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venerdì 31 maggio 2013

HOME COOKING MADE EASY: TIRIAMO LE SOMME?





A prima vista, lo Starbooks di Maggio sembrerebbe un trionfo: quasi tutte le ricette sono riuscite al primo tentativo, molte hanno fatto scoprire sapori meno banali del solito, qualcuna ha anche suggerito qualche scorciatoia, declinando in vari modi la parabola di quella cucina furba che per molte di noi è diventata – se non proprio una scelta di vita- quanto meno una preziosa ancora di salvezza.

Ma, si sa, le apparenze ingannano, anche quando si tratta di promuovere sul campo un libro di ricette: e il giudizio finale su Home cooking made easy è un po' meno lusinghiero di quanto quest'infilata di successi potrebbe lasciare intendere. 
Sia chiaro: le note negative non son molte e probabilmente ci sarebbero sfuggite, se si fosse trattato di attingere a questo manuale come si fa di solito con i libri di cucina- vale a dire, una ricetta ogni tanto, e poi via, verso un'altra fonte di ispirazione. Ma dedicarvici un mese e, soprattutto, farlo tutte assieme, portando punti di vista e pareri diversi, porta di necessità a verifiche più approfondite. Per cui, mettetevi comodi, che si comincia

Punto uno: non è un libro per cultori della cucina tradizionale, né intesa dal punto di vista della fedeltà alle ricette, né, soprattutto, per quanto concerne la preparazione delle stesse. Il primo punto è un pregio, nella misura in cui la Pascale svecchia molti dei piatti di tradizione, alleggerendoli o rinnovandoli in maniera ironica e divertente; il secondo, invece, è un difetto, quanto meno quando la semplificazione diventa una banalizzazione e la scorciatoia passa troppo spesso per gli scaffali del supermercato, alla voce precotti e preparati pronti. 
A scanso di equivoci: i talebani della cucina naturale non abitano qui-e se non ci credete, potete anche fare un giro nelle nostre dispense, Nello stesso tempo, però, un conto è il dover tenersi pronte alle emergenze del vivere quotidiano, fatto di riunioni col capo che si protraggono oltre l'ora di pranzo, di code nel traffico e di pile di biancheria da stirare che reclamano la precedenza sulla preparazione della cena. Un altro è la consapevolezza che, in un mondo avulso dagli imprevisti, certe cose non si farebbero. Faremo tutti fondi bruni e jus liè, invaseremmo con regolarità i prodotti di stagione, ci dedicheremmo a cotture lente, a disossature pazienti, a impasti a mano. Quei sani insegnamenti, cioè, che ci aspettiamo di trovare in un libro e che qui, invece,  o sono stati toccati in modo molto marginale o non sono stati trattati del tutto. 

Punto due: qualche errore di editing c'è, soprattutto nella corrispondenza fra le dosi iniziali e le quantità finali. Lo si è visto con i cookies della Robi, lo si vedrà nei prossimi giorni con il Redone. Niente di così insormontabile, che non si possa risolvere con un cambio di teglia o un'aggiustatina da parte dell'occhio clinico: ma chi segue le istruzioni alla lettera può avere qualche sorpresa, non del tutto piacevole.

A parte questo, però, il libro funziona – e pure bene, tanto che l'elenco delle categorie di possibili acquirenti è lungo e variegato. 

Home Cooking made easy è indicatissimo per chi deve cucinare tutti i santi giorni,  ha poco tempo e a volte anche poche idee; per chi anela alla porca figura, senza dover metter mano a ingredienti irreperibili, lunghe cotture e tecniche astruse; per chi è alle prime armi; per le ragazze giovani come mia figlia, che per la prima volta in vita sua ha cucinato due ricette per intero e, dopo, ha pure espresso il desiderio di continuare a farlo- “ma per i miei amici, non per te”. E' anche adatto a chi l'Inglese lo mastica appena, perchè la cifra della semplicità si estende anche al linguaggio, veloce, fresco, essenziale e immediatamente comprensibile a chiunque sappia dire che the cat is under the table.

Insomma: è un libro che ci sentiamo di suggerire praticamente a tutti, nessuno escluso- a meno che non siate di quelli che "o Pellaprat o niente". Ma se invece pensate alla cucina in modo leggero e divertito e a volte anche un po' indulgente,  tenete d'occhio gli sconti su Amazon: l'ultimo pregio dello Starbook del mese è quello di essere proposto spesso a prezzi scontatissimi- e di questi tempi, non è cosa da trascurare. 

A mercoledì prossimo, con il Redone
Alessandra Gennaro

giovedì 30 maggio 2013

OVEN-ROAST SALMON WITH A MUSTARD AND PARSLEY CRUST


Se c'è un pesce che si mangia spessissimo in casa arabafelice quello è sicuramente il salmone.
Credevo di averlo cotto in ogni modo, panato, grigliato, bollito, al vapore, marinato....
Questa però mi mancava.
Ingredienti ok, se non fosse che ho paura di quel cucchiaio abbondante di brown sugar.
Non io, sia chiaro.
Ma se il consorte me lo tira appresso ricordandomi che non ama i sapori agrodolci?
Innanzitutto una precisazione: il brown sugar non è zucchero di canna, ma piuttosto normale zucchero semolato a cui è stata aggiunta della melassa.
La sostituzione dell'uno per l'altro diciamo che si può anche fare, ma il risultato finale sarà leggermente diverso.
Quindi per tutti i cuochi di buona volontà, ecco le indicazioni per farselo in casa: 200 grammi di zucchero semolato da mischiare pazientemente con un cucchiaio di melassa.
Personalmente lo trovo con molta facilità al supermercato quindi non ho avuto problemi per la realizzazione del piatto.
Assaggio la panatura da cruda e devo dire che è già buonissima: la senape fa il suo lavoro magnificamente insieme al poco sale che aggiungo ed il tutto risulta perfettamente bilanciato.
Saporito, la parola giusta.
Ed interessante.
Senza essere troppo strano.
Va a finire che di filetti l'augusto consorte se ne mangia tre, con la scusa che sta cercando di capire cosa ci sia sopra...
Non serve aggiungere altro, tranne che dovete provarlo ed avrete la cena pronta in meno di mezz'ora!



OVEN-ROAST SALMON WITH A MUSTARD AND PARSLEY CRUST
per 4 persone

4 filetti di salmone, possibilmente senza pelle (oppure trota)
100 g di pangrattato
un cucchiaio e mezzo di brown sugar
2 cucchiai di senape di Digione
una noce di burro
la buccia grattugiata di 2 o 3 lime
un mazzetto di prezzemolo
sale e pepe


Mischiare il pangrattato, il brown sugar, la senape, la buccia di lime, il prezzemolo finemente tritato, sale e pepe in una ciotola.
Aggiungere il burro fuso e girare bene perchè il tutto si intrida,  quindi adagiare i filetti di salmone in teglia coperta con carta forno e pressare abbondante panatura su ciascuno, senza preoccuparsi se ne cadrà anche sulla teglia.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 10-15 minuti, a seconda se il pesce si preferisca più o meno cotto.
Servire, per una chiccheria ulteriore, su piatti leggermente scaldati ed accompagnare con broccoli al vapore e patate lesse, condite con poco burro.


PROMOSSA A PIENI VOTI

La ricetta non solo non ha bisogno di accorgimenti particolari ma supera ogni aspettative riguardo al risultato finale.
Un piatto da cena in famiglia come da ricevimento con ospiti, pronto in un lampo!
Consiglio di tenere le proporzioni della panatura esattamente come sono, quanto al sale è lasciato libero e ne ho aggiunto circa mezzo cucchiaino.

