata

⅛ cucchiaino di sale fino

 

1 kg di "macaxeira" (manioca) o patate dolci (1-3 radici, a seconda delle dimensioni)

900 g di olio di semi di girasole, per friggere

sale grosso, per servire

2 lime, tagliati a spicchi, per servire


Metodo

 

Mescolare tutti gli ingredienti per la maionese al lime. Lasciare da parte.

Per il burro piccante, mettere tutti gli ingredienti in una piccola casseruola e metterla su fuoco basso.
Cuocere delicatamente per 2 minuti, quindi togliere dal fuoco e mettere da parte, lasciandolo in infusione nella stessa casseruola.

Con un pelapatate o un coltello molto affilato sbucciare le radici di "macaxeira", rimuovendo la spessa buccia marrone e lo strato di polpa rosa sottostante. Scartare tutti i pezzi di "macaxeira" che sono morbidi o anneriti. Con un coltello affilato tagliare la "macaxeira" in bastoncini di circa 6 x 2 cm.

Portare a ebollizione una grande pentola di acqua ben salata a fuoco alto. Una volta bollente, ridurre la fiamma.
Bollire i pezzi di "macaxeira" per circa 14 minuti, o fino a quando non sono molto morbidi e soffici ma mantengono ancora la loro forma. Scolare bene e trasferire in un piatto coperto con tovaglioli di carta. Alcuni pezzi di "macaxeira" potrebbero avere un nucleo duro e legnoso che li attraversa, ma che può essere facilmente rimosso una volta che la "macaxeira" è abbastanza fredda da poter essere maneggiata.

Scaldare l'olio per friggere in una padella capiente o uno wok a fuoco medio. Mettere uno scolapasta su una teglia. Verificare se l'olio è abbastanza caldo facendo cadere un pezzetto di "macaxeira". Una volta che inizia a sfrigolare, si è pronti per iniziare a friggere. Se si ha un termometro da cucina, l'olio deve essere a 180°C.

Aggiungere con cura la "macaxeira" all'olio e friggere fino a doratura e croccante dappertutto, circa 8 minuti, girando spesso. Se si ha solo una padella piccola o media, è bene friggere in lotti. Trasferire la "macaxeira" fritta nello scolapasta per far defluire l'olio. Cospargere con sale grosso e mescolare bene.

Riportare il burro piccante, al peperoncino, a fuoco medio finché non sarà fuso e ben caldo.

Trasferire la "macaxeira" fritta su un piatto e versarci sopra il burro al peperoncino. Servire con la maionese al lime a fianco e abbondante succo di lime spremuto sopra.


Note 

 

Come detto prima nel testo di introduzione, immagino sia difficile trovare la manioca in Italia. Magari nei negozi etnici potrete comprare la yuca. Ad ogni modo, si può perfettamente sostituire con delle patate dolci o, al massimo, delle patate normali. 

È una ricetta facile. Tutto il segreto è nel lasciare la “macaxeira” morbida dentro e croccante fuori. Come? L’olio deve essere a 180 gradi. Fa tutto lui… 

 

La “macaxeira” è già buona e speciale così (per chi ha la fortuna di provarla) ma il vero “atout” di questa ricetta è la maionese e la salsa piccante. Diminuite il tabasco se non gradite eccessivamente il piccante.

 

È un contorno perfetto, a mio giudizio, per le “short ribs” al “mole” messicano, la ricetta che ho testato per lo Starbooks la settimana scorsa. 

 

La ricetta è PROMOSSA, 

ancor di più se accompagna carni e selvaggina.


