giovedì 8 dicembre 2016

STARBOOKS REDONE DI NOVEMBRE 2016: I VINCITORI



Sono state tante le ricette che hanno partecipato al Redone di Novembre... grazie a tutti!!!

Ecco i vincitori che parteciperanno come Redoner allo Starbooks di Gennaio, visto che a Dicembre siamo in vacanza :)))



PRIMA CLASSIFICATA







SECONDA CLASSIFICATA







TERZA CLASSIFICATA



Strudel di Mele, Cafè Iris Bolzano


Chiediamo alla prima classificata di inviare una mail a: lostarbook@gmail.com, indicando l'indirizzo a cui spedire il premio :)
Complimenti a tutti e... ci vediamo a Gennaio con il nuovo libro!!!


Buon Natale!!!


domenica 4 dicembre 2016

STRUDEL DI MELE


Chiudiamo le pubblicazioni dei post per il Redone ricevuti via email, con i ragazzi del Cafè Iris di Bolzano. Grazie ragazzi per il vostro entusiasmo!

Strudel di mele
Dal libro “Baklava to Tarte Tatine” di B. Laurance

Ingredienti:

per la pasta
·         200 gr di farina
·         110 ml acqua
·         15 gr burro
·         Un po’ d’olio


Per il ripieno
·         6 mele
·         Il succo di mezzo limone
·         60 gr uva passa
·         75 gr noci
·         ½ cucchiaino cannella macinata
·         50 gr zucchero di canna


Per la finitura
·         125 gr burro non salato
·         1 confezione di zucchero a velo per spolverare

Preparare l’impasto:
mettere la farina nel contenitore dell’impastatrice con gancio per impastare , impostarlo a bassa velocità e aggiungere l’acqua.
Quando l’impasto forma una palla, aggiungere il burro e impastare per circa 15 minuti, fino a quando l’impasto risulterà liscio e morbido al tatto (se necessario aggiungere 1 cucchiaio d’acqua e mescolare per altri 5 minuti).
Formare una palla, spennellare la superficie con un po’ d’olio, coprire con pellicola trasparente e lasciare riposare a temperatura ambiente per 1 ora. se impastato bene, risulterà molto elastico e sarà possibile stenderlo in modo sottile.

Mentre l’impasto riposa, sbucciare le mele e tagliarle in piccoli cubetti, bagnarli con il succo di limone così non diventeranno scuri, aggiungere l’uvetta, la cannella, le noci spezzettate e lo zucchero. Anche se non viene ammollata in acqua, l’uva passa cuocerà comunque bene.

Prendere un panno pulito di dimensioni 70x50, stenderlo su una superficie piana, infarinarlo in modo che l’impasto non si attacchi e mettere l’impasto al centro di esso. Stenderlo con il mattarello facendo attenzione a non bucarlo, l’impasto deve essere abbastanza sottile da far intravvedere il panno sotto di esso. Con un coltello rifilarlo a forma di rettangolo.

Preriscaldare il forno a 170 gradi, preparare una teglia rivestendola con la carta da forno.
Stendere le mele sull’impasto ricoprendo i ¾ della superficie e lasciare un bordo di 2-3 cm, sciogliere il burro e ungere la superficie della pasta senza mele.
Arrotolare l’impasto e man mano spennellare con il burro, ripiegare i bordi verso l’interno prima di arrotolarlo. Quando si arrotola, togliere con un pennello asciutto la farina in eccesso.
Spennellare l’intera superficie dello strudel (che sembrerà una grossa salsiccia) con il restante burro fuso e cuocere per circa 1 ora, 1 ora e 15 minuti spennellando con il burro ogni 30 minuti.
Mettere la teglia su una griglia e lasciar raffreddare lentamente, poi spolverare con lo zucchero a velo.
Tagliare generose fette da servire da solo o accompagnato da salsa alla vaniglia.

Osservazioni da altoatesini doc
·         La pasta è troppo dura, la ricetta dell’Alto Adige prevede nell’impasto altri ingredienti (che alleghiamo)

1Uovo, 200 gr farina, 4 cucchiai di zucchero di canna, 1/2 bicchierino di grappa facoltativa, 1/2 bicchierino di latte, 3 cucchiai olio di semi, si mescolano gli ingredienti e si lascia riposare 1 ora
·         Abbiamo steso la pasta direttamente sulla carta da forno, il procedimento con lo strofinaccio è troppo laborioso e si rischia di rompere il dolce trasferendolo nella teglia.