Arabafelice

mercoledì 29 maggio 2013

CHOCOLATE, MARSHMALLOW BROWN SUGAR FUDGE, A PROPOSITO DI GOLA E CIOCCOLATO...

fudge 3

Il fudge è un dolce tipicamente anglosassone ed in particolar modo, direi, americano, che contiene una considerevole quantità in particolare di zuccheri, cosa che ne fa un prodotto decisamente energetico.
Ci sono moltissimi tipi di fudge, con tantissime varianti anche per quel che riguarda il sapore; una storiella, divertente e un po’ … poco chic :-), sostiene che il primo fudge si sia creato quasi da se, a causa di un pasticcio con un lotto di caramels, immagino siano state tipo mou, o toffee, o simili e che il nome verrebbe proprio dall'esclamazione “Oh, fudge!” di chi del pasticcio si accorse per primo.
Del fudge contente cioccolato invece, si legge per la prima volta in una lettera scritta nel 1886 da una giovane studentessa del Collegio Vassar, nello stato di New York, che racconta ad un’amica, che una sua conoscente di Baltimora, ha preparato del fudge e lo ha venduto per ben 40 centesimi al chilo. Così lei, avendo ottenuto la ricetta, ne aveva preparati 14 chili per la sua laurea! Il dolcetto ottenne un grandissimo successo e divenne così celebre, che una delle sue più conosciute versioni ancora oggi porta il nome del Vassar College.
Preparare un fudge in modo classico, però, richiede molta attenzione alla cottura, alla temperatura e alla lavorazione dell’impasto. La nostra Lorraine ha utilizzato, per rendere più semplice il procedimento, i marshmallows (alternativa comune insieme allo sciroppo di mais, allo sciroppo d’acero e il latte condensato zuccherato) per creare una crema morbida e densa che non necessita l’aiuto di strumenti di precisione, in particolare il termometro e che assicura un risultato perfetto.
In effetti la preparazione così è veramente veloce e di sicura riuscita.
Il risultato è quello che vedete qui sotto.

http://www.thenibble.com/reviews/main/candy/old/history-of-fudge.asp 
https://en.wikipedia.org/wiki/Caramel


Chocolate, marshmallow brown sugar fudge

fudge

Ingredienti
Olio per ungere la teglia
70 gr burro
300 gr di zucchero di canna
120 gr latte condensato
220 gr di piccoli marshmallow
300 gr di cioccolato al latte
75 gr di cioccolato fondente al 60% per cento

latte condensato e fudge

Ungete la teglia e poi ricopritela con un foglio di carta da forno, assicurandovi che la carta fuoriesca dai bordi per facilitare l'estrazione del fudge una volta pronto.
Mettete il burro, il latte condensato, lo zucchero e i marshmallow in un pentolino a fuoco basso e fate fondere delicatamente. Appena  lo zucchero si è sciolto completamente, alzate il calore e fate sobbollire per 5/6 minuti. Togliete la casseruola dal fuoco e aggiungete il cioccolato spezzettato. Lasciate  riposare il composto per un minuto e poi mescolate bene finché tutto è completamente sciolto e amalgamato. Versate il fudge nella teglia preparata e lasciate riposare per un paio d'ore. Quando è sodo, ritagliatelo in 25 quadretti e servite. Avrete bisogno di una teglia quadrata 20 × 20.


fudge 1

La ricetta è molto semplice e ben spiegata. Il fudge è piuttosto dolce, ma a mia figlia piccola, una golosa di prima grandezza, è piaciuto molto: una merenda perfetta per recuperare energia e buon umore a metà di una faticosa mattina a scuola!
Per mitigare un po' l'eccesso di dolcezza io ho però utilizzato esclusivamente un cioccolato fondente al 60% di cacao, invece di quello al latte : la consistenza era ugualmente perfetta.
Direi quindi che anche per questa ricetta la nostra modella-chef è PROMOSSA
Buona giornata a tutti
Dani

martedì 28 maggio 2013

CHOCOLATE DIGESTIVE CHEESECAKE WITH WHITE ICING : SE NON SEI GOLOSO, LO DIVENTI!

Come potevo smentirmi? 
Compro un libro di cucina, prendo il mio blocchetto di post it minuscoli e metodicamente li piazzo come bandierine sul bordo delle pagine che mi colpiscono (io lo so che sono stati inventati per questo!).
Poi torno indietro, controllo le pagine ed almeno l'80% delle ricette selezionate...sono dolci! Mi succede sempre ma con Lorraine è impossibile restare indifferenti di fronte alla sezione dei dessert.
Alcune proposte sono davvero incantevoli ma quando sono capitata di fronte a questo Cheesecake, sarà stata l'idea della glassatura con i ghirigori di cioccolato bianco o il guscio di Digestive al cioccolato....insomma, non ho resistito. 
Vi confesso che dopo averlo assaggiato, sono stata felice.
Avevo dei dubbi grossi come una casa, in particolare sulla quantità di cream cheese non tagliato con panna od altri elementi in grado di alleggerirlo e sul tono acido che in genere questa preparazione riserva proprio per caratteristiche dell'ingrediente base.
Invece la vellutatezza del cioccolato al latte (prendetelo buono, è fondamentale...un euro in più in questa ricetta cambia completamente il risultato), smorza alla grande il livello di acidità della cream cheese.
Sono comunque dell'avviso che utilizzando il 50% di ricotta mescolato al Philadephia, può esaltare la ricetta. Perché la ricotta è leggera e aerata ed ho già sperimentato in passato quest'unione (davvero perfetta!), che conferisce maggiore cremosità e leggerezza al composto.
Un altro dubbio era sul fatto che i tempi dati da Lorraine mi sembrassero troppo corti.
Al solito, mi sbagliato. Dopo esattamente 2 ore ho sformato il dolce con estrema facilità e l'aspetto finale era davvero bellissimo. Però, se volete godere al massimo della perfetta amalgama dei sapori, preparate il dolce un giorno prima e gustatelo dopo 24. Assolutamente favoloso.
Ingredienti per 10 persone (mie note in corsivo)
400 gr di biscotti Digestive al cioccolato al latte ridotti in briciole sottili
75 gr di burro sciolto ed intiepidito
800 gr di creme cheese (tipo Philadelphia)
Zucchero a velo (secondo gusto personale)
400 gr di cioccolato al latte di ottima qualità (almeno 35% di burro di cacao) o se vi piace un mix di 300   gr al latte e 100 gr dark al 70%
1 cucchiaio di olio di semi 
100 gr di cioccolato bianco
Mischiate le briciole di biscotto con il burro usando un cucchiaio dalla parte del dorso in modo da impregnare bene le briciole con il burro. Versate il tutto sulla base di una tortiera a cerniera da 23 cm e livellate bene. Pressate fortemente con un oggetto dalla base piatta (io ho usato un batticarne...geniale, lo userò anche le prossime volte) fino a che la base non sarà bella piatta e compatta. (a questo punto io ho messo la tortiera in frigo).
Mettete il formaggio e lo zucchero a velo (stabilite voi il vostro grado di dolcezza preferito considerando che il cioccolato al latte è già molto dolce), e mescolate dolcemente con un cucchiaio fino ad ottenere un composto cremoso. Non vi ci vorrà molto.
Sciogliete la cioccolata a bagnomaria, facendo attenzione che l'acqua non tocchi il fondo della ciotola in cui metterete il cioccolato. Versate 1/4 del cioccolato (quindi 100 gr) in una tazza ed aggiungete l'olio. Mescolate bene e mettete da parte sempre al caldo (potrete lasciare la tazza sulla ciotola del bagnomaria a fuoco spento).
Aggiungete una cucchiaiata di crema al formaggio nella ciotola della cioccolata sciolta e mescolate velocemente fino a che questa non sia ben incorporata. (Non vi spaventate se vi sembrerà che il cacao si separi dalla parte grassa, continuate). Aggiungete una seconda cucchiaiata e mescolate velocemente. Continuate così fino a che il composto comincerà a sembrarvi uniforme. A questo punto aggiungete tutto il resto della crema al formaggio e mescolate per incorporare bene.
Versate la crema all'interno della tortiera e livellate bene pressando, affinché non restino bolle d'aria o spazi vuoti. Mettete il cheesecake in frigo per almeno 20 minuti (io ce l'ho tenuto 45). 
Cinque minuti prima di toglierlo dal frigo, sciogliete a bagno maria il cioccolato bianco e controllate che il cioccolato nella tazza sia ancora bello liquido e scorrevole. Versate il cioccolato liquido sul top del cheesecake e ruotando velocemente la tortiera, fate in modo che questo copra bene tutta la crema. 
Mettete la cioccolata bianca in un sac a poche con bocchetta sottilissima e con attenzione realizzate delle linee orizzontali distanti c.ca 2 cm l'una dall'altra. 
Velocemente, prima che la cioccolata si rapprenda, con uno stecchino tracciate delle linee in verticale cercando di ottenere una sorta di parentesi "graffe" sulla base della vostra torta. Questa operazione dovrà essere fatta velocemente perché la cioccolata bianca si indurisce in fretta.
Adesso mettete in frigo e fate riposare e raffreddare per almeno 2 ore. 
Servite accompagnato con panna semimontata.