Biagio D'Angelo- Glogg the Blog

venerdì 17 febbraio 2023

PORCINI RAGOUT

 


Fa ancora molto freddo - ho sempre percepito febbraio come il mese più freddo dell'anno - e i piatti che siamo invogliati a cucinare sono le preparazioni dalla cottura lenta, che riempiono la cucina e la casa dei loro deliziosi profumi. Credo sia stato questo il motivo per cui il titolo della ricetta - Ragù di porcini - mi ha folgorata. L'introduzione di Ixta Belfrage poi, ha fatto il resto: "Non so se sia consentito chiamare ragù una salsa che non contiene carne, non inizia con un soffritto e cuoce solo 10 minuti, eppure, per via del sapore concentrato dei porcini secchi, questo sugo ha tutta l'intensità di un ragù che ha cotto per ore.". Un ragù sciuè sciuè? Dovevo assolutamente provarlo!

Ixta Belfrage ha vissuto per diversi anni in Toscana, e afferma che questo sugo è ispirato a due dei suoi piatti preferiti del Ristorante Pizzeria Acone, vicino al quale abitava: le penne all'aconese e le tagliatelle alla Beppa. D'altro canto, afferma esplicitamente di essersi ispirata per la compilazione del libro a tre cucine (italiana, messicana e brasiliana) che conosce bene, anche se non è esperta in nessuna. E' un'affermazione di incredibile umiltà - la Belfrage è una cuoca superlativa - e al contempo è un mettere le mani avanti; mi ha fatto pensare a tutte le volte che, di fronte a un piatto eseguito in maniera diversa da come lo faremmo noi, mi è venuto da dire "ma non si fa così!".

Ho preparato questo ragù già 4 volte, e non mi stanca mai. Le prime due ho dimezzato la dose e me la sono pappata tutta, con qualche senso di colpa; la terza volta ho pensato di dividere la dose per 4, in modo da preparare la porzione per una persona sola. La quarta volta ho deciso che mezza dose è perfetta per me. Tutte le volte, essendo sola in casa, ho mangiato direttamente dalla padella. Devo aggiungere altro?

Un'avvertenza dell'Autrice che mi sento di condividere: per questa ricetta è fondamentale avere tutti gli ingredienti già pronti prima di accendere il fuoco (e quindi i porcini già ammollati e tritati, aglio e prezzemolo già mondati e triati), visto che la preparazione è davvero rapidissima. 

giovedì 16 febbraio 2023

RICOTTA DIP WITH HOT SAUCE BUTTER PINE NUTS


Quando ho scelto questa ricetta dal libro del mese, non sapevo bene cosa aspettarmi. Ed ero molto, molto curiosa di scoprire il risultato. 
Oltre che dagli ingredienti, sono stata attratta anche dai colori del piatto, che lo rendono allegro ed invitante. 
La possibilità di "sfruttare" il dip in tanti modi diversi, mi ha fatto capitolare ;)

L'autrice di Mezcla, introduce la ricetta specificando che questo è un condimento, ma è anche molto più di un condimento!
Si può utilizzare come salsa per le patatine, le verdure croccanti, o le ali di pollo.
Volendo, potete anche condirci la pasta o le patate raffreddate, per preparare rispettivamente un'insalata di pasta o un'insalata di patate. 
Ma le possibilità d'uso di questo dip, non si fermano qui. Provate a servirlo con braciole d'agnello o pollo alla griglia, cotolette o asparagi (prima sbollentati) .
Il messaggio esplicito di Ixta Belfrage é: scatenate la vostra fantasia!

Questa salsa ricorda inizialmente lo tzatziki, per l'utilizzo di yogurt greco, cetrioli e aglio. 
Ma l'aggiunta della salsa piccante ai pinoli tostati le dona uno sprint in più, che rende questa salsa... strepitosa!!!, 
Vi dico solo che, dopo averla provata sul pane, sulle patate e con le carote, me la sono finita a cucchiaiate :)))

Ricotta Dip with Hot Sauce Pine Nuts

da Mezcla, Ixta Belfrage


Ingredienti per 4 persone

 

Hot Sauce Butter Pine Nuts

20 g di pinoli

40 g di ghee (o burro non salato)

1 cucchiaio di olio d'oliva 

1 spicchio d'aglio, tritato finemente

2 cucchiai di salsa piccante (si può usare il Tabasco o altro)

