....E promuoviamo questo libro, che e' stato capace di tenere noi a fornelli e voi incollati allo Sb, in un mese tradizionalmente proiettato verso il sole, le spiagge, il fresco e tutto quanto fa "l'estate sta arrivando" (e vivvaddio, che pare non ne poteste piu' di tutto il resto)
Il merito e' non solo delle Tapas, ma di quella Tapas Revolution che e' ormai il manifesto programmatico di colui che sta imponendosi come l'ambasciatore della cucina spagnola nel mondo: finita l'era Adria', coniugata troppo spesso nelle forme dell'aria fritta, si torna alla sana cucina di una volta, preparata coi sani ingredienti di una volta, anche a costo di stirarsi i muscoli coi churros con la farina di grano duro o farsi lievitare una pizza alle acciughe nello stomaco per una settimana- perche' questa e' la Spagna, bellezza!, con la sua cucina ruvida, maschia, lontana da concettualismi, a volte ance un po' ingenua nella sua semplicita', ma santiddio, se generazioni di donne continuano a sbavare per uno che continua ad incarnare queste doti anche parlando con una gallina, questo significa che certi requisiti funzionano sempre, anche in cucina.
Certo, le Tapas, diranno i puristi, sono un'altra cosa.
E hanno ragione.
In origine, la "tapas" e' cio' che "tappa" il bicchiere (cos'e' che dicevamo, sulla immediatezza della cucina spagnola?): e difatti, le prime tapas stavano su una fetta di pane, come ancora oggi i pinchos, l'equivalente basco di questi bocconcini che ormai sono diventati piccoli capolavori di abilita' e di creativita' culinarie. Ma il resto della Spagna ha sdoganato praticamente l'impossibile, trasformando l'aperitivo in una vera e propria festa di piazza, tanto che ormai le Tapas fanno storia a parte, sui banchi dei locali come sugli scaffali delle librerie: Cucina Spagnola da una parte e Tapas dall'altra, che in un libro solo non ci stanno.
A meno che questo libro non si intitoli Tapas Revolution e non porti la firma dell'artefice di questa rivoluzione, per cui tutto diventa Tapas, anche quello che propriamente non e'. "E' solo una questioni di misure", ci dice il bell'Omar dalle pagine della sua opera-e noi, naturalmente, conveniamo.
Certo, sara' dura chiedere dei churros a Madrid o una fideua nella Rambla, all'ora dell'aperitivo e in porzioni mignon, senza essere guardati come oggetti misteriosi. Ma Allibhoy diffonde il verbo da Londra e, sia detto, lo coniuga perfettamente, con un occhio attento alla tradizione e un altro all'atmosfera gioiosa e festaiola che e' l'altro grande ingrediente della cucina del suo Paese: se poi ci aggiungiamo che il libro e' un prodotto editoriale anglosassone, quidi sorretto da quella correttezza, da quella trasparenza e da quel rispetto che e' l'ossatura portante fra il pubblico e gli autori, nella cultura britannica, ecco spiegato il motivo del nostro giudizio. Quest'estate, insomma, "Todos a Tapear!" (magari anche con un pensiero al Redone)
Grazie a tutti, come sempre e questo mese di piu', vista la crescita costante ma inesorabile del nostro progetto e un arrivederci a settembre, con nuovi libri da sottoporre alle dure prove delle Starbookers e dei loro lettori.
Buone vacanze a tutti