Io so, sono certa, che lo proverete presto. Se ancora non si fosse capito: 


PROMOSSA CON LODE! 

Patty - Andante con gusto 



lunedì 27 maggio 2013

BISQUE DI GAMBERI AL BRANDY E BASILICO


Che io adori il pesce non è un mistero; che non impazzisca per i crostacei è meno noto (ai miei follower, intendo: so di non essere una celebrità nazionale ^_^) per il semplice fatto che non l'ho mai scritto sul mio blog. Il problema dei crostacei per il mio gusto personale è che sono dolciastri e io preferisco i sapori più decisi. Questo non toglie che li mangi quando capita e che sperimenti ricette che li vedono come ingredienti.

Questa bisque proposta da Lorraine Pascale mi ha subito intrigata, per l'accostamento con il basilico, inedito (almeno per me) e freschissimo. Il Brandy regala un aroma che si sposa bene con i gamberoni, esaltandone il gusto ma mitigandone un pochino la dolcezza (o è solo una mia impressione?).
Il risultato è spettacolare: una bisque delliziosa, degna di figurare anche in un menù formale.
Io l'ho preparata due volte, da tanto mi è piaciuta...


PRAWN BISQUE WITH BASIL AND BRANDY
Bisque di gamberi con basilico e Brandy
Da: Lorraine Pascale – Home Cooking Made Easy – Harper Collins



Per 4 persone:

15-20 gamberoni col guscio
1 grossa cipolla rossa
1 spicchio d’aglio
1 foglia di alloro
1 cucchiaio colmo di farina bianca
2 o 3 cucchiaiate colme di passata di pomodoro
125 ml Brandy
650 ml di buon fumetto di pesce o brodo vegetale
60 ml di doppia panna (io ho usato una panna fresca normale)
1 carota pelata e tritata grossolanamente
Paprika a piacere (io ne ho messo mezzo cucchiaino)
Olio extravergine di oliva
2 noci di burro
Sale
Pepe di mulinello
½ mazzo di basilico (solo le foglie)



Tritare la cipolla finemente, metterla in una casseruola media con un filo d’olio e far cuocere a fuoco dolcissimo per 10 minuti.
Nel frattempo sgusciare i gamberoni tenendo da parte i gusci (ma non le teste); mettere i gamberoni in frigo e i gusci nella casseruola insieme alla cipolla. Farli cuocere a fiamma vivace mescolando di tanto in tanto per 2 o 3 minuti, o fino a quando i gusci non siano diventati di un bel rosa aranciato. Unire lo spicchio d’aglio sbucciato, la passata di pomodoro e la foglia di alloro e far cuocere un altro minuto, poi versare 75 ml di Brandy prelevato dalla quantità totale e farlo evaporare, sempre mescolando. Versare il fumetto e la panna, aggiungere la carota e la paprika, portare a ebollizione, poi abbassare la fiamma, coprire la pentola e far sobbollire per 30 minuti.

Cinque minuti prima del termine della cottura sciogliere una noce di burro in una padella a calore medio-alto. Appena il burro diventa spumeggiante farvi cuocere i gamberoni per 2-3 minuti, salarli e peparli. Unire il rimanente Brandy (50 ml) e far cuocere un altro minuto, giusto il tempo che l’alcool evapori, poi togliere dal fuoco.

Mettere un colino sopra una ciotola e passarvi la preparazione in brodo. Aiutandosi con un pestello di legno spremere i gusci, in modo da estrarne tutto il sapore. E’ molto importante dedicare 5 minuti buoni a questa operazione, perché sono i gusci che danno il sapore. Una volta spremuti, possono essere buttati.

Sciacquare la casseruola dove è stato preparato il brodo e sciogliervi l’altra noce di burro insieme alla farina. Mescolarli per formare il roux e aggiungervi gradualmente il brodo di pesce mescolando in continuazione, per evitare la formazione di grumi. Una volta aggiunto tutto il brodo alzare la fiamma e far bollire per qualche minuto, fino a fare addensare la bisque. Se la desiderate più liquida aggiungete un pochino d’acqua, se invece la preferite più cremosa fate sciogliere un’altra noce di burro in un padellino, aggiungetevi un cucchiaio di farina, fate il roux e incorporatevi a poco a poco parte della bisque, mescolando per evitare la formazione di grumi. Unire la preparazione alla bisque e far bollire fino a quando non otterrete la consistenza desiderata (io ho trovato perfetta la consistenza della bisque seguendo la ricetta di Lorraine: non stiamo mica preparando una besciamella!).

A questo punto versare nella bisque i gamberoni e l’eventuale liquido rimasto nella loro padella e proseguire la cottura per mezzo minuto.

Suddividere la bisque tra 4 piatti e decorare con foglie di basilico lavate, tamponate e tagliate a striscioline. Servire la bisque accompagnata da crostini caldi.

Note:
- Non aggiungete le teste dei gamberoni alla bisque per nessun motivo: danno un sapore divino ma un colore, come dire, terreno. :-)

- Personalmente non sono d’accordo con l’inserimento della panna a inizio cottura: meglio aggiungerla alla fine. Per dare un colore più appetitoso alla mia bisque ho dovuto metterne circa il doppio rispetto alla dose indicata dalla Pascale.