¾ di cucchiaino di paprika affumicata

⅛ di cucchiaino di sale fino (potrebbe servirne di più, dipende da quanto è salata la salsa piccante)


Ricotta Dip

½ cetriolo, pelato, diviso a metà, la parte centrale acquosa va raschiata

150 g di ricotta

100 g di yogurt greco

1½ di cucchiaino di scorza di limone, grattugiata finemente (tenere il resto del limone per servire)

½ spicchio d'aglio piccolo, tritato finemente

¼ di cucchiaino di sale fino

pepe nero macinato fresco

10 g di erba cipollina fresca, tritata finemente

3 cipollotti, affettati finemente


Per la Hot Sauce Butter Pine Nuts, tostare i pinoli in un padella media, su fuoco medio, mescolando continuamente, finché i pinoli non saranno leggermente dorati. Ci vorranno 3-4 minuti circa.

Togliere dal fuoco ed unire gli ingredienti rimanenti. Mescolare poi lasciare in infusione per 5 minuti. 

Se la salsa non verrà utilizzata dopo i 5 minuti, potrebbe solidificarsi un po'. In questo caso farla fondere nuovamente e dolcemente.

Per il Dip, tagliare il cetriolo in cubetti di un cm. Mescolare cetriolo, ricotta, yogurt, scorza di limone aglio, sale pepe in abbondanza. Unire metà dell'erba cipollina e dei cipollotti.

Trasferire il condimento in un piatto e versarci sopra la salsa piccante con i pinoli.

Cospargere con la restante erba cipollina e i cipollotti. Servire con fette del limone rimanente.

Se preferite una versione non piccante, utilizzate del pomodoro grattugiato al posto della salsa piccante.


Note personali

Ricetta semplice da preparare. Fresca, colorata e gustosa e si prepara davvero velocemente.

Io ho utilizzato del ghee che avevo comprato per altri usi. Nel libro trovate anche la ricetta per prepararlo in casa.

Il risultato finale mi ha entusiasmata! Il gusto è pieno, fresco ma piccante (scegliete voi il grado di piccantezza che preferite)

Questa salsa è una genialata e sarà presente spesso sulla mia tavola 

Vi consiglio vivamente di provarla: non la abbandonerete più!


La ricetta è, senza dubbio alcuno:


PROMOSSA CON LODE

mercoledì 15 febbraio 2023

STICKY COCONUT RICE CAKE WITH TURMERIC TOMATOES

 

Una proposta moderna?
Cosi ha chiesto, tra il serio ed il faceto, l'augusto consorte mentre sciorinavo gli ingredienti scandendo bene le parole "riso" e "pomodori", mangiandomi un po' "latte di cocco" e "semi di cumino" nella speranza che gli restassero impresse solo quelle più gradite e familiari, insieme alla nota fatta scivolare casualmente che l'autrice della ricetta ha passato l'infanzia in Toscana.
Così la "proposta moderna" è stata presentata e nell'ordine abbiamo avuto: lodi ai pomodori saporitissimi.
Lodi al riso, udite udite, che nonostante il latte di cocco non risulta dolciastro ma delizioso, croccante fuori e morbido dentro.
Lodi al piatto nella sua interezza dato che ogni parte è complementare all'altra ed il riso, specie se unite le uova fritte come suggerisce Ixta Belfrage per renderlo completo, si arricchisce del sapore delle stesse e dell'aroma e del sughetto dei pomodori.
Insomma, ve lo anticipo qui, un successo strabiliante che aggiunge il piatto alla rotazione di quelli che ogni tanto vengono rifatti (che ve la ricordate la tara che ci si porta appresso noi appassionati di cucina, se ne provano sempre di nuovi e raramente si ripetono quelli passati).
Un piatto non facile, di più: si mischia tutto e si butta in teglia, sia per i pomodori che per il riso.
Per quest'ultimo attenzione ad usare proprio quello indicato.
Niente ingredienti strani o introvabili, ed in mezz'ora è tutto pronto: meglio di così...;)

