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lunedì 14 ottobre 2019

LO STARBOOK DI OTTOBRE E'...


Diana Henry, From the Oven to the Table

Dopo Yotam Ottolenghi,Diana Henry è l'autore a cui abbiamo dedicato più puntate, qui allo Starbook. Abbiamo iniziato con A Bird in the Hand -e da allora il pollo non è stato più lo stesso. Abbiamo proseguito con Simple- e da allora le cene pronte in 5 minuti hanno assunto ben altro spessore. Credevamo di chiudere il capitolo con How to Eat a Peach e la celebrazione della freschezza -di sapori e di idee- declinata in tutte le stagioni e in tutti gli angoli del mondo e invece no: la signora ci ha fatto un bello scherzetto, non solo con un libro nuovo, ma con un argomento che ha il sapore della sfida. Perchè parlare di cucina semplice e veloce, di sapori pressoché inalterati, di concept basati su cotture veloci e condimenti espressi riferendoli al forno è un'operazione che esercita su di noi un fascino irresistibile. Avreste dovuto vederlo, il backstage dello Starbook: neanche nell'anticamera di una sala parto si respirava la stessa atmosfera elettrizzata e sospesa, pronta ad esplodere in un grido liberatorio nel momento stesso dell'annuncio della pubblicazione. Ci mancava solo che avessimo incitato la Henry a spingere- e poi avremmo davvero esaurito tutto il repertorio in materia. 
" E pazienza se io non so più cosa dire, mannaggia a 'sta qui e ai suoi libri meravigliosi", rimuginavo fra me e me l'altro giorno, pensando a come avrei fatto a scrivere qualcosa che non avessimo già detto. "Cosa diavolo posso inventarmi?" mi chiedevo, mentre intanto sceglievo una ricetta da provare. "Della semplicità come filosofia abbiamo già parlato mile volte, della sua ispirazione pressoché infinita pure" (e intanto pulivo il rabarbaro). "La Lawson e Ottolenghi, no, ma solo perché li ho già citati, perché semmai c'è una cerniera, questa è lei" (e annusavo le mie mani che profumavano di arancio e rosmarino), "nemmeno possiamo tornare su una cucina no global, senza confini né barriere" (e controllavo la temperatura del forno). 
E mentre nella mia cucina si spandevano il profumo agro di un dolce, mitigato da note agrumate e intriganti, in un ambiente stranamente in ordine, senza lavelli stracarichi di stoviglie da lavare, ho avuto l'illuminazione. Perchè, vedete, da quando vivo qui ho definitivamente smesso di cucinare, per lo Starbooks. Il clima mi impone delle modifiche, l'irreperibilità della maggior parte degli ingredienti annienta ogni sentimento e se devo lanciarmi in qualche preparazione locale, ormai la interpreto con un palato che di occidentale non ha più nulla. Sommate i tre fattori ed avrete tutto quello che non deve fare un giudice dello Starbooks che- repetita juvant- mette al centro il libro, nella sua più assoluta integrità. Sono talmente convinta di questo che ogni mese, per quanto belli siano i libri che  analizziamo, non sono nemmeno sfiorata dall'idea di mettermi ai fornelli, complice anche il fatto che cucinare a 40 gradi tutto l'anno non è cosa. 
E invece, eccomi qui a smanettare con bilance e ingredienti, forni accesi e mani in pasta, ad assaporare la soddisfazione che credevo sepolta di una cucina che mette al centro gli ingredienti e non le tecniche, le mani e non le macchine, i gioiosi volteggi della fantasia e non il rigore meccanico della tradizione. La risposta alle mie domande era tutta lì, in questo miracoloso risveglio della voglia di cucinare, grazie ad un'autrice che, indipendentemente dall'argomento che affronta, sa quali corde toccare per riconciliarci con la cucina, se ne siamo distanti, o per farcene ulteriormente innamorare, di un amore pieno, fiducioso e totale. 
E direi che questo basti e avanzi per avervi tutti qui, da domani, per ripartire con la nuova avventura targata Starbook!
Vi aspettiamo
Alessandra

4 commenti:

  1. Mamma mia!! Questa introduzione fa salire l'attesa come poche volte negli ultimi Starbooks!! Grazie mille, come sempre.

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  2. È il genere di miracolo che preferisco. Vi aspetto con la mia inseparabile ansia.

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  3. Che premessa spettacolare!! Leggerò volentieri dei vostri manicarretti, aspettando il responso finale che difficilmente mi deluderà! Devo dire che avevo avuto una premonizione... avendo scoperto da poco questa autrice, stavo adocchiando anche questo libro e mi chiedevo: chissà se le Starbookers ne parleranno presto??! 😉

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  4. Il ritorno della voglia di cucinare è un'esigenza che avverto anch'io, precipitata nel baratro dei 10 kg messi su in pochi mesi e di cui non riesco a liberarmi, e ossessionata dalla bilancia e dalle diete.
    Cucino ancora, cercando di iniettare sapore a piatti intrinsecamente tristi benché salutari (e il fatto che per 4 giorni alla settimana i grassi mi siano proibiti non fa nulla per migliorare la situazione), e avere spunti interessanti da adattare alle mie tristi circostanze è vitale, per me.
    Anche se sospetto che la voglia di cucinare mi tornerà solo quando mi sarò rassegnata al nuovo peso e a una figura così curvy da sfiorare la sfera... e non so quando questo accadrà.
    Nel frattempo vi seguo, consolandomi con la fantasia.
    E adesso che mi viene in mente, all'ultimo tiriamo le somme vi avevo suggerito l'ultimo libro di Darina Allen, "One Pot Feeds All", praticamente lo stesso argomento del libro attuale. :) Sono trooooooppo Starbooker inside!!!!
    Un abbraccio.

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