PROMOSSA

Questa bisque è squisita, una delizia per il palato ed è veloce e facilissima da fare. Può entrare degnamente nel menù di un pranzo formale e con le dritte puntuali di Lorraine riesce sempre. Delizioso l’aroma del Brandy e del basilico.



venerdì 24 maggio 2013

PEANUT BUTTER TRUFFLES


Premetto che io sono avvantaggiata. 
Qui a Sydeny trovare gli ingredienti è stato un gioco da ragazzi.
In ogni supermercato double cream e crunchy peanut butter sono all'ordine del giorno.
Un sogno per chi è in Italia dove la double cream io non l'ho mai vista e il burro d'arachidi neppure...quest'ultimo forse perché non lo ho mai cercato ignorandone la bontà.
Mannaggia alla Lorraine! Ora lo ho e lo sto divorando a suon di cucchiaiate! E' una droga! Vi avverto!!! Se non lo avete mai provato...statene alla larga!!! 
Scherzi a parte, è delizioso e la versione crunchy con i pezzetti di arachide è spaziale!
In caso non lo trovaste potete farvelo mettendo in un frullatore che frulli davvero bene, le arachidi leggermente tostate (quelle che si mangiano a Natale vanno benissimo) con un filo di olio di semi o di mais e il gioco è fatto. Aggiungete qualche arachide tagliata grossolanamente e il gioco è fatto.
La double cream è una panna più spessa di quella che si trova in Italia. Ha una consistenza che è una via di mezzo tra quella dello yogurt greco e quella della panna fresca. 
Non credo che utilizzando quella comune che trovate nei supermercati si ottenga un risultato molto diverso, ma per questo chiamo in soccorso le mie compagne che forse possono darvi qualche suggerimento in più!

Peanut butter truffles 

in corsivo i miei commenti 
Per 15 palline da 25-30 gr 
(io le ho fatte più piccoline e me ne sono venute una cinquantina – 48 per essere precisa!) 
120 ml di double cream 
200 g fi cioccolato al latte, più altri 200 g di cioccolato al latte per la copertura, rotto in pezzi 
pezzetto di burro 
5-6 cucchiai di burro di arachidi croccante (crunchy peanut butter) 

Mettete la crema in una piccola casseruola e scaldatela finché non sfiora i bollore, quindi spegnete il fuoco e aggiungete il cioccolato e il burro. Togliete la casseruola dal fuoco e lasciate da parte per circa 6-8 minuti senza mescolare. Trascorso questo tempo, mescolate tutto molto delicatamente finché non otterrete un composto omogeneo. Il composto diventerà brillante e spumoso. 

Trasferite il composto in una ciotola e aggiungete delicatamente il burro di arachidi. Lasciate raffreddare leggermente, quindi trasferitelo nel frigo per qualche ora o tutta la notte. 

Quando il composto è sodo, tiratelo fuori dal frigo. Coprite una larga teglia con carta da forno. Usando uno scavino per fare le palline di melone, un cucchiaio per misurare (il classico tablespoon!) o due cucchiaini, prendete un bel cucchiaio di composto di cioccolato e fatene una pallina velocemente (io le ho fatte con le mani, si appiccicano un po’, ma è più rapido!). Mettete la pallina sulla carta da forno e continuate con il resto del composto di cioccolato. Se le palline diventano troppo morbide, mettetele di nuovo in frigo per 15 minuti o finché non si saranno nuovamente solidificate. Il cioccolato è buono anche da mangiare così, ma per una finitura più carina, mi piace intingerli in un pochino più di cioccolato. 

Fate fondere i restanti 200 g di cioccolato al latte, o 20 secondi mescolando ogni volta che ne aggiungete un po’ (io lo ho messo tutto insieme e lo ho lasciato 1 minuto abbondante), o a bagnomaria in una ciotola messa sopra ad un pentolino con acqua bollente facendo attenzione che la ciotola non tocchi l’acqua e che il fuoco sia spento, altrimenti il cioccolato rischia di rapprendersi e formare grumi. 

Quando il cioccolato è fuso, è arrivato il momento di intingervi i tartufi. Trovo che il modo più semplice per farlo sia di mettere un tartufo alla fine di una forchetta e di immergerlo nel cioccolato fuso, pucciandolo in modo da coprirlo, facendo quindi colare l’eccesso. (Sarà che o fatto sciogliere il cioccolato in una ciotola un po’ grande, ma non ne avevo abbastanza perché il tartufo potesse essere immerso completamente nel cioccolato, ma ho trovato questo modo un po’ complicato. Ho optato per pucciare con le dita il tartufo nel cioccolato. In questo modo però 1/3 rimane senza copertura). Mettete il tartufo coperto di nuovo nella teglia con carta da forno e ripetete con il resto dei tartufi. 

I tartufi di cioccolato possono essere in piccole contenitori di carta e chiusi in una scatoletta come regalo, che non può che far colpo. (Bellissima idea, a patto che la scatoletta venga tenuta in frigo, altrimenti si sciolgono tutti!)

PROMOSSA

La ricetta viene senza alcuna difficoltà. E' veloce e ben spiegata. 
Successo garantito! Li ho portati in ufficio e sono rimasti tutti estasiati! C'è chi ha detto che ne è diventato dipendente...fate voi! Meritano! Provateli!
L'unica cosa che potrei rimproverarle è che non dice quanto burro mettere (io ne ho messo un pezzetto che sarà stato 20 gr non di più e sono venuti!).
Sul suo trucchetto ho qualche dubbio, ma sicuramente la qualità del cioccolato fa tanto e anche la quantità di tartufino che si fa. Se si raddoppiano le dosi posso crederle :P!




giovedì 23 maggio 2013

SPAGHETTI AL MASCARPONE CON BASILICO, PEPERONCINO, ERBA CIPOLLINA E CHILLI



Oggi pasta!
Degli spaghetti dai colori molto italiani, e dai sapori molto poco italiani, secondo me. 

Questi spaghetti mi avevano incuriosito fin da quando ho sfogliato la prima volta il libro. 
Perché erano diversi da come io farei la pasta, però mi incuriosivano, per i freschi e piccantini sapori primaverili che mi immaginavo.
Sono sicuramente velocissimi, e l'idea è buona.

Però... Ebbene sì, c'è un però.

Il però dipende dal fatto che non mi ha convinto al 100% l'idea di usare il mascarpone, mi è parso troppo "morbido", troppo cremoso, troppo dolce. Insomma, io avrei usato un altro formaggio. Ad esempio un caprino, che ha un sapore a mio avviso più adatto. 


Lemony basil spaghetti with mascarpone, chilli & chives
 
Da: L. Pascale – Home Cooking Made Easy – HarperCollins - pag. 182.
Ingredienti per 5 persone
(tra parentesi e/o in corsivo e le mie note)
450 g di spaghetti

220 g di pisellini, eventualemente surgelati 
3 peperoncini rossi freschi, privati dei semi e tritati finemente
200 g di mascarpone 
1 mazzetto di basilisco 
1 mazzetto di menta 
1 mazzetto di erba cipollina
2 manciate di pinoli 
sale, pepe (macinato al momento)  q.b.
olio extravergine di oliva
1 falda di peperone rosso (opzionale)
1 limone
scaglie di parmigiano reggiano


Cuocere, molto al dente, gli spaghetti in una pentola con abbondante acqua bollente salata. 

Cinque minuti prima che gli spaghetti siano cotti aggiungere i piselli. 

Nel frattempi: tostare i pinoli, togliere i semi ai peperoncino e tagliarlo finemente, tagliare grossolanamente le aromatiche.

Se si decide di mettere anche il peperone, lavarlo, tagliarlo a brunoise e mettere da parte.

Scolare gli spaghetti e versarli in un cuocipasta, aggiungere il mascarpone, il peperoncino, mescolare dolcemente. Aggiungere anche il basilico, la menta e l'erba cipollina grossolanamente tritate e, volendo, un po' d'olio d'oliva.


Salare, pepare spruzzare di abbondante succo di limone e impiattare, cosparso con scaglie di grana.

Mie note:
Come ho scritto sopra, non mi ha entusiasmato l'utilizzo del mascarpone.


Visto che questa pasta era il nostro primo, e visto che i miei figli non amano il piccante, per loro l'ho preparata sostituendo il peperoncino con una brunoise di peperoni: l'aggiunta dei peperoni è sensata, ma non basta a sostituire il peperoncino, diventa troppo delicata, quindi volendo si può aggiungere, ma il peperoncino è essenziale al piatto, e anche il pepe.