 

STICKY COCONUT RICE CAKE WITH TURMERIC TOMATOES
per 4 persone

per i pomodori:
400 g di pomodorini ciliegia tipo datterini
15 g di zenzero sbucciato e tagliato a julienne
15g di coriandolo (foglie e gambi)
3 spicchi d'aglio sbucciati
70g di olio d'oliva
2 cucchiaini di sciroppo d'acero o miele
1/2 cucchiaino di curcuma
un cucchiaino e 1/4 di semi di cumino
mezzo cucchiaino di sale

per la torta di riso
400 g di riso Thai ovvero riso glutinoso, tenuto in acqua per un'ora e poi scolato (vedere la nota)
una lattina da 400 g di latte di cocco intero
250 g di acqua
2 piccoli spicchi d'aglio finemente tritati
2 cucchiaini di zenzero fresco tritato finemente
2 cipollotti tritati finemente (circa 25g)
un cucchiano e 1/2 di sale

per servire
2 cipollotti tritati finemente
15g di coriandolo fresco
un lime tagliato a spicchi

 

Prerscaldare il forno a 250 gradi.
Foderare uno stampo quadrato da 23cm con carta forno.

Per i pomodori, unire tutti gli ingredienti in una teglia in cui possano stare in un singolo strato, senza sovrapporsi troppo.
Per la torta di riso, mescolare tutti gli ingredienti insieme facendo attenzione a sciogliere eventuali grumi nel latte di cocco. Versare nella teglia preparata e livellare la superficie. Il liquido deve sommergere il riso (se così non fosse va usata una teglia più piccola).

Mettere entrambe le teglie in forno, se possibile sullo stesso ripiano in alto o, se non ci entrano, i pomodori in alto e il riso nel ripiano più in basso.
Cuocere per 30 minuti: i pomodori dovrebbero risultare ammorbiditi e leggermente abbrustoliti mentre il riso dovrebbe essere cotto e dorato in superficie.
Estrarre le teglie dal forno e coprire i pomodori per tenerli al caldo. Lasciare da parte il riso per circa 20 minuti e intanto accendere il grill del forno alla massima temperatura.

Passato il tempo di riposo sollevare la torta di riso con tutta la carta forno e metterla su una teglia piatta. Tagliare la carta extra che potrebbe bruciare quindi metterla sotto il grill del forno per 5-8 minuti finchè il riso sulla superficie risulterà croccante e ben dorato.
Tutti i forni sono diversi quindi guardare a vista la preparazione durante l'operazione perchè potrebbe volerci più o meno tempo.
Se si possiede una torcia da pasticceria usarla per abbrustolire ulteriormente la superficie.
Far raffreddare cinque minuti prima di tagliare la torta in quadrati.
Servire accompagnando con i pomodori e guarnire con spicchi di lime, cipollotto e coriandolo fresco.

 

NOTE

- come ho accennato per la ricetta serve il Thai sticky rice ovvero il riso glutinoso. Non c'entra nulla il glutine, il nome viene dal latino ed indica il fatto che questo riso diventi particolarmente appiccicoso dopo la cottura grazie alla notevole presenza di amido. Seguite le indicazioni sulla confezione perchè spesso va tenuto a bagno o sciacquato, ma alcuni marchi si possono cuocere saltando questi passaggi: controllate.

- sia il riso che i pomodori si realizzano mescolando gli ingredienti e basta: una goduria! Le indicazioni sulla misura delle teglie da usare sono perfette ed essenziali dato che il riso deve essere sommerso dal liquido per potersi cuocere. Anche i tempi di cottura sono stati rispettati alla lettera e si sono rivelati sufficienti.

- il latte di cocco usato è quello in lattina di alluminio, non quello nel cartone. E soprattutto che non sia del tipo low fat.

