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venerdì 24 marzo 2023

ARMENIAN PAKHLAVA WITH POMEGRANATE SYRUP - PAKHLAVA ARMENEASCA CU SIROP DE RODII

Delle tante ragioni per cui si sceglie una ricetta da provare, questa è sicuramente la più futile: è bellissima.
Mi ha incantato la foto ravvicinata a mostrare gli intagli che la rendono quasi un mosaico, la precisione del disegno.
Da guardare all'infinito, se non fosse che, insomma, alla fine va mangiata.
E non dico mai di no ad un dolce che ricorda molto quelli tipici del Paese mediorientale che mi ospita e, guarda caso, tipico del periodo in cui siamo appena entrati: il mese sacro di Ramadan.
Ma il pakhlava in questione, che anche nel nome è sicuramente cugino del locale bakhlava a cui molto assomiglia, invece in Armenia è preparato, udite udite, per festeggiare la fine della Quaresima.
Pare che il nome derivi da pak (Quaresima) e lavash (pane), e che addirittura alcuni lo preparino con 40 strati di pasta fillo, 20 per la base ed altri 20 per la copertura, proprio per simboleggiare i 40 giorni di Quaresima.
Altri ancora con 33 strati, a simboleggiare gli anni di Gesù.
Qui ne abbiamo 12 alla base ed altri 12 per la copertura dato che  l'autrice sottolinea come, per praticità e un po' meno poeticamente , questo sia il numero di fogli di fillo nelle confezioni normalmente in vendita.
Si riferisce ovviamente al mercato inglese, ma devo dire che è lo stesso numero delle confezioni che trovo qui da me.
Insomma, che vogliate provarlo per le cene delle notti di Ramadan o a fine Quaresima non importa: vi assicuro che in entrambi i casi poterlo gustare sarà veramente un premio :)

 

 

 ARMENIAN PAKHLAVA WITH POMEGRANATE SYRUP
per 16 pezzi

per lo sciroppo
300ml di acqua
200g di zucchero semolato superfino
60 ml di melassa di melagrana

per il ripieno
300 g di noci
un pizzico di sale
2 cucchiaini di cannella in polvere
2 cucchiaini di chiodi di garofano in polvere

per assemblare il dolce
2 pacchi da 12 fogli ciascuno di pasta fillo
120 g di burro fuso
16 chiodi di garofano interi (facoltativo)

Per prima cosa preparare lo sciroppo mettendo tutti gli ingredienti in un pentolino. Portare a bollore, abbassare la fiamma e lasciar sobbollire piano per 15 minuti. Togliere dal fuoco e lasciar raffreddare completamente.

Preparare quindi il ripieno: a mano o con un robot da cucina tritare le noci con il sale fino ad ottenere una consistenza grossolana (non una polvere). Mescolare quindi con la cannella ed i chiodi di garofano.

Preriscaldare il forno a 170 gradi.
Ungere una teglia 20 x 32 cm e adagiare i primi 12 fogli di pasta fillo uno alla volta, ungendo ognuno abbondantemente con il burro fuso. Se necessario rifilare i bordi della pasta in modo che si adattino perfettamente alla teglia. Versare quindi il ripieno distribuendolo uniformemente, quindi coprire con altri 12 fogli di pasta fillo procedendo come per la base, ovvero ungendo ciascuno col burro prima di sovrapporne un altro.
Spennellare generosamente con burro anche l'ultimo strato quindi con un coltello affilato tagliare il dolce a metà nel senso della lunghezza, arrivando fino alla base.
Quindi tagliare nel senso della larghezza in quattro parti, quindi tagliare ancora ogni rettangolo ottenuto in diagonale, alternando la direzione del taglio.

Cuocere nel forno preriscaldato per 30 minuti, quindi togliere dal forno e usando un cucchiaio versarvi lo sciroppo ormai freddo facendo in modo che sia ben distribuito.
Volendo, decorare ogni pezzo con un chiodo di garofano.
Far raffreddare completamente nella teglia prima di servire.


NOTE

- immaginate il guscio croccante, il ripieno profumatissimo e la dolcezza di cui il tutto è perfuso grazie allo sciroppo. Paradiso puro. Di una semplicità imbarazzante, l'eccezionalità viene dalle spezie del ripieno su cui non va assolutamente lesinato e dallo sciroppo che grazie alla melassa di melagrana prende un gusto piacevolmente acidulo nel contrasto. Il primo pezzo piace, il secondo lo prendete per sicurezza, per vedere se è effettivamente così buono come sembra, e lì si è perduti :)

- non si può lesinare nemmeno sul burro con cui ogni strato va pazientemente spennellato. Il burro funziona da legante, altrimenti il dolce non sta insieme. E poi diciamolo, non tanto il sapore ma è il profumo che contribuisce e non poco all'aroma complessivo.