Ottima invece l'idea del succo di limone, che conferisce al tutto una nota fresca e dal buon sapore, che si sposa perfettamente, in contrasto, con il piccante del peperoncino. 

Insomma, promossa con riserva, visto che il mascarpone è un ingrediente essenziale. 

mercoledì 22 maggio 2013

SPRING ONION & RED CHILLI CORNBREAD



 
La ricetta che ho scelto dal libro di questo mese è un pane  American-style, che a me è piaciuto, ma in casa meno... Diciamo che questo "cornbread", ha un gusto a cui i nostri palati non sono abituati, probabilmente, io l'ho apprezzato anche per questo motivo! Noi l'abbiamo mangiato come snack senza zuppa, come invece suggerisce l'autrice. Ha sicuramente ragione lei, abbinato ad una sostanziosa zuppa, credo proprio che dia il suo meglio!

Ecco la ricetta, con l'introduzione e i consigli della Pascale:

da Home cooking Made Easy di Lorraine Pascale - sezione "Breads"- pagina 53

Se volete qualcosa e volete che sia veloce,  un pane di mais American-style, con peperoncino e cipollotti è perfetto. Utilizzate molto sale e pepe nero nel mix, perché questo pane necessita di una certa quantità di condimento.

Tra parentesi e/o in corsivo le mie note

Ingredienti per 4-5 persone


olio, per oliare (per me, olio di semi di arachidi)

220 g di farina di mais fioretto
90 g di farina bianca 00
1 cucchiaino da tè di soft light brown sugar (zucchero grezzo macinato fine, con melassa)
2 cucchiaini da tè di bicarbonato di sodio (ad uso alimentare)
1 uovo 
200 g di yogurt naturale (io ho utilizzato quello greco)
300 ml di latte (fresco)
1 cucchiaino da tè di sale
75 g di mais dolce in scatola, sgocciolato
30 g di burro o olio d'oliva (per me olio extravergine d'oliva)
3-4 peperoncini rossi, tritati finemente (freschi, per me solo 2!)
1 mazzetto di cipollotti, finemente affettati
sale e pepe nero macinato al momento
Attrezzatura
una padella da forno media, un stampo da brownie o una tortiera da 20 cm (che è quella che ho usato io)

Preriscaldare il forno a 220°C e oliare lo padella. Se usate uno stampo, rivestite il fondo dello stesso con un foglio di carta forno (io ho utilizzato una stampo antiaderente, oliato e senza carta forno, e non ho avuto problemi).
Mescolare tutti gli ingredienti insieme in una grande ciotola (l'autrice scrive che il mix non avrà un aspetto invitante, ma promette che sarà buono), poi mettere il composto nella teglia o nello stampo. Cuocere in forno per circa 30 minuti, o fino a quando il pane appare ben cotto (regolatevi in base al vostro forno) e non è più umido (potete fare la prova stecchino).Una volta cotto, togliere il pane dal forno, lasciare raffreddare, quindi tagliare a tocchetti e mangiare con una sostanziosa zuppa.

PROMOSSA

La ricetta è ben spiegata, è veramente semplice e riesce  senza alcun problema. Il risultato è un "pane" decisamente rustico e profumato, con una consistenza "croccante", dovuta all'utilizzo della farina di mais. Attenzione alla qualità ed alla quantià dei peperoncini da utilizzare, o vi trovere con la bocca infuocata!





martedì 21 maggio 2013

CHEWY WHITE CHOCOLATE FUDGE COOKIES



Ed eccoci alla mia seconda ricetta della Lorraine e la mia scelta è caduta su un dolce !
Tra le tante ricette invitanti ho scelto questi cookies memore del successo che erano stati quelli già postati per lo Starbooks di ottobre (libro : martha’s american food) .

Ingredienti :
125 gr di burro a temperatura ambiente
225 gr di zuccchero di cnna
150 gr di farina 00
50 gr di farina tipo manitoba (o  farina “forte” , di quelle per fare il pane)
1 cucchiaio di bicarbonato
½ cucchiaio di lievito in polvere
Pizzico di sale
200 gr di cioccolato bianco di ottima qualità tagliato grossolanamente

Accendere il forno a 180 °.
Montare il burro con lo zucchero fino a renderlo morbido quindi aggiungere l’uovo amalgamando bene il tutto.
Poi unire  le farine, il lievito, il bicarbonato,il sale e per ultimo, il cioccolato.
Dividere l’impasto in 6 parti e formare 6 palline e schiacciarle leggermente con le mani fino ad uno spessore di circa 1 cm. Se l’impasto dovesse attaccarsi alle mani, aiutarsi con  un po’ di farina. Se volete biscotti più piccoli dividete l’impasto in 12 parti.
Mettere i cookies su una teglia, foderata con carta forno, tenendoli ad una distanza ,uno dall’altro, di 10 cm (si allargano in cottura). Cuocere in forno circa 10-12 minuti o fino a quando non si dorano in superficie. Fuori dal forno lasciarli raffreddare almeno 5 minuti prima di metterli  , delicatamente (rimango un po’ “molli”) , su una griglia a raffreddare completamente.

Questa la ricetta e questi i numeri…peccato che non sia stato proprio così…

Mi preparo, come faccio sempre tutti gli ingredienti prima di cominciare . La dose di cioccolato bianco non è certo minimal ma mi attengo scrupolosamente alla ricetta, che mi promette 6 o 12 biscotti con l’impasto preparato ( e mi sembrano pochini…).
Infatti non appena mi accingo a formare le “palline”  , mi accorgo che la quantità finale di cookies sarà molto più abbondante!
Per l’esattezza, per me che ho fatto “palline” piccoline ne sono usciti ben 28!!! Avrò sbagliato qualcosa?
Rileggo la ricetta : ingredienti dosati in modo corretto. Allora che faccio? Mi rivolgo alle mie food writer guru : Nigella, la Martha (Stewart) e la Donna (Hay)…
Cerco la ricetta dei cookies con cioccolato bianco e le trovo da ognuna di loro. Non sono ricette uguali a quella della Lorraine perché una ci mette il cocco, l’altra l’uvetta, l’altra il germe di grano ma ,di base , le quantità sono per tutte (Lorraine compresa) quasi le stesse.
Piccolo particolare, le altre signore dichiarano di ottenere alla fine dai 20 ai 25 cookies…la Martha , con le sue dosi, addirittura 5 dozzine (ma facendo le dovute proporzione con le dosi ne uscirebbero addirittura una trentina…)
Ma non  solo, l’aspetto finale di questi cookies  non mi soddisfa! Mi sembra un po’ troppo “piatto”… di solito l’impasto si “allarga” in cottura ma il risultato finale è un biscotto con un certo spessore…che manca a questi!
Questi i miei biscotti prima della cottura



E questi dopo la cottura


Non sono riuscita a farli dorare come speravo perché il passaggio tra un colorito pallido e questa tinta un po’ troppo carica era fulmineo… ma qui credo sia colpa del mio forno molto poco preciso in cottura.
Il titolo della ricetta recita “chewy”: "gommoso" e tutto si può dire di questi cookies tranne siano gommosi, anzi ,  lo spessore di questi biscotti , nella cottura, si riduce  quasi ad una cialda rendendoli "croccanti" …non ci sono foto nel libro che possano aiutare a capire come in realtà dovrebbe  essere l’aspetto finale di questi cookies.
Devo confessarvi che ci sono rimasta male! Ero certa della riuscita di questi biscotti e la delusione è stata ancora maggiore!
Mi spiace ma per questa ricetta la Lorraine è bocciata…però grazie a questa ricetta ricca di burro, zucchero e cioccolato bianco, ho avuto la casa profumata di dolci tutto il giorno…;-)








lunedì 20 maggio 2013

ASPARAGI IN PADELLA CON MANDORLE TOSTATE


Per questa ricetta di Lorraine Pascale ammetto di aver inizialmente avuto qualche perplessità: asparagi solo passati in padella? ma si cuoceranno abbastanza??
Dovete sapere che odio le verdure appena appena scottate, che ti scrocchiano sotto i denti... a casa mia ben cotte devono essere! Anche se, lo so benissimo, ormai il trend è un altro e io sono decisamente out...