·         6 mele sono troppe, ne bastano 4, dopo aver steso le mele sull’impasto, spolverizzare con una bella manciata di pangrattato. Questo trucco assorbe i succhi delle mele e la pasta si può cuocere anche sotto. Senza il pangrattato le mele bagnano troppo la parte sotto del dolce lasciandolo un po’ crudo.

·         Ricetta bocciata….restiamo fedeli al “nostro” Apfelstrudel…



Il team del Cafè Iris

sabato 3 dicembre 2016

MAQLUBA


Oggi pubblichiamo il contributo al Redone di Novembre di Victoria, ricevuto tramite email

Il pranzo della domenica e le foto smarrite (!?)
Io: me le mandi le foto della ricetta?
Marito: quali foto?
Io: come quali? Quelle della ricetta che ho fatto qualche giorno fa col tuo telefono (si, io fotografo col telefono) perché col mio vengono scure.
Marito: ma io non ho nessuna foto. Cercale anche tu, ma a me non sembra di avere alcuna foto di ricetta!
Lo ammetto, mi sono arrabbiata! Le foto del post svanite in un puff (o forse in un click.. e anche più di uno visto che erano diverse). 
Ad una riflessione più attenta, in realtà, posso confessare che poi non ero così arrabbiata come situazione avrebbe meritato. Perché l’occasione di ripetere questa ricetta che mi giro e rigiro per le mani era veramente tanto ghiotta. E quindi… l’ho rifatta! 
Quando le amiche blogghers (“blogghiste” per me) parlano di Ottolenghi si sente nell’aria un tono come di adorazione, di venerazione. Io non lo conoscevo e non conoscevo nemmeno questo libro Jerusalem. Ma certo la cosa non fa notizia visto che io non conosco un buon 70% degli chefs che nominano le suddette “blogghiste”, una cosa però posso dirla: mi si è aperto un mondo! Un mondo su una cucina tradizionale, quella di Gerusalemme, che risente,  nell’uso delle spezie, delle influenze che sembrano provenire dall’India e dal nord Africa. Un libro bello da sfogliare, piacevole da leggere (anche la traduzione italiana non è malvagia) e intrigante da “provare”.
Io l’ho fatto partendo dal “pranzo della domenica”, ma è molto probabile una nuova incursione:
MAQLUBA
(tratto da Jerusalem di Yotam Ottolenghi con Sami Tamimi)

PER QUATTRO/SEI
2 melanzane di misura media (in tutto 650 g) tagliate a fettine da ½ cm
320 g di riso basmati
6/8 cosce di pollo disossate, con la pelle (800 g circa in tutto)
1 grossa cipolla sbucciata e tagliata in quarti per il lungo
10 grani di pepe
2 foglie di alloro
olio di girasole per friggere
1 cavolfiore di mezza misura (500 g) diviso in grosse cime
burro fuso per ungere la casseruola
3/4 pomodori a media maturazione (in tutto 350 g) tagliati a fette da 0,5 cm
4 grossi spicchi d’aglio tagliati a metà
1 cucchiaino di curcuma macinata
1 cucchiaino di cannella macinata
1 cucchiaino di pimento macinato
¼ di cucchiaino di pepe nero macinato
1 cucchiaino di baharat (per la ricetta, dello stesso Ottolenghi, vedi sotto)
30 g di pinoli passati fino a doratura in 15 g di ghee o in burro non salato (io burro conad scaldato e schiumato)
yogurt con cetriolo in quantità sufficiente
sale

