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lunedì 12 aprile 2021

LO STARBOOK DI APRILE 2021 E'....

 

 

Erin Jeanne McDowell, The Book on Pie


Che i social siano oggi lo strumento più influente nella comunicazione è un dato così incontrovertibile che neppure ci si fa più caso, o meglio: ci si fa caso solo quando questi vengono a mancare, che si tratti di cancellazioni illustri o di crash più democratici: è solo allora, infatti, che ci si accorge all'improvviso che il mondo da cui si è improvvisamente tagliati fuori ci importa più di quanto si sia inclini ad ammettere, con buona pace della contrapposizione fra reale e virtuale che, lungi dall'essere la consolazione di chi ce l'ha fatta, nel concreto della vita vera, suona piuttosto come la sconfitta di chi non sa padroneggiare la contemporaneità. 

Il vero problema, però, non è tanto l'uso che si fa dei social,  quanto il rischio di essere a nostra volta usati, finendo per diventare da fruitori consapevoli a vittime sempre meno lucide, all'inseguimento di una visibilità che rischia di ridurre, se non addirittura di contaminare, la veridicità dei nostri contenuti. E' un problema annoso e dibattutissimo, fortunatamente estraneo allo Starbooks che, da progetto di nicchia quale è, può ancora permettersi di non scendere a patti con nessuno. Se lo affronto qui, però, è perché il libro che abbiamo scelto per il mese di Aprile ci impone una riflessione in questo senso. 

Stiamo infatti parlando di un argomento (le pies, ovvero le torte casalinghe per eccellenza) che in questi ultimi anni ha pesantemente risentito delle esigenze  dell'immagine e della necessità di un rinnovamento che le strappasse alla dimensione confortevole del fatto in casa per ammantarle di un nuovo appeal, tanto più seducente quanto più instagrammabile.

Il superamento dello story telling nel nome della fruibilità immediata di una fotografia ha infatti privato queste torte dell'ingrediente fondamentale per il successo sui social: e visto che una pie senza una storia rischia di essere più anonima di una minestrina in brodo, ecco che lo sforzo dei nuovi guru della comunicazione si è concentrato sul rimpiazzo di questo elemento, da cercare naturalmente nel catalogo delle novità, nei termini di una eleganza e di una ricercatezza inusuali, finalizzate a quell'"effetto wow" a cui sembra miseramente ridursi tutto lo sforzo di chi cucina.

E così, dopo i mille strati di friabilità delle nuove sfoglie, dopo il vuoto cosmico dei nuovi croissant, in un susseguirsi di nuove mode che neppure hanno la pretesa di definirsi tali, da tanto nascono e muoiono con rapidità (dai pan banging cookies alle cream tart, dalla burnt cheese cake agli unicorni), tocca ora alla cara, vecchia frolla subire la stessa sorte: pie che sembrano opere d'arte, gusci che nascondono arcobaleni di consistenze diverse,  intrecci che nemmeno Rapunzel- e poi reels, tutorial, corsi e, naturalmente, libri che ci raccontano di questa seconda vita delle pie, un po' come Adele dopo la dieta o Ozzy Osborne dopo il rehab. 

Il dubbio- tanto legittimo quanto mai confessato- è se queste meraviglie che si presentano come vere delizie per la vista lo siano anche per il palato: e questa è la vera sfida a cui sottoporremo The Book on Pie, ultima opera di Erin Jeanne McDowell, food writer famosissima negli USA, il cui curriculum di tutto rispetto, ci fa ben sperare a riguardo. 

Tuttavia, come ben sanno i nostri lettori, sperare non basta: è la prova dello Starbooks, la sola attendibile e la sola definitiva: e qui siamo pronti, con bilance e mattarelli, a cimentarci con le varie ricette, per metterle alla prova. Se questo Aprile sarà incantevole o crudele, insomma, lo scopriremo alla fine di una carrellata che si annuncia come la più golosa della stagione, per la quale vi diamo appuntamento da domani, per le prossime tre settimane. 

Non mancate!

Alessandra



6 commenti:

  1. Touché, cara Ale: quando scrivi ...novità, nei termini di una eleganza e di una ricercatezza inusuali, finalizzate a quell'"effetto wow" a cui sembra miseramente ridursi tutto lo sforzo di chi cucina hai centrato il punto, e mi hai al contempo punta sul vivo. Vedendo il titolo del libro infatti, mi sono detta: "ma perché non hanno recensito Pieometry?". La risposta l'ho trovata subito, nel tuo post, e mi ha fatto prendere coscienza di quanto io, che pure mi ritengo a-social, sia potentemente influenzata da loro.

    Tornando alle pies, la mia prima reazione è stata: OMG!!!! ADOOOOOOROOOOOOOO!!!! L'anno scorso, quando abbiamo trattato le pies per il Club del 27, ho acquistato il libro; leggerò avidamente le recensioni e la conclusione del libro del mese, ma qualcosa mi dice che questo libro entrerà subito nel mio carrello Amazon e attenderà solo che io prema il pulsante finale, prima di approdare anche nella mia libreria!
    Un abbraccio e buon lavoro a tutti.

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    1. Guarda, ci abbiamo pensato. Ma sarebbe stato un predicare bene e razzolare male :) già il fatto che si usino ingredienti come la spirulina, i funfetti oreo, il matcha, il sesamo nero, il dragon fruit (che non sa di niente) e lo jackfruit (che invece sa di qualcosa, purtroppo per me) sono la risposta alle mie preoccupazioni. La nostra linea, ormai, è cercare il più possibile la sostanza e ragionare su quella. E questo ci è parso il libro più adatto allo scopo. Senza contare che, a sfogliarlo, è meraviglioso. Incrociamo le dita, dai!

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    2. Ho appena finito di sfogliarlo su Amazon e ho resistito alla tentazione di comprarlo a scatola chiusa, giuro. :)
      E sul Dragon Fruit ti dò pienamente ragione: non sa di niente, è solo decorativo. Non ho mai assaggiato il Jackfruit, ma in sostanza hai ragione al 100%: meglio ragionare sulla sostanza (possibilmente buona), che su una forma che tutto sommato lascia il tempo che trova, e che rischia di sacrificare il gusto sull'altare dell'occhio. :-)

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  2. Un appuntamento tutto da seguire (come sempre veramente) sperando che la bellezza vada in sintonia con la bontà e non sia solo apparenza!!!
    Bravissime ;)

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  3. Il titolo del libro è promettente, il curriculum dell'autrice di tutto rispetto , ma proprio dell'autrice la faccia sorridente e l'aspetto piacevolmente "tondo" ispira, eccome se ispira! 😍 Anche il suo cagnolino è simpatico.
    Per partito preso mi piace, e temo che questo libro, si unirà alla lunga lista dei libri comprati... 😬😜
    P.s. già le prime due ricette... insolite ma gnam!!! 😋

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  4. La citazione di Ozzy Osbonre, al di là dell'essere molto calzante mi ha francamente spiazzata ...!

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