Per fortuna mi sono dovuta ricredere, poiché gli asparagi cucinati così sono semplicemente perfetti; e "semplicità" è la parola chiave: in un attimo, con pochi ingredienti, avrete preparato un piatto delizioso! Occorre comunque scegliere una varietà di asparagi sottili e utilizzarne solo le punte.

Pascale Lorraine consiglia di servire questi asparagi come contorno alla carne, al pesce oppure con un'insalatona verde condita con olio e aceto balsamico.


Ingredienti per 3-4 persone:
3 noci di burro
50g di mandorle a scaglie
olio d'oliva
400g di punte di asparagi
sale
pepe nero macinato al momento

Fate sciogliere una noce di burro in una padella, aggiungete le scaglie di mandorle e tostatele per un minuto o due finché iniziano a dorarsi. Versate le mandorle tostate su un foglio di carta da cucina e tenete da parte.

Rimettete la padella sul fuoco e metteteci un'altra noce di burro e un poco d'olio e fate scaldare a fuoco medio-alto. Aggiungete gli asparagi lavati e scolati e cuoceteli per 4-6 minuti, muovendo la padella ogni tanto, finché risultano teneri ma ancora un poco croccanti. Aggiungete le mandorle tostate, aggiustate di sale e pepe. Se non ci fosse abbastanza burro aggiungetene ancora un po' e finite di cuocere a fuoco alto finché inizia a scurirsi.
Servite immediatamente.

Note:
- sempre per la mia fobia delle verdure crude, ho cotto gli asparagi per 6 minuti, ma ne sarebbero bastati anche 4... e se lo dico io...
- certamente non è una ricetta dietetica, ma già che decidete di concedervela mi raccomando: usate un burro di ottimissima qualità.
- gli asparagi fritti in padella e non lessati (come invece siamo abituati a mangiarli a Milano servendoli con l'uovo all'occhio di bue) sono oggettivamente più saporiti e gustosi. D'ora in poi li servirò più spesso "alla Lorraine" :)

quindi:
PROMOSSA

venerdì 17 maggio 2013

DELIZIOSO PARFAIT AI LAMPONI



Il parfait è un dolce che adoro. Morbido, soffice, spumoso, freddo. L'apoteosi del dolce da proporre a conclusione di un pranzo non proprio banale, magari d'estate, quando il caldo chiama i semifreddi.

A quanto ho letto sui libri che ho (Pellaprat, Bocuse) il parfait è un gelato cosiddetto leggero (...) che si fa con panna e un composto di tuorli d'uovo e sciroppo di zucchero, il tutto montato a bagno maria, e successivamente raffreddato sempre sbattendo con le fruste. Questo composto sarebbe lo stesso che si usa per le bombe, da cui, credo, il nome pate à bombe.
Si può però anche evitare di cuocere il composto a bagno maria, utilizzando uno sciroppo di zucchero a 121° che, aggiunto a filo sulle uova mentre si montano, le pastorizza.
La nostra Pascale adotta un altro procedimento, non usando la pate à bombe bensì gli albumi a neve, ed avvisandoci che, per vecchi e bambini, sarebbe meglio usare quelli pastorizzati.
Io che si potessero trovare gli albumi già pastorizzati non lo sapevo. Confesso che mi fa un po' effetto l'idea, e a dire il vero non saprei nemmeno dove trovarli.
Quindi ho variato la ricetta facendo la meringa italiana, che è proprio una cosa veloce, soprattutto se avete una planetaria, ha una consistenza favolosa e ci permette di riciclare gli immancabili albumi avanzati.

Frozen raspberry ripple parfait 'ice ceam'
Da: L. Pascale – Home Cooking Made Easy – HarperCollins - pag. 187.
Ingredienti per 4 persone
(tra parentesi e/o in corsivo e le mie note)
250 g di lamponi surgelati (io freschi) + altri freschi, per servire
110 g di zucchero semolato
2 chiare d'uova molto fresche o 125 g di albumi pastorizzati (reperibili nei supermercati più forniti e comunque preferibili se il dolce è destinato a vecchi, bambini e infermi) (io 120 g di albumi freschi)
200 g di double cream (io panna da montare)
i semi di un baccello di vaniglia o un paio di gocce di estratto di vaniglia

Uno stampo da plum-cake 16X8 cm

Rivestire lo stampo di pellicola facendola sbordare da tutti i lati, e mettere da parte.
Frullare i lamponi con un mixer, quindi filtrare il passato di lamponi così ottenuto attraverso un setaccio, aiutandosi con il dorso di un cucchiaio. Lasciare nel setaccio i semini che vi rimangono (io ho utilizzato il passato così com'era, e la presenza dei semini non è stata di alcun disturbo).
A questo punto mi sono discostata dalla ricetta, in quanto, come scritto sopra, invece che sbattere semplicemente le chiare a neve, ho preparato una meringa italiana.
Cominciare a sbattere gli albumi con le fruste o, meglio, nella planetaria.
Mettere lo zucchero e 30 g di acqua in un pentolino e far bollire finché lo sciroppo raggiunge i 121 °C (grande bolla). A questo punto versarlo ancora bollente sugli albumi, e continuare a sbattere finché il composto non si è totalmente raffreddato e ha raggiunto un aspetto lucido e una consistenza di meringa. Tenere da parte. 


In un'altra ciotola montare la panna a neve ben ferma, quindi aggiungere i semini di vaniglia o l'estratto.
 

Mescolare la meringa italiana con la panna montata, e per ultimo incorporare lo sciroppo di lamponi, mescolando ma non troppo: non deve assumere un uniforme color rosa ma deve mantenere l'aspetto marmorizzato.
 

Versare il composto nello stampo rivestito di pellicola, sbatterlo per assicurarsi che non si formino bolle, quindi metterlo in freezer finché non si è solidificato.
 

Togliere dal freezer 10 minuti prima di servire, sformare su un piatto da portare, tagliare a fette e servire accompagnato da lamponi freschi.
 