- il coriandolo, lo sapete, in casa mia o noi, o lui. E' stato egregiamente sostituito da prezzemolo.

- il giorno dopo l'autrice suggerisce di passare i quadrati di riso in padella per consumarli, io non l'ho fatto ma erano buonissimi comunque e avevano conservato la croccantezza. Un successo su tutta la linea!

PROMOSSA CON LODE




martedì 14 febbraio 2023

MOLE SHORT RIBS COM AGRIAO

 


Ixta Belfrage (un bellissimo incrocio di discendenza italiana, brasiliana e messicana) scrive che questa ricetta è ispirata a due dei suoi piatti preferiti: il “mole” messicano e un piatto brasiliano chiamato “rabada com agrião”.
Questa versione non è (ovviamente) una versione tradizionale di nessuno di questi due piatti.

Non so se sapete che la parola “mole” deriva dal nahuatl (la lingua parlata dalla maggior parte dei messicani al tempo della conquista spagnola) mōlli, che significa "salsa”. Esistono innumerevoli variazioni di “mole”, ma la maggior parte contiene una miscela di peperoncini secchi, cioccolato e spezie, con noci, chicchi o farina di mais per addensare. Questa versione non contiene nessuno degli addensanti tradizionali, ma il profilo aromatico è molto ispirato al “mole” originale.

Invece la “Rabada com agrião” è uno stufato brasiliano di coda di bue e crescione che presenta cipolle, aglio e pomodori come base, con il crescione mescolato verso la fine. Questa versione utilizza le costolette invece della coda, semplicemente perché si ottiene più carne da mangiare. 

 


INGREDIENTI PER 4–6 PERSONE 


Per il “mole” 

2 peperoncini ancho essiccati, gambi rimossi, tagliati a metà

1 peperoncino cascabel (un tipo di peperoncino messicano abbastanza piccante) essiccato, gambo rimosso, tagliato a metà

1 peperoncino chipotle (dal gusto affumicato) essiccato, gambo e semi rimossi, tagliati a metà

4 bastoncini di cannella, spezzati grossolanamente

1 cucchiaio di cacao in polvere

2 cucchiaini di pepe nero in grani, tritati grossolanamente

1 cucchiaio di sale fino

***

4 costolette di manzo singole con osso (2 kg)

2 cucchiai di olio di semi di girasole

2 cipolle, tagliate a metà e affettate sottilmente

6 spicchi d'aglio, schiacciati con il lato di un coltello

2 pomodori, tritati finemente (240 g)

1 cucchiaino di sale fino

2 cucchiai di pasta di peperoncino (o passata di pomodoro)

2 cucchiai di salsa Worcestershire

1 litro di brodo di ossa di pollo o di manzo (se ne può sostituire una parte con acqua, se lo si desidera)

200 g di succo di melograno

80 g di crescione


METODO


Mettere tutti gli ingredienti per il mole in un frullatore o in un mortaio per ottenere una polvere grossolana.

Con un coltello molto affilato, rimuovere lo strato di pelle grassa e argentea sopra il lato carnoso delle costole (non il lato dell'osso). Meglio chiedere al tuo macellaio di farlo. Asciugare le costolette e adagiarle su una teglia. Strofinare ogni costoletta dappertutto con 1 cucchiaio di mole (4 cucchiai in totale).

Mettere una grande pentola in ghisa, dal fondo pesante e con coperchio) a fuoco alto e aggiungere l'olio. Una volta ben caldo, aggiungere tutte le costolette nella pentola (o quante se ne può inserire senza accavallarle una sull’altra), con l'osso rivolto verso l'alto. Scottare fino a doratura profonda su tutti e 3 i lati più lunghi (non è necessario dorare il lato dell'osso o le 2 estremità più corte). Questo dovrebbe richiedere 4-5 minuti per lato, 12-15 minuti in totale. Trasferire le costolette in un piatto e metterle da parte. Togliere la pentola dal fuoco.

