Tanto per curiosare un po' nel backstage del nostro blog, la scelta di questo mese ha decisamente spaccato in due i pareri delle Starbookers- e questo, prima ancora di avere il libro fra le mani. Sul banco degli imputati c'era il No Bake, inteso non nella sua accezione più ampia, che comprende tutta la categoria dei dolci senza forno, ma nella interpretazione a stelle e a strisce che si è impadronita di questa parte della pasticceria, definendone i confini con strati di melassa e di cream cheese.
Se, alla fine, ha prevalso la linea del sì, è stato per un motivo: approfittare della pausa estiva dei forni per controllare se, sul fronte statunitense, fosse cambiato qualcosa, viste le martellanti e doverose campagne a favore di una alimentazione corretta a cui gli Americani sono sottoposti da almeno un quinquennio. Il No Bake, in questo senso, avrebbe potuto offire facilmente il fianco al vento di cambiamento: la frutta, gli yogurt, le fermentazioni, la grande ondata degli smoothies, le contaminazioni delle nuove bowl, i semi, i germogli, i "ponti" fra dolce e salato di alcuni superfood (l'avocado su tutti) costituivano una pressochè infinita fonte di ispirazione, a cui si affiancava la possibilità di un recupero del vintage, vista l'altrettanto infinita serie di sorbetti, gelati, parfait e macedonie che affollano la categoria del "senza forno". A ciò si aggiunga una nuova e interessantissima apertura degli Statunitensi al variegato mondo del formaggio, fino a qualche tempo fa relegato a produzioni di nicchia: oggi, la mappa degli Stati Uniti è costellata da una miriade di piccole e grandi fattorie che producono formaggi genuini, ciascuno dei quali con un proprio DNA e una propria storia. E se sulle stagionature c'è ancora tanta strada da fare, sui prodotti freschi, che sono poi quelli che meglio si prestano alle cheese cake e alle creme a crudo, c'è una scelta sorprendente, interessante e veramente innovativa.
Tutto quello che abbiamo trovato, invece, è un desolante de ja vu, sotto forma di torte sontuose e creme piene di voluttà che sicuramente soddisfano pienamente la vista, ma si appiattiscono al palato e, soprattutto, non aggiungono nulla ad un panorama editoriale che è saturo, non solo di grassi ma anche di libri tutti uguali.
A scanso di equivoci: in sè, No Bake Cake and Treats non è un prodotto malvagio. Dal punto di vista editoriale è ben curato, con immagini a tutta pagina e ampio spazio riservato al testo. E' che è banale. A parte il no bake cookie dough nell'impasto, che a ben guardare costituisce l'unica vera novità dell'intero libro, tutto è già sentito, già letto, già visto e già assaggiato. L'unico sforzo di differenziarsi è nella direzione della sontuosità e dell'abbondanza, con un carico di strati di panna (sempre zuccherata), di sciroppi (con predominanza del sempre più bandito corn syrup, al centro di una serie di frodi alimentari piuttosto serie, considerato anche l'uso quotidiano che se ne fa, oltre Oceano), di zuccheri che finiscono per appiattire i sapori e appesantire tutto il resto, dalla digestione al giro vita. Si aggiunga anche che persino all'interno del libro le ripetizioni abbondano: anche quando l'autrice cambia arbitrariamente qualche nome, sempre delle stesse cose si tratta, dolci stratificati su base di biscotto, crema e panna.
Ora, è chiaro che se siete patiti del genere, state già salivando dalla prima riga-e queste riflessioni non fanno per voi. Ma lasciateci dire che dopo otto anni di onesto servizio, il nostro occhio allenato è stanco delle solite cose e anche il No Bake, secondo noi, meriterebbe una nuova veste, più al passo con le esigenze dei tempi, nuove mode e nuovi gusti compresi. E' questo che ci aspettavamo, è questo che non abbiamo trovato.
Per cui, le somme, stavolta, tiratele voi.
Come da tradizione, con il libro di Giugno lo Starbook va in letargo :) Ci aspettano pile di libri da consultare, sotto gli ombrelloni o all' ombra degli chalet di montagna, per riprendere a Settembre con nuovi titoli e nuovi suggerimenti. A voi, come sempre, il nostro grazie per la fiducia, l'affetto e la costanza con cui ci seguite, oltre che un caloroso augurio di buone vacanze.
Ci rivediamo a Settembre!
Ale, le tue disamnie sono sempre una perfetta e accurata sintesi delle discussioni che hanno luogo nel gruppo. Puntuali come le ferie di agosto, precise come le dosi di Iginio Massari, e godibili come il primo bagno di mare della stagione.
RispondiEliminaGrazie!!!
Grazie Alessandra!
RispondiEliminaBuone vacanze a voi!!
RispondiEliminaPerfetta come sempre, Ale :)
RispondiEliminaCi rivediamo a settembre, buone vacanze a tutte <3 <3
Mi mancherete...! Buone vacanze
RispondiEliminaMi piace ciò che scrivi, come scrivi! Grande Ale! Ciao!
RispondiEliminaGrazie come sempre, Alessandra!
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