Mie note:
Eccole qua
come ho già scritto, ritengo preferibile usare la meringa italiana al posto delle chiare montate a neve, visto che è più sicura, più stabile e sicuramente non impegnativa ho qualche dubbio sulle dosi, sia degli albumi che dello zucchero. Per quel che riguarda gli albumi secondo me 2 albumi non pesano 120 g, che sarebbe l'equivalente in albumi pastorizzato, e comunque secondo me 2 albumi sono un po' pochi per questo dolce. anche lo zucchero è un po' al limite, io ne metterei un po' di più e verrebbe più buono. volendo fare i precisini si potrebbe dire che quello che propone la Pascale non è un parfait canonico (per la presenza degli albumi e l'assenza della pate à bombe) MA - diciamocelo - ci cambia qualcosa? Il dolce è molto buono, la consistenza è quella giusta, alla fin fine il resto è puro nominalismo che, almeno a me, non interessa.
Fatte queste osservazioni, che sono comunque a latere, direi che il dolce è promosso, in quanto buonissimo.

giovedì 16 maggio 2013

NOT-SO-CORNISH PASTIES WITH STURDY SHORTCRUST PASTRY

Ricetta dal titolo praticamente intraducibile se non si capisce prima che cosa siano i Cornish Pasties.
Mi sono scervellata per ricordare se ci fosse qualcosa di simile a questa ricetta in Italia, e l'unica cosa che mi viene in mente sono i calzoni o i panzerotti. Il cui involucro non ha nulla a che vedere con questa ricetta. Ma sicuramente potrei dire che le Empanadas argentine li ricordano un bel po'.
In Cornovaglia questi "pasties"sono molto amati. Hanno la forma tipica di un calzone e ripieni di vario genere. Vengono serviti caldissimi in ogni momento della giornata, come spuntino, snack o addirittura pranzo. La nostra Lorraine ci propone una sua versione in ricordo dei Cornish Pasties che hanno segnato il suo passaggio dalla vita di studentessa fast food dipendente, a quella di adulta con un palato consapevole.
Il Cornish pasty ha ottenuto un riconoscimento UE ed i requisiti per essere considerato "Cornish" sono la sua produzione sul territorio, la ricetta tradizionale con carne e verdure, la sua forma a D e il fatto che stia piatto e non "in piedi" (ovvero con la sigillatura sul il diametro del lato lungo).
Questa è la versione di Lorraine e d'ora in poi anche la mia.
Prima di passare alla ricetta vi confesso che leggendo gli ingredienti e le procedure ho avuto alcuni dubbi.
Il ripieno è composto da carne di manzo cruda e macinata, patate e rapa svedese crudi (che io ho sostituito con del sedano rapa). Confesso di avere immediatamente pensato: ma si cuoceranno le verdure? E la carne? Di sicuro finirà con rilasciare liquidi e ammollare tutta la crosta.
Poi quando ho mostrato a mio marito la ricetta che avrei preparato, mi sento chiedere: ma la carne la metti a crudo? Non ti conviene scottare almeno le patate in acqua bollente?
Al che ovviamente, ho avuto un inizio di depressione.
Ma siccome la testa è fatta per pensare, ho cominciato a fidarmi di Lorraine, pensando che ad una temperatura di 200°, qualsiasi cosa dentro un guscio sigillato, senza possibilità di rilasciare vapore, finisce con il cuocersi grazie alla propria umidità...semmai il dubbio restava nei confronti della frolla. Ma Lorraine non la chiama "sturdy"? Che in poche parole significa "Robusta".
In effetti quando la preparo mi rendo conto che è bella tosta, ed elastica e plastica e mi gasa un sacco tirarla. Forse posso chiudere gli occhi e fidarmi del tutto. Questa pasta è tosta come la Lorraine.
Ingredienti per 4 pasties:
Per la frolla "robusta"
250 gr di farina 0 + extra per infarinare
250 gr di farina 00
175 gr di burro
5 gr di sale
fino a 3 uova (dipende quante ne assorbe la farina che userete)
Acqua (opzionale)
Per il ripieno
200 gr di manzo macinato
1 patata di medie dimensioni pelata ridotta a dadini
1 cipolla di medie dimensioni, pulita e tagliata a dadini
150 di rapa svedese, pulita e tagliata a cubetti
1 spicchio d'aglio tagliato finemente
un ciuffo di rimo fresco
2 rametti di rosmarino fresco tritato finemente
qualche spruzzo di Salsa Worcesteshire
Sale e pepe bianco macinato fresco
50 gr di burro
1 uovo battuto leggermente.
Mettete la farina ed il burro nell'impastatrice e mescolate velocemente fino a che non otterrete delle briciole. Aggiungete le uova, una alla volta. Se l'impasto non sta insieme formando una palla con le prime due uova, aggiungete la terza. Se neanche con la terza sta insieme, aggiungete acqua fredda, poca alla volta (a me sono bastate 3 uova).
Mettete la palla avvolta in una pellicola per almeno 15 minuti in frigo (io l'ho tenuta 45 minuti perché era morbida).
Preriscaldate il forno a 200°. Quando la pasta è pronta, stendetela con un matterello su una superficie infarinata, per uno spessore di 5 mm e tagliate dei cerchi di 18 cm di diametro. Potete usare dei piattini da dolce o preparare uno stencil in cartoncino da utilizzare come forma.
Dalla pasta dovrete ottenere 4 cerchi. Una volta tagliati, passateli nuovamente in frigo per qualche minuto a rassodare.
Mettete tutti gli ingredienti del ripieno, eccetto l'uovo ed il burro, in una ciotola e mescolate bene. Condite quindi prendete un cerchio di pasta e versateci 1/4 del ripieno distribuendolo bene sulla superficie al centro. Il pasty deve essere pieno e carino ma non esplodere. Mettete un pezzettino di burro sul ripieno quindi passate con un penello, un filo di uovo battuto sulla circonferenza e chiudete il cerchio a libro. Pizzicate bene per sigillare quindi cercate di formare la piegatura caratteristica, facendo un "orecchio" di 1 cm all'angolo si sinistra e continuando a piegare la pasta in passo come se doveste fare delle orecchie sulla pagina di un libro. Non è facile ma una volta ottenuto, viene automaticamente.
Fate la stessa procedura sul resto dei pasties.
Spennellate bene la pasta con l'uovo sbattuto e mettete in forno su una teglia coperta di carta per 30/40 minuti, e comunque fino a che la superficie sarà ben dorata.
Servite caldissimi.
E' un piatto assolutamente delizioso.
L'interno si è cotto prefettamente, non c'è segno di umidità o rilascio, i sapori sono netti, riconoscibili eppure perfettamente amalgamati. La pasta è uno splendore di friabilità e croccantezza.
Il mio unico errore è stato l'idea di farli più piccoli. Ho ridotto il diametro a 15 cm perché volevo qualcosa di più "elegante" e ne volevo ottenere qualcuno di più. Invece più piccoli sono e meno ripieno hanno ed il ripieno è davvero la festa di questo piatto. Quindi, la Lorraine aveva ragione anche qui, se sono 18 i cm di diametro, c'è una ragione.
Non si può sbagliare seguendo le sue istruzioni.
Un piatto fantastico per un pic nic, per una serata davanti alla tv con un bel bicchiere di birra o di sidro. E la pasta la terrò presente per altre preparazioni perché non si inumidisce, resta croccante e quando la spezzi, si sfoglia meravigliosamente. Il risultato mi sembra scontato no?

PROMOSSA a pieni voti! 
Patty - Andante con gusto

mercoledì 15 maggio 2013

TARTELLETTE DI PERE, STILTON E SEMI DI PAPAVERO DI LORRAINE PASCALE


pere e gorgonzola

Quest'oggi affrontiamo insieme, da Home cooking made easy, una ricetta della sezione "Vegetables and Vegetarian" e più in particolare parliamo di pere e gorgonzola, classico rivisitato in modo davvero goloso. Certo non può sfuggire il richiamo all'intramontabile "al contadino non far sapere quanto è buono il cacio con le pere", ma Lorraine ha reso il tutto un perfetto piatto unico da accompagnare con una freschissima insalata verde : la scelta di unire la pasta sfoglia con la consistenza corposa delle pere e la morbidezza di gorgonzola e miele, è davvero azzeccata.
La nostra miss Pascale, che per darvi l'idea del suo successo, possiede e gestisce Ella Bakehouse Cupcakery a Covent Garden, uno delle "pasticcerie" più chic di Londra, con una lista clienti piena di personaggi celebri, ha scritto il libro di ricette che "testiamo" nel nostro starbooks di questo mese in modo davvero piacevole, facile da leggere e da seguire. Le ricette che ho scelto per voi sono semplici ma di sicuro effetto.
Ecco la prima : 