- chiodi di garofano e cannella: duo non vincente, di più. L'augusto consorte  ha decretato che può ricordare il profumo di un toscanissimo Panforte, a ricordare che tutto ciò che è buono, unico o straordinario solo dalla sua regione può provenire :) consideriamolo un complimento eccezionale!

- rispettate le poche regole di esecuzione. Lo sciroppo va fatto raffreddare completamente prima di essere versato sul dolce caldo ed anch'esso, dopo il riposo, funzionerà da legante. Non lesinate, non fatene meno, non preoccupatevi se inizialmente sembra tanto. Pian piano il dolce lo assorbe e la consistenza sarà assolutamente perfetta.

- che dire ancora, se non che si conserva perfettamente diversi giorni se siete dei santi o lo nascondete. Altrimenti, come diceva mia nonna...meglio una festa che cento festini.

La ricetta è
PROMOSSA TRA GLI APPLAUSI

17 commenti:

  1. Stavo pensando proprio in questi giorni a una bakhlavà all'arancia che avevo fatto tre anni fa, e che era divina. Questa secondo me lo è ancora di più. Il binomio cannella-chiodo di garofano per me è un must nello strudel di mele, e pure qui lo vedo benissimo. Ah e adoro la tua cosiddetta cialtroneria, che ti spinge a provare una ricetta solo perché è bellissima (come se il tuo palato non ti avesse già suggerito che è pure buonissima). Mi sa che mi lascerò andare a codesta perdizione... e il naufragar mi sarà dolce in questo mar.
    Un abbraccio, cara Stefi!

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    1. Grazie Mapi, diciamo che ero avvantaggiata essendo già circondata da dolci simili ;)

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  2. Io mi struggo all'idea che in casa non piacerebbe perché non amano per nulla le spezie se non in misura minima.
    Non so se potrebbero impegnarsi un attimo, ricordando loro, nel mentre lo addentano che il sapore potrebbe ricordare il panforte del quale , nonostante la toscanità di fondo, non siamo mai stati autentici fan.
    Insomma purtroppo mi sa che non potrò farlo, questo dolce, salvo mangiarlo tutto io.
    Mi scoccia perché tutti quegli strati carichi di burro, sono golosissimi

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  3. Mannaggia che bella.....ma la melassa di melagrana credo che sia impossibile da trovare qui.....no????

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  4. Amazing. Speechless. Wonderful! A parte la ricetta, perfettamente riuscita, e la foto stupenda, la tua introduzione è di quelle che piacciono a me: con tante informazioni, che stimolano la curiosità e la voglia di andare a comprare la pasta phyllo e provarla tra cinque minuti. Bravissima. Standing ovation per te, cara Stefi!

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  5. Ma che è questa meraviglia? Bellissima anche la spiegazione e l'affondo in una cucina straordinaria come quella armena (a proposito: segnare per le prossime fonti di ispirazione, allo Starbooks). E bellissimo anche lo spoiler, quel "si deve mangiare" che racchiude tutto lo spirito sacrificale del periodo :) Sempre pronti a mortificarci, ovviamente!

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    1. La cucina armena è splendida, qui nella città in cui vivo pensa che il ristorante più "cool" del momento è proprio armeno e Cristiano Ronaldo ci ha festeggiato il compleanno della compagna...

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  6. Il dolce è stupendo, e tu l'hai realizzato magnificamente!
    Farò mio il detto di tua nonna, che non avevo mai sentito prima d'ora!

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    1. Ehheheheh le nonne ne sanno sempre una più del diavolo :)

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  7. L'immagine di questa torta, con tanto di sciroppo grondante sulla superficie, mi ha incantata al primo sguardo. Ho un debole per questo genere di dolce ricco di frutta secca e spezie ma c'è un unico problema: il resto della famiglia lo snobba allegramente. Finisce quindi che dopo i primi due pezzetti, lui invecchia abbandonato a se stesso perché la sottoscritta può immolarsi per la causa ma non alla morte glicemica (e la festa di tua nonna, fatta in solitaria è un po' triste :D). Quindi evito di prepararli. Però a te è venuto splendidamente. Non vedo differenze con quello del libro: deve essere assolutamente favoloso. Un abbraccio.

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    1. Niente, questi sono dolci da fare se li si mangia in tanti...come sono le cene delle sere di Ramadan, o il giorno di Pasqua per noi. In ogni caso, merita davvero. Grazie!

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  8. Che dire Stefi? Splendida la foto, favolosa la descrizione. Sto dolce s'ha da fare e basta :)

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  9. Fatta ! fatta ! appena vista la ricetta ho deciso che sarebbe "stata mia". Qui ai confini dell'Impero ( ;-) ) le Bakhlava non sono sconosciute, anzi, vista la numerosa comunità serba che abita a Trieste, ma questa, con la melassa di melagrana è speciale. Ti ringrazio per il tuo contributo alla diffusione (attraverso Starbooks e altro) di queste ricette !

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