Anche se questa corposissima e gustosa specie di torta salata non riesce a mantenere la sua forma – per contribuire a un buon risultato, sostiene Sami, tutti i componenti della famiglia devono collaborare, mettendo i palmi delle mani sotto la pentola capovolta e aspettare i 3 minuti previsti – il suo trionfo di sapori non vi deluderà. Rimando al libro per avere più notizie sulla maqluba.
Sistemate le fette di melanzana su un foglio di carta da cucina, cospargetele di sale su entrambi i lati e lasciatele lì per 20 minuti a perdere un po’ d’acqua.
Lavate il riso e mettetelo in ammollo in abbondante acqua fredda con un cucchiaino di sale, per almeno mezz’ora.
Nel frattempo scaldate una grossa casseruola e cuocete a fuoco vivace il pollo per 3/4 minuti o fino a che si sia dorato su entrambi i lati (la pelle del pollo dovrebbe produrre abbastanza grasso per la cottura: se non basta aggiungete un po’ di olio di girasole). Mettete nella casseruola la cipolla, i grani di pepe, le foglie di alloro e 900 ml d’acqua. Portate a ebollizione, mettete il coperchio e fate andare per 20 minuti. Tirate fuori il pollo dal brodo e mettetelo da parte. Mettete da parte il brodo, che userete dopo, e con una schiumarola eliminate il grasso.
Mentre il pollo starà cuocendo, scaldate su una fiamma media una pentola o una pirofila, preferibilmente antiaderente, con un bordo alto più o meno 12 cm e un diametro di 24. Riempitela di olio di girasole fino a un livello di circa 2 cm. Quando cominciate a vedere affiorare in superficie delle bollicine, mettete nell’olio alcune cimette di cavolfiore (attenzione agli schizzi!) e friggetele per 3 minuti fino a doratura. Servitevi di un cucchiaio forato per togliere dal recipiente il primo quantitativo di cimette, che deponete su carta da cucina, spargendovi poi un po’ di sale. Ripetete l’operazione con il resto del cavolfiore.
Con un po’ di carta da cucina asciugate le fettine di melanzana e friggetele un po’ alla volta.
Togliete l’olio dalla casseruola e pulitela bene. Se non è del tipo antiaderente rivestite la base con carta da forno tagliata in misura e ungete le pareti con del burro fuso. Eccovi pronti a disporre gli strati della maqluba.
Cominciate con le fette di pomodoro, disponendole in modo che si sovrappongano un po’, e proseguite con le fettine di melanzana. Sarà poi la volta dei cavolfiori e delle cosce di pollo. Scolate accuratamente il riso e distribuitelo sopra lo strato più alto, e sopra il riso distribuite i pezzetti di aglio. Prendete 700 ml del brodo di pollo che avrete messo da parte e aggiungeteci tutte le spezie e un cucchiaino di sale. Versate il brodo sul riso e esercitate una blanda pressione con le mani facendo in modo che il riso sia completamente coperto. Se non basta, aggiungete altro brodo o dell’acqua.
Mettete la casseruola su una fiamma media e portate il contenuto a bollore. Non è necessario che il brodo bolla energicamente, ma assicuratevi che lo faccia prima di mettere il coperchio: a questo punto abbassate la fiamma e fate andare a temperatura moderata per 30 minuti. Non cedete alla tentazione di togliere il coperchio: dovete lasciare cuocere a vapore il riso come si deve. Una volta cotto, via la casseruola dal fuoco, via il coperchio, rapidamente mettete al suo posto un canovaccio, poi sopra questo rimettete il coperchio in modo da chiudere bene la casseruola. Lasciate riposare il contenuto per 10 minuti.
A questo punto, togliete il coperchio e mettete al suo posto un piatto rotondo da portata o un vassoio e, tenendo saldamente la casseruola con entrambe le mani, capovolgetela rapidamente. Lasciatela così capovolta per 2/3 minuti, poi sollevatela. Guarnite con pinoli e servite con yogurt e cetriolo.

Baharat
 1 cucchiaino di grani di pepe
 1 cucchiaino di semi di coriandolo
 1 piccola stecca di cannella sminuzzata
 ½ cucchiaino di chiodi di garofano
 ½ cucchiaino di pimento macinato
 2 cucchiaini di semi di cumino
 1 cucchiaino di semidi cardamomo
 ½ noce moscata grattugiata
 C’è un numero infinito di miscele di spezie nella regione: variano secondo la disponibilità della materia prima, i gusti e gli usi locali. La traduzione letterale del vocabolo arabo baharat è “spezie”: si tratta di una miscela che si adopera per aromatizzare piatti di carne e di pesce, stufati, legumi e cereali. Fatevela in casa e mettetela in un contenitore di vetro chiuso ermeticamente: si conserva fino a 8 settimane.
Vi raccomandiamo, per fare questa miscela – ma vi servirà per molte altre occasioni – di procurarvi un macinaspezie. È uno degli utensili da cucina che usiamo di più, non è necessario comprarne uno costoso. Se usate un mortaio e un pestello, il cardamomo dovete procurarvelo macinato, perché la macinazione manuale dei suoi semi sarebbe problematica.
Mettete tutte le spezie in un macinaspezie o in un mortaio, e macinatele fino a ridurle in una polvere sottile. Mettete la polvere in un contenitore perfettamente chiuso: si conserva fino a 8 settimane.