Pear, Stilton and poppy seed tartlets

tartellette gorgo-pere

Tra gli ingredienti della ricetta è previsto lo Stilton, il celebre formaggio inglese, sostituibile con il Dolcelatte, un gorgonzola dolce. Io ho utilizzato il Gorgonzola tradizionale con eccellenti risultati.
Ingredienti: 
500 g di pasta sfoglia 
Farina
200 gr di Stilton o gorgonzola dolce
3 pere (abate fetel 150 gr l'una ca.) perfettamente mature 
Succo di mezzo lime o un piccolo limone 
Un uovo leggermente sbattuto 
Miele o sciroppo d'acero 
Mezzo cucchiaino di semi di papavero
Un cucchiaio di erba cipollina fresca tritata 
Olio extra vergine d'oliva
pepe

tartellette pere e gorgonzola

Preriscaldate il forno a 220 gradi 
Stendete la pasta e tiratela con il mattarello fino a ottenere un rettangolo di 25,5 per 30,5 centimetri, con uno spessore di cerca quello di una moneta da un cent* . Tagliate i bordi con un coltello affilato per renderli regolari, poi con il lato più lungo della pasta dalla parte opposta a voi, tagliate il rettangolo a metà. Dividete ogni metà in tre parti uguali. Mettete i 6 pezzi su una teglia antiaderente e mettetela nel frigo per 20 minuti o nel freezer per 10.
Nel frattempo preparate le pere: sbucciatele, tagliatele a metà nel senso della lunghezza e rimuovete i semi. Spruzzate con del limone o del lime per evitare che annerisca. Tagliate ogni mezza pera in fette spesse circa un centimetro, stando attenti a mantenere intatta la forma della pera. Mi piace l'aspetto che questo da alla crostata. 
Togliete la sfoglia dal frigo o dal freezer e spennellate la superficie con un uovo sbattuto, stando attenti a non creare sbavature sui lati. Se ciò dovesse succedere ripulitele: questo impedirà all'uovo di appiccicare gli strati e consentirà alla sfoglia di crescere bene. Spezzettate un terzo del formaggio sui rettangoli di sfoglia, poi con delicatezza sistemate mezza pera nel centro di ognuno. Fate in modo, schiacciandole delicatamente, che si aprano a ventaglio e poi spargete sopra il rimanente formaggio e condite con il pepe. Il formaggio è già saporito, così non è necessario aggiungere sale.
Fate cadere un filo di miele (acacia per me) o sciroppo d'acero sopra il tutto, se vi piace.Io ne ho fatte metà con il miele e metà con lo sciroppo... non avrei saputo dire quale fosse le migliore.
Adesso cuocete le tartlets nel forno per circa 15-20 minuti, o finché la sfoglia non è ben gonfia e di un bel colore oro scuro e il formaggio prende il colore. 
Tirate fuori dal forno e lasciate raffreddare prima di trasferire le tartine sui piatti di servizio. Spargete i semi di papavero e l'erba cipollina sopra e servite con un giro di olio d'oliva e un'insalata verde condita.
Eccellente!
Perciò devo dirvi che sinceramente la mia valutazione è

PROMOSSA

Le pere rimangono leggermente croccanti, con una cottura di 15 minuti e si sposano perfettamente con il sapore del gorgonzola e del miele. Io ho utilizzato per alcune tartine quest'ultimo e per altre lo sciroppo d'acero, come vi ho già detto: l'unica differenza visibile è che lo sciroppo tende a "macchiare" leggermente le pere, dato il suo colore ambra scuro, mentre il miele no. Squisite entrambe le alternative.
Un'unica osservazione da fare:
non ha indicato né il tipo di pere adatte, né il loro peso. Per le mie pere forse avrei dovuto ritagliare rettangoli un pochino più larghi, perchè il formaggio sciogliendosi passa oltre i lati della tartina, che così non si gonfia in modo regolare... ma sinceramente erano perfette anche così!!
* La questione del cent è un po' dubbia, ma per questo potete regolarvi sui 2 mm come ho fatto io, che non amo un eccesso di sfoglia, o aumentare lo spessore a piacere fino a 4-5 mm..

DSCF8834

Incidentalmente ne ho preparate anche un paio con la pera a pezzetti, per i più pigri.....:-).
Buona giornata a tutti
Dani

martedì 14 maggio 2013

PEA SOUP WITH MINTED MASCARPONE OVVERO LA FRESCHEZZA DELLA LORRAINE




Se mi dovessero chiedere cos’è la prima cosa che mi viene in mente quando si dice “Lorraine Pascale”, mi verrebbe da dire : freschezza&semplicità.
Questa bella ragazza, che sprizza simpatia da tutti i pori è, per me,  il ritratto della freschezza! Solare, gentile,simpatica , giovane , magra(eh, si pure questo!!!) come può non piacere una tipa così!
Bè, proprio per questo all’inizio , confesso non mi era risultata simpatica. il mio approccio era stato di diffidenza :  “ecco qui l’ultima modella che non sa come occupare il tempo e si inventa di diventare una food writer…”
Avevo guardato una sua trasmissione su sky con approccio moooooltooo critico e invece ..ho dovuto ricredermi!
Ricette semplici , spiegate in modo semplice, presentate in modo semplice e una trasmissione tv con riprese, inquadrature, “fuori campo” originali e nuovi. Insomma da allora la Lorraine la guardo in tv (quando riesco…) ,seguo il sito e … ho acquistato con felicità  uno dei suoi libri per lo starbooks !
Per prima ricetta una fresca , semplice , colorata, bellissima zuppa.
La Lorraine consiglia di servirla con una grande fetta di pane fresco spalmata di burro…io che sto tentando di stare a dieta, non ho seguito questa sua dritta che però  vi consiglio.
La menta è uno di quei profumi che sanno di estate e che è semplicissima da coltivare: piantata in terra cresce super rigogliosa (attenzione è infestante!!!) mentre in vaso ,  la sua vitalità viene contenuta  e vi profumerà davanzali e balconi regalandovi spunti “mentosi” per le vostre ricette  : perché non provare subito questa : PEA SOUP WITH MINTED MASCARPONE ???


Ingredienti :
800 ml di brodo di pollo o brodo vegetale (io ho fatto questo)
1 kg di pisellini surgelati
Sale e pepe macinato al momento
Una piccola manciata di foglie di menta tritate finemente
4 cucchiaiate di mascarpone (circa 150 gr)


Far bollire il brodo e aggiungere i piselli. Coprire con un coperchio e riportare a bollore. Ridurre il fuoco e cuocere per circa 3 minuti o fino quando i piselli non diventano teneri e ben cotti. A questo punto togliere la pentola dal fuoco.
Quindi frullare il tutto fino ad ottenere una crema vellutata.  Rovesciarla in una pentola pulita, aggiustare di sale e pepe e rimettere sul fuoco per scaldarla.
Nel frattempo amalgamare la menta tritata con il mascarpone .
Quando la pea soup è ben calda trasferirla in ciotole monoporzione . Servirla con una quenelle (cucchiaio) di  crema al mascarpone e menta .

Il profumo è stupendamente fresco e il sapore è ancor più buono di quanto possiate pensare.
L’unica differenza  rispetto alla ricetta della Lorraine  e che la mia pea soup è stata servita  tiepida e vi garantisco che è perfetta anche così.
Ottima idea per un’entré estiva e originale e per portare quella freschezza e semplicità in tavola che è sempre vincente quando si tratta di ricette perfettamente dosate, come in questo caso.
Che dire???
La Lorraine  per me è PROMOSSA ! J dubitavate???

larobi