Preriscalda il forno a 140°C ventilato/160°C.

Aggiungere le cipolle e l'aglio nella stessa pentola e metterla di nuovo a fuoco medio-alto. Cuocere per 7 minuti, mescolando spesso, o fino a quando le cipolle sono morbide e dorate. Aggiungere i pomodori e il sale fino e continuare a soffriggere per 2 minuti, quindi aggiungere il concentrato di peperoncino (o pomodoro) e la salsa Worcestershire e far saltare in padella per un altro minuto.

Aggiungere il brodo, il succo di melograno e il restante mole e mescolare.

Riportare le costole nella padella, con l'osso rivolto verso l'alto. Coprire con un coperchio e trasferire in forno per 4-5 ore, o fino a quando la carne è estremamente morbida e si stacca dall'osso. Di tanto in tanto, togliere il coperchio e assicurarsi che la carne sia sommersa dalla salsa e che il lato dell'osso delle costole sia ancora rivolto verso l'alto, perché la carne sopra la superficie del liquido non si ammorbidirà. Togliere dal forno e lasciare riposare le costolette nella pentola per altri 20-30 minuti, con il coperchio.

Trasferire le costolette in un piatto, quindi rimuovere quanto più grasso possibile. Riportare la pentola sul fuoco finché l’intingolo non sarà caldo di nuovo, quindi rimuovere dal fuoco e aggiungere il crescione. Rimettere le costine nella pentola e servire.


NOTE


Sarò breve ed essenziale nelle note perché la ricetta, come avete potuto leggere, ha una trascrizione lunga. Ebbene, non è certamente una ricetta che si fa in pochi minuti. Bisogna avere molto pazienza e dedizione, ma il risultato è di una “poesia” inaudita. Si tratta di un piatto dalla carne incredibilmente morbida, avvolta in una salsa ricca, dolce, speziata e leggermente cioccolatosa, con il gusto pungente del crescione per spezzare la ricchezza della salsa piccante e “cioccolatosa”. Va benissimo servirla con patate o molto pane, ma anche con polenta morbida, purè di patate o tortillas di mais. Inoltre, potete utilizzare la carne avanzata per preparare ragù o lasagne.


Ixta Belfrage usa un mix di peperoncini ancho, chipotle e cascabel nel mole (ho cercato di spiegare tra gli ingredienti la gradazione di piccantezza di ognuno), ma dice di sperimentare liberamente il mole con qualsiasi altro peperoncino essiccato che si ha a portata di mano, ma sempre attenendosi a quelli che non siano eccessivamente piccanti (meglio una gradazione piccante sul medio).


Per non esagerare sul piccante ho usato concentrato di pomodoro (e non di peperoncino!)…. 


Con questo piatto faccio un omaggio alla cucina brasiliana e per me è  PROMOSSA CON STANDING OVATION

 

Biagio D'Angelo- Glogg the Blog

lunedì 13 febbraio 2023

LO STARBOOK DI FEBBRAIO È....

 


Ixta Belfrage, Mezcla

Anche se a Londra e dintorni Ottolenghi è diventato un brand (i suoi ristoranti nascono come funghi, tutti con le stesse vetrine, gli stessi concept, lo stesso menu), questa evoluzione non ha minimamente intaccato il rapporto fra lui e i suoi fans. A fronte di un contenitore innegabilmente cambiato, infatti, la sostanza è rimasta la stessa, con una cucina che si evolve in maniera coerente con le premesse, pronta ad affascinare, a sorprendere e a convincere.

Parlo per esperienza, “costretta” come sono a finire da Ottolenghi quasi tutte le settimane e mai per scelta mia: e se è prevedibile che gli amici in visita vogliano provare la sua cucina, è meno scontato che, fra gli adepti dell’ultima ora, ci sia il marito carnivoro che mi ritrovo, mai più ripresosi dal colpo di fulmine della prima volta, pochi anni fa e da allora sempre pronto a scattare, appena si scorgono le sue vetrine o le sue insegne.