NOTE
Finalmente niente note sulla mia traduzione del testo dal momento che il libro è già tradotto in italiano.
In verità non ho molte note da aggiungere di alcun genere. Addirittura mi prendo anche la libertà di smentire lo stesso Ottolenghi (chiedo perdono per questo) perché, con un po’ di organizzazione, si riesce anche a capovolgere e sformare la maqluba senza “romperla”. Credo che il segreto consista anche nel pressare la carne e le verdure per bene. A dire il vero, nella seconda versione, credo di averle pressate forse un po’ troppo o, forse, non ho lasciato troppo spazio fra le fette di melanzana, perché, nella parte centrale, il riso è rimasto leggermente duro (poco cotto). Suggerisco di pressare le verdure ugualmente e alla fine praticare dei fori (ad esempio con degli spiedini di legno) in modo da permettere al vapore di circolare per bene.
Il mix di spezie è talmente ben dosato che è davvero piacevolissimo sentirne l’odore spandersi per la casa durante la cottura.
Sempre sindacabile il mio giudizio ma mai come questa volta
PROMOSSA
Victoria (al secolo Marina)

venerdì 2 dicembre 2016

GNOCCHI PICCANTI AL CACAO CON MASCARPONE E PECORINO



Oggi pubblichiamo un'altra ricetta che partecipa al Redone di Novembre, e che ci è pervenuta via email...

Per questo Redone ho scelto Avventure al cioccolato di Paul A. Young, un libro che non può mancare agli amanti del cioccolato, però questa volta ho provato una ricetta salata, gli gnocchi al cacao.

Gnocchi piccanti al cacao con mascarpone e pecorino

Avventure al cioccolato - Paul A. Young

Ingredienti per 4 persone o 2 generose porzioni

60 gr di farina bianca
20 gr di cacao in polvere amaro
peperoncino in polvere a piacere
un pizzico di sale marino
325 gr di patate lessate (di qualità farinosa) 
1 tuorlo
farina per il piano di lavoro
1 cucchiaio di olio evo

Per servire
200 gr di mascarpone
Pepe nero appena macinato
10 gr di foglie di basilico origano
25 gr di pecorino grattugiato (io ho usato pecorino toscano)

In una grande ciotola o con un'impastatrice lavorate insieme la farina, il cacao, il peperoncino in polvere, il sale e le patate schiacciate (Io ho schiacciato le patate sul tagliere e ho aggiunto gli ingredienti secchi). Aggiungete il tuorlo e impastate fino a ottenere un composto liscio, devo confessare di aver omesso il tuorlo, io di solito non lo uso e l'impasto non ne aveva bisogno.
Avvolgetelo in un foglio di pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigorifero per un'ora.
Per dare forma agli gnocchi, suddividere l'impasto in pezzi che allungherete facendoli rotolare sul piano di lavoro infarinato in modo da ottenere cordoncini del diametro di 2 cm circa. Tagliateli a tocchetti di circa 2,5 cm di lunghezza. Potrete lasciare gli gnocchi in questa forma oppure farli rotolare sui rebbi di una forchetta per dar loro una rigatura superficiale. Disponeteli  man mano su un piatto foderato con pellicola.
Portate a ebollizione una grande pentola di acqua salata, tuffatevi gli gnocchi e scolateli quando affioreranno in superficie. 
Scaldate l'olio in una grande padella e fatevi saltare gli gnocchi. Togliete la padella dal fuoco e teneteli al caldo.
Condite il mascarpone con il pepe nero e mescolate bene. Distribuite gli gnocchi in piatti caldi, conditeli con il mascarpone e il pecorino grattugiato e spolverizzate con l'origano.

