lunedì 13 gennaio 2020

LO STARBOOK DI GENNAIO 2020 E'....





Mentre scrivo queste righe, a Londra si è appena conclusa la trionfale rappresentazione di Toast, l'autobiografia che Nigel Slater scrisse qualche anno fa, raccontando di una infanzia infelice per davvero che si riscatta diventando il terreno fertile per far crescere una storia d'amore che ha nel cibo la sua cifra espressiva più caratteristica e più piena. Ho seguito tutta la vicenda dai primi timorosi tweet (la regola è che gli scrittori temano come la peste le rappresentazioni delle loro opere e Slater non ha fatto eccezioni), finendo ogni volta nel triste confronto con il nostro desolante panorama, fatto di tanti libri e di pochissimi veri scrittori capaci di trasformare ricette in racconti ed esperienze gastronomiche in storie di vita. 
A guardar bene, questo è lo stesso motivo per cui mi arrabbio, ogni volta che leggo di "Nigella - quella che usa troppo burro" o di "Ottolenghi- quello che fa il pollo con i mandarini": ridurre la grandezza di questi scrittori alle loro ricette è la misura della nostra incapacità di considerare la materia come vera letteratura, con tutte le conseguenze che questo comporta- su tutte la produzione seriale di libri tutti uguali a dispetto di un patrimonio straordinario ed immenso e di una tradizione da cui poteva eccome germogliare qualcosa di altrettanto buono se solo fossimo stati capaci a perpetrare la memoria dei vari Brera e Veronelli, senza trasformarli in citazioni fatue e prive di senso. Lo avevo detto a una platea di giornalisti furibondi, anni fa, mettendoli di fronte ai fatti (banalmente, il modo più elementare per conservare la memoria degli autori è ristamparli) e il risultato era stato l'ennesimo e sdegnoso abbandono della discussione con una che non capisce niente (la sottoscritta, per quei due o tre che, non conoscendomi, possono avere equivocato) ma tant'è: evidentemente è scritto nelle stelle, che noi Italiani si debba cedere sul fronte dei cibo. Lo abbiamo fatto con i Francesi, alla fine del Seicento, lo abbiamo fatto con gli Inglesi, nel Terzo Millennio- e l'unica cosa che mi viene da dire, sinceramente e dolorosamente, è che purtroppo ce lo meritiamo. 
Lunga vita quindi a Nigel Slater, antesignano di tutta la progenie della nouvelle vague dei food writers d'Oltremanica, che ci regala la sua ultima fatica, ultimissima se si considera che il libro a cui dedichiamo il nostro Starbooks è il secondo  volume di una monografia improntata sulla stagionalità e saggiamente pubblicata in tempo utile per trovare sul mercato tutto quello che ci serve. Slater batte da sempre su questo tasto (è anche un appassionato botanico, ha un giardino bellissimo e scrive di fiori con una delicatezza struggente), anche in tempo non sospetto, quando gli Inglesi, al posto delle stagioni, controllavano la data di scadenza sulle scatolette: a suo tempo, Feast fu una sorta di rivoluzione e se Greenfeast saprà andare oltre l'analogia del titolo per trasformarsi nel seguito di uno dei libri di cucina più belli di questi ultimi decenni, potremo dire di essere di fronte ad un nuovo capolavoro. Sticazzi, direbbe Rocco Schiavone- e chissà che cosa diremo qui allo Starbook, da domani fino alla fine di questo mese, quando finalmente emetteremo il verdetto. 
A domani, con la prima ricetta!
Alessandra 

5 commenti:

  1. Caspiterina!!da come è introdotto, credo che ne vedrò di belle. Grazie Ale!!!!

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  2. Quello che Nigel Slater ha saputo creare, va oltre le sue ricette. I suoi libri si leggono per il piacere di leggere, ancor prima che per le ricette, non tutte fattibili almeno per i miei gusti, ma che importa? Aspetto con curiosità le proposte dei prossimi giorni. Grazie!

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  3. Sono emozionata! Questo si che si prospetta un bel libro!
    Per una che ha collezionato (e sta leggendo) i suoi Diaries sono in attesa delle novità di quest'ultimo libro... 😍

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  4. Ho entrambi i greenfeast e un'opinione molto particolare su questi due ultimi libri firmati Slater. Attendo curiosa le vostre riflessioni.

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  5. I Love Nigel.
    Punto.
    Anzi no, ne approfitto per fare outing: I love him more than Nigella! ^_^

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