Fra i tanti fattori alla base di questo successo, quello che più si apprezza è la creazione di un team che ha saputo cogliere il senso della rivoluzione di Ottolenghi nella sua profondità, per amalgamarsi al gruppo nello stesso modo in cui gli ingredienti si combinano nelle sue ricette, mantenendo cioè la propria individualità, senza sopraffare quella degli altri. L’arricchimento che ne è derivato è alla base degli ultimi libri del team che si sono aperti ad altri orizzonti, senza però tradire l’ispirazione originaria. È grazie a loro che la lingua di Ottolenghi è diventata universale, ampliando la gamma dei suoi sapori fino ai quattro angoli del mondo, decodificando il suo significato nei gusti delle tante tradizioni che ciascuno dei diversi componenti della squadra ha portato come valore aggiunto al proprio talento e al proprio C.V.

Ixta Belfrage, l’autrice del libro che sarà lo Starbook di Febbraio, è l’incarnazione di questa premessa: sudamericana per parte di madre  (la mamma è brasiliana), inglese per parte di padre ma italiana di adozione, è approdata nel mondo di Ottolenghi dopo una breve esperienza nel catering a Londra. Giovanissima, era già al lavoro nelle cucine del Nopi dove sbocciò il suo talento, tanto da esser scelta come coautrice di Flavour, il libro più coraggioso e difficile del nostro. Da allora, la carriera di food writer di Ixta è decollata, fino alla pubblicazione del suo primo libro, in piena autonomia. Nato in questo contesto e battezzato con l’endorsment di Ottolenghi (“semplicemente superlativo”), Mezcla è stato accolto dal plauso di tutta la critica gastronomica, anche la più severa, in un profluvio di aggettivi che traggono ispirazione dal sottotitolo (recipes to excite) e che si spingono fino all’ “one of the hottest cook book of the year”.

Un mix- anzi, una mezcla- al quale non potevamo resistere, qui allo Starbook, un po’ perché siamo attenti alle novità e un po’ perché siamo inclini a storcere il naso, di fronte ai cori di lodi, senza nessuna nota fuori posto. Il guanto della sfida, insomma, è stato accettato e il resto sarà tutto qui, sotto i vostri occhi, a partire da domani per le consuete tre settimane.

Ci vediamo domani, puntualissimi!

Alessandra 

mercoledì 1 febbraio 2023

STARBOOKS REDONE DI FEBBRAIO 2023

 

Primo del mese, primo mercoledì: comincia quindi il nuovo Redone, ovvero il nostro gioco mensile che mette in palio una copia digitale del libro del mese corrente.
Aspettiamo le vostre realizzazioni!

Nel Regolamento completo trovate le modalità per partecipare.


Ricapitolando: 

- avete tempo da oggi fino al 22 Febbraio compreso per pubblicare le vostre ricette

- le ricette possono essere scelte solo dai libri che abbiamo già testato, escluso il libro del mese in corso

- le ricette vanno eseguite esattamente come scritte nel libro, perché delle modifiche non permetterebbero un giudizio veritiero

- è necessario esprimere un giudizio finale: promossa, bocciata o rimandata, e un'introduzione alla ricetta, nella quale potrete illustrate i motivi della vostra scelta

- se avete un blog, nel post che pubblicherete, dovrete inserire un link a questa pagina, e il logo del Redone, lasciando poi un commento qui sotto per avvisarci della partecipazione. Ricordatevi di inserire il link che porta al vostro blog

- se non avete un blog mandate la ricetta, introduzione, giudizio ed almeno una foto a lostarbook@gmail.com

- potete partecipare con quante ricette volete

Buon lavoro! 

Partecipanti di Febbraio 2023

Spicchi di patate dolci alla paprika con bacon glassato, Paolina Dolce...mente
Pollo al curry, Le mie avventure in cucina e non