Note

- Il tuorlo, come dicevo l'ho omesso, le patate del nostro orto sono già farinose e non ne ho avuto bisogno. Le ho lessate perché lo prevedeva la ricetta ma preferisco cuocerle al forno, in 
   questo modo l'impasto richiede  meno farina e il gusto ne guadagna.
- Non ho mai fatto riposare l'impasto degli gnocchi in frigo, non ho notato grosse differenze quindi credo sia un passaggio che si può omettere se si ha fretta
- Consiglio di effettuare la rigatura perché così si crea l'incavo a mio parere indispensabile negli gnocchi.
- Non è la prima volta che faccio gli gnocchi, quindi so già cosa fare, ma per una cuoca alle prime armi qualche indicazione in più non avrebbe guastato
- Purtroppo il nostro origano fresco si è già seccato e non l'ho omesso.
- Il peperoncino è a piacere, io ne ho messo 3/4 di cucchiaino ma la prossima volta ne metterò di più, non erano molto piccanti.
- Ho impiattato come era indicato e come ho visto dalla foto ma poi ho ripassato gli gnocchi in padella con il mascarpone per rendere l'insieme più cremoso

Gli gnocchi sono ottimi, il mascarpone bilancia il leggero retrogusto amaro del cacao per cui anche se con qualche titubanza sulla spiegazione della ricetta e l'uso del tuorlo, la ricetta è 

PROMOSSA

Veronica Rivecca

giovedì 1 dicembre 2016

POLLO CON UVAS, VINO TINTO Y CASTANAS



Continuiamo con la pubblicazione delle ricette per il Redone di Novembre, che ci sono pervenute via email. 

Pollo con uvas, vino tinto y castanas

Chicken with grapes, red wine and chestnuts

Da TAPAS REVOLUTION

Tempo di preparazione: 20 min
Tempo di cottura: 50 min

Ingredienti:

9 castagne fresche
1,5 kg di pollo intero oppure 1 kg a pezzi
100 ml olio di oliva
5 spicchi d’aglio tritati
½ cipolla tritata
1 costa di sedano tritata
8 foglie di salvia
25 ml di brandy
200 ml vino rosso
200 ml acqua
30 acini di uva (rossa o bianca)
Sale e pepe appena macinato

Procedimento:

Versare le castagne precedentemente tagliate a metà (io le ho solamente “intaccate”) in un pentolino di acqua bollente, lasciare bollire per 10 minuti, poi scolarle e una volta fredde sbucciarle o spremerle per far uscire la polpa. Tagliare il pollo in circa 10/12 pezzi, salare e pepare generosamente.

In un tegame dal fondo spesso, a fuoco medio-alto, versare l’olio e aggiungere i pezzi di pollo . Far dorare entrambe le parti per circa 15 minuti. Aggiungere l’aglio e la polpa di castagne; dopo 1 minuto, aggiungere la cipolla e il sedano. Cuocere mescolando per 10 minuti circa, fino a che la cipolla e il sedano appassiscono.
Aggiungere le foglie di salvia, il brandy, il vino rosso e “flambare”.
Ridurre tutto il liquido e poi aggiungere l’acqua. Assaggiare, in caso aggiustare di sale e pepe e aggiungere gli acini d’uva. Ridurre al minimo la fiamma e lasciar cuocere altri 20 minuti.

NOTE:

Premesso che sono stata colta in flagrante mentre preparavo la ricetta e questa volta non ho potuto negare la presenza di “ingredienti scomodi”; ho convinto comunque il mio compagno ad assaggiare. Gli ho chiesto di “immolarsi” per giudicare la ricetta insieme a me e avere un secondo parere, estremamente importante. La risposta è stata: “assaggio il pollo ma non mi chiedere di mangiare l’uva”.
La ricetta è semplice da eseguire, abbastanza veloce e “particolare ma non troppo”, perfetta per questo clima autunnale. Per me è PROMOSSA. L’unica accortezza la prossima volta sarà quella di diminuire l’olio, è decisamente troppo.
Per il mio compagno, dopo un primo istintivo sorriso, alla domanda: com’è?? Ha risposto con mille smorfie di disgusto; salvo chiedermi il bis dopo 5 minuti e poi un: “Amore c’è ancora sughetto?”
Quindi direi: PROMOSSA senza volermi dare soddisfazione (come tutti gli uomini) e piatto pulito a specchio